Notizie 2003 - Secondo
semestre
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il testo originale della delibera dell'UNESCO
LA NAZIONE 06/07/03
A pesca, fra lenze e divieti
LA SPEZIA — La Capitaneria di porto, attraverso il comandante Antonio Pasetti, ha reso pubbliche le nuove norme in materia di pesca sportiva nelle acque marine, un provvedimento che interessa parecchie migliaia di appassisonati di tutta la provincia. Oggi riportiamo le norme più rilevanti riservandoci di approfondire altri aspetti particolari nei prossimi giorni. Tra le 8,30 e le 19,30 la pesca e vietata a meno di 200 metri dalle spiagge e di 100 metri dalle coste a picco. Da moletti e scogliere (naturali o artificiali) dinanzi ai quali non sono presenti bagnanti è consentita anche in tali orari la sola pesca con canna. Molto variegate le limitazioni all'uso di determinati attrezzi, siano essi bilancia o rezzaglio, lenze o fucili o fiocine, e il pescatore sportivo farà bene ad informarsi in proposito. Nella rada interna del porto della Spezia la pesca da barca è vietata entro il raggio di 50 metri da unità militari alla fonda; all'interno di aree in consegna alle amministrazioni dello Stato; nelle acque all'interno della congiungente tra Porto Lotti e il fanale rosso della diga di Cadimare; nelle zone di mare distanti meno di 50 metri dalle strutture industriali o insediamenti commerciali. In queste zone è tuttavia consentita la pesca alla traina a patto che non interferisca con le operazioni commerciali e con il traffico marittimo. Sempre nella rada interna del porto la pesca da terra è vietata dalle banchine portuali (compreso il lato interno del molo Italia), dalle banchine, scogliere, pontili e dai cantieri navali ed altri insediamenti industriali o luoghi di lavorazione in genere, dai tratti di banchine e scogliere compresi tra la foce del Lagora e i pontili dell'Assonautica. La pesca subacquea è consentita soltanto in apnea, ma è vietato raccogliere coralli, molluschi e crostacei .La pesca subacquea è vietata a meno di 500 metri dalle spiagge con bagnanti, a meno di 100 metri dalle coste a picco con bagnanti, dagli impianti fissi da pesca e reti da posta, navi ancorate; nella rada interna del porto della Spezia ad eccezione degli specchi acquei interni agli impianti di mitilicoltura; dal tramonto al sorgere del sole.
l Parco fa shopping: comprato «penisolotto»
RIOMAGGIORE — Il presidente dell'Ente parco nazionale delle Cinque Terre Franco Bonanini (nella foto) ha annunciato l'acquisto, dal privato proprietario, del penisolotto Corone che si protende a Levante della baia di Monterosso.
Utilizzando anche una dismessa postazione militare, il Parco farà di quel luogo strategico un polo di attrazione turistica e di diffusione dell'immagine delle Cinque Terre anche come riserva marina.
In particolare verrà installato un artistico globo di cristallo la cui realizzazione sarà curata dal pittore e scultura argentino Silvio Benedetto.
«Sarà anche recuperato — aggiunge Bonanini — un fortino nella zona del semaforo del Mesco da trasformare in piccolo rifugio»
E' tabù la riserva integrale delle 5 Terre ma nelle Zone B e C ci si può divertire
MONTEROSSO — L'area marina protetta delle Cinque Terre è stata suddivisa in tre distinte zone soggette a un differente regime di tutela. Nella Zona A (riserva integrale) è consentito solo transito di piccoli natanti senza motore mentre è vietata qualsiasi forma di pesca. Nella Zona B (riserva generale) sono consentite la balneazione, la navigazione a velocità ridotta (l'ormeggio è invece vietato, le immersioni subacquee compatibili con la tutela dei fondali e degli organismi marini, la pesca sportiva con lenze e canne da fermo (vietata la pesca subacquea), la piccola pesca con attrezzi selettivi (reti da posta, circuizione con imbarcazioni entro i dieci metri di
lunghezza fuoti tutto) ai pescatori professionisti dei comuni inclusi nell'area naturale marina protetta. In questa zona sono invece vietate la pesca a strascico e quella subacquea.
Nella Zona C (riserva parziale) non vi sono prescrizioni particolari .
IL SECOLO XIX 09/07/03
ALLA FESTA CISL Gatti: «Congiura contro l'economia»
«Qui dietro c'è qualcosa di pesante che si muove contro la nostra economia. Dobbiamo reagire. In campo sono poteri forti a livello nazionale e internazionale». E' l'assessore regionale Giacomo Gatti che ieri alla festa della Cisl di Fiumaretta ha fatto balenare l'ipotesi della congiura. E la storia del dragaggio non sarebbe che il pretesto. Gatti ha chiesto di riflettere sulla ragione per la quale un comitato «nato in modo poco chiaro» possa aver speso 120 milioni di vecchie lire per comprare una pagina del Corriere. «Si vuol portare il problema a livello nazionale per ridurre il ruolo della portualità spezzina», ha sostenuto. Paolo Mazzoni, console della compagnia dei lavoratori portuali, si è interrogato sul vero scopo della battaglia di Schiffini e Ferri. «Non sono duri e puri», ha esclamato. Filippo Schittone, direttore degli Industriali: «Se salta il porto salta la Pontremolese e ci allontaniamo della realta che c'è oltre la Cisa. Il comitato antidragaggio? Non vorrei che tirasse la volata per qualche campagna elettorale». Luigi Merlo (vicesindaco di Spezia): «Si crea una falsa emergenza mentre avanza un'impostazione europea dei collegamenti che ci taglia fuori».
Fa. Ro.
Il comitato Schiffini brinda e alza il tiro: «Ora va rivisto il piano regolatore portuale»
«Ora bisogna rifare il piano regolatore del porto», rilancia subito Enrico Schiffini. Incassato il verdetto con il quale il Consiglio di Stato ha confermato lo stop al dragaggio del porto disposto dal Tar ligure, l'imprenditore che insieme all'europarlamentare Enrico Ferri ha dato vita al comitato per la salvaguardia del Golfo indica subito una nuova campagna.
«Lo spumante può attendere, tanto più che per scaramanzia non lo avevamo messo in frigo - scherza Schiffini che ha raggiunto poco prima delle 17 il quartiere generale del fronte anti-dragaggio in via Chiodo -. La sentenza fondata e ponderata con la quale il Tar accoglieva la nostra istanza di sospensiva cautelare ci rendeva confidenti circa la validità delle nostre argomentazioni ma avevamo di fronte tre ministeri -Ambiente, Attività produttive e Salute - e Autorità portuale. Un qualche
timore che potesse prevalere una... ragione di Stato confesso di averlo registrato».
I telefoni del comitato squillano incessantemente. Da Bruxelles si fa vivo anche l'europarlamentare Enrico Ferri. L'ex magistrato e ministro dei Lavori pubblici commenta: «Si dimostra che la nostra battaglia era giusta non solo in fatto ma anche in diritto». Da via Chiodo gli arriva l'eco dei tappi che saltano.
E ora la battaglia, come la chiama Ferri, andrà avanti annuncia Schiffini. «La nostra azione ora si articolerà sull'esigenza di rivedere il piano regolatore del porto - dice Schiffini -. Un piano poco lungimirante che scommette sullo sviluppo dei traffici contenitori pregiudicando le possibilità di sviluppare la nautica e il turismo».
L'imprenditore ribadisce di non sentire il richiamo della politica politicante anche se un monito agli enti locali alla fine scappa: «Chiediamo sia rivista l'intesa tra porto e città. La restituzione di Calata Paita deve avvenire senza contropartite. Non si può avare ciò che ci spetta e ci serve in cambio di un nulla osta a cementificare e interrare altri pezzi di Golfo. Quel patto va rivisto». Ciò detto, anche Schiffini alza il calice. Lo spumante è arrivato alla giusta temperatura. Farà caldo nel Golfo.
Stop bis al dragaggio, gelo in porto
BATTAGLIA SUI MOLI Il Consiglio di Stato ha confermato l'ordinanza del Tar che sospende gli scavi in attesa di dire sì o no
Bucchioni: «Sconfitta la città, ma il fine è giusto e andrò avanti»
«Mi auguro che questo evento, negativo per le prospettive di sviluppo del porto della Spezia, non induca le imprese, i clienti e i lavoratori a sentimenti di sconforto che io stesso ho dovuto e voluto respingere».
La pronuncia di ieri del Consiglio di Stato che ha confermato lo stop all'iter del dragaggio e respinto l'istanza di annullamento avanzata dall'Authority dopo l'ordinanza del Tar che congelava gli scavi in attesa di un pronunciamento definitivo sulla loro fattibilità, è stata manna per il fronte anti-porto guidato da Enrico Schiffini e Enrico Ferri, ma una vera e propria doccia fredda per il presidente del porto, Giorgio Bucchioni.
Delusione, amarezza e preoccupazione: Bucchioni ha affidato il suo stato d'animo a un comunicato molto misurato, ma si capisce che non ha intenzione di deporre le armi. «Attendo di conoscere le motivazioni - avverte - al fine di valutare quali siano le iniziative che dobbiamo assumere, consapevole, comunque, che sia urgente richiedere una sentenza di merito da parte del Tar Liguria».
Al convegno "La Spezia porto d'Europa", organizzato dalla Cisl a Fiumaretta, però, il presidente dell'Authority non ce l'ha fatta a trattenersi. «Questa è una brutta sconfitta di tutta la città, non soltanto del porto», ha scandito prima di puntare la prua contro Schiffini e Ferri. «Il loro comitato non aveva alcuna legittimizzazione a presentare il ricorso al Tar. Gliel'hanno data Wwf e Legambiente, associazioni che, per vivere, devono avere per forza un nemico da fronteggiare». In ogni caso, per Bucchioni perdere una battaglia non significa rinunciare alla vittoria finale, anche se i tempi rischiano di allungarsi oltremisura. Per questo, fin da oggi, l'Authority lavorerà per sollecitare al massimo la sentenza di merito del Tar. E questa volta i giudici dovranno dire un chiaro sì o no al dragaggio.
Amerigo Lualdi
LA NAZIONE 14/07/03
Bomba, spiaggia evacuata
MONTEROSSO — Emergenza bomba nella tarda mattinata di ieri a Monterosso. Duecento bagnanti, tra cui molte mamme con i bambini, sono stati fatti evacuare per consentire le operazioni di recupero del residuato bellico. Tutto è cominciato verso le 13 quando il bagnino Gianni della spiaggia libera attrezzata «Padre Giovanni Semeria», davanti alla stazione, ha notato qualcosa di strano nella battigia. Un oggetto a forma di bottiglia. L'uomo, un ex artificiere, s'è incuriosito. Intuendo che potesse trattarsi di un ordigno bellico, ha praticato un buco nella sabbia facendo scivolare l'ordigno per ragioni di sicurezza. Ha quindi dato l'allarme ai carabinieri, immediatamente giunti sul posto con il comandante della stazione, il maresciallo Luciano Battoglia e i vigili della polizia municipale del centro rivierasco. Una volta che i militari si sono resi conto che ci si trovava di fronte a un proiettile di artiglieria del calibro di 61 millimetri risalente all'ultimo conflitto mondiale, sono stati informati gli artificieri della Polizia di stato. Nel frattempo i circa duecento bagnanti, come dicevamo, sono stati fatti evacuare per ragioni di sicurezza in altre spiagge confinanti in attesa dell'evolversi della situazione. I carabinieri, arrivati a bordo del gommone del parco 5 Terre, hanno anche allontanato le imbarcazioni che si trovavano davanti alla spiaggia. Gli artificieri della Polizia di stato, con tutte le cautele del caso, hanno disinnescato il vecchio proiettile di mortaio e lo hanno portato successivamente al Monte Albereto dove è stato fatto brillare. I carabinieri della stazione di Monterosso dopo circa tre ore e cioè verso le 16 hanno reso di nuovo disponibile la spiaggia dello stabilimento balneare «Padre Semeria» tornata all'assalto dei bagnanti della domenica. Già il 18 marzo scorso un altro residuato bellico fu rinvenuto sulla spiaggia del Tragagià. In questo caso, dato il grosso diametro della bomba (si trattò di un missile di artiglieria), fu non solo chiusa la spiaggia e fatti evacuare i bagnanti, ma erano stati bloccati anche i binari della linea Genova-Roma.
Gian Paolo Battini
COMMENTINO: Nelle 5 Terre, tutto è straordinario: il bagnino è un ex
artificiere, che intuisce ... ecco perché ho messo questa notizia
LA NAZIONE 07/09/03
LA SPEZIA — La draga può restare
LA SPEZIA — La draga può restare all'ormeggio. Anche il Consiglio di Stato ha acceso il semaforo rosso all'escavo dei fondali del Golfo respingendo il ricorso dell'Autorità portuale contro la decisione del Tar. Il tribunale amministrativo della Liguria nell'aprile scorso aveva «sospeso» tutti gli atti della conferenza dei servizi (presso il ministero dell'Ambiente) riguardanti il dragaggio e la prospettiva di intervento per la «messa in sicurezza» del canale navigabile.
