Notizie 2003 - Primo
semestre
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il testo originale della delibera dell'UNESCO
LA NAZIONE 05/03/03
Cresce il mercato nero degli alloggi
RIOMAGGIORE
— Summit a Riomaggiore per combattere il mercato nero degli alloggi ... click
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Polemiche bis sulla SNAM di Panigaglia
PORTOVENERE
— Nuovo fronte nel già caldo clima ........................ click per
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LA NAZIONE 07/03/03
L'assalto degli irlandesi. Un boom di
presenze
RIOMAGGIORE
— Chissà, forse nelle nostre scogliere ritrovano la bellezza ......... click
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IL SECOLO XIX 16/03/03
Vernazza e Corniglia potenziano i
porticcioli
CINQUE
TERRE — Vernazza e Corniglia potenziano i porticcioli .....................
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LA REPUBBLICA 30/03/03
L'ambiente. Parchi naturali in
pericolo
ROMA
— Per trent'anni, una pattuglia di ecologi ..............................
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LA NAZIONE 30/04/03
Altolà ai ticket. Maccagno alla carica
LEVANTO — Anche Forza Italia, con il vice presidente del consiglio provinciale Alberto Maccagno, scende in campo per chiedere lo stop del pagamento del ticket riservato ai residenti nella provincia per accedere ai sentieri delle 5 Terre. In una interrogazione inviata al presidente della Provincia Pino Ricciardi, all'assessore al turissmo Milo Campagni e a quello all'ambiente Mario Fiasella il consigliere di minoranza chiede la totale eliminazione di una «gabella mediovale» per tutti i cittadini della provincia; in particolare Maccagno si chiede, anche in base alle nuove linee di gestione del turismo previste dalla Regione Liguria, come la Provincia intenderà muoversi al fine di creare un sistema turistico comprensoriale e «non creare piccole situazioni in cui i cittadini stentano a riconoscersi». Emblematico il caso degli abitanti di Levanto che pur avendo una delle porzioni più pregiate sotto il profilo naturalistico, come il Mesco all'interno del Parco Nazionale devono, sborsare tre euro per fare una camminata nei sentieri delle Cinque Terre.
g.c.b.
Sentieri, i lavori attesi da anni
LA SPEZIA — Attesa a Biassa e tra gli iscritti al Cai che frequentano Tramonti per i lavori che il Comune deve fare per riaprire le vecchie strade minacciate dalle frane e dall'abbandono. Si tratta di lavori per i quali la giunta Pagano ha ottenuto da tempo ingenti finanziamenti. E rischia di perderli se non passerà dalle parole ai fatti. Così due mesi fa l'assessore ai lavori pubblici Sergio Olivieri ha annunciato che i lavori stanno per iniziare. Le antiche strade da ripristinare sono però tante. Basta leggere il «Progetto integrato di recupero, riqualificazione e valorizzazione turistica dall'arco collinare della Spezia, ambito di Ponente» redatto dal Comune a gennaio. I percorsi storici e le scalinate indicate sono via Vecchia di Biassa, l'antica mulattiera di Campiglia, l'antica strada di Tramonti di Biassa, l'antica strada di Sant'Antonio, l'antica strada della Fossola o della Costa dell'Angelo, l'antica strada comunale detta Provinciale di Monasteroli, l'antica strada comunale di Tramonti di Campiglia o del Persico e l'antica strada comunale detta Provinciale di
Mezzacosta. «Le percorrenze citate — si legge nel testo — definite storicamente Mulattiere, hanno rappresentato fino agli anni Cinquanta/Sessanta l'unico sistema di collegamento con il Golfo e l'entroterra».
A.Lup.
LA NAZIONE del 01/05/03
Il porto vola verso i nuovi record
LA SPEZIA — Nel primo trimestre 2003 il porto della Spezia ha movimentato
complessivamente 4.767.000 tonnellate di merce con un incremento generale del
volume di traffico del 7,8% rispetto lo scorso anno. Le importazioni
rappresentano il 58,3% del totale con 2.778.000 tonnellate sbarcate e le
esportazioni il 41,7% con 1.989.000 tonnellate imbarcate. Il
traffico contenitori, nonostante l'impasse della pratica amministrativa del
dragaggio dei fondali, manifesta nel trimestre forti incrementi con un totale di
258.510 teus movimentati (+11,1%) di cui 131.878 in import e 126.632 in export.
