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IN AGGIORNAMENTO - 30/01/2011

Notizie 2003 - Primo semestre

Leggi il testo originale della delibera dell'UNESCO

LA NAZIONE 05/03/03
Cresce il mercato nero degli alloggi 
RIOMAGGIORE — Summit a Riomaggiore per combattere il mercato nero degli alloggi ... click per l'articolo

Polemiche bis sulla SNAM di Panigaglia 
PORTOVENERE — Nuovo fronte nel già caldo clima ........................ click per l'articolo 

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LA NAZIONE 07/03/03
L'assalto degli irlandesi. Un boom di presenze 
RIOMAGGIORE — Chissà, forse nelle nostre scogliere ritrovano la bellezza ......... click per l'articolo

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IL SECOLO XIX 16/03/03
Vernazza e Corniglia potenziano i porticcioli
CINQUE TERRE — Vernazza e Corniglia potenziano i porticcioli ..................... click per l'articolo

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LA REPUBBLICA 30/03/03
L'ambiente. Parchi naturali in pericolo 
ROMA — Per trent'anni, una pattuglia di ecologi .............................. click per l'articolo

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LA NAZIONE 30/04/03
Altolà ai ticket. Maccagno alla carica 
LEVANTO — Anche Forza Italia, con il vice presidente del consiglio provinciale Alberto Maccagno, scende in campo per chiedere lo stop del pagamento del ticket riservato ai residenti nella provincia per accedere ai sentieri delle 5 Terre. In una interrogazione inviata al presidente della Provincia Pino Ricciardi, all'assessore al turissmo Milo Campagni e a quello all'ambiente Mario Fiasella il consigliere di minoranza chiede la totale eliminazione di una «gabella mediovale» per tutti i cittadini della provincia; in particolare Maccagno si chiede, anche in base alle nuove linee di gestione del turismo previste dalla Regione Liguria, come la Provincia intenderà muoversi al fine di creare un sistema turistico comprensoriale e «non creare piccole situazioni in cui i cittadini stentano a riconoscersi». Emblematico il caso degli abitanti di Levanto che pur avendo una delle porzioni più pregiate sotto il profilo naturalistico, come il Mesco all'interno del Parco Nazionale devono, sborsare tre euro per fare una camminata nei sentieri delle Cinque Terre. 
g.c.b.

Sentieri, i lavori attesi da anni 
LA SPEZIA — Attesa a Biassa e tra gli iscritti al Cai che frequentano Tramonti per i lavori che il Comune deve fare per riaprire le vecchie strade minacciate dalle frane e dall'abbandono. Si tratta di lavori per i quali la giunta Pagano ha ottenuto da tempo ingenti finanziamenti. E rischia di perderli se non passerà dalle parole ai fatti. Così due mesi fa l'assessore ai lavori pubblici Sergio Olivieri ha annunciato che i lavori stanno per iniziare. Le antiche strade da ripristinare sono però tante. Basta leggere il «Progetto integrato di recupero, riqualificazione e valorizzazione turistica dall'arco collinare della Spezia, ambito di Ponente» redatto dal Comune a gennaio. I percorsi storici e le scalinate indicate sono via Vecchia di Biassa, l'antica mulattiera di Campiglia, l'antica strada di Tramonti di Biassa, l'antica strada di Sant'Antonio, l'antica strada della Fossola o della Costa dell'Angelo, l'antica strada comunale detta Provinciale di Monasteroli, l'antica strada comunale di Tramonti di Campiglia o del Persico e l'antica strada comunale detta Provinciale di Mezzacosta. «Le percorrenze citate — si legge nel testo — definite storicamente Mulattiere, hanno rappresentato fino agli anni Cinquanta/Sessanta l'unico sistema di collegamento con il Golfo e l'entroterra». 
A.Lup.

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LA NAZIONE del 01/05/03
Il porto vola verso i nuovi record
LA SPEZIA — Nel primo trimestre 2003 il porto della Spezia ha movimentato complessivamente 4.767.000 tonnellate di merce con un incremento generale del volume di traffico del 7,8% rispetto lo scorso anno. Le importazioni rappresentano il 58,3% del totale con 2.778.000 tonnellate sbarcate e le esportazioni il 41,7% con 1.989.000 tonnellate imbarcate.
Il traffico contenitori, nonostante l'impasse della pratica amministrativa del dragaggio dei fondali, manifesta nel trimestre forti incrementi con un totale di 258.510 teus movimentati (+11,1%) di cui 131.878 in import e 126.632 in export. In particolare crescono i contenitori pieni con 208.309 teus (+18,9%) e diminuiscono quelli vuoti movimentati con 50.201 teus (-12,8%). Si conferma così un favorevole trend di crescita che riguarda sia il principale terminalista, La Spezia Container Terminal (Contship Group), con 226.926 teus (+11,7%), sia il Terminal del Golfo (Tarros) con 26.944 teus (+6,9%), che la CLP con 4.640 teus (+5,9%).