Il secondo round è, dunque, appannaggio degli ambientasti e corona l'impegno sviluppato sul terreno giudiziario dal «Comitato per la salvaguardia e lo sviluppo del Golfo dei Poeti» fondato dall'imprenditore Enrico Schiffini e dall'Europarlamentare Enrico Ferri (nella fotina).
Le tesi sostenute a suo tempo dall'avvocato Daniele Granara e ieri ribadite dallo stesso, insieme al collega Federico Sorrentino, hanno fatto centro: il dragaggio, così come è stato prospettato, non è compatibile con la bonifica del golfo 'imposta' (ma al momento di quattrini non se ne parla) dalla ricomprensione dello stesso nel sito di interesse nazionale di Pitelli.
Pollice verso, dunque, alla task force istituzionale che aveva tentato di ribaltare il verdetto cautelare dei giudici amministrativi di primo grado: i ministeri dell'Ambiente, delle Attività produttive, delle Infrastrutture e dei trasporti, della Salute e, ovviamente, l'Autorità portuale della Spezia.
La palla ritorna al Tar, per il giudizio di merito sull'iniziale ricorso dagli ambientalisti. Ancora deve essere fissata l'udienza. Ma la convinzione maturata nel giudizio cautelare, ad aprile, avrà sicuramente un peso.
«Tutti coloro che hanno a cuore il Golfo, la sua salvezza, la sua vivibilità, le sue bellezze naturali e sostengono uno sviluppo nautico-turistico che crei reali e non fittizie prospettive occupazionali, possono brindare» diceva ieri sera Enrico Schiffini nella sede del Comitato, in via Chiodo 159, cercando il cin-cin col gruppo di sostenitori e curiosi che si erano radunati sulla scia della notizia romana.
« La decisione del Consiglio di Stato — ha commentato — rafforza sempre più la convinzione che la nostra battaglia è giusta non solo in fatto ma anche in diritto. Bisogna riconoscere che alcuni atteggiamenti delle istituzioni locali e la loro mancata collaborazione hanno creato seppur momentaneamente dei momenti di scoraggiamento. Ciò non toglie che il Comitato abbia sempre avuto una grandissima fiducia nella giustizia. A giusta ragione».
Oggi, probabilmente, sarà depositata la motivazione della decisione del Consiglio di Stato, presieduto dal giudice Giovannini.
di Corrado Ricci
Comune, pressing all'ultimo tuffo
LA SPEZIA — Mentre ieri mattina era in corso l'udienza davanti al Consiglio di Stato per la desione sul ricorso dell'Autorità portuale contro la 'sospensiva' del draggio imposta dal Tar, alla Spezia si riuniva la commissione comunale per il dragaggio presieduta da Flavio Cavallini. Una sorta di 'pressing' a distanza (viene da dire), che però non ha sortito effetti. Ancora non era noto il verdetto romano quando le conclusione dei lavori spezzini si risolveva in un sì al dragaggio, ma alla condizione che lo scavo non comporti aumento e diffusione di agenti inquinanti. Utilizzo quindi delle dovute tecnologie e pieno rispetto delle prescrizioni varate per garantire la massima sicurezza. Tutto ciò in linea con la conferenza dei serviz. Questo in sostanza il verdetto emesso dall'Icram, istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare, struttura controllata dal ministero dell'ambiente. Due esperte di questo organismo, Antonella Ausili ed Elena Mumelter, affiancate da Eleonora Beccaloni dell'Istituto superiore della sanità, si sono incontrate ieri mattina con la commissione comunale addetta al dragaggio. L'Ausili, avvalendosi di video immagini, ha fatto il punto sulle zone più critiche del golfo ed ha illustrato le metodologie che debbono essere adottate per le operazioni di bonifica. Ha anche fatto rimarcare che il dragaggio, considerato opera portuale da effettuare a breve termine, può essere scorporato dal disegno complessivo del risanamento generale che avrà invece tempi molto più lunghi. Entrando nei dettagli, si è appreso che per bonificare il golfo occorre procedere a maglie quadrate, ciascuna di 150 metri di lato e carotare a 2 metri di profondità. Solo nella zona interessata al dragaggio le maglie dovranno essere più strette e misureranno 50 metri per lato. Ogni operazione dovrà inoltre essere sottoposta ad un continuo monitoraggio ambientale.
P.P.
IL CIRCOLO NUOVA ECOLOGIA di Legambiente
IL CIRCOLO NUOVA ECOLOGIA di Legambiente vede pagati anni di vertenza tutti improntati alla bonifica del Golfo della Spezia», così esordisce il presidente Paolo Varrella alla luce della decisione del Consiglio di Stato e all'insegna della rivendicazioni dei meriti, «Ci siamo costituiti nel giudizio ragion veduta, e per questo dobbiamo ringraziare soprattutto l'avvocato Lamma e il dottor Grondacci, che con le loro memorie giuridiche hanno creato le condizioni per il ricorso al Tar». Secondo
Varella:«Il progetto dell'Autorità Portuale è tutto da rifare, ma a questo punto forse è il caso di guardare oltre l'Autorità Portuale e pensare seriamente a come bonificare un Golfo maltrattato e che ha bisogno di veder decollare le numerose attività eco compatibili quali un turismo di qualità e la cantieristica da diporto». Legambiente esprime una «profonda preoccupazione per l'insipienza dimostrata dalla classe politica e da certe istituzioni che non hanno saputo accettare proposte diverse dal porto containers».
Non lascia il Paese, scatta l'arresto
RIOMAGGIORE — Dall'11 giugno girava liberamente senza avere mai lasciato l'Italia, non ottemperando a un ordine del questore di Livorno che gli dava cinque giorni di tempo. Ma lui, Alì
Bsaira, girava per Riomaggiore fin tanto che i carabinieri della stazione non lo hanno arrestato. Insieme a lui è stato segnalato per false dichiarazioni sulla sua identità un franco-algerino che nei giorni scorsi aveva tagliato le gomme a due auto in via Napoli.
LA NAZIONE 21/08/03
'Acam si concentri sull'acqua'
RIVIERA — «Il problema è limpido. Le gestioni comunali dell'acqua non funzionano. Meglio il sistema consortile. Ma l'Acam dovrebbe concentrare in questo settore prezioso le sue maggiori risorse senza disperderle altrove».
La discussione sull'emergenza idrica, il disagio che in questi giorni sta stringendo in una morsa Monterosso e che rischia di allargarsi a Levanto, registra la discesa in campo del senatore Lorenzo Forcieri.
Il suo intervento colpisce con il pungolo le amministrazioni comunali di Monterosso e Levanto. Esordisce dicendo che «oggi l'acqua è un problema complesso a differenza di un tempo quando era una risorsa inesauribile e a basso costo. Siamo di fronte ad un bene prezioso che va mantenuto con investimenti continui e una politica precisa che progetti perfino il riutilizzo». E si domanda: «Come possono piccoli Comuni far fronte da soli alle grandi emergenze? Ho stima per Consonni. Ma nonostante gli sforzi il suo comune avrà difficoltà a soddisfare il fabbisogno di ventimila persone». La domanda che si pone Forcieri rappresenta una sorta di proposta a Monterosso, a Levanto e altre altre amministrazioni che gestiscono l'acquedotto in proprio. Proposta a ripensare la questione ed analizzare un ingresso nell'azienda consortile: «Viviamo in una zona fortunata, abbastanza ricca d'acqua. E' necessario concentrare gli sforzi».
Al tempo stesso il senatore diesse punta l'indice su Acam sollecittandola ad un «impegno maggiore». «L'Acam — osserva — dovrebbe dedicarsi più attivamente nel settore dell'acqua dove può esprimere grandi capacità maturate in oltre 30 anni di esperienza». Ed entra più nello specifico così: «L'azienda consortile dovrebbe ridurre il suo debito alienando attività marginali. Il business dell'acqua è in crescita ed Acam potrebbe consolidare la sua posizione di grande azienda».
di Manrico Parma
Incendi? L'acqua non mancherà
RIVIERA — «In ogni caso l'acqua per gli incendi non mancherà mai». Così i rappresentanti delle forze antincendio smentiscono le voci che si erano sparse negli scorsi giorni a segiuto dell'emergenza idrica. Gli esperti infatti confermano che oltre alle autobotti che possono arrivare dal resto della provincia è il mare la riserva principale per spegnere i roghi, questo perché i boschi della costa ligure tollerano bene l'acqua salmastra.
Cade nel sentiero, rischia la paralisi
RIOMAGGIORE — Spettacolare intervento di soccorso ieri verso mezzogiorno su di un sentiero tra Riomaggiore e Manarola per salvare una turista caduta. La donna, una quarant'enne lombarda, aveva riportato una grave lesione alla spina dorsale, si trovava in una zona impervia e la maggiore precauzione era quella di muoverla il meno possibile. Allertati dalla chiamata del marito gli operatori della centrale del 118 hanno immediatamente inviato sul posto un mezzo della Pubblica Assistenza di Riomaggiore. Subito dopo è arrivata anche una squadra del Soccorso Alpino del Cai. I militi sono scesi lungo il sentiero, ma quando il personale si è reso conto delle difficoltà di movimentazione è stato allertato un elicottero. Sulla verticale del sentiero è così arrivato Pegaso 3, decollato dal Cinquale. Il personale di soccorso si è calato dal velivolo tramite un vericello (restando praticamente in volo a mezz'aria). Dopo le prime cure la donna, stabilizzata e resa trasportabile, è stata issata sull'elicottero, questo per evitare tutti i rischi del trasporto a braccia lungo il sentiero e per velocizzare il soccorso. In contemporanea la centrale operativa del 18 aveva trovato un posto in una dei centri specializzati in simili traumi, così l'elicottero ha subito fatto rotta per l'ospedale di Livorno dove la donna è stata ricoverata. L'intervento, pur relativamente breve, è stato molto complesso ed a richiesto grande coordinamento fra tutte le unità presenti.
A.V.
Alpini bergamaschi in campo contro il fuoco
RIOMAGGIORE — Gli alpini vanno in aiuto ai Marinai. Succede nel parco nazionale delle Cinque Terre dove si sono volontariamente trasferiti gli associati alla sezione «Ana» di Villa
d'Almè in provincia di Bergamo. E' una squadra specializzata della protezione vicile, sostenuta dalla Regione Lombardia e particolarmente attrezzata per affrontare gli incendi boschivo. La macchia mediterranea delle Cinque Terre forma, assieme ai terrazzamenti, dove prospera la vigna, un patrimonio naturale di grande pregio, da salvaguardare scrupolosamente. Esso unitamente alle emergenze architettoniche, storiche e culturali ha contribuito alla proclamazione delle Cinque Terre, patromonio mondiale dell'umanità da parte dell'Unesco. Gli alpini bergamaschi che operano nella prevenzione e nella repressione degli incendi a fianco del corpo forestale dello Stato e dei Vab locali svolgono pure lavori di manutenzione lungo i sentieri ed interventi di soccorso a turisti che eventualmente si infortunano nel corso delle escursioni.
Incendio di sterpaglie per una sigaretta
RIOMAGGIORE — Forse per un mozzicone di sigaretta lanciato da un auto si è sviluppato ieri pomeriggio un piccolo incendio di sterpaglie lungo la strada della litoranea per Riomaggiore provenendo dalla città. Lo ha spento con tempestività un automobilista di passaggio che ha usato il suo estintore evitando grossi guai all'ambiente ed evitando l'intervento dei vigili del fuoco.
E poi c'è una frecciata per Luigi Grillo «Non mi pareva tanto amico delle 5 Terre»
RIVIERA — Parlando sul Parco delle Cinque Terre, Lorenzo Forcieri (Ds) non risparmia una frecciata al collega senatore e avversario di sempre Luigi Grillo (Forza Italia). «Mi fa piacere — inizia Forcieri — che Grillo difenda strenuamente il Parco delle Cinque Terre intervenendo sull'emergenza idrica e sugli altri problemi. In passato ho notato che la sua solidarietà per questa zona importante della provincia spezzina e della regione Liguria non è stata così forte. Mi viene in mente la sua posizione durante il periodo dell'approvazione delle legge di costituzione del parco». Tornando al problema dell'acqua, in quanto risorsa, Forcieri propone un ciclo integrato che comprenda anche il riutilizzo dell'acqua, derivante da processo di depurazione, in agricoltura oppure nel campo dell'industria.
E ti credo, mica gli avevate mostrato di che razza d'affare si trattava.