In particolare crescono i contenitori pieni con 208.309 teus (+18,9%) e
diminuiscono quelli vuoti movimentati con 50.201 teus (-12,8%). Si conferma
così un favorevole trend di crescita che riguarda sia il principale
terminalista, La Spezia Container Terminal (Contship Group), con 226.926 teus
(+11,7%), sia il Terminal del Golfo (Tarros) con 26.944 teus (+6,9%), che la CLP
con 4.640 teus (+5,9%).
Gli operatori turistici temono una contrazione
degli affari
MONTEROSSO — Avrà influenza, e in quale misura, l'epidemia di polmonite
atipica sull'industria turistica della riviera? Le zone del mondo nelle quali
più forte risuona l'allarme per la Sars, cioè la Cina, il Canada e in genere
il sud-est asiatico non hanno dato finora un "gettito" di visitatori
particolarmente elevato, ma è chiaro che il rischio della "gelata"
ormai è concreto, senza contare l'effetto domino sugli altri paesi viciniori e
quello indotto, cioè una forte riduzione dei viaggi in tutto il mondo. Ora, non
è che fosse determinante l'arrivo di cinesi per ridare fiato all'economia
turistica della riviera spezzina, visto che bastava un pullman per portarli
tutti, però era suggestivo il fatto che nel lontanissimo estremo oriente
qualcuno pensasse ad una vacanza proprio nelle Cinque Terre. E poi il trend era
in aumento. Addirittura, l'anno scorso gli arrivi di cinesi erano quasi
raddoppiati rispetto al 2001 passando da 16 a 30, con 65 giornate complessive di
permanenza. Più consistenti le cifre relative ai turisti canadesi: 1.332 nel
'99; 1.149 nel 2000; 1.654 nel 2001 e 2.037 nel 2002, con "curva"
delle presenza in forte crescita: 2.988, 3.884, 4.204 e 4.706 rispettivamente
negli anni indicati. Interessante si stava rivelando, prima della comparsa della
Sars, anche il trend relativo ai mercati del sud-est asiatico. Le iniziali
avanguardie di quei paesi erano limitate nel '99 a sole 28 persone, salite a 35
l'anno seguente. Ma nel 2001 si era già a 85, per arrivare a 127 nel 2003.
Sembrano pochi, ma basta riflettere su quale distanza fisica, culturale e
politica, c'è tra il Vietnam, tanto per fare un nome, e le Cinque Terre per
arrivare a giudicare in fondo non disprezzabili quelle cifre, cifre per di più
impreziosite dai dati sulle presenze: 51 giornate nel 1999, 198 nel 2000, 196
nel 2001 e ben 450 nel 2002. A questo punto, non resta che sperare in una rapida
regressione dell'epidemia, perché sarebbe davvero un peccato l'interruzione di
un rapporto limitato ma tanto promettente.
Le mitiche acciughe in vetrina
MONTEROSSO — Si chiama "Blumare" ed è la nuova rivista dei
parchi e delle aree marine protette. Si tratta del supplemento a "La Nuova
Ecologia", la rivista di Legambiente che il mese scorso ha dedicato diversi
articoli alle 5 Terre e più precisamente all'oasi marina. Gli articoli
descrivono gli scenari che i sub possono vedere anche nuotando a pelo d'acqua e
i sentieri subacquei studiati dal Parco per agevolare le immersioni, sia quelle
a portata solo dei professionisti dotati di pinne, maschere e bombole, sia
quelle fatte da chi nuota in apnea. Ma la rivista non poteva non parlare delle
acciughe di Monterosso. Facile intuire l'impatto positivo che gli articoli della
rivista avranno nel mercato turistico e in particolari tra quei turisti più
attenti all'ambiente
Peccato che le peschino davanti al persico
Immersioni... seduti in poltrona Telecamere
puntate sull'oasi blu
MONTEROSSO — Il mare alla tivù, con la folla dei suoi abitatori che
s'avvicina o s'allontana a seconda del desiderio dell'osservatore, comodamente
seduto in poltrona. In pratica, un acquario virtuale con zoomate a comando. E'
su questo binario steso fra informazione, didattica e promozione turistica che
prenderà presto a correre il destino della "Tortuga", il
ristorante-bar-nigth incappato anni fa in un provvedimento di chiusura a seguito
di uno spettacolo notturno conclusosi clamorosamente a torte in faccia,senza
risparmio dei notabili presenti. La "Tortuga"scavata