Gli operatori turistici temono una contrazione degli affari 
MONTEROSSO — Avrà influenza, e in quale misura, l'epidemia di polmonite atipica sull'industria turistica della riviera? Le zone del mondo nelle quali più forte risuona l'allarme per la Sars, cioè la Cina, il Canada e in genere il sud-est asiatico non hanno dato finora un "gettito" di visitatori particolarmente elevato, ma è chiaro che il rischio della "gelata" ormai è concreto, senza contare l'effetto domino sugli altri paesi viciniori e quello indotto, cioè una forte riduzione dei viaggi in tutto il mondo. Ora, non è che fosse determinante l'arrivo di cinesi per ridare fiato all'economia turistica della riviera spezzina, visto che bastava un pullman per portarli tutti, però era suggestivo il fatto che nel lontanissimo estremo oriente qualcuno pensasse ad una vacanza proprio nelle Cinque Terre. E poi il trend era in aumento. Addirittura, l'anno scorso gli arrivi di cinesi erano quasi raddoppiati rispetto al 2001 passando da 16 a 30, con 65 giornate complessive di permanenza. Più consistenti le cifre relative ai turisti canadesi: 1.332 nel '99; 1.149 nel 2000; 1.654 nel 2001 e 2.037 nel 2002, con "curva" delle presenza in forte crescita: 2.988, 3.884, 4.204 e 4.706 rispettivamente negli anni indicati. Interessante si stava rivelando, prima della comparsa della Sars, anche il trend relativo ai mercati del sud-est asiatico. Le iniziali avanguardie di quei paesi erano limitate nel '99 a sole 28 persone, salite a 35 l'anno seguente. Ma nel 2001 si era già a 85, per arrivare a 127 nel 2003. Sembrano pochi, ma basta riflettere su quale distanza fisica, culturale e politica, c'è tra il Vietnam, tanto per fare un nome, e le Cinque Terre per arrivare a giudicare in fondo non disprezzabili quelle cifre, cifre per di più impreziosite dai dati sulle presenze: 51 giornate nel 1999, 198 nel 2000, 196 nel 2001 e ben 450 nel 2002. A questo punto, non resta che sperare in una rapida regressione dell'epidemia, perché sarebbe davvero un peccato l'interruzione di un rapporto limitato ma tanto promettente.

Le mitiche acciughe in vetrina
MONTEROSSO — Si chiama "Blumare" ed è la nuova rivista dei parchi e delle aree marine protette. Si tratta del supplemento a "La Nuova Ecologia", la rivista di Legambiente che il mese scorso ha dedicato diversi articoli alle 5 Terre e più precisamente all'oasi marina. Gli articoli descrivono gli scenari che i sub possono vedere anche nuotando a pelo d'acqua e i sentieri subacquei studiati dal Parco per agevolare le immersioni, sia quelle a portata solo dei professionisti dotati di pinne, maschere e bombole, sia quelle fatte da chi nuota in apnea. Ma la rivista non poteva non parlare delle acciughe di Monterosso. Facile intuire l'impatto positivo che gli articoli della rivista avranno nel mercato turistico e in particolari tra quei turisti più attenti all'ambiente
Peccato che le peschino davanti al persico