Vernazza; Scatta le foto, colto da malore Trasportato in elicottero al San Martino
VERNAZZA — Stava scattando alcune foto lungo la suggestiva scogliera di Vernazza quando è stato colto da malore. L'uomo, Francesco L., di 56 anni, abitante a Bari, cadeva a terra colpito da una probabile emorragia cerebrale. Soccorso da alcuni familiari e da altri passanti, veniva rianimato dapprima sottoposto a terapia rianimatoria da parte dell'equipaggio della Pa di Vernazza, quindi il trasporto fino a Manarola dove ad attendere l'uomo c'era il personale «Delta 1» del 118 composto dal medico e dall'infermiere che completavano le fasi del soccorso prima del trasporto dell'uomo al pronto soccorso e medicina d'urgenza dell'ospedale Sant'Andrea della Spezia. Francesco L. riprendeva le funzioni vitali ma i medici del pronto soccorso disponevano il trasferimento del turista pugliese all'ospedale San Martino di Genova. Veniva richiesto l'intervento dell'elicottero dei vigili del fuoco che atterrava a tempo di record nel primo pomeriggio al campo sportivo Ferdeghini. Le condizioni dell'uomo in serata erano sempre stazionarie.
LA NAZIONE 14/09/03
Offensiva di autunno
LA SPEZIA — Riparte l'attività politica e la compagine di Forza Italia ecco che scende compatta in campo decisa a denunciare i mali della giunta Pagano. E la lista dei demeriti fornita ieri mattina dal gruppo consiliare azzurro riunito al gran completo in Comune è piuttosto corposa. Il capogruppo Pier Carlo Piccioli ha iniziato la dura critica al sindaco partendo dalle iniziative
museali. «Il completamento della palazzina dell'ex tribunale destinata a museo d'arte contemporanea — ha fatto rimarcare — sta subendo ritardi ormai misurabili in anni. Tant'è che il donatore Paolo Cozzani è deceduto senza poter vedere esposte le sue opere e Ferruccio Battolini attende ancora che vengano realizzati i cataloghi della sua donazione. Non solo. Ma è pure in corso un contenzioso tra il Comune e l'impresa costruttrice che accusa l'amministrazione di inadempienze contrattuali». Piccioli passa poi ad esaminare la situazione in cui versa la zona di viale Italia dove avrebbe dovuto essere costruita una piscina e che ora è destinata ad area residenziale. «C'è il concreto rischio che i finanziamenti della Regione, complessivamente pari a 12 milioni di euro, vadano perduti. L'amministrazione ha perso troppo tempo. Si è decisa ad aprire l'asta, che attualmente è sulla base di 950.000 euro, solo qualche settimana fa. Ha poi prorogato il bando fino al 30 settembre , non tenendo conto che quello regionale scade invece dieci giorni prima. In quell'area l'Arte dovrebbe costruire 54 alloggi di cui 17 ad affitto calmierato. Ma ormai i tempi sono ridotti al lumicino e sul territorio comunale ci si dovrà accontentare di vedere finanziati solo 8 alloggi, col recupero delle “casermette” di Pagliari, in passato dimora clandestina degli extracomunitari». Piccioli ha inoltre fornito l'elenco delle opere finanziate che potrebbero essere realizzate invece negli altri Comuni. «Il comune di Sarzana — ha spiegato — ha fatto la parte del leone. In quel Comune l'Arte ha disco verde per costruire 24 alloggi a Sarzanello e 30 a Nerchia. Altri 20 alloggi potranno essere realizzati nel comune di Porto Venere, 10 in quello di Brugnato e 12 nel comune di Bolano». Dalle critiche di FI non sfuggono neppure i proventi entrati nelle casse comunali dalle multe a dalle soste a pagamento. «Abbiamo chiesto a l sindaco — continua Piccioli — di sapere come siano stati spesi i 30 miliardi di lire incassati nell'ultimo quinquennio sia dalle contravvenzioni dei vigili urbani, sia dalle mini- multe della Park Tour. Tanto più che gli stessi revisori dei conti hanno constatato e messo agli atti nel bilancio consuntivo del 2002 che, in quell'anno, solo il 50 per cento dei proventi derivati dai foglietti rosa, sono stati destinati agli interventi di spesa previsti dal codice della strada. E cioè per parcheggi e viabilità. Se verificheremo che la legge non è stata rispettata, inoltreremo denuncia alla Corte dei conti». Il capogruppo di FI ha infine sottolineato la preoccupante situazione che si sta verificando nel settore rifiuti. «Valbosca è ormai a tappo- gli impianti alternativi di smaltimento non sono stati ancora realizzati e presto dovremo mandare la spazzatura fuori provincia con costi salati che sicuramente ricadranno sulle spalle dei cittadini». Ma l'attacco più diretto a Pagano è arrivato dal consigliere Luigi
Morgillo. «Il sindaco — ha detto — si sta continuamente defilando. Eppure è pienamente coinvolto nelle problematiche che riguardano il dragaggio, l'area Ip, il nuovo ospedale e le società Spedia e Acam. Basta che Rifondazione comunista ponga il veto e tutto di ferma».
di Pino Piastri
LA NAZIONE 16/09/03
La «sentinella» del mare
RIOMAGGIORE — Nel mare davanti a Riomaggiore c'è una sentinella. Non ha la divisa. E la 'difesa' per la quale è attiva è quella del mare. Parliamo della boa oceanografica del Centro Ricerche Ambiente Marino dell'Enea di Santa Teresa. La struttura, dallo scorso aprile, sta letteralmente «sfornando» dati sulle condizioni dell'oasi marina.
Da agosto questi dati sono disponibili in rete per chiunque abbia una connessione internet e voglia visitare il sito web www.santateresa.enea.it, ma c'è un "ma": conclusosi con successo in giugno il periodo di sperimentazione della sonda idrologica e della stazione meteo collocate sulla boa, il progetto, finanziato dal Ministero della Ricerca, può dirsi concluso, e con esso, anche i finanziamenti per mantenere operativa la stazione meteo-marina.
«Al momento il Centro Enea di Santa Teresa sta provvedendo autonomamente a sostenere le spese ma certo non potrà farlo per sempre....» ce lo riferisce la dottoressa Roberta Delfanti, responsabile della Sezione Ambiente Marino Mediterraneo dell'Eena. «Abbiamo un team di persone che si occupano della manutenzione dell'ancoraggio, delle sonde e della loro calibrazione, delle verifiche di laboratorio nonchè del controllo della parte emersa e della stazione meteo, ma tutto questo ha un costo.......» prosegue la Delfanti.
Ma perchè è così importante la boa oceanografica di Riomaggiore?
« Registrando numerosi parametri fisico-biologici, ci ha consentito di osservare e studiare tutti i fenomeni che in quest'estate torrida hanno interessato le nostre acque, fino ad una profondità di ben 25 metri, a partire dalle improvvise variazioni di temperatura delle acque superficiali avvertite dai bagnanti agli inizi di agosto o della mareggiata di fine mese che ha rimescolato la colonna d'acqua portandone la temperatura a 28 gradi centigradi - prosegue la ricercatrice- questi dati, se registrati e studiati nel tempo, ci consentiranno di verificare le relazioni tra variazioni climatiche e vita marina, rendendoci piu' pronti ad intervenire in caso di necessità».
Boe simili sono già in funzione nel golfo di Trieste ed una paio in Sardegna, ma la boa che vigila sul Parco delle 5 Terre, è tecnologicamente più avanzata, in quanto colloquia in tempo reale via linea Gsm con il Centro.
Proprio per questo motivo può dimostrarsi un prezioso aiuto per tutti gli enti volti alla salvaguardia del nostro mare e delle nostre coste, così come può' essere un utilissimo strumento per turisti o spezzini che vogliano conoscere di più circa il proprio mare.
Pamela Nascetti
LA NAZIONE 17/09/03
Vernazza, cade dal poggio Ferita turista di 55 anni
VERNAZZA — Brutto incidente per una turista veneta di 55 anni durante un'escursione nelle 5 Terre. Ieri nel primo pomeriggio la turista è caduta da un poggio nella zona di Vernazza. Immediato l'intervento dei soccorsi, con un'ambulanza della pubblica assistenza inviata dal 118. La donna, lamentava dolori ad un fianco, stata portata al pronto soccorso spezzino e poi ricoverata in osservazione. Le sue condizioni non sono gravi.
LA NAZIONE 20/09/03
Lerici: dopo SOS dei cittadini e degli
operatori turistici Erosione costiera, pronti gli aiuti
LERICI — Importanti sviluppi per il problema dell'erosione costiera .... clicca
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Framura: piani di bacino. La frana
studiata via satellite
La Spezia. L'appicazione dei piani di bacino ...clicca
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LA NAZIONE 23/09/03
Il paese isolato per la frana
CORNIGLIA — Il sentiero delle Cinque
Terre e la strada provinciale che conduce a Corniglia sono state chiuse alle 10
di ieri mattina. L'interruzione secondo l'ordinanza del sindaco di Vernazza
durerà sino a giovedì. Causa del blocco, i lavori urgenti nella frana di
Guvano per togliere dei grossi massi che a detta dei tecnici sono instabili e
devono essere urgentemente rimossi. A rischio sono tutti quelli che transitano
sul sentiero pedonale e sulla strada carrozzabile sottostanti. Già oggi saranna
fatte brillare numerose mine e il piano andrà avanti così sino
all'eliminazione del pericolo. A Corniglia comunque infuria la polemica. Sotto
accusa il vicesindaco che risiede proprio in paese, il quale, secondo i
residenti avrebbe mostrato forte disinteresse per i disagi arrecati dal blocco
delle vie d'accesso al borgo. La gente è allarmata soprattutto per le
difficoltà di intervento dei soccorritori in un' eventuale emergenza sanitaria.
A questo proposito ieri i responsabili del 118 hanno dichiarato alla Nazione di
non essere mai stati allertati facendo poi notare come a Corniglia l'elicottero
di soccorso può comunque intervenire grazie al sistema del vericello. Il
sindaco Gerolamo Leonadini dà un'altra versione dei fatti. Secondo lui tutti
gli enti interessati sono stati informati. Riguardo alle polemiche ha fatto
presente come l'atteggiamento del vicesindaco sia censurabile «visto che gli
amministratori hanno il mandato popolare e sono stati eletti per risolvere i
problemi». E proprio sui problemi da risolvere Leonardini ha dichiarato che per
mettere in sicurezza la strada, nella valle di Guvano verrà costruita una
galleria con una spesa di un milione e mezzo di euro, mentre per gli interventi
di questi giorni il costo è di circa 150 mila euro. Il sindaco. in un incontro
con i commercianti di sabato scorso, aveva confermato l'ordinanza di chiusura
totale al transito Oggi precisa che alla sera, alla chiusura del cantiere e sino
alla mattina, «si cercherà di non lasciare ingombra la carreggiata in modo che
chi vuole passare lo faccia, anche se sotto la propria responsabilità». Di
notte infatti devono cumunque poter passare le ambulanze visto che l'elisoccorso
non è operativo.
Leonardini ha inoltre dichiarato che nessuno era a conoscenza del pericolo. «Ce
ne siamo accorti quando i geologi hanno fatto il sopralluogo nella zona della
frana per la costruzione della galleria ormai unico mezzo per proteggere i
veicoli dalla caduta massi. Può darsi che il pericolo fosse presente da tanto
tempo. Per fortuna la perizia ci ha messo in allarme tanto che non abbiamo più
fatto passare lo scuolabus. Ora provvediamo, ma forse sinora ci ha protetto la
Madonna di S. Bernardino».
di Pierluigi Castagneto
Schiffini: «Sì alla bonifica no al dragaggio»
LE GRAZIE — Essendo stato tirato in ballo personalmente in un modo che lui
definisce «alquanto greve», l'industriale Enrico Schiffini intende chiarire le
posizioni del Comitato per la Salvaguardia e lo Sviluppo del Golfo dei Poeti».