nella viva roccia del colle dei Cappuccini, dinnanzi alla maestosa Torre Aurora,
è stata presa in affitto dal Parco nazionale delle Cinque Terre ed è tuttora
sottoposta ad opere di restauro, secondo un progetto di recupero redatto
dall'architetto Angela Zattera di Monterosso. I
lavori sono eseguiti dall'Edilizia Tirrena S.p.A. e comporteranno una spesa di
182 mila euro. Di pari importo il costo delle attrezzature informatiche di cui
le sale sotterranee saranno dotate per espletare, a partire dal prossimo giugno,
l'allettante (sicuramente per i bambini) funzione di acquario.Un sistema di
telecamere collocate nelle acque della Riserva marina fra Capo Montenero e la
Punta del Mescotrasmetterà le immagini delmondo sommerso, quello statico e
quello vivente. Obiettivo puntato sui pesci, in particolare, per apprenderne le
abitudini di vita e seguirne le evoluzioni. La possibilità di manovrare
congegni che consentono di avvicinare le immagini, con possibilità di
soffermarsi sui dettagli, non fa che accrescere l'interesse intorno
all'iniziativa. Sino ad ora i privilegiati che possono contemplare, standosene
comodamente in poltrona, gli angoli più suggestivi del Parco nazionale e lo
straordinario mondo sottomarino sono i residenti nel comune di Riomaggiore, le
cui case cono collegate alla tv via cavo. Da rilevare che, a distanza di qualche
mese dall'inaugurazione dell'acquario virtuale alla "Tortuga", ad esso
si collegherà il centro d'accoglienza che il Parco ha istituito sul lungomare
di Levanto sfruttando i dismessi locali delle Ferrovie, in analogia con quanto
già realizzato nelle stazioni ferroviarie delle Cinque Terre.
di Luciano Bonati
LA SPEZIA 14/05/03
Si tuffa e muore a 41 anni
LEVANTO — Il corpo senza vita di uno spezzino di 41 anni, Luigi Sturlese, è stato trovato ieri mattina a Levanto nello specchio acqueo antistante Villa Agnelli in località «La Pietra». Il cadavere galleggiava a pelo d'acqua ed è stato notato verso le 9,15 da uno dei custodi di Villa Agnelli a circa un centinaio di metri dalla scogliera. E' scattata subito l'emergenza: sul posto sono accorsi i carabinieri della stazione di Levanto, i vigili urbani, l'ambulanza della Croce Verde levantese dirottata dal 118 e dalla Spezia il gommone dei Vigili del fuoco e la motovedetta Cp 2094 della Capitaneria di porto. Il corpo veniva recuperato dai pompieri a un centinaio di metri dal punto in cui si era tuffato. A trascinarlo al largo le correnti. La morte, secondo il medico legale di Levanto Luigi Lapucci, si farebbe risalire a tre ore prima, quindi verso le 8 del mattino. Luigi Sturlese aveva indosso il costume da bagno. Sulla scogliera della Pietra i carabinieri hanno recuperato i suoi indumenti. Le ipotesi al vaglio degli investigatori dell'Arma sono due: un malore o un suicidio. Non sono tuttavia state trovate lettere o messaggi della vittima. Si propende dunque per un malore che si è rivelato letale per il contatto del corpo con l'acqua fredda. Sturlese aveva trascorso la notte in casa di un amico a Levanto e ieri mattiva verso le 6,30 è uscito di casa senza avvertire il conoscente. Come accaduto già altre volte in passato, l'uomo faceva spesso il bagno nelle acque fredde anche nel periodo invernale. Ieri mattina il tuffo si è trasformato in tragedia. Probabilmente Sturlese probabilmente ha chiesto aiuto ma a quell'ora la sua presenza in acqua non è stata notata da nessuno ed è affogato. Dopo il nulla osta del magistrato, la salma è stata portata sulla spiaggia della Pietra e quindi trasferita, a cura della ditta «Cibiemme», all'obitorio dell'ospedale Sant'Andrea della Spezia.
Per chiarire le cause del decesso di Luigi Sturlese, che era scapolo e abitava a Campiglia, il sostituto procuratore della Repubblica della Spezia, Maurizio Caporuscio, ha disposto l'autopsia e un esame tossicologico del sangue per stabilire se l'uomo ha ingerito qualcosa prima di tuffarsi. L'esame autoptico potrebbe già effettuarsi oggi stesso.