Immersioni... seduti in poltrona Telecamere puntate sull'oasi blu
MONTEROSSO — Il mare alla tivù, con la folla dei suoi abitatori che s'avvicina o s'allontana a seconda del desiderio dell'osservatore, comodamente seduto in poltrona. In pratica, un acquario virtuale con zoomate a comando. E' su questo binario steso fra informazione, didattica e promozione turistica che prenderà presto a correre il destino della "Tortuga", il ristorante-bar-nigth incappato anni fa in un provvedimento di chiusura a seguito di uno spettacolo notturno conclusosi clamorosamente a torte in faccia,senza risparmio dei notabili presenti. La "Tortuga"scavata nella viva roccia del colle dei Cappuccini, dinnanzi alla maestosa Torre Aurora, è stata presa in affitto dal Parco nazionale delle Cinque Terre ed è tuttora sottoposta ad opere di restauro, secondo un progetto di recupero redatto dall'architetto Angela Zattera di Monterosso. I lavori sono eseguiti dall'Edilizia Tirrena S.p.A. e comporteranno una spesa di 182 mila euro. Di pari importo il costo delle attrezzature informatiche di cui le sale sotterranee saranno dotate per espletare, a partire dal prossimo giugno, l'allettante (sicuramente per i bambini) funzione di acquario.Un sistema di telecamere collocate nelle acque della Riserva marina fra Capo Montenero e la Punta del Mescotrasmetterà le immagini delmondo sommerso, quello statico e quello vivente. Obiettivo puntato sui pesci, in particolare, per apprenderne le abitudini di vita e seguirne le evoluzioni. La possibilità di manovrare congegni che consentono di avvicinare le immagini, con possibilità di soffermarsi sui dettagli, non fa che accrescere l'interesse intorno all'iniziativa. Sino ad ora i privilegiati che possono contemplare, standosene comodamente in poltrona, gli angoli più suggestivi del Parco nazionale e lo straordinario mondo sottomarino sono i residenti nel comune di Riomaggiore, le cui case cono collegate alla tv via cavo. Da rilevare che, a distanza di qualche mese dall'inaugurazione dell'acquario virtuale alla "Tortuga", ad esso si collegherà il centro d'accoglienza che il Parco ha istituito sul lungomare di Levanto sfruttando i dismessi locali delle Ferrovie, in analogia con quanto già realizzato nelle stazioni ferroviarie delle Cinque Terre.
di Luciano Bonati

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LA SPEZIA 14/05/03
Si tuffa e muore a 41 anni 
LEVANTO — Il corpo senza vita di uno spezzino di 41 anni, Luigi Sturlese, è stato trovato ieri mattina a Levanto nello specchio acqueo antistante Villa Agnelli in località «La Pietra». Il cadavere galleggiava a pelo d'acqua ed è stato notato verso le 9,15 da uno dei custodi di Villa Agnelli a circa un centinaio di metri dalla scogliera. E' scattata subito l'emergenza: sul posto sono accorsi i carabinieri della stazione di Levanto, i vigili urbani, l'ambulanza della Croce Verde levantese dirottata dal 118 e dalla Spezia il gommone dei Vigili del fuoco e la motovedetta Cp 2094 della Capitaneria di porto. Il corpo veniva recuperato dai pompieri a un centinaio di metri dal punto in cui si era tuffato. A trascinarlo al largo le correnti. La morte, secondo il medico legale di Levanto Luigi Lapucci, si farebbe risalire a tre ore prima, quindi verso le 8 del mattino. Luigi Sturlese aveva indosso il costume da bagno. Sulla scogliera della Pietra i carabinieri hanno recuperato i suoi indumenti. Le ipotesi al vaglio degli investigatori dell'Arma sono due: un malore o un suicidio. Non sono tuttavia state trovate lettere o messaggi della vittima. Si propende dunque per un malore che si è rivelato letale per il contatto del corpo con l'acqua fredda. Sturlese aveva trascorso la notte in casa di un amico a Levanto e ieri mattiva verso le 6,30 è uscito di casa senza avvertire il conoscente. Come accaduto già altre volte in passato, l'uomo faceva spesso il bagno nelle acque fredde anche nel periodo invernale. Ieri mattina il tuffo si è trasformato in tragedia. Probabilmente Sturlese probabilmente ha chiesto aiuto ma a quell'ora la sua presenza in acqua non è stata notata da nessuno ed è affogato. Dopo il nulla osta del magistrato, la salma è stata portata sulla spiaggia della Pietra e quindi trasferita, a cura della ditta «Cibiemme», all'obitorio dell'ospedale Sant'Andrea della Spezia. 
Per chiarire le cause del decesso di Luigi Sturlese, che era scapolo e abitava a Campiglia, il sostituto procuratore della Repubblica della Spezia, Maurizio Caporuscio, ha disposto l'autopsia e un esame tossicologico del sangue per stabilire se l'uomo ha ingerito qualcosa prima di tuffarsi. L'esame autoptico potrebbe già effettuarsi oggi stesso. 
Gian Paolo Battini e Giancarlo Bailo 
L'uomo salvato altre due volte in mare Alle Grazie le sue condizioni erano disperate 
LEVANTO — Già altre due volte Luigi Sturlese è stato salvato in extremis mentre faceva il bagno: ancora a Levanto, una seconda volta alle Grazie. In quest'ultima occasione lo avevano ripescato in mare i militi della Pubblica Assistenza. Era in ipotermia, non era cosciente e non respirava. Le sue condizioni era apparse disperate. Il suo corpo galleggiava in mare nei pressi della «rotonda», vicino alla chiesa graziotta. Dopo l'allarme i militi della Croce Bianca erano in acqua per recuperarlo. Immediate le manovre rianimatorie che gli hanno salvato la vita, di seguito l'arrivo di un'équipe del 118 Spezia Soccorso che, giunta alle Grazie via mare con un mezzo della Guardia Costiera, ha mantenuto le funzioni vitali dell'uomo, trasportato via mare alla Spezia, sino a quando non si è ripreso in ospedale
 COMMENTO: Era un amico, Luigi. Lo incontravo spesso al Persico, ed è vero: faceva il bagno tanto d'estate quanto d'inverno, perciò era abituato all'acqua fredda. Lo accompagnava un grosso cane nero stile dobermann e qualcos'altro, che solidarizzava con la mia Trudy. Luigi era una persona normale, che chiacchierava volentieri, e amava starsene da solo. Secondo me, non aveva alcun motivo di suicidarsi. Amava Tramonti, ma soprattutto il mare in generale, e una persona che ama il mare, ama l'infinito. Ci sono rimasto molto male e sentirò la sua mancanza.