Schiffini chiama «protettori di Ria» gli anonimi che hanno mandato la lettera
senza firmarla e pubblicata su La Nazione. «Il Comitato — dice Schiffini —
non è in alcun modo contro l'attività del porto, anzi lo considera
un'importante componente, anche se non la più rilevante. Non è vero che se il
dragaggio non viene eseguito l'attività del porto è a rischio. I traffici del
porto sono aumentati nei primi sei mesi di quest'anno del 10 per cento senza che
sia stato dragato un solo metro di fondale. Chi presagiva che se entro il 2002
non si effettua il dragaggio, gli operatori portuali scapperanno dalla Spezia è
stato clamorosamente smentito. Il dragaggio ha fini solo commerciali e non di
bonifica, come invece pubblicizzato ingannevolmente dalla stessa Autorità
Portuale. Tutti i dragaggi sono stati sospesi dal Tar Liguria, riconfermata dal
Consiglio di Stato, in attesa della sentenza definitiva. Il Comitato sostiene e
la magistratura fino ad ora gli ha dato ragione, che il dragaggio del solo
canale navigabile violerebbe la legge sui siti d'interesse nazionale da
bonificare, in quanto il golfo è inserito nel sito di Pitelli. Il Comitato —
continua Schiffini — si rimette al giudizio della magistratura e dichiara il
proprio assenso ad una bonifica totale del golfo e non al dragaggio del canale
navigabile a fini solo speculativi. Il dragaggio e il megaporto sono due facce
della stessa medaglia. Se non c'è l'uno non ci può essere l'altro. I
'protettori di Ria' che mostrano così apprezzabile solidarietà per i propri
compaesani impiegati in porto (che non corrono alcun pericolo per il mancato
dragaggio) non fanno il minimo accenno alle centinaia di posti di lavoro che
potevano essere creati se il Cantiere Azimut fosse stato accolto nel nostro
Golfo. Evidentemente i 'protettori di Ria' pensano come l'Autorità Portuale: i
containers sono molto meglio dei cantieri nautici e, soprattutto, 'rendono di
più'».
LA NAZIONE 24/09/03
Oltre 300 barche in transito nel porticciolo
Un trampolino per il turismo in città
LA SPEZIA — Nel corso della bella stagione, il porticciolo dell'Assonautica ha costituito il trampolino di lancio per veicolare in città consistenti flussi turistici, con benefici sul commercio. Sono state, infatti, oltre 300 le imbarcazioni (molte straniere) ormeggiate al transito. A tutti gli equipaggi è stato consegnato materiale informativo sulla città e sul circondario messo a disposizione dell'Apt. L'apprezzato servizio è stato curato dai consiglieri Paolo Gigliola e Giorgio Chimenz.
Zafferano, solcati 50mila bulbi nella vigna abbandonata
CAMPIGLIA — Cinquantamila bulbi di zafferano aspettano di germogliare e fra poco più di un mese faranno sbociare il loro pregiatissimo fiore. L'Associazione Campiglia e il Parco nazionale delle Cinque Terre, infatti, hanno completato la semina nei giorni scorsi, estendendo la coltura ad una considerevole superficie di vigneto perduto. Sono fasce terrazzate, situate fra i 300 ed i 380 metri di quota, che s'affacciano sul mare di Tramonti lungo un fronte che dalla scalinata del Persico raggiunge il sentiero che da via Bonassa scende alla Costa di Schiara. E'significativo che a questa operazione di cui contadini ed ex vignaiuoli di Campiglia sono stati pionieri si sia affiancato l'Ente Parco, recuperando un'area incolta di 2500 metri ed impiantandovi 4 quintali di bulbi, per un totale di 20 mila esemplari. Questo vivaio appena costruito rifornirà presto tutte le Cinque Terre, che in tal modo alla gamma dei prodotti tipici aggiungeranno lo zafferano «purissimo e di qualità» marchiato dal Parco.
La natura del terreno e le condizioni climatiche in determinate sottozone del versante a mare si rivelano ideali sia per la riproduzione dei bulbi, sia per lo sviluppo e la maturazione del fiore, per cui il traguardo di un buon guadagno con poca fatica sta facendo
proseliti. Dalla semina al raccolto trascorrono appena due mesi, mentre il prezzo risulta assai remunerativo. Pronto per la pietanza, lo zafferano purissimo posto in confezione può raggiungere la quotazione di 17 euro al grammo; se venduto sfuso, tiene mediamente un prezzo intorno ai 10 euro a grammo.
Luciano Bonati
COMMENTINO: ecco, questa, per me, è una brutta notizia! E' inventarsi
qualcosa SOLO per sfangare qualche contributo. Non ho mai sentito i miei nonni
affermare che a Tramonti, o a Campiglia, in passato si sia coltivato zafferano.
Tireremo le somme tra qualche annetto!
LA NAZIONE 25/09/03
Un forum sulla qualità di un
porto
LERICI — Si è svolto l'altro ieri nell'aula consiliare di palazzo civico
a Lerici un forum sul tema « La qualità nel progetto di un porto». Il
convegno è stato in sostanza un appuntamento di respiro nazionale a cui hanno
preso parte tecnici provenienti da varie esperienze nelle città di Savona,
Venezia, Genova, Milano e Livorno. Dai vari interventi dei relatori e dal
dibattito nel suo complesso sono emersi interessanti spunti finalizzati tutti ad
una verifica dei criteri qualitativi e quantitativi delle politiche portuali. Il
sindaco di Lerici Emnuele Fresco, concludendi i lavori, ha evidenziato
negativamente l'assenza di una pluralità di attività occupazionali nel
progetto presentato dall'autorità portuale che è monotematico. «Invece le
caratteristiche uniche del golfo dei poeti — ha sottolineato il primo
cittadino di Lerici — dovrebbero far privilegiare nel progetto le attività
connesse al turismo che è il principale volano per lo sviluppo ecomico del
nostro territorio e delle realtà limitrofe». Fresco, in perfetta sintonia con
le organizzazioni ambientaliste, ha proposto di aprire un forum strategico, che
sia realmente di confronto tra tutti i soggetti interessati per disegnare uno
sviluppo diverso del territorio , per mettere in pista un progetto portuale che
metta al primo posto l'attività turistica , partendo quindi da uno studio
approfondito e completo di impatto ambientale.»
E.Sassarini
Un ponte con gli indios emarginati
RIOMAGGIORE — Un ideale ponte di solidarietà si è levato dalle 5 Terre
verso le popolazioni indios. E' accaduto con la visita del Premio Nobel per la
pace Rigoberta Menchù ha fatto visita al Parco nazionale, tenendo un incontro
al castello di Riomaggiore. Importante per la causa degli indios e per la difesa
dei diritti umani del paese, è stata l'opera di Rigoberta Menchu, Premio Nobel
per la Pace nel1992. Nata nel 1959, in un villaggio della Sierra Madre,
cresciuta nella fatica dei campi, sulle sue spalle grava una storia terribile:
nel 1980 il padre Vincente fu ucciso durante l'occupazione dell'Ambasciata di
Spagna a Città del Guatemala; il fratello Patrocinio venne mutilato e bruciato
vivo dall'esercito sotto i suoi occhi; la madre Juana e i fratelli minori
morirono lavorando nelle piantagioni di cotone. Costretta a fuggire dal suo
Paese, sotto la minaccia degli squadroni della morte, vive dal1981 in esilio in
Messico.
Questo lo scenario descritto dalla Rigoberta Menchù all'indomani
dell'assegnazione del Premio Nobel: «Il mio Paese gronda sangue. In 30anni di
guerra ci sono stati più di 150.000 morti, 75.000 vedove, 439 esecuzioni senza
processo, 15 massacri collettivi, oltre 100.000 esiliati numerosi cimiteri
clandestini che la gente sa dove si trovano e chi ne sono i responsabili. Una
ferita profonda che deve essere rimarginata. Una problema che deve trovare
spazio nel processo del dialogo e di pacificazione se vogliamo veramente una
pace duratura. La catena delle stragi deve spezzarsi definitivamente». Durante
la manifestazione al castello di Riomaggiore, il presidente del Parco nazionale
delle 5 Terre Franco Bonanini ha sottolineato l'importanza del ruolo ricoperto
dal premio Nobel Rigoberta Menchù anche per difendere realtà piccole,
altrimenti trascurate dai mass media e minacciate dalla marginalizzazione. La
stessa minaccia che incombe, pur facendo le dovute e necessarie differenze,
anche sulle 5 Terre.
Le acciughe in passerella su Rete 4
MONTEROSSO — Vetrina televisiva per le acciughe di Monterosso. E' accaduto
domenica scorsa con la terza puntata di Pianeta mare, il programma condotto da
Tessa Gelisio in onda su Rete 4.
La puntata ha documentato come avvienela pesca «a lampara», la pesca antica
utilizzata per catturare le acciughe. Le telecamere di Pianeta Mare hanno
raccontato, momento dopo momento, questo rito suggestivo che si pratica dopo il
tramonto quando la barca da pesca esce lentamente dal porto portando a rimorchio
una o più imbarcazioni più piccole che hanno a poppa una grossa lampada
rivolta verso il basso. Una volta trovato il posto giusto, i pescatori
ormeggiano le lampare, calano le reti e accendono le luci che servono da
richiamo per il pesce. Sono stati anche illustrati processi di salagione
industriale, le opportunità di sviluppo e apertura verso il mercato estero e le
occasioni occupazionali nella regione Liguria. Un viaggio a 360 gradi per
scoprire questo «piccolo, grande pesce»: l'acciuga. Nei servizi delle inviate
Gloria Bellicchi, Silvia Calabrò e Annalisa Mandolini si è anche parlato delle
antiche ricette per cucinare il pesce cosiddetto «povero»
Pianeta Mare, ricordiamo, è un programma a cura di Marco Campione, realizzato
in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali,
Direzione Generale per la Pesca e l'acquacoltura. Scritto da Luigi Bonfante,
Dino Emanuelli, Aldo Innocenti, Nanni Zedda. Il produttore esecutivo Mediaset è
Viviana Aguzzi mentre il direttore di produzione è Maurizio Cristofolini.
Con Alberto Cavanna rivive il mito del «pirata» Bacicio
LA SPEZIA — Domani, venerdì 26 settembre alle ore 18 Alberto Cavanna
(nella foto) presenta alla Biblioteca Civica "U. Mazzini" (Corso
Cavour, 251 - La Spezia) il romanzo "Bacicio do Tin", edito da Mursia.
Si tratta del secondo appuntamento della rassegna "Settembrelibri".
Dopo la pubblicazione di «Storie di navi, di viaggi e di relitti», sempre per
l'editore Mursia, un'altra storia di mare, ambientata nelle acque del Golfo, si
aggiunge al repertorio di Alberto Cavanna, che si mette con la solita verve
sulle tracce di uno dei più temibili pirati dei nostri mari. Il romanzo
racconta la vita di Giovan Battista Cavicioli, marinaio spezzino trasformato dal
destino in uno dei più temuti predatori del mare Tirreno. Comandante del veloce
"Lanpo", corsaro di Napoleone e infine pirata con il nome di Bacicio
do Tin, il protagonista del romanzo ci svela i segreti del mare e delle sue
battaglia, dalla Spezia a Trafalgar, dall'Atlantico alla Costa Azzurra. Lo
scrittore Cavanna, che vive in provincia della Spezia e lavora allo stabilimento
Fincantieri di Riva Trigoso, propone una ricerca, attraverso una strampalata
biografia, per scoprire dove si nasconde il vero tesoro di Bacicio. Dalla
ricerca emerge tutta la sua grande esperienza nelle costruzioni navali maturata
in vari cantieri famosi, come il Valdettaro, dove ha ricoperto ruoli di primo
piano. Alla conferenza di domani interviene anche Marco Tibiletti, responsabile
della collana «Biblioteca del Mare» di Mursia, che ha 'scoperto' il grande
talento di Alberto Cavanna lanciando fra i big italiani della narrativa.
COMMENTINO: ho conosciuto personalmente Cavanna: è uno togo, ma non
ho ancora letto il suo libro. Però non è mai stato presentato dal Parco delle
5 terre. Eppure lo ha pubblicato Mursia, mica uno a caso! Ed è noto a livello
nazionale. Da cosa dipende? Dall'editore?