Gian Paolo Battini e Giancarlo Bailo
L'uomo salvato altre due volte in mare Alle Grazie le sue condizioni erano disperate
LEVANTO — Già altre due volte Luigi Sturlese è stato salvato in extremis mentre faceva il bagno: ancora a Levanto, una seconda volta alle Grazie. In quest'ultima occasione lo avevano ripescato in mare i militi della Pubblica Assistenza. Era in ipotermia, non era cosciente e non respirava. Le sue condizioni era apparse disperate. Il suo corpo galleggiava in mare nei pressi della «rotonda», vicino alla chiesa graziotta. Dopo l'allarme i militi della Croce Bianca erano in acqua per recuperarlo. Immediate le manovre rianimatorie che gli hanno salvato la vita, di seguito l'arrivo di un'équipe del 118 Spezia Soccorso che, giunta alle Grazie via mare con un mezzo della Guardia Costiera, ha mantenuto le funzioni vitali dell'uomo, trasportato via mare alla Spezia, sino a quando non si è ripreso in ospedale
COMMENTO: Era un amico, Luigi. Lo incontravo spesso al Persico,
ed è vero: faceva il bagno tanto d'estate quanto d'inverno, perciò era
abituato all'acqua fredda. Lo accompagnava un grosso cane nero stile dobermann e
qualcos'altro, che solidarizzava con la mia Trudy. Luigi era una persona
normale, che chiacchierava volentieri, e amava starsene da solo. Secondo me, non
aveva alcun motivo di suicidarsi. Amava Tramonti, ma soprattutto il mare in
generale, e una persona che ama il mare, ama l'infinito. Ci sono rimasto molto
male e sentirò la sua mancanza.
«Sbagliata la crociata contro il ticket»
RIOMAGGIORE — «Non mi sento di contestare il ticket ed aggiungo che sbaglia chi lo contrasta».
E chiara l'opinione del presidente della Provincia a proposito del tanto discusso balzello istituito per chi percorre il sentiero che collega alla quota bassa le storiche borgate delle Cinque Terre.
Pino Ricciardi, il rappresentante istituzionale dell'intera «spezzinità», non si pone dunque alla testa della crociata anti ticket che s'è messa in movimento pure a livello politico: interrogazioni consiliari in Comune della Spezia ed in Regione), bensì rema in senso opposto con articolate motivazioni.
Il pedaggio, a suo giudizio,va interpretato come risorsa aggiuntiva per tre piccoli Comuni che altrimenti non riuscirebbero a gestire il fenomeno turismo, che porta sì ricchezza, ma può provocare gravi sconquassi ad un territorio fragile. Donde la priorità ad un'adeguata rete di servizi e ad una continua operadi salvaguardia del suolo, essendo venuta meno la quotidiana manutenzione da parte degli operai-vignaiuoli. Tutti noi — secondo Ricciardi — abbiamo perciò il dovere di contribuire a salvaguardare un patrimonio che abbiamo voluto fosse dichiarato «dell'umanità».
Comprensibile tuttavia — secondo il Presidente della Provincia — che nasca il problema di come considerare gli "altri spezzini", cioè i non residenti nelle Cinque Terre. Si può a suo avviso trovare il modo, fermo restando il ticket, di pervenire ad uno scambio reciproco di favori. La qual cosa non si raggiunge muovendo, come si fa, da rivendicazioni in termini di diritto, bensì invece con lo stemperamento del clima creatosi e con l'instaurazione di un rapporto di collaborazione:«Potremmo proporre un trattamento di favore per certe categorie sociali, o la fruizione dei sentieri a prezzi scontati in determinati periodi stagionali, ma ai cittadini delle Cinque Terre dovremmo a nostra volta offrire qualcosa per par condicio».
Luciano Bonati
La delusione di un escursionista: «Una passeggiata impossibile tra pericoli e frane»
TRAMONTI — Quanta delusione per un escursionista della domenica. Lui, approfittando dei ponti di questi giorni, ha deciso di tornare a fare una passeggiata a Tramonti. «E' un percorso che non faccio molto spesso — dice — per le difficoltà che questi sentieri presentano soprattutto per lo stato di abbandono in cui versano. Uno dei percorsi più belli è senz'altro quello che dalla Litoranea porta a Monesteroli passando per Fossola. L'ultima volta che ho fatto questo percorso era in novembre scorso. Purtroppo il sentiero che da Fossola arriva sopra Monesteroli è interrotto causa una frana, peraltro non segnalata da nessun cartello. Mi trovo sul ciglio dello smottamento e, pericolosamente, mi avventuro nel «guado» non riuscendo a valutare serenamente le difficoltà e i rischi; io, prudentemente, ho rifatto parte del percorso inverso e, su indicazione di gente del posto, ho preso la variante che passa più in alto, sempre molto bello meno difficoltoso anche se più lungo. Giunto sul crinale sopra le casette che compongono Monesteroli ho cominciato la discesa mozzafiato che porta nel paesino e, in prossimità delle prime case mi trovo la strada sbarrata a causa di uno smottamento, non rilevantissimo, ma tale da rendere il percorso pericoloso. A novembre questa frana non c'era ancora. Decido di assumermi qualche rischio e di proseguire. Dopo le ultime case, proprio in fondo al paesello, mi trovo davanti al cedimento del sentiero e, a questo punto, la discesa si deve interrompere obbligatoriamente. Non è tanto grande ma è in una posizione per cui è invalicabile. Il desiderio di andare al mare, che pur vedevo pochi metri sotto di me, è rimasto tale. Ingenuamente credevo che da novembre questo importante sentiero fosse stato riparato in questo punto anche perché, sebbene non sia del «mestiere», penso che i pochi contadini che ancora costruiscono i muri a secco siano in grado di metterci una pezza in poco tempo. E' possibile che, a pochi passi dal parco delle Cinque Terre, esista un tale abbandono?»