«Sbagliata la crociata contro il ticket» 
RIOMAGGIORE — «Non mi sento di contestare il ticket ed aggiungo che sbaglia chi lo contrasta». 
E chiara l'opinione del presidente della Provincia a proposito del tanto discusso balzello istituito per chi percorre il sentiero che collega alla quota bassa le storiche borgate delle Cinque Terre. 
Pino Ricciardi, il rappresentante istituzionale dell'intera «spezzinità», non si pone dunque alla testa della crociata anti ticket che s'è messa in movimento pure a livello politico: interrogazioni consiliari in Comune della Spezia ed in Regione), bensì rema in senso opposto con articolate motivazioni. 
Il pedaggio, a suo giudizio,va interpretato come risorsa aggiuntiva per tre piccoli Comuni che altrimenti non riuscirebbero a gestire il fenomeno turismo, che porta sì ricchezza, ma può provocare gravi sconquassi ad un territorio fragile. Donde la priorità ad un'adeguata rete di servizi e ad una continua operadi salvaguardia del suolo, essendo venuta meno la quotidiana manutenzione da parte degli operai-vignaiuoli. Tutti noi — secondo Ricciardi — abbiamo perciò il dovere di contribuire a salvaguardare un patrimonio che abbiamo voluto fosse dichiarato «dell'umanità». 
Comprensibile tuttavia — secondo il Presidente della Provincia — che nasca il problema di come considerare gli "altri spezzini", cioè i non residenti nelle Cinque Terre. Si può a suo avviso trovare il modo, fermo restando il ticket, di pervenire ad uno scambio reciproco di favori. La qual cosa non si raggiunge muovendo, come si fa, da rivendicazioni in termini di diritto, bensì invece con lo stemperamento del clima creatosi e con l'instaurazione di un rapporto di collaborazione:«Potremmo proporre un trattamento di favore per certe categorie sociali, o la fruizione dei sentieri a prezzi scontati in determinati periodi stagionali, ma ai cittadini delle Cinque Terre dovremmo a nostra volta offrire qualcosa per par condicio». 
Luciano Bonati 