LA NAZIONE 04/10/03
Incendi, le ferite nella costa
RIVIERA — La provincia della Spezia ha vinto la battaglia contro il fuoco. Nell'estate 2003, come spiegano i rappresentanti del Corpo Forestale, le nostre zone hanno fatto registrare la metà degli incendi che si sono mediamente verificati nelle altre zone delle Liguria. Questo non è dovuto però a cause meteoclimatiche favorevoli, ma ad un funzionale servizio di prevenzione (con in testa la vigilanza realizzata anche grazie alle squadre antincendio di volontari). Poi un dato qualificante è quello della superficie boscata segnata da incendi che, a tutto settembre, è pari a 105 ettari (quella non boscata è di 55,9 ettari, gran parte sono pascoli, e poi vi sono zone diverse interessate dal fuoco per un totale di 16,2 ettari). Un dato rilevante se teniamo conto conto che gli incendi boschivi sono stati ben 85 (18 quelli in aree diverse come canneti, coltivazioni, etc). Infatti proprio la provincia spezzina, come sottolineato dal comandante del coordinamento spezzino della Forestale, Paola Tomassone, coadiuvata dal commissario superiore Benito Castiglia, detiene un record nella capacità d'intervento in caso d'incendio: mediamente gli interventi sono stati entro quindici minuti dall'allarme. Purtroppo in questa estate di fuoco per tutta Italia anche la zona della Spezia è stata duramente colpita, o meglio attaccata in maniera costante. Questo valorizza di più il risultato ottenuto. A farne le spese maggiori non tanto le aree verdi della Val di Vara, ma la costa ed in particolare l'area del golfo. L'incendio più esteso, oltre che quello più disastroso e difficile, è stato quello che ha devastato la collina della Castellana, nel comune di Porto Venere. A seguire la zona spezzina di Brigola, poi Vezzano e Valeriano. Insomma è chiaro a tutti che quest'estate si è voluto colpire un'area in particolare e con una certa strategia. I darti parlano chiaro, da gennaio sino a giugno gli incendi sono stati trenta, quasi tutti pascoli e boschi nella Val di Vara. Le case quasi tutte dolose, cioè l'antica e vietata pratica di dare fuoco al pascolo per riqualificarlo, peccato che poi il fuoco raggiunga e distrugga i boschi. In questo periodo sono andati in fumo solo 39 ettari di bosco e ben 52 di pascolo. Da giugno a settembre la situazione si è capovolta e la vera battaglia contro criminali, pazzi e speculatori che usano il fuoco come strumento d'interesse è iniziata. Ben 55 incendi in quattro mesi, bruciato poco pascolo (meno di 4 ettari) e molto bosco (circa 66 ettari) con case minacciate e danni considerevoli. In tutto il 2002 vi furono circa 22 incendi. La sola Forestale per questa guerra schiera il coordinamento spezzino, otto comandi stazione ed il distaccamento di Borghetto, 62 persone alle quali si devono aggiungere le fondamentali squadre volontarie di antincendio boschivo: sono 45 per un trecento unità. Alla Spezia c'è anche un elicottero a disposizione della Forestale, è della Regione ed ha base a Borghetto. E'utilissimo, ma serve anche per le altre province ed ad inizio estate, anche se serviva, alla Spezia hanno dovuto farne a meno. Sta poi nella cooperazione la vera capacità dell'antincendio e l'esempio di integrazione dato tra Forestale, Vigili del Fuoco, volontari, militari e enti locali per il rogo notturno della Castellana è un esempio su cui poter investire per il futuro.
Alberto Vignali
Manca il catasto dei boschi andati in fumo
RIVIERA — Cessato giusto ieri lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi, grazie anche alle attuali condizioni climatiche, ora l'attenzione si sposta dalle fiamme al caso dele aree attraversate dal fuoco e mai vincolate. Infatti ci si è resi conto che, esclusi pochissimi casi, le amministrazioni locali non hanno ancora redatto i «catasti delle aree percorse dal fuoco», cioè l'andatura delle zone bruciate all'interno del proprio territorio comunale. Un documento fondamentale che serve ad evitare le speculazioni, particolarmente quelle edilizie, nelle aree verdi segnate dalle fiamme. Per legge infatti non è possibile costruire, anche se previsto già nel piano regolatore, per dieci anni in una zona attraversata dal fuoco (oltre che cacciare e fare diverse altre attività), mentre non è possibile cambiare l'indice (e quindi consentire di edificare) in una zona boschiva destinata a restare tale nei piani urbanistici vigenti per ben quindici anni. Purtroppo senza le mappature questi vincoli non li si può applicare. Eppure i catasti dovevano essere pronti dal 2000 ed aggiornarti ogni anno, oltre a risalire sino al 1995. Proprio per questo la prefettura ha inviato una lettera a tutti i Comuni per sollecitare questa pratica. Non è comunque ancora chiaro perché si sia disatteso un compito così impostante, del resto non era mica tanto difficile realizzarlo, bastava prendere le copie dei dettagliati rapporti che il Corpo Forestale invia ai Comuni dopo ogni incendio e copiarne le mappature, ma invece di quest'analisi non c'è traccia. Dopo la lettera del prefetto in molte amministrazioni della provincia c'è un po' di preoccupazione, infatti il rischio è che si sia concesso o previsto di edificare in zone che andavano invece vincolate, ma che nessuno ha mai protetto.
A.Vig.
LA NAZIONE 08/10/03
Al via un corso per gestire il turismo
RIOMAGGIORE — Nell'ambito del Piano di Sviluppo Locale “Parchinforma” il Parco 5 Terre organizza presso il castello di Riomaggiore un corso di formazione per addetti alla gestione di strutture di accoglienza e di ristorazione (Turismo escursionistico e gastronomia locale)
Il percorso e' articolato in n° 240 ore teorico pratiche
DESTINATARI: Il corso è rivolto a n° 12 partecipanti (maschi e femmine)
· Diplomati e/o laureati
· Eventuale riserva (max 30%) utenti in possesso dell'obbligo scolastico che abbiano avuto significative esperienze formative e/o professionali nel settore.
· Eventuale riserva (max 20%) occupati, lavoratori atipici, stagionali.
I candidati dovranno sostenere prove attitudinali e in tale sede saranno verificati i requisiti soggettivi per la partecipazione all'attività formativa. Presso la sede del Parco gli interessati potranno verificare le modalità di selezione.
L'obiettivo è formare figure professionali con particolari competenze nell'accoglienza del turismo/verde ed escursionistico e più in generale nella comunicazione, nell'uso delle tecnologie informatiche e telematiche, nel marketing turistico e della ristorazione, degli elementi di gastronomia e produzione tipica locale e gestione del punto vendita.
Al termine del corso verrà rilasciato attestato con specificazione delle conoscenze e competenze acquisite. Per accedere al corso gli interessati dovranno presentare domanda agli uffici del Parco ubicati in Via Telemaco Signorini Riomaggiore (c/o stazione Fs) lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,00; martedì e giovedì dalle ore 13,30 alle ore 15,30. Le domande dovranno pervenire entro il 10 ottobre 2003.
BIASSA — Proteste a Biassa per il
BIASSA — Proteste a Biassa per il black-out che domenica sera ha lasciato senza energia elettrica il paese per oltre cinque ore. La corrente è andata via poco dopo le 17 ed è tornata solo attorno alle 22,30. Sono state numerose le telefonate degli abitanti all'Enel per sapere cosa fosse accaduto, ma non hanno ottenuto alcuna spiegazione,
né tantomeno previsioni su quando la luce sarebbe tornata. Alcune famiglie hanno dovuto togliere i cibi dal congelatore; per non parlare di chi è andato su tutte le furie per non aver potuto vedere in televisione il derby Inter-Milan.
COMMENTINO: E' fantastico che la gente sia furiosa per non aver visto
il derby. Invece, pensa un po' a quelli che avevano i funghi congelati, oppure
il cinghiale, o le zucchine e via discorrendo? Mangeranno cinghiale con funghi e
zucchine per almeno una settimana, e forse si incazzeranno leggermente meno!
Piuttosto, è spaventoso il fatto che l'ENEL non abbia dato alcuna spiegazione.
Forse serviva corrente da qualche parte e loro hanno segato via Biassa. Ecco,
questa è una spiegazione che NON si può dare! Perché se c'è un guasto, dirlo
e far contento il pirla che ti telefona, che si incazza per il derby o per i
funghi surgelati, è solo educazione.
Ma è costume italiano. Ad esempio, treno in ritardo di due ore: perché?
Nessuno sa niente, e il treno non arriva! Dite qualcosa, ai poveri disgraziati
in attesa: se si conoscono i motivi, si aspetta meglio e ci si fa meno sangue
marcio.
LA NAZIONE 10/10/03
LA SPEZIA — La commissione dragaggi,
LA SPEZIA — La commissione dragaggi, presieduta da Flavio Cavallini, ha registrato ieri uno stop imprevisto. I due incontri fissati in Comune sono stati disertati da Legambiente e dal Coordinamento delle associazioni ambientaliste. La commissione ha potuto così ascoltare soltanto il parere del Wwf. Sorpreso Flavio Cavallini che ha promosso una serie di incontri con tutte le realtà istituzionali e associative
Arsenale, crolla l'indotto
LA SPEZIA — Grosse nubi gravano sul futuro delle ditte d'appalto che lavorano nell' Arsenale della Marina militare. I tempi per ricevere i pagamenti delle commesse da parte degli uffici ministeriali sono troppo lunghi e così si assiste a drastici tagli di personale e al ricorso alla cassa integrazione guadagni. Questa, in sintesi, la denuncia che arriva dal segretario della Fim-Cisl, Moreno Amici (nella foto) il quale non esita a stigmatizzare la grave situazione di crisi in cui versano la maggior parte delle imprese spezzine operanti nella darsena militare.
Ma il sindacalista non si limita ovviamente alla sola enunciazione dello stato di sofferenza delle ditte, Moreno Amici entra direttamente nel merito della questione fornendo dati che non sono davvero rassicuranti.
«Numerose aziende — spiega — hanno già aperto procedure di mobilità che significano licenziamenti certi.
A rischio ci sono una cinquantina di posti di lavoro. I titolari delle ditte sostengono che sono costretti a subire ritardi, perfino di un anno, nel pagamento delle fatture». L'esponente sindacale della Fim-Cisl passa poi a fornire cifre più dettagliate della crisi. Passa addirittura in rassegna ditta per ditta: l'impresa Bertoni che nel 2000 contava una ventina di dipendenti, oggi ne ha solo 7, di cui 4 in cassa integrazione.
La Nuova Tecno Marine è completamente senza contratti e tutti i suoi dipendenti sono cassintegrati.
Per altri 9 della società Carpen è stata chiesta la mobilità.
La Santa Maria ha dovuto tagliare l'organico, portandolo da 25 a 7 unità.
La Valvara fra un paio di settimane sarà senza lavoro e ora è ridotta ad operare con un personale che conta una decina di addetti, di cui la metà in cassa integrazione. Ma anche la Casa del Motore, nei mesi di giugno, luglio e agosto, ha dovuto ricorrere all'ombrello sociale per i suoi dipendenti».
«Insomma — conclude Amici — ci troviamo di fronte ad un quadro allarmante che non fa presagire nulla di buono per il futuro dell'intero settore dell'indotto».
Nel quadro della crisi, alla voce del sindacalista, si aggiunge quella di Mario Petessi, amministrazione delegato della ditta La Cala, altra impresa che opera all'interno dell'arsenale. «La situazione delle ditte spezzine è sempre più difficile — fa rimarcare — e rischia di divenire disperata. Non esiste un consorzio territoriale di imprese e c'è bisogno di una maggiore vigilanza da parte degli enti locali, sull'affidamento degli appalti e subappalti che spesso emigrano altrove».
E ancora: «Nel caso specifico dell'Arsenale, occorre che qualcuno sensibilizzi i competenti uffici del ministero dell'Economia perché si provveda al pagamento delle fatture di lavori eseguiti nel pieno rispetto delle procedure previste all'atto dell'aggiudicazione dell'appalto. Le banche non concedono dilazioni e la mia azienda attende da nove mesi che da Roma arrivino i soldi per il saldo del fatturato».
di Pino Piastri
AAA Palmaria ultimi lotti
PORTO VENERE — Si va chiarendo la situazione dei beni immobili della Palmaria messi in vendita dal Demanio militare perché non più necessari ai fini della difesa. All'inizio dell'operazione nelle vetrine della Consap, la società pubblica incaricata di piazzarle sul mercato privato, c'erano aree per complessivi 33.656 metri quadrati «offerte» a un prezzo globale di 359.970 euro. Questi lotti risultano iscritti al nuovo catasto dei terreni al foglio 12, mappali A e 20; foglio 13, mappali 56, 58, 59, 60, 77, 78, 87, 100, 112, 122, 123, 126, 138; foglio 14, mappali 7, 8, 20 e 41. Ebbene, a tutt'oggi risultano venduti, con regolare rogito notarile, appezzamenti per complessivi 2.806 metri quadrati, ed esattamente quelli registrati ai mappali 87, 100, 112 e 126, per un importo complessivo di 68.065 euro.
Restano dunque da alienare, anche se per diversi terreni si è probabilmente già arrivati alla firma del compromesso, 30.850 metri quadrati, che dovrebbero rendere allo Stato 291.905 euro. Vale la pena di ricordare che queste aree, in zone panoramiche d'incomparabile bellezza, sono gravate dal vincolo paesaggistico che copre tutta l'isola, che ha una destinazione urbanistica a parco naturale. Esaurita questa operazione, alla Consap non resterà che trovare un compratore per l'ultimo gioiello ancora in possesso del Demanio difesa: il Forte Bramapane con relative vaste aree boscate circostanti, situato a cavallo tra i comuni della Spezia e Riomaggiore. Si tratta di 73mila metri quadrati, 1.200 dei quali coperti (i ruderi della fortezza), che è possibile acquistare con 485.470 euro. Anche questi terreni sono gravati da vincoli urbanistici, trovandosi in zona di interesse naturale e di parco attrezzato. Tra l'altro, resta ancora da chiarire se gli enti locali interessati (Comuni della Spezia e Riomaggiore, Provincia, Ente parco nazionale delle Cinque Terre, ecc.) sono o meno intenzionati ad esercitare il loro diritto di prelazione nell'acquisto. A questo proposito va ricordato che il vice sindaco della Spezia Luigi Merlo ha già avanzato l'idea di formare una cordata di enti locali per acquisire l'area.