DOMANDA RETORICA: Caro escursionista, ce lo chiediamo tutte le volte
che veniamo a Tramonti. Ci chiediamo perché mai la riserva marina sia a
Riomaggiore, zona di bagnanti, e non Tramonti, zona selvaggia. Ci
chiediamo perché i contributi vadano dove gira il denaro, e non a Tramonti,
dove girano gli escursionisti.
LA REPUBBLICA 16/05/03
Un mare da amare alle Cinque Terre
CINQUE
TERRE — Cinque vele, il voto massimo per le Cinque Terre ................
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LA NAZIONE del 24/05/03
Pagano: "Il water front è un luogo magico"
LA SPEZIA — Il sindaco punta molto sul water-front. E lo fa capire
parlando per primo a Porto Lotti: "Progettare sull'acqua o nelle sue
prossimità, rivitalizzare nuove aree urbane di waterfront, riallacciare un
dialogo da troppo tempo interrotto tra il porto e le sue trasformazioni e la
città, sono alcuni dei processi in atto in molte città del mondo. I waterfront,
luoghi magici nei quali la città incontra l'acqua, il loro ridisegno, la loro
riqualificazione si sono venuti configurando sempre più come grandi occasioni
di rigenerazione e rilancio, Basti pensare ad alcuni esempi di città europee
che si sono rilanciate dopo aver ridisegnato alcune porzioni significative del
proprio tessuto: accanto ai casi più famosi di Barcellona, Lisbona, Amsterdam,
Genova, Amburgo, ci sono esempi di città di dimensioni più modeste quali
Bilbao, Salonicco, Salerno, Danzica. La comunità spezzina contribuirà a
definire le funzioni da collocare a Calata Paita e si confronterà anche sulla
questione del superamento dell'ostacolo all'accesso al mare rappresentato oggi
da Viale Italia. Dal 1860 La Spezia non è più "città di mare ",
perché a scapito del golfo, arriva l'Arsenale. Il mare non entra più in
città, è ai margini, sullo sfondo, alle nostre spalle. Il mare e la città
sono due realtà che quasi non si toccano più. Per decenni, tuttavia, la gente
ha accettato queste ferite, perché avevano portato lavoro e benessere. Negli
anni più recenti sono venute avanti anche altre sensibilità: la salvaguardia
ambientale e l'espressione di una identità locale che ha riscoperto e vuole
riappropriarsi del proprio mare. Esigenze giuste, da comporre con l'esigenza
della produzione di ricchezza. La Spezia ha dovuto fare i conti con una
questione comune alle principali città portuali italiane, le quali "sono
spesso al contempo territori bifronti, dove l'identità urbana e la tradizione
portuale non solo non si integrano, ma spesso non riescono neppure a
coabitare". Ecco, alla Spezia ci trovavamo di fronte a questa situazione,
la situazione di una conflittualità permanente tra porto e città. Questo sta
alla base dell'impostazione dei nostri strumenti urbanistici: dare razionalità
ad un porto efficiente, che mai potrà essere un "superporto".
L'intesa tra Comune e Autorità Portuale ha dato vita ad una pianificazione
concertata sull'intero sviluppo portuale con un piano innovativo che ha trovato
una felice sintesi nella comune volontà di un diverso riuso di Calata Paita. Il
concorso d'idee verrà bandito proprio a seguito dell'intesa tra Comune e
Autorità Portuale. L'area in questione dovrà costituire il naturale
prolungamento della passeggiata Morin e sarà destinata a funzioni turistiche,
quali la stazione crocieristica, ricettive, di svago e per il tempo libero. Il
Piano d'Area del primo bacino portuale non costituirà un parametro da
rispettare quanto piuttosto un riferimento per la progettazione del nuovo
waterfront che dovrà essere innanzitutto parte integrante della città,
fruibile per tutto l'arco dell'anno e non una porzione autonoma. Anche per
questo la progettazione dovrà tradursi in un disegno unitario di inquadramento
funzionale e urbanistico dell'intero fronte a mare da Via San Cipriano al
Porticciolo Mirabello".