La delusione di un escursionista: «Una passeggiata impossibile tra pericoli e frane» 
TRAMONTI — Quanta delusione per un escursionista della domenica. Lui, approfittando dei ponti di questi giorni, ha deciso di tornare a fare una passeggiata a Tramonti. «E' un percorso che non faccio molto spesso — dice — per le difficoltà che questi sentieri presentano soprattutto per lo stato di abbandono in cui versano. Uno dei percorsi più belli è senz'altro quello che dalla Litoranea porta a Monesteroli passando per Fossola. L'ultima volta che ho fatto questo percorso era in novembre scorso. Purtroppo il sentiero che da Fossola arriva sopra Monesteroli è interrotto causa una frana, peraltro non segnalata da nessun cartello. Mi trovo sul ciglio dello smottamento e, pericolosamente, mi avventuro nel «guado» non riuscendo a valutare serenamente le difficoltà e i rischi; io, prudentemente, ho rifatto parte del percorso inverso e, su indicazione di gente del posto, ho preso la variante che passa più in alto, sempre molto bello meno difficoltoso anche se più lungo. Giunto sul crinale sopra le casette che compongono Monesteroli ho cominciato la discesa mozzafiato che porta nel paesino e, in prossimità delle prime case mi trovo la strada sbarrata a causa di uno smottamento, non rilevantissimo, ma tale da rendere il percorso pericoloso. A novembre questa frana non c'era ancora. Decido di assumermi qualche rischio e di proseguire. Dopo le ultime case, proprio in fondo al paesello, mi trovo davanti al cedimento del sentiero e, a questo punto, la discesa si deve interrompere obbligatoriamente. Non è tanto grande ma è in una posizione per cui è invalicabile. Il desiderio di andare al mare, che pur vedevo pochi metri sotto di me, è rimasto tale. Ingenuamente credevo che da novembre questo importante sentiero fosse stato riparato in questo punto anche perché, sebbene non sia del «mestiere», penso che i pochi contadini che ancora costruiscono i muri a secco siano in grado di metterci una pezza in poco tempo. E' possibile che, a pochi passi dal parco delle Cinque Terre, esista un tale abbandono?» 
DOMANDA RETORICA: Caro escursionista, ce lo chiediamo tutte le volte che veniamo a Tramonti. Ci chiediamo perché mai la riserva marina sia a Riomaggiore, zona di bagnanti, e non  Tramonti, zona selvaggia. Ci chiediamo perché i contributi vadano dove gira il denaro, e non a Tramonti, dove girano gli escursionisti. 

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LA REPUBBLICA 16/05/03
Un mare da amare alle Cinque Terre 
CINQUE TERRE — Cinque vele, il voto massimo per le Cinque Terre ................ click per l'articolo

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LA NAZIONE del 24/05/03
Pagano: "Il water front è un luogo magico"
LA SPEZIA — Il sindaco punta molto sul water-front. E lo fa capire parlando per primo a Porto Lotti: "Progettare sull'acqua o nelle sue prossimità, rivitalizzare nuove aree urbane di waterfront, riallacciare un dialogo da troppo tempo interrotto tra il porto e le sue trasformazioni e la città, sono alcuni dei processi in atto in molte città del mondo. I waterfront, luoghi magici nei quali la città incontra l'acqua, il loro ridisegno, la loro riqualificazione si sono venuti configurando sempre più come grandi occasioni di rigenerazione e rilancio, Basti pensare ad alcuni esempi di città europee che si sono rilanciate dopo aver ridisegnato alcune porzioni significative del proprio tessuto: accanto ai casi più famosi di Barcellona, Lisbona, Amsterdam, Genova, Amburgo, ci sono esempi di città di dimensioni più modeste quali Bilbao, Salonicco, Salerno, Danzica. La comunità spezzina contribuirà a definire le funzioni da collocare a Calata Paita e si confronterà anche sulla questione del superamento dell'ostacolo all'accesso al mare rappresentato oggi da Viale Italia. Dal 1860 La Spezia non è più "città di mare ", perché a scapito del golfo, arriva l'Arsenale. Il mare non entra più in città, è ai margini, sullo sfondo, alle nostre spalle. Il mare e la città sono due realtà che quasi non si toccano più. Per decenni, tuttavia, la gente ha accettato queste ferite, perché avevano portato lavoro e benessere. Negli anni più recenti sono venute avanti anche altre sensibilità: la salvaguardia ambientale e l'espressione di una identità locale che ha riscoperto e vuole riappropriarsi del proprio mare. Esigenze giuste, da comporre con l'esigenza della produzione di ricchezza. La Spezia ha dovuto fare i conti con una questione comune alle principali città portuali italiane, le quali "sono spesso al contempo territori bifronti, dove l'identità urbana e la tradizione portuale non solo non si integrano, ma spesso non riescono neppure a coabitare". Ecco, alla Spezia ci trovavamo di fronte a questa situazione, la situazione di una conflittualità permanente tra porto e città. Questo sta alla base dell'impostazione dei nostri strumenti urbanistici: dare razionalità ad un porto efficiente, che mai potrà essere un "superporto". L'intesa tra Comune e Autorità Portuale ha dato vita ad una pianificazione concertata sull'intero sviluppo portuale con un piano innovativo che ha trovato una felice sintesi nella comune volontà di un diverso riuso di Calata Paita. Il concorso d'idee verrà bandito proprio a seguito dell'intesa tra Comune e Autorità Portuale. L'area in questione dovrà costituire il naturale prolungamento della passeggiata Morin e sarà destinata a funzioni turistiche, quali la stazione crocieristica, ricettive, di svago e per il tempo libero. Il Piano d'Area del primo bacino portuale non costituirà un parametro da rispettare quanto piuttosto un riferimento per la progettazione del nuovo waterfront che dovrà essere innanzitutto parte integrante della città, fruibile per tutto l'arco dell'anno e non una porzione autonoma. Anche per questo la progettazione dovrà tradursi in un disegno unitario di inquadramento funzionale e urbanistico dell'intero fronte a mare da Via San Cipriano al Porticciolo Mirabello".