G.R.
Le bellezze del parco alla prova negli States
RIOMAGGIORE — Chi ieri mattina era nello stand della Regione Liguria a Porto Antico, dove si teneva la manifestazione «Sapore di mare», ha potuto vedere il meglio delle Cinque terre. Illustrate in un video dal titolo «Cinque Terre, patrimonio dell'Umanità», che racconta meglio di tante parole la storia di questo angolo di paradiso e il lavoro immane portato avanti per secoli per trasformare promontori scoscesi a picco sul mare in fertili terrazzamenti per l'ulivo e la vite. Il documentario, i cui autori sono Luca Galeazzi e Andrea Luparia, ha già superato le selezioni di Filmondo, concorso internazionale che si svolge a Milano riservato a documentari girati in tutto il mondo che sarà trasmesso prossimamente da televisioni nazionali ed internazionali, via satellite e via cavo. Inoltre, a fine mese sarà utilizzato per promuovere le Cinque Terre e la Liguria a New York. Attualmente il video, nelle due versioni in lingua inglese ed in italiano, è in vendita presso i centri per i visitatori gestiti dal Parco nazionale delle 5 Terre. A presentare il video realizzato dal Parco nazionale delle 5 Terre, oltre agli autori, c'erano il direttore dell'Aptl Alessandro Dalla Giovanna e il presidente del Parco nazionale delle 5 Terre Franco Bonanini. Tra gli spettatori il direttore dell'Apt della Spezia Lucia Solaro Vicini, giornalisti e operatori turistici nazionali e stranieri
LA NAZIONE 13/10/03
Bulldog dilania un piccolo meticcio
RIOMAGGIORE — Un cane di razza bulldog ha azzannato e ferito gravemente un meticcio di taglia piccola. L'episodio è accaduto ieri pomeriggio sulla Via dell'Amore a Riomaggiore sotto gli occhi spaventati di decine di turisti. E non ha mancato di innescare un'accesa lite che ma messo di fronte il proprietario del bulldog ai proprietari del meticcio, più alcuni passanti. Il cane protagonista dell'aggressione era libero da catena e non aveva la museruola. Il meticcio ha riportato una vasta ferita sotto il collo. I proprietari hanno chiesto aiuto ad un vicino locale pubblico per arginare l'emorragia. Il fatto, iniziato lungo la Via dell'Amore, ha avuto il suo epilogo nella caserma dei carabinieri della località delle Cinque Terre. A quanto pare i proprietari del meticcio sembravano intenzionati a presentare una denuncia.
(BESTIA CHE NOTIZIA!)
Cacciatori sorpresi nel Parco
VOLASTRA — Con l'apertura della caccia, nei parchi aumenta a dismisura il lavoro del Corpo Forestale. E' questo Corpo dello Stato, che nelle 5 Terre ha la sede a Volastra, ad adoperarsi per la tutela della fauna selvatica, impedendo il bracconaggio, soccorrendo gli esemplari feriti, diffondendo le conoscenze e il rispetto per la vita libera degli animali.
Come ogni autunno, i confini del Parco delle Cinque Terre vengono pattugliati per evitare che i cacciatori si spingano oltre o sparino verso l'interno. Dentro al parco è vietata la caccia, per cui i controlli sono rivolti ai cacciatori in transito, sia a piedi che in auto. Il trasporto e il possesso delle armi deve essere conforme alle norme vigenti (fucile scarico, porto d'armi e documenti aggiornati) e occorre la specifica autorizzazione, rilasciata dal Parco, di introduzione di armi nell' area protetta.
Il numero di cacciatori stagionalmente controllati è di qualche decina e non sono mancati episodi di illegalità, prontamente repressi, quali l'uso di arnesi e mezzi non consentiti, come lacci e richiami. La lotta al bracconaggio è condotta tutto l'anno dentro il parco, dove il divieto di caccia può stimolare comportamenti di sfida. Il Parco delle 5 Terre, aperto al mare e isolato, è favorito per accogliere specie sia migratorie che stanziali particolarmente interessanti. Non sempre sono osservabili, ma se colpite e segnalate, manifestano la propria presenza e consentono lo studio e il soccorso. Solo la tempestività degli interventi può aumentare la scarsa probabilità di sopravvivenza di un animale selvatico gravemente ferito o debilitato.
I casi più fortunati si verificano quando persone inesperte considerano bisognosi di cure animali solo stanchi, per i quali il riposo e la libertà sono sufficienti a recuperare le forze. Se così è stato per alcuni esemplari di rapaci, sia diurni che notturni, consegnati o segnalati al personale forestale, ed immediatamente liberati, diversa sorte è capitata ad un falco pellegrino dall'ala spezzata e ad uno giovane sparviero troppo denutrito e stressato, che, nonostante siano stati prontamente affidati a centri specializzati, sono deceduti dopo mesi di faticose cure e attenzioni. La fauna selvatica infetta, soprattutto se mammiferi, può contagiare quella domestica, perciò gli esemplari rinvenuti morti vengono conferiti all'Istituto Zooprofilattico, per verificarne le condizioni sanitarie.Ad esempio la rabbia silvestre è comunemente veicolata dalle volpi, per cui il controllo della salute delle popolazioni di volpi può prevenire il diffondersi della malattia.
Assordati da colpi di cannone
PORTO VENERE — Non c'è nessuna guerra in corso lungo la costa di ponente del golfo, ma se si avesse solo come paragone l'«audio» di una giornata tipo in quelle zone l'idea sarebbe ben diversa. Esplosioni, colpi di cannone, ancora botti e vibrazioni rendono pressoché invivibili le giornate a Porto Venere ed alle Grazie. Se ne lamentano da tempo i locali, ed anche i turisti che scelgono ottobre per passare qualche giornata al mare in tranquillità e che vengono invece svegliati a colpi di cannone.
La causa di tutto questo tumulto, neppure si fosse in un vero teatro bellico, è il centro di tiro, il poligono militare, del Balipedio-Cottrau. Una splendida baia naturale nei pressi di punta Castagna, sotto la zona del Cavo, dove quasi tutti i giorni si provano cannoni di ogni tipo, sia con tiri in galleria, sia con tiri verso il mare. Un vero e proprio bombardamento costante alle porte di due centri abitati, in piena area turistica. Conseguenze: la gente non può dormire, gli animali si spaventano, le finestre e gli oggetti di vetro tremano e qualche anziano vive il tutto con una certa, comprensibile, apprensione.
Quello della permanenza del poligono di tiro del Balipedio, generalmente utilizzato anche
dall'OtoMelara, è un argomento dibattuto già lo scorso anno dal consiglio comunale di Porto Venere. Tuttavia non si è mai riusciti a trovare un soluzione. Oggi la protesta, dopo l'aumento dell'intensità delle prove (quindi con nuovi e più pesanti disagi), è tornata a farsi sentire. Si lamentano i residenti che non ci stanno a dover convivere con un bombardamento continuo, come non ci stanno i commercianti, specialmente gli albergatori, che devono cercare di spiegare ai turisti che cosa accade e perché le loro tranquille mattine di vacanza vengono inaugurate da un concerto di cannoni. Lamentele motivate anche dal fatto che queste prove ledono l'immagine turistica della zona e vincolano le presenze.
Non solo. La presenza del poligono crea anche problemi lungo la strada provinciale: infatti con una certa frequenza, di notte e a sirene spiegate, seppure a velocità ridotta, arrivano i convogli con gli enormi cannoni o con gli affusti da testare. Così che la strada resta bloccata tra Porto Vendere e Fabiano. E in caso di necessità non passa neppure un mezzo di soccorso. Mentre i residenti vengono svegliati dal rumore e dal suono delle sirene. Per risolvere intanto quantomeno questo problema gli abitanti hanno più volte chiesto di trasportare i cannoni via mare.
A. Vignali
Censimento delle terre incolte al via
CINQUE TERRE — «Individuazione e classificazione delle terre abbandonate, incolte e sottoutilizzate della riviera spezzina» è il nuovo progetto varato dalla Camera di commercio al fine di valorizzare le capacità produttive delle aree abbandonate a vocazione agricola, di favorire l'accorpamento delle superfici, di incentivare l'occupazione in agricoltura con particolare riguardo a quella giovanile. I riflettori sono puntati sulla fascia della riviera, da Deiva Marina a Porto Venere. Per ogni terreno verrà compilata una scheda (accessibilità, pendenza, assetto, presenza di edifici, presenza di pietre, stato di conservazione dei muretti a secco, presenza di specie infestanti, forme di tutela in atto…). Perché censire le terre incolte? «Questa iniziativa — ha spiegato il presidente della Camera di commercio, Pier Gino Scardigli — è nata dopo una riunione che feci presso la Cooperativa di Levanto: furono gli operatori a segnalare il moltiplicarsi degli abbandoni dei terreni, soprattutto nella fascia delle Cinque Terre. Da qui l'idea di censire, cosa mai fatta prima, tutti i campi non più coltivati». Dopodiché? «Successivamente — aggiunge Scardigli — creeremo una vera e propria "borsa" delle aree mettendole a disposizione per una futura gestione. Insomma l'obiettivo è reinvestire risorse umane su queste terre di cui non abbiamo ancora un'idea approssimativa della loro estensione complessiva. I nostri tecnici faranno una mappatura precisa dello stato dell'arte mettendo a piombo interventi ad hoc per il recupero dei terreni che, per lo Spezzino, sono un patrimonio da non disperdere». Il lavoro - appena partito - è coordinato dall'Ufficio agricoltura della Camera di commercio (responsabile del progetto il vice segretario dell'ente camerale, Marco Casarino) che, alla fine del censimento, stilerà un documento contenente le valutazioni e le proposte di carattere agronomico riferite ai territori censiti. Il database dell'indagine comprenderà: l'annotazione di ogni area rurale recuperata o in abbandono, una scheda identificativa di tutte le zone abbandonate, documentazione fotografica, consigli e commenti per gli eventuali riutilizzi. "Crediamo che questa iniziativa - ha concluso Scardigli - sia decisamente utile al territorio e, terminata la riviera, verrà estesa al resto della provincia". Il progetto si avvale anche della collaborazione del Caar (centro di agrometeorologia applicata regionale) ligure.
Secondo i dati riportati dalla pubblicazione «I Comuni della provincia in cifre», edito quest'anno dalla Camera di commercio, le imprese attive in riviera che operano nel campo agricolo e della silvicoltura sono: a Deiva 4, a Framura 16, a Bonassola 8, a Levanto 71, a Monterosso 19, a Vernazza 17, a Riomaggiore 6.
La Nazione 14/10/03
Capitaneria: tremila miglia per il Parco
CINQUE TERRE — Si chiede con un bilancio positivo l'estate per il comando della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera nella zona delle Cinque Terre.
Quello svolto dagli uomini della struttura spezzina in quel tratto di costa è un impegno particolare. Infatti si tratta di vigilare sul parco marino delle Cinque Terre, cioè la riserva naturale inserita nel Parco Nazionale delle 5Terre. Proprio per garantire un servizio efficace i mezzi della Capitaneria spezzina sono stati presenti costantemente, 6-8 ore al giorno per vigilare su quel tratto di costa. Un impegno specifico che per il solo parco delle Cinque Terre, nel periodo tra giugno ed agosto, ha richiesto 421 ore di moto dei mezzi navali in dotazione al comando spezzino che hanno percorso complessivamente 3373 miglia.
In quell'area, oltre alla vigilanza ed al soccorso in mare, attività più rilevante nell'estate, c'è da tenere conto del servizio di vigilanza pesca, delle attività antinquinamento e poi a tutto ci sono da aggiungere i controlli effettuati a terra nelle aree demaniali.
Frana, paese isolato due giorni. In azione le mine lungo la parete
GUVANO — Domani, mercoledì, avverrà lo scoppio delle mine sulla frana di Guvano. La strada rimarrà chiusa al traffico per due giorni. Si avvia così a conclusione l'intervento di urgenza attuato sulla frana di Guvano, lungo la strada provinciale San Bernardino-Corniglia, dalla Comunità montana della riviera spezzina. Mercoledì i tecnici faranno brillare le mine sulla parete per staccare le parti che rappresentano ancora un pericolo per la strada sottostante. Dopodiché non resterà che raccogliere il materiale e chiudere il cantiere aperto per l'intervento di urgenza. «Durante le operazioni con le mine — spiega il vicepresidente della Comunità Montana nonchè sindaco di Vernazza, Gerolamo Leonardini — la strada verrà chiusa al traffico. Il blocco inizierà mercoledì mattina alle 9 e dovrebbe durare fino alle 17 di giovedì. Non è escluso, però, che, in caso di conclusione anticipata dei lavori, si possa riaprire al flusso veicolare già mercoledì sera».