L'acqua torna dentro la città. Le idee per
Calata Paita
LA SPEZIA —Era stracolma lo il salone di Porto Lotti dove ieri per la
prima volta la città ha discusso pubblicamente il futuro dell'area a mare tra
la Calata Paita e il Lagora. E più in generale il rapporto tra la città ed il
porto limitando, una volta tanto, le contrapposizioni frontali. L'occasione
era ghiotta. Architetti di livello mondiale hanno spiegato cosa hanno fatto per
cambiare il volto a mare di città come Oslo, Alessandria d'Egitto e Lisbona. E
questi supertecnici hanno fatto sognare più di un presente mostrando, con
filmati e diapositive, quello che si può fare dove si progetta guardando al
futuro. E in una città dove si sono costruite le discariche sopra le case,
sembra fantascienza. Ovviamente però qualche
polemica non è mancata. Il bollettino di informazione sui traffici del porto
(direttore responsabile Giorgio Bucchioni), portava sul retro della copertina
una frase di Rondolino collocata al centro in modo probabilmente casuale...:
"l'Italia è piena di fannulloni , di gente che non ha quasi niente da fare
ed ancora meno da pensare e che non vede l'ora di occuparsi di qualche cosa che
non la riguarda e di esprimere un'opinione non richiesta pur di ammazzare la
noia". Ma bando alle polemiche. In gioco
c'è un area di almeno 130mila metri quadri. I tempi ovviamente non saranno
brevi. Lo stesso vicesindaco Luigi Merlo ha ammesso che per vedere l'intera area
trasformata bisognerà attendere una decina d'anni ma ha poi aggiunto:
"Entro l'anno è mia intenzione preparare il bando per i primi 50mila
metri, quelli del primo tratto di Calata Paita, dove una volta sorgevano i silos.
E' chiaro che quello che faremo condizionerà tutto il resto". Ma
torniamo agli architetti che hanno mostrato come un fronte a mare può rinascere
senza interramenti ma anzi, riportando il mare, l'acqua, in aree dalle quali era
stato espulso. E' il caso di Alessandria, con la meravigliosa biblioteca che
finisce per immergersi nell'acqua, con il tetto con tante aperture colorate di
verde e azzurro (i colori del mare) sulla quale sono segnati i caratteri di
tutte le lingue del pianeta, dal braile per i non vedenti ai caratteri
dell'antico alfabeto egizio. Oppure Oslo, dove una costruzione bassa e rotonda
finisce per trasformarsi in una spiaggia e il tetto diventa una piazza. Persino
banale, a questo punto, Vigo, dove la strada che impediva il collegamento tra la
città e il mare è stata interrata per due chilometri. Speriamo che per viale
Italia si possa fare la stessa cosa. Anche se di questa ipotesi se ne parla da
più di 20 anni. E forse non è un caso se
Merlo nel pomeriggio, parlando delle aree dove il mare potrebbe tornare, ha
definito piazza Europa uno spazio vuoto...
Soddisfatti gli organizzatori. Giorgio Bucchioni come oratore ha ricordato i
sacrifici fatti dal porto rinunciando alla Calata Paita: "Sacrifici fatti
per passare finalmente dallo scontro alla concordia". Al mattino,
intervistato, Bucchioni aveva sollecitato tutti "ad operare senza pensare a
furbate. Il porto ha rinunciato a molto ma non può averlo fatto gratis". E
sull'ipotesi di allargare di 90 metri la passeggiata Morin, fonti interne
all'Autorità portuale l'hanno definita solo come "una possibilità offerta
agli architetti". A Bucchioni ha risposto indirettamente Pino Ricciardi,
ricordandogli la necessità di cercare il consenso sociale.
Infine Aldo Sammartano. Il presidente dell'Associazione industriali, dopo
essersi detto d'accordo sul fatto di rispettare la compatibilità ambientale e
dopo aver bocciato in modo draconiano la ricerca della compatibilità sociale,
ha ricordato la compatibilità economica: "Alla Spezia sono tante le cose
che non sono state fatte perchè non c'era la compatibilità economica".
Cosa renderà economicamente compatibile la nuova Calata Paita?