L'acqua torna dentro la città. Le idee per Calata Paita
LA SPEZIA —Era stracolma lo il salone di Porto Lotti dove ieri per la prima volta la città ha discusso pubblicamente il futuro dell'area a mare tra la Calata Paita e il Lagora. E più in generale il rapporto tra la città ed il porto limitando, una volta tanto, le contrapposizioni frontali. L'occasione era ghiotta. Architetti di livello mondiale hanno spiegato cosa hanno fatto per cambiare il volto a mare di città come Oslo, Alessandria d'Egitto e Lisbona. E questi supertecnici hanno fatto sognare più di un presente mostrando, con filmati e diapositive, quello che si può fare dove si progetta guardando al futuro. E in una città dove si sono costruite le discariche sopra le case, sembra fantascienza. Ovviamente però qualche polemica non è mancata. Il bollettino di informazione sui traffici del porto (direttore responsabile Giorgio Bucchioni), portava sul retro della copertina una frase di Rondolino collocata al centro in modo probabilmente casuale...: "l'Italia è piena di fannulloni , di gente che non ha quasi niente da fare ed ancora meno da pensare e che non vede l'ora di occuparsi di qualche cosa che non la riguarda e di esprimere un'opinione non richiesta pur di ammazzare la noia". Ma bando alle polemiche. In gioco c'è un area di almeno 130mila metri quadri. I tempi ovviamente non saranno brevi. Lo stesso vicesindaco Luigi Merlo ha ammesso che per vedere l'intera area trasformata bisognerà attendere una decina d'anni ma ha poi aggiunto: "Entro l'anno è mia intenzione preparare il bando per i primi 50mila metri, quelli del primo tratto di Calata Paita, dove una volta sorgevano i silos. E' chiaro che quello che faremo condizionerà tutto il resto". Ma torniamo agli architetti che hanno mostrato come un fronte a mare può rinascere senza interramenti ma anzi, riportando il mare, l'acqua, in aree dalle quali era stato espulso. E' il caso di Alessandria, con la meravigliosa biblioteca che finisce per immergersi nell'acqua, con il tetto con tante aperture colorate di verde e azzurro (i colori del mare) sulla quale sono segnati i caratteri di tutte le lingue del pianeta, dal braile per i non vedenti ai caratteri dell'antico alfabeto egizio. Oppure Oslo, dove una costruzione bassa e rotonda finisce per trasformarsi in una spiaggia e il tetto diventa una piazza. Persino banale, a questo punto, Vigo, dove la strada che impediva il collegamento tra la città e il mare è stata interrata per due chilometri. Speriamo che per viale Italia si possa fare la stessa cosa. Anche se di questa ipotesi se ne parla da più di 20 anni. E forse non è un caso se Merlo nel pomeriggio, parlando delle aree dove il mare potrebbe tornare, ha definito piazza Europa uno spazio vuoto...
Soddisfatti gli organizzatori. Giorgio Bucchioni come oratore ha ricordato i sacrifici fatti dal porto rinunciando alla Calata Paita: "Sacrifici fatti per passare finalmente dallo scontro alla concordia". Al mattino, intervistato, Bucchioni aveva sollecitato tutti "ad operare senza pensare a furbate. Il porto ha rinunciato a molto ma non può averlo fatto gratis". E sull'ipotesi di allargare di 90 metri la passeggiata Morin, fonti interne all'Autorità portuale l'hanno definita solo come "una possibilità offerta agli architetti". A Bucchioni ha risposto indirettamente Pino Ricciardi, ricordandogli la necessità di cercare il consenso sociale.
Infine Aldo Sammartano. Il presidente dell'Associazione industriali, dopo essersi detto d'accordo sul fatto di rispettare la compatibilità ambientale e dopo aver bocciato in modo draconiano la ricerca della compatibilità sociale, ha ricordato la compatibilità economica: "Alla Spezia sono tante le cose che non sono state fatte perchè non c'era la compatibilità economica".
Cosa renderà economicamente compatibile la nuova Calata Paita?
Commento
Cos'è che ha reso economicamente compatibile la fontana di Piazza Garibaldi? Il guadagno di chi l'ha progettata e politicamente voluta. E forse anche quello di chi l'ha costruita. Ma può anche essere che la gente che vive lì, oggi stia molto meglio. E così, a lume di naso, non mi sembrerebbe cosa da poco. Per Viale Italia suggerisco soluzioni d'effetto, come una serie di ponti pedonali. L'avevano fatto i socialisti, ai tempi di Bettino. Perché, se una cosa è buona, non viene tenuta in considerazione anche se l'ha fatta un socialista?