Intanto, visto che le operazioni di bonifica hanno portato ad un allargamento notevole della carreggiata nel tratto interessato dalla frana (una sessantina di metri di lunghezza), Leonardini ha avuto assicurazioni dall'Amministrazione provinciale che il manto stradale verrà asfaltato e la strada potrà così quasi raddoppiare la larghezza in quell'area. «Una volta concluso l'intervento urgente — annuncia Leonardini — proseguirà comunque il progetto complessivo di bonifica e di riqualificazione del versante franoso, con la costruzione di una galleria a protezione della strada, utilizzando due ingenti stanziamenti messi a disposizione dalla Regione Liguria».
Alcune settimane fa era scattata la protesta della gente del posto soprattutto per le difficoltà di intervento dei soccorritori in un'eventuale emergenza sanitaria. Peraltro i responsabili del 118 hanno dichiarato a La Nazione di non essere mai stati allertati facendo notare che a Corniglia l'elicottero può intervenire con il verricello.
Il direttore, l'orgoglio e la sfida...
LA SPEZIA — «La percezione di dubbi, incertezze e preoccupazioni per il futuro della struttura e dei singoli, più o meno diffuse fra gli addetti di questo Arsenale, mi induce ad intervenire — scrive in un ordine del giorno l'ammiraglio Ermogene Zannini, direttore dell'Arsenale — per offrire a tutti punti di riferimento e chiarire il senso delle iniziative di questa direzione, anche nel presupposto che la carenza di informazione suggerisce prospettive eccessivamente pessimistiche o, talvolta, eccessivamente ottimistiche rispetto alla realtà delle cose. E' evidente ad ognuno il notevole ritardo nello sviluppo del processo di ristrutturazione dell'Arsenale avviato con la pubblicazione del Decreto di Struttura nel lontano luglio 1998. Difficoltà di varia natura hanno accompagnato e rallentato la definizione e lo sviluppo dei corsi-concorsi previsti dal disegno complessivo che hanno peraltro imboccato la dirittura finale ed è oggi disponibile il quadro aggiornato e definitivo della forza effettiva dello stabilimento, così come delle significative carenze ed esuberi (da azzerare entrambi), questi ultimi incrementati da un fenomeno mansionismo (impiego fuori profilo del personale) di peso tutt'altro che trascurabile...».
Paura a Campiglia
CAMPIGLIA — Nuova emergenza lungo i sentieri a picco sul mare tra Campiglia e Le Grazie. Ieri pomeriggio, verso le 14, un escursionista svizzero di cinquantanove anni è caduto provocandosi una frattura ad una gamba e diverse lesioni. L'uomo, Willy
Zihler, è rimasto così bloccato lungo un sentiero, mentre gli amici sono riusciti a raggiungere un telefono per dare l'allarme. Sul posto sono arrivate le unità del Soccorso Alpino della Spezia, una squadra della Pubblica Assistenza delle Grazie inviata dal 118 ed i Vigili del Fuoco, i soccorritori hanno raggiunto via terra il ferito per praticargli le prime cure. Proprio dalla centrale operativa di via Valdilocchi i pompieri hanno richiesto l'intervento di un elicottero che è decollato da Genova per raggiungere l'area impervia dove si trovava il turista. Il cinquantanovenne è stato così issato sul velivolo, rimasto in volo stazionario sul luogo dell'incidente, e poi trasportato alla Spezia, al campo Ferdegnini, dove c'era un'ambulanza che lo ha accompagnato al pronto soccorso del Sant'Andrea. L'uomo, escluse le fratture e le lesioni dovute alla caduta, non ha riportato traumi seri e le suo condizioni non sono preoccupanti. Resta solo la brutta avventura. Ancora una volta si è dovuta registrare la necessità di una vera piazzola d'atterraggio per gli elicotteri nei pressi dell'ospedale, un intervento semplice, ma da anni sempre trascurato.
Orlando sale al vertice nazionale dei Ds Tempi duri per i suoi avversari nel partito
LA SPEZIA — Per Andrea Orlando, il segretario provinciale dei Ds, è un momento d'oro. E' ormai ufficiale la sua nomina a vice responsabile nazionale del settore organizzazione. Per trovare uno spezzino ai vertici di un ramo così delicato della Quercia, bisogna risalire a Flavio Bartone, quando, nella veste di braccio destro di Amendola, girava l'Italia per «normalizzare» la situazione dopo lo scontro tra amendoliani (la destra del Pci) e ingraiani (la sinistra). Comè noto vinsero i primi. Ora Orlando è nel gruppo di lavoro che segue, per conto di Piero Fassino, la realizzazione delle lista unitaria del centrosinistra alle Europee. E in futuro dovrà occuparsi delle candidature alle politiche nei diversi collegi elettorali. Per ricoprire questo importante incarico continuando a fare anche il segretario provinciale dei Ds, Orlando si divide tra Roma e La Spezia ma spesso da Roma riparte per andare a discutere i progetti di Fassino a Napoli, Venezia e in altre città.
Se la stella di Orlando brilla alta all'orizzonte, per quella parte dei Ds che fa riferimento al «correntone», sono tempi duri. A dicembre del 2002 Enrico Santini, Renzo Guccinelli, Pierluigi Tivegna ed Enrico Sassi avevano annunciato a gran voce la nascita di «Aprile», una sorta di associazione promossa dall'area politica dei Ds che faceva riferimento alla mozione congressuale presentata da Berlinguer. Qualche tempo dopo riuscirono a portare alla Spezia Cofferati ma da allora su Aprile è sceso il silenzio.
Il ruolo più defilato assunto dalla Cgil nel dibattito interno alla sinistra (e soprattutto ai Ds) ha costretto Santini ad esporsi molto meno mentre Pierluigi Tivegna (ex segretario provinciale della Cgil) appare impegnatissimo a svolgere il suo lavoro attuale, quello di assessore nella giunta comunale (e Giorgio Pagano è con Fassino). I soli ad essere ancora attivi sono Renzo Guccinelli ed Enrico Sassi. Ma il sindaco di Sarzana si sta preparando a correre come candidato dei Ds in Regione (si vota nel 2005). Resta il presidente dell'Atc, leader storico della corrente di sinistra dei Ds. Apparentemente non è in corsa per alcuna poltrona, ma non si escludono sorprese.
Intanto però l'attività del partito prosegue. Nei giorni scorsi i Ds hanno ricostituito la sezione del cantiere Muggiano. Tra i primi obiettivi, discutere il futuro dello stabilimento e le scelte di Fincantieri e Finmeccanica.
Andrea Luparia
Commentino: non c'entra niente con il parco e Tramonti, ma
Andrea Orlando era assessore all'Urbanistica a quei tempi, e mi disse che
pensava a Tramonti come ai Trulli di Alberobello. L'anno dopo sparì dalla
circolazione e per parlargli dovetti andare ad una riunione con i cacciatori.
Quando gli chiesi come mai su Tramonti aveva cambiato idea, si inalberò, non
disse che doveva far carriera e che non poteva raccontare delle balli. Mi
piantò lì. Oggi è deputato del Partito Democratico ex DS
«Arsenale, professioni da salvare»
LA SPEZIA — Nella lettera al personale l'ammiraglio Ermogene Zannini affronta la questione degli «esuberi concentrati nell'area professionale B1 (IV livello) e il fatto che in tale area si rilevino profili esuberanti e profili carenti ha suggerito una prima possibilità di compensazione e di riassorbimento delle eccedenze mediante una riconversione verso profili carenti di quote di personale appartenente a profili esuberanti. Tale processo, su base volontaria, consentirebbe di mantenere nello stabilimento un prezioso patrimonio di esperienza che in un percorso di mobilità esterna andrebbe disperso. Per non privare l'Arsenale di parte delle sue risorse migliori va l'appello rivolto al personale impiegato fuori profilo affinché si proponga per un futuro che lo veda attivo nelle mansioni della professionalità di origine, previo corso di riqualificazione che soddisfi anche i requisiti di sicurezza nel lavoro. L'ordine del giorno non indica fra i profili esuberanti gli esclusi per effetto del progetto di ristrutturazione del '98. Ciò per il fatto che la necessità di tali professionalità per lo svolgimento della missione dello stabilimento è stato rappresentato allo Stato Maggiore Marina (che condivide l'esigenza) con prospettive, che mi sento di definire ottime, di recepimento in sede di revisione del Decreto di struttura. Le iniziative della Direzione discendono dalla considerazione che obiettivo primario di chi ha a cuore le sorti dell' Arsenale deve essere di recuperare tutte le potenzialità interne nei limiti dell'organico previsti e favorire la riarticolazione per ottenere efficienza produttiva, soddisfazione e dignità del lavoro, gusto di essere parte attiva e determinante di una struttura organizzata e apprezzata. Il personale che dovesse ancora risultare in esubero al termine dei processi di riconversione-riqualificazione costituirà il contingente per il quale dovranno essere attuate, con le modalità e le garanzie previste, le procedure di mobilità esterna».
LA NAZIONE 15/10/03
Verifica sulle case turistiche
LERICI— «Gli immobili in costruzione alla Baia Blu sono realmente residenze turistico alberghiere oppure si tratta di appartamenti privati?» E' quanto chiedono in una recente interpellanza i consiglieri comunali di An Giovanni Libardo e Roberto Bufo i quali sostengono che un'agenzia immobiliare di Sarzana , con visione libera e aperta a tutti, metterebbe in vendita esclusiva, per nome e conto della Baia Blu Srl, alcuni immobili che stante la loro tipologia e caratteristiche rilevabili dal plastico annesso, hanno una stretta somiglianza con quelli previsti dal Puc nella Rta (Residenze turistico alberghiere) di
Pozzuolo. «La nostra interpellanza— sottolineano Libardo e Bufo — nasce dalla considerazione che nella frazione di Pozzuolo è in fase di costruzione una Rta in zona attigua alla Baia Blu e che nel Puc tale zona è classificata Ra (riqualificazione) con destinazione turistico ricettiva. E che la preparazione dell'area interessata ha comportato l'eliminazione di molti alberi. Riteniamo inoltre che la vendita a privati dei costruendi immobili Rta di Pozzuolo-Baia Blu annullerebbe il carattere turistico-ricettivo come programmato dal Puc. Pertanto interpelliamo il sindaco e la Giunta di fare opportuna verifica che tali annunci riguardino la proprietà e gli immobili della Rta di Pozzuolo. Detto ciò chiediamo al sindaco e alla Giunta risposte in consiglio comunale alle seguenti domande:
1) La vendita degli immobili a privati potrebbe circuire le norme del Puc attraverso la costituzione di una fattispecie di condominio che, a sua volta, si attribuirebbe la gestione societaria dell'area, visto che la gestione della Rta dovrebbe essere esercitata da una società e non dai singoli privati ? (come per dire: fatta la legge trovato l'inganno).
2) Nel caso la vendita degli immobili fosse già in atto, come l'Amministrazione comunale di Lerici intende salvaguardare la destinazione turistico-ricettiva che essa stessa si è imposta con il Puc del 10.04.2002, e come intende tutelare la cittadinanza di Pozzuolo di fronte ad una sicura lievitazione dei prezzi del mercato immobiliare della frazione ?
Nel caso, invece, gli indirizzi delle vendita non dovessero riguardare la Rta della Baia Blu di Pozzuolo, chiediamo, altresì, che di quanto accertato sia data comunicazione ai consiglieri ed al Comitato di frazione».
Euro Sassarini (TANTO LE HANNO FATTE LO STESSO!)
Spostato impianto di trattamento dei rifiuti
VEZZANO LIGURE — «Abbiamo appreso con piacere dello spostamento dell'ubicazione dell'impianto di trattamento dei rifiuti». Applaude il presidente del comitato «Vivere bene la Macchia», Adriano Monticelli, alla decisione assunta dalla Provincia di soprassedere alla realizzazione dell'essicatore nell'area ex Barberis, a Piano di Vezzano. Ma vediamo in profondità i motivi di questa soddisfazione, che non sono dovuti alla semplice variazione di posizione. «Il mutamento — spiega Monticelli — è soltanto di circa un centinaio di metri scarsi e anzi in questo modo l'impianto si avvicina ancora di più alle abitazioni». E allora perché la soddisfazione? «La nuova collocazione — riferisce il leader dell'organismo vezzanese e santostefanese — dice che il nuovo sito non è più Saliceti, non è più il capannone ex Barberis, in poche parole è un posto diverso dai «focal point», individuato nel piano originario, pertanto a questo punto tutto deve tornare in discussione ed il comune di Vezzano deve comunicare la destinazione d'uso dei terreni in questione». E la Macchia? «Il nostro team — conclude Monticelli — sta sempre all'erta. Al momento non sono previste manifestazioni, ma non molliamo la presa, anche perché nella zona esistono altri problemi, come quello dei tralicci».