Commento
Cos'è che ha reso economicamente compatibile la fontana di Piazza
Garibaldi? Il guadagno di chi l'ha progettata e politicamente voluta. E forse
anche quello di chi l'ha costruita. Ma può anche essere che la gente che vive
lì, oggi stia molto meglio. E così, a lume di naso, non mi sembrerebbe cosa da
poco. Per Viale Italia suggerisco soluzioni d'effetto, come una serie di ponti
pedonali. L'avevano fatto i socialisti, ai tempi di Bettino. Perché, se una
cosa è buona, non viene tenuta in considerazione anche se l'ha fatta un
socialista?
LA SPEZIA — "Il dragaggio? E'
LA SPEZIA — "Il dragaggio? E' indispensabile al porto. Non lo volete?
Va bene, decidetelo a maggioranza e io proporrò la chiusura delle attività
portuali!" Non ha deluso chi lo ha aspettato fino all'ultimo il presidente
della Regione Sandro Biasotti, che ha chiuso i alle 19 i lavori del convegno sul
Water front proclamandosi convinto ambientalista. "Ma l'AP ha il dovere di
tutelare le condizioni di sviluppo degli operatori, così come le altre
istituzioni devono tutelare gli interessi di tutti. Alla Spezia ci sono tutte le
premesse per portare in fondo un progetto ambizioso, l'importante è che il mare
torni agli spezzini e con lui il porto, che va dragato perché con 9 metri di
fondale tra poco le navi non entreranno più".
LASPEZIA — Sul water front scende in
LASPEZIA — Sul water front scende in campo la Regione Liguria. Il convegno
di ieri a Porto Lotti è stato caratterizzato dall'arrivo di Sandro Biasotti
(nella foto). Intervistato prima di sedersi al tavolo degli oratori, il
presidente della Regione è entrato subito nel vivo del dibattito: "Il
piano regolatore portuale è molto equilibrato. Feci io la proposta di
mediazione che poi è divenuta realtà. E tra una decina di giorni incontrerò
il sindaco Pagano per discutere del water front e di altri argomenti. Siamo
pronti a collaborare". Sulla proprietà delle aree demaniali in
discussione, il presidente ha ribadito la sua visione federalista: "Se le
aree resteranno demaniali sono pronto a mettere a disposizione i miei rapporti
con il Ministero delle Finanze ma è chiaro che stiamo parlando del porto e
della città della Spezia". Idee precise anche rispetto alle priorità:
"Per storia e ruolo attuale ritengo che la qualità della vita sia
prioritaria. Poi la strada da scegliere per trasformare l'area a cui il porto ha
rinunciato la lascio decidere ai tecnici". Sull'ipotesi spuntata ai margini
del dibattito della creazione di una società mista Regione — Comune —
Provincia in grado di prendere in mano la Calata Paita, Biasotti appare
disponibile a discuterne: "E' chiaro che in questa partita gli enti locali
devono avere un ruolo prioritario. La società sorta a Genova è particolare.
L'ideale naturalmente sarebbe che le aree diventassero di proprietà degli enti
locali". Una volta al tavolo degli
oratori, Biasotti prima ha ricordato Ravano poi ha detto la sua sul rapporto
città-porto. "Il porto si può ampliare ma c'è un limite al suo
ampliamento. Non può essere incondizionato. Ora si movimentano un milione di
containers, possono diventare un milione e 200mila, un milione e 300mila. C'è
un limite allo sviluppo. E per quanto riguarda il water front, a Genova dove ora
c'è l'acquario c'era il porto e lavoravano i miei camion. Ora l'occupazione è
crescita di dieci volte". Secco no, infine, agli interramenti per il nuovo
fronte a mare: "Il mare deve essere fruibile, si deve vedere. Ma c'è
bisogno anche di attività commerciali, di divertimento. Il fronte a mare è un
punto d'incontro speciale".
"State parlando solo di una fettina.
L'area da salvare è ben più ampia"
LA SPEZIA — Ambientalisti in prima fila al dibattito pomeridiano sul nuovo
water—front, con Maria Elena Tartaglione che ha urlato il suo "no"
ad ogni ipotesi di interramento del lungomare Morin. In un volantino i verdi
hanno ironizzato sul possesso del mare da parte degli spezzini: "Un amore
non può essere a senso unico — scrivono — ma deve abbracciare l'intera
città". Nel convegno si è trattato unicamente del tratto costiero
"da Calata Paita al Lagora", mentre i verdi credono che il confine sia
più ampio. Condividendo, in questa direzione, la riqualificazione proposta dal
Comune e da Ap per viale San Bartolomeo, interessato nel nuovo Prp da un
importante intervento progettuale e urbanistico e dalla creazione della fascia
di rispetto. Anche Stefano Sarti, presidente regionale di Legambiente, critica
la ristrettezza dell'oggetto del convegno: "Non si può parlare di 100
metri di lungomare senza un respiro progettuale più complessivo, che abbracci
l'intero golfo, ad appena 3 giorni dal sequestro della discarica dell'Arsenale
che ha evidenziato quante criticità ambientali ci sono in casa nostra. Trovo
anch'io inaccettabile interrare il lungomare Morin, così come insediare una
stazione marittima alla Paita: da sempre sosteniamo che la sua naturale
collocazione è l'area di Fossamastra, sia per la vicinanza dei raccordi
autostradali che per l'impatto dei traghetti".