LA SPEZIA — "Il dragaggio? E'
LA SPEZIA — "Il dragaggio? E' indispensabile al porto. Non lo volete? Va bene, decidetelo a maggioranza e io proporrò la chiusura delle attività portuali!" Non ha deluso chi lo ha aspettato fino all'ultimo il presidente della Regione Sandro Biasotti, che ha chiuso i alle 19 i lavori del convegno sul Water front proclamandosi convinto ambientalista. "Ma l'AP ha il dovere di tutelare le condizioni di sviluppo degli operatori, così come le altre istituzioni devono tutelare gli interessi di tutti. Alla Spezia ci sono tutte le premesse per portare in fondo un progetto ambizioso, l'importante è che il mare torni agli spezzini e con lui il porto, che va dragato perché con 9 metri di fondale tra poco le navi non entreranno più".

LASPEZIA — Sul water front scende in
LASPEZIA — Sul water front scende in campo la Regione Liguria. Il convegno di ieri a Porto Lotti è stato caratterizzato dall'arrivo di Sandro Biasotti (nella foto). Intervistato prima di sedersi al tavolo degli oratori, il presidente della Regione è entrato subito nel vivo del dibattito: "Il piano regolatore portuale è molto equilibrato. Feci io la proposta di mediazione che poi è divenuta realtà. E tra una decina di giorni incontrerò il sindaco Pagano per discutere del water front e di altri argomenti. Siamo pronti a collaborare". Sulla proprietà delle aree demaniali in discussione, il presidente ha ribadito la sua visione federalista: "Se le aree resteranno demaniali sono pronto a mettere a disposizione i miei rapporti con il Ministero delle Finanze ma è chiaro che stiamo parlando del porto e della città della Spezia". Idee precise anche rispetto alle priorità: "Per storia e ruolo attuale ritengo che la qualità della vita sia prioritaria. Poi la strada da scegliere per trasformare l'area a cui il porto ha rinunciato la lascio decidere ai tecnici". Sull'ipotesi spuntata ai margini del dibattito della creazione di una società mista Regione — Comune — Provincia in grado di prendere in mano la Calata Paita, Biasotti appare disponibile a discuterne: "E' chiaro che in questa partita gli enti locali devono avere un ruolo prioritario. La società sorta a Genova è particolare. L'ideale naturalmente sarebbe che le aree diventassero di proprietà degli enti locali". Una volta al tavolo degli oratori, Biasotti prima ha ricordato Ravano poi ha detto la sua sul rapporto città-porto. "Il porto si può ampliare ma c'è un limite al suo ampliamento. Non può essere incondizionato. Ora si movimentano un milione di containers, possono diventare un milione e 200mila, un milione e 300mila. C'è un limite allo sviluppo. E per quanto riguarda il water front, a Genova dove ora c'è l'acquario c'era il porto e lavoravano i miei camion. Ora l'occupazione è crescita di dieci volte". Secco no, infine, agli interramenti per il nuovo fronte a mare: "Il mare deve essere fruibile, si deve vedere. Ma c'è bisogno anche di attività commerciali, di divertimento. Il fronte a mare è un punto d'incontro speciale". 

"State parlando solo di una fettina. L'area da salvare è ben più ampia" 
LA SPEZIA — Ambientalisti in prima fila al dibattito pomeridiano sul nuovo water—front, con Maria Elena Tartaglione che ha urlato il suo "no" ad ogni ipotesi di interramento del lungomare Morin. In un volantino i verdi hanno ironizzato sul possesso del mare da parte degli spezzini: "Un amore non può essere a senso unico — scrivono — ma deve abbracciare l'intera città". Nel convegno si è trattato unicamente del tratto costiero "da Calata Paita al Lagora", mentre i verdi credono che il confine sia più ampio. Condividendo, in questa direzione, la riqualificazione proposta dal Comune e da Ap per viale San Bartolomeo, interessato nel nuovo Prp da un importante intervento progettuale e urbanistico e dalla creazione della fascia di rispetto. Anche Stefano Sarti, presidente regionale di Legambiente, critica la ristrettezza dell'oggetto del convegno: "Non si può parlare di 100 metri di lungomare senza un respiro progettuale più complessivo, che abbracci l'intero golfo, ad appena 3 giorni dal sequestro della discarica dell'Arsenale che ha evidenziato quante criticità ambientali ci sono in casa nostra. Trovo anch'io inaccettabile interrare il lungomare Morin, così come insediare una stazione marittima alla Paita: da sempre sosteniamo che la sua naturale collocazione è l'area di Fossamastra, sia per la vicinanza dei raccordi autostradali che per l'impatto dei traghetti".