F.Brozzo
Un «freno» all'elisoccorso
CINQUE TERRE — Ancora una volta un elicottero, per trasportare un ferito raccolto in una zona impervia delle Cinque Terre sino all'ospedale, è dovuto scendere in un campo di calcio, mentre si stava disputando una partita, tra gli spettatori ed i giocatori. E' questa l'assurda realtà della Spezia dove, anche dopo anni di discussioni, una piazzola d'atterraggio per gli elicotteri nei pressi dell'ospedale civile. Attualmente in questa zona, dove l'emergenza spesso ha teatro in zone difficilmente accessibili (sentieri, mare, montagna o boschi impervi), operano due servizi di elisoccorso, uno coordinato dal 118 che ha sede al Cinquale ed uno dei Vigili del Fuoco che ha sede a Genova. A questi potrebbe anche sommarsi il servizio nazionale delle Capitanerie di Porto che ha una base a Luni. Nessuno di questi velivoli ha però modo di atterrare vicino all'ospedale principale: il Sant'Andrea. Generalmente gli elicotteri con i feriti devono scendere al Ferdeghini e poi ci vuole un lungo (in certi casi lo è veramente) viaggio in ambulanza per arrivare in pronto soccorso. Questo attraversando la città per qualche chilometro, vanificando il «vantaggio» dato dai tempi rapidi del velivolo e acquisendo dei rischi dovuti al traffico ed alle strade. Lo stesso avviene se si deve portare qualcuno via con l'elicottero, magari per un trasferimento urgente verso un altro ospedali. Spesso poi l'elicottero deve scendere mentre il terreno di gioco è occupato da un match sportivo e c'è gente sugli spalti, certo la partita è sospesa, ma il pericolo di atterrare in un campo da gioco dove ci sono molte persone resta. Si era parlato, in attesa delle strutture della nuova caserma dei Vigili del Fuoco, di allestire proprio nel'area Ip (dove sta nascendo caserma) una piazzola temporanea, vicina al'ospedale, ma lontana da case e strutture civile, da dedicare ai servizi di soccorsi sanitario. L'elicottero è ormai uno degli elementi tipici e qualificanti del soccorso, raggiunge luoghi dove altrui mezzi non possono andare, il tutto con tempi dimezzati. Quasi tutti gli ospedali hanno uno spazio dove farli atterrare, è la normalità, almeno ovunque meno che alla Spezia. L'area maggiormente interessata dall'impiego di elicotteri da soocorso resta quella della costa fra Porto Venere e le Cinque Terre. Tanti i sentieri dove durante tutto l'anno si avventurano i turisti, molti dei quali sprovveduti. Curioso il fatto che nel solo golfo spezzino, tra strutture militari e civili, vi siano almeno dieci luoghi idonei dove possono atterrare gli elicotteri, ma nessuno vicino all'ospedale.
Alberto Vignali
Getta sigaretta causa incendio
MONTEROSSO — A margine della strada che conduce a Soviore nel comune di Monterosso si è sviluppato ieri un incendio di sterpaglia. Per fortuna, l'emergenza, se di emergenza si può parlare, si è risolta in poco tempo e grazie al senso civico di un automobilisti di passaggio. Quest'ultimo, R. C., proveniente da Bergamo e nelle Cinque Terre per vacanza, si è fermato ed ha spento le fiamme che altrimenti avrebbero raggiunto il bosco. E' probabile che il focolaio si sia svilupatto per colpa di un'automobilista che ha lanciato fuori dal finestrino un mozzicone di sigaretta.
No del Tar alla demolizione della villa
MONTEROSSO — La villa del geometra Paolo Farinini sopra il porticciolo a Fegina, non sarà demolita. La sospensione dell'esecutorietà delle due ordinanze di demolizione presentate dal Comune di Monterosso e dall'Ente Parco Cinque Terre è stata ordinata dal Tar Liguria che ha accolto le richieste presentate dai due legali del geometra Farinini, avvocati Giovanni Gerbi di Genova e Mauro Gianardi del foro della Spezia. I due legali sono riusciti a far prevalere la tesi che anticamente l'immobile era una casa colonica e che il proprietario aveva eseguito solo lavori di ristrutturazione. Il Comune di Monterosso e l'Ente parco, nelle due ordinanze dell'8 luglio e del 25 luglio scorsi, avevano ordinato la demolizione del fabbricato in quanto insisteva su una zona protetta con vincolo paesistico ambientale. L'ordinanza di sospensione dell'esecuzione della demolizione è avvenuta nell'udienza del 30 settembre scorso quando si è riunita la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale per la Liguria (presidente Renato Vivenzio, consigliere relatore Antonio Bianchi e consigliere Raffaele Prosperi). Il Comune di Monterosso era rappresentato e difeso dall'avvocato Daniele Granara, mentre l'Ente parco nazionale delle Cinque Terre era rappresentato e difeso dagli avvocati Armando Gamalero e MariaLuisa Zanobini.
Spedizione in fondo al mare alla scoperta del relitto dell'Equa
RIOMAGGIORE — Aragoste, astici, gronghi e pesci luna. Sono loro ad accogliere i subacquei durante la discesa nel blu lungo la catena d'ormeggio. Hanno trovato riparo tra le lamiere della nave che, dopo quasi cinquant'anni dall'affondamento, si sono ricoperte di insediamenti bentonici quali colonie coloratissime di anemoni gioiello, gorgonie e distese di ostriche. Era il 10 giuno 1944, quando un'unità germanica speronò la motonave Equa di fronte al porto della Spezia. Continuò ugualmente a navigare, finchè si inabissò nelle acque di fronte a Riomaggiore. Non vi furono vittime. Fu costruita nell'anno 1920 per trasporto di passeggeri. Appartenne alla società anomina partenopea di Navigazione di Napoli, fichè non fu requisita dalla Regia Marina nel maggio del 1940. Iscritta nel ruolo del Naviglio ausiliario dello Stato, fu impegnata nella cacci ai sommergibili. Prestò servizio anche come vedetta foranea alla scuola antisommergibili del Varignano. Per questo motivo fu dotata di un cannone da 100 mm. a prua e da due mitragliere da 20 mm. più l'apparato antisommergibile carico di bombe di profondità a poppa. Bombe da poco recuperate per evitare rischi durante le numerose esplorazioni subacque. Lunga quaranta metri e larga sette, la Equa è adagiata sul fondale di quarantametri, a un miglio e mezzo dalla costa, in linea di navigazione con la prua rivolta verso ponente e leggermente sbandata sulla sinistra. Come i tanti relitti sparsi nel Mar Ligure si è trasformato in un santuario degli abissi visitato tutto l'anno da appassionati subacquei. Palestra sottomarina è diventata invece per il Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco della Spezia, Giorgio Forma, Francesco Dattesi, Simone Pedretti, Danilo Mozzachiodi e Leonardo Querci. L'operatore di Teleliguriasud Paolo Carrozzi, ha ripreso questi resti subacquei durante l'ultima esercitazione. Molto presto verrà trasmesso uno speciale da questa emittente spezzina.
Vittorio Innocente
La Nazione 17/10/03
CINQUE TERRE — Nuove proteste contro il
CINQUE TERRE — Nuove proteste contro il ticket alle Cinque terre. «Desideriamo esprimere tutta la nostra disapprovazione circa il trattamento che il sindaco della Spezia e l'ente Parco Cinque Terre ci hanno riservato. Contestiamo la tassa di 5 euro a persona, quale rimborso delle spese amministrative per camminare su sentieri di casa nostra. Quali spese amministrative? In ottobre con il ticket il parco ha incassato, settimanalmente e nel solo sito di Vernazza, circa diecimila euro. Se attraverso una tassa, anche se ridotta, qualcuno intende farci sentire diversi quando andiamo dall'altra parte della galleria, sbaglia di grosso. Noi desideriamo essere trattati al pari di tutti i cittadini della provincia della Spezia. Se l'ente Parco Cinque Terre, di concerto con alcuni amministratori locali spezzini, desidera continuare a spremere gli spezzini, lo faccia pure, ma non usi come scusa la comunità di Biassa».
Vendemmia, la botte piange Uva in calo del 25 per cento
GROPPO — A brindare c'è soltanto il contadino dei colli di Luni. A vendemmia conclusa, infatti, diventano realtà i dubbi della vigilia: le uve in molti casi non erano mature bensì arrostite dal sole ed impoverite dalla siccità. Il lamento giunge particolarmente dalle Cinque Terre, tanto che Matteo Bonanini, presidente della locale Cooperativa agricoltura (cantina sociale al Groppo di Riomaggiore) arriva a lanciare un grido d'allarme prendendo spunto da un calo quantitativo che appare in progressione. L'uva conferita alla cantina ha subìto una riduzione del
25%, ponendosi persino sotto la soglia dell'infausta stagione precedente, quando il marciume colpì duramente il frutto maturo. Relativamente alla qualità, acidità e gradazione si discostano dai parametri, ponendosi lontani dagli eccellenti livelli raggiunti nel 2000 e nel 2001. Il futuro si tinge di fosco se i tanti vignaiuoli che hanno minacciato di deporre la zappa — rivela preoccupato Bonanini — faranno sul serio. Sono coloro che, continuando a subire le scorrerie dei cinghiali, non hanno più intenzione di faticare invano. Costoro accusano i politici di avere dato la precedenza allo svago rispetto al lavoro al fine di procacciarsi il voto dei cacciatori, anteponendo la caccia all'agricoltura. Ecco la vendemmia nei dettagli e nel raffronto (fra parentesi i dati) con la mediocre stagione 2002): uve bianche standard qt 1000 (1100); uve delle tre coste qt 210 (231); uve da sciacchetrà qt 65 (34). Botti lontane dal pieno pure nella riviera a ponente delle Cinque Terre. Gianni De Franchi, direttore della cooperativa dei contadini della vallata di Levanto, parla di un calo del 20% delle uve bianche. Hanno patito la sete le vigne a quota bassa, i cui anomali parametri d'acidità e di zuccheri sono stati fortunatamente compensati dalle uve di collina. Buon andamento delle rosse e delle uve speciali destinate al passito «Igt». C'è invece soddisfazione piena sul fronte di levante. Paolo Bosoni, delle Cantine Lunae, reputa ottima l'annata e motiva: « Grazie a qualche burrasca in più e alla diffusa zappatura, che permette alla vite di affondare in profondità le radici». Il lieve calo quantitativo (5% circa) è ampiamente compensato dalla qualità.
Luciano Bonati
La Nazione 19/10/03
Il mare si colora di giallo
PANIGAGLIA — E' allarme inquinamento nella baia di Panigaglia, dove si trova il terminal metanifero della Snam (o meglio della Gnl-Italia). Ogni volta che arriva una metaniera, accompagnata da rimorchiatori, e si ormeggia al pontile dal fondo si alza un grosso quantitativo di fango e melma. Una «nuvola», tirata su dalle eliche dei natanti, che impesta l'intera baia, si sposta verso punta Pezzino e arriva sino alla diga foranea interessando anche stabilimenti ittici e di molluschi. A denunciare il fatto è l'esponente di An Giovanni Paganini che da tempo segue le vicende di quella zona.
«Basta osservare dalla strada — dice Paganini — e ci si rende conto di cosa avviene quando ormeggia una nave. Il mare si colora di giallo, e dura per ore. Quella sospensione giallastra invade mezza costa, arriva fino allo stabilimento di itticoltura del Pezzino e ai vivai dei muscoli in diga. Di certo non gli fa bene».
Il fondale a Panigaglia e sempre più sedimentato, questo provoca l'inevitabile movimentazione dei fanghi, sollecitati tra l'altro dalle correnti che si creano tra la nave in manovra e i rimorchiatori.
Secondo Paganini, che difende apertamente i posti di lavoro di Panigaglia, la questione è da collegare con il dibattito sul dragaggio del golfo.
«Che ci sia un problema di inquinamento sui fondali della baia di Panigaglia e di punta Pezzino è evidente — spiega — ma sappiamo per certo che l'arrivo di metaniere non potrà essere bloccato. Ci sono posti di lavoro da difendere, su questo non si transige, e poi le necessità energetiche nazionali. Non possiamo però fare finta che l'inquinamento non ci sia. E' per questo che la questione del dragaggio del golfo è un argomento che riguarda anche questo impianto. E' indispensabile intervenire per sistemare quel fondale. Mi chiedo se chi sta dibattendo sul dragaggio conosce il problema di Panigaglia ed il fatto che forse è più inquinante quello che avviene oggi. Prima di opporsi al dragaggio a scatola chiusa sarebbe bene conoscere cosa avviene anche fuori dal porto».
A.V.
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