LA NAZIONE 31/05/03
Una vacanza all'interno del Parco senza muoversi dalla poltrona di casa
CINQUE TERRE — Ammirare i panorami mozzafiato delle Cinque Terre pur restando comodamente seduti sulla poltrona di casa. Presto sarà possibile grazie all' attivazione dello «sportello telematico del turista». Si tratta di un'iniziativa promossa dal Parco nazionale delle Cinque Terre in collaborazione con il ministero dell'Ambiente, volta a promuovere il territorio del celebre pentagono spezzino in tutto il mondo e alla creazione di una sorta di «comunità virtuale» che diffonda le peculiarità e le caratteristiche dei cinque borghi.
«Si tratta di un innovativo canale di comunicazione che sfrutta le moderne tecnologie per promuovere i servizi e i prodotti del Parco — dichiara Franco Bonanini, presidente del Parco — anche attraverso la vendita on-line di prenotazioni turistiche». Non solo. Gli amministratori del Parco puntano a istituire un call-center telematico a disposizione del turista 24 ore su 24, in grado di inviare via Internet informazioni in più lingue. Nel portale — www.parconazionale5terre.it — saranno diffuse anche immagini «live» della vegetazione locale e dei fondali marini, una videoteca via Internet, una galleria fotografica degli scorci panoramici più suggestivi delle Cinque Terre unitamente al calendario delle manifestazioni e al servizio meteorologico aggiornato in tempo reale.
LA NAZIONE del 12/06/03
Allarme-squalo alle 5 Terre
PERSICO — Uno squalo di oltre due metri è stato avvistato a più riprese
nel mare di Tramonti e costanti sarebbero, a giudicare da inconfondibili tracce
lasciate, i suoi spostamenti lungo tutto l'arco costiero delle Cinque Terre. Non
è un evento eccezionale in questa stagione, tuttavia non può non generare
preoccupazione fra i bagnanti che, specialmente nei fine settimana, se le
condizioni del mare non ostacolano le barche, mettono piede su ogni angolo di
scogliera che dia un minimo di ospitalità. L'inconfondibile
pinna dorsale e la sagoma del pescecane sono state notate in vicinanza del
litorale del Persico, in acque limpidissime, da un vignaiuolo del
posto. Questi, lo ha ancora avvistato qualche giorno dopo cercando,
nell'occasione, di richiamare l'attenzione di due sub che s'immergevano a poca
distanza. Nè il suo sbracciare è stato notato, nè le sue urla sono state
udite, ma per buona sorte lo squalo ha compiuto una rotazione e quindi ha preso
il largo. L'agricolore, il cui vigneto e
costituisce un panoramico terrazzo sul mare, ha avuto l'impressione che non si
trattasse di una verdesca, le cui apparizioni estive non sono rare. Erano più
frequenti una decina d'anni fa, quando ai pescatori di Monterosso che andavano
alla lampara capitava di catturarne anche tre tre o quattro in una sola battuta.
Ciò non toglie che il pericolo sia minore, poiché la verdesca, che può
raggiungere tre metri di lunghezza, è voracissima e temibile. A
rafforzare l'ipotesi di un grosso esemplare adulto che s'aggira nel mare delle
Cinque Terre ci sarebbero inoltre tracce evidenti in acque al di fuori della
riserva, dove dei pescatori hanno trovato reti strappate e due nasse gravemente
danneggiate, segno che un predatore di ragguardevole stazza aveva cercato di
forzare le maglie dell'attrezzo per banchettare con i pesci che v'erano
imprigionati. Se da un lato c'è apprensione
per la presenza di uno squalo, il che induce il bagnante alla prudenza, a non
allontanarsi troppo dalla riva, dall'altro a mettere curiosità ed interesse nei
vacanzieri c'è la presenza, in questo periodo, di molti pesci luna, che danno
spettacolo nelle loro evoluzioni con la coda fuori dall'acqua.
di Luciano Bonati