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LA NAZIONE 31/05/03
Una vacanza all'interno del Parco senza muoversi dalla poltrona di casa 
CINQUE TERRE — Ammirare i panorami mozzafiato delle Cinque Terre pur restando comodamente seduti sulla poltrona di casa. Presto sarà possibile grazie all' attivazione dello «sportello telematico del turista». Si tratta di un'iniziativa promossa dal Parco nazionale delle Cinque Terre in collaborazione con il ministero dell'Ambiente, volta a promuovere il territorio del celebre pentagono spezzino in tutto il mondo e alla creazione di una sorta di «comunità virtuale» che diffonda le peculiarità e le caratteristiche dei cinque borghi. 
«Si tratta di un innovativo canale di comunicazione che sfrutta le moderne tecnologie per promuovere i servizi e i prodotti del Parco — dichiara Franco Bonanini, presidente del Parco — anche attraverso la vendita on-line di prenotazioni turistiche». Non solo. Gli amministratori del Parco puntano a istituire un call-center telematico a disposizione del turista 24 ore su 24, in grado di inviare via Internet informazioni in più lingue. Nel portale — www.parconazionale5terre.it — saranno diffuse anche immagini «live» della vegetazione locale e dei fondali marini, una videoteca via Internet, una galleria fotografica degli scorci panoramici più suggestivi delle Cinque Terre unitamente al calendario delle manifestazioni e al servizio meteorologico aggiornato in tempo reale. 

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LA NAZIONE del 12/06/03
Allarme-squalo alle 5 Terre
PERSICO — Uno squalo di oltre due metri è stato avvistato a più riprese nel mare di Tramonti e costanti sarebbero, a giudicare da inconfondibili tracce lasciate, i suoi spostamenti lungo tutto l'arco costiero delle Cinque Terre. Non è un evento eccezionale in questa stagione, tuttavia non può non generare preoccupazione fra i bagnanti che, specialmente nei fine settimana, se le condizioni del mare non ostacolano le barche, mettono piede su ogni angolo di scogliera che dia un minimo di ospitalità. L'inconfondibile pinna dorsale e la sagoma del pescecane sono state notate in vicinanza del litorale del Persico, in acque limpidissime, da un vignaiuolo del posto. Questi, lo ha ancora avvistato qualche giorno dopo cercando, nell'occasione, di richiamare l'attenzione di due sub che s'immergevano a poca distanza. Nè il suo sbracciare è stato notato, nè le sue urla sono state udite, ma per buona sorte lo squalo ha compiuto una rotazione e quindi ha preso il largo. L'agricolore, il cui vigneto e costituisce un panoramico terrazzo sul mare, ha avuto l'impressione che non si trattasse di una verdesca, le cui apparizioni estive non sono rare. Erano più frequenti una decina d'anni fa, quando ai pescatori di Monterosso che andavano alla lampara capitava di catturarne anche tre tre o quattro in una sola battuta. Ciò non toglie che il pericolo sia minore, poiché la verdesca, che può raggiungere tre metri di lunghezza, è voracissima e temibile. A rafforzare l'ipotesi di un grosso esemplare adulto che s'aggira nel mare delle Cinque Terre ci sarebbero inoltre tracce evidenti in acque al di fuori della riserva, dove dei pescatori hanno trovato reti strappate e due nasse gravemente danneggiate, segno che un predatore di ragguardevole stazza aveva cercato di forzare le maglie dell'attrezzo per banchettare con i pesci che v'erano imprigionati. Se da un lato c'è apprensione per la presenza di uno squalo, il che induce il bagnante alla prudenza, a non allontanarsi troppo dalla riva, dall'altro a mettere curiosità ed interesse nei vacanzieri c'è la presenza, in questo periodo, di molti pesci luna, che danno spettacolo nelle loro evoluzioni con la coda fuori dall'acqua. 
di Luciano Bonati

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