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IN AGGIORNAMENTO - 30/01/2011

Notizie 2001(1° Semestre)

Leggi il testo originale della delibera dell'UNESCO

LA NAZIONE del 14/01/01
Un miliardo per il centro di accoglienza
RIOMAGGIORE — Importanti notizie arrivano dall'incontro sul tema "Cinque Terre un territorio da salvare" svoltosi venerdì presso il castello di Riomaggiore alla presenza del vice ministro all'ambiente il diessino Valerio Calzolaio, dei senatori Luigi Grillo e Lorenzo Forcieri, del presidente della Provincia Pino Ricciardi, e del vice presidente della Regione Liguria Franco Orsi. Sulle tre priorità del Parco nazionale cioè il recupero del territorio, l'operazione delle terre incolte e la ristrutturazione delle stazioni ferroviarie il presidente Franco Bonanini (nella foto) ha confermato nell'ordine l'erogazione di contributi per gli agricoltori che andranno a coprire gli interessi per il sostegno di nuove aziende, a mille ammontano infatti le richieste di utilizzo dei terrazzamenti incolti ed a giorni saranno assegnati i primi due lotti uno a tre giovani spagnoli ed uno a Giulio Rapetti in arte Mogol che è ormai cittadino delle Cinque Terre. Per le stazioni ferroviarie la bella notizia arriva dal ministero dell'ambiente che ha erogato un miliardo di lire per il centro di accoglienza che sarà gestito assieme all'Apt di Lucia Solaro. Solo la stazione di La Spezia rimarrà in gestione delle Fs con la società Trenitalia ma sarà dedicato un apposita ala solo alle Cinque Terre dove si potrà acquistare l'apposita card che darà diritto di accetto al parco attraverso una linea di metropolitana leggera. Sempre il ministero dell'ambiente ha disposto l'erogazione di un contributo di un miliardo e mezzo per la totale riapertura della Via dell'Amore. Il vicepresidente della Regione Franco Orsi ha confermato che il presidente Sandro Biasotti ha invitato ufficialmente il neo presidente degli Stati Uniti George W. Bush a visitare le Cinque Terre per il G8. Mentre il senatore Luigi Grillo ha indicato nelle fondazioni bancarie, soggetti privati, che hanno lo scopo della promozione dello sviluppo locale, la via da seguire per i nuovi finanziamenti anche per uscire dalla logica della economia assistita. Tutti qualificati gli interventi tecnici da segnalare quello di Tiziano Mannoni che sta mettendo a punto uno studio per codificare tutte le regole per la costruzione dei muretti a secco. Da Mariolina Besio la notizia che a metà marzo sarà presentato il piano del parco. Lo stesso sottosegretario Calzolaio ne è rimasto stupefatto visto e considerato che altri parchi a dieci anni di distanza dalla loro costituzione lo stanno ancora elaborando, da qui il vero miracolo delle Cinque Terre che tradotto in termini terrestri significa la tenacia del presidente Franco Bonanini nel perseguire il suo mandato.
di Gian Carlo Bailo

Tramonti in rivolta. Domani protesta dall'assessore
Tramonti in rivolta. Domani protesta dall'assessore
LA SPEZIA — Hanno estratto l'ascia di guerra e dopo mesi di tentativi concilianti domani alle 18 saranno in Comune dall'assessore Andrea Orlando per far sentire le proprie ragioni. Una settantina di persone dell'"Associazione Vivere Tramonti" e di altri gruppi si sono riunite ieri sera al ristorante Mediterraneo sulla litoranea per contestare le varianti al Piano urbanistico comunale che il Comune della Spezia si prepara a varare. Forti le critiche al sindaco Giorgio Pagano e al presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre, Franco Bonanini. Molte le invettive contro entrambi: il primo reo di non aver voluto ascoltare le ragioni della gente del posto, il secondo colpevole di volersi accaparrare tutte le case di Tramonti. Dicono che le considera tutte abusive. Ovviamente forte l'opposizione all'atto unilaterale d'obbligo, lo strumento che obbliga tutti i proprietari a coltivare da 300 a 2000 metri di terra. Pena l'esproprio del bene.
P. Cast

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Mario Cidale
Sento parlare di porre la statua di una sirena a Monestaroli: meno male, perché è proprio quello di cui Tramonti ha bisogno: una sirena, che suoni l’allarme come in tempo di guerra per segnalare le frane, quando i turisti fruitori del territorio si azzarderanno a percorrerlo. Mi chiedo se dietro ad una manovra del genere non ci sia l’interesse privato di qualcuno, anche perché proprio nella Nazione di ieri ho potuto leggere due articoli: uno, un trafiletto di poche righe, che segnala il malcontento della popolazione di Biassa, esasperata e tradita dalle promesse, anche se mezze, degli Amministratori. In quelle quattro righe (mah, il giornalista ha persino scattato fotografie…..) si dice che la gente andrà a protestare in comune, senza però dare le necessarie e opportune spiegazioni. L’altro, ben più esauriente e circostanziato, con corollario di fotografia, espone come a Riomaggiore si distribuiscano miliardi in finanziamenti per le attività nel parco delle 5 terre. Il tutto impreziosito da interventi di tecnici qualificati, che raggiungono l’apoteosi con lo studio di Tiziano Mannoni, nel quale si cerca di codificare le regole per la costruzione dei muretti a secco. Che dire? La solita vecchia storia: parla e ha spazio chi non conosce. Apprendo anche che stanno per essere assegnati i primi famosi lotti di terreno incolto: a tre giovani spagnoli e al grande Mogol! Ecco, è qui che ho avuto conferma delle mie supposizioni, più volte espresse. Si tratta di un preciso disegno politico, in virtù del quale si porteranno soldi e ancora soldi nelle 5 Terre. Infatti, chi può permettersi di dissodare e coltivare terre in quel di Tramonti, se non gente con il portafoglio ben imbottito, che possono tranquillamente, e per hobby, creare aziende anche in perdita, le quali, grazie ai contributi, potranno forse dare lavoro a contadini comunitari e non. Ad un certo punto,  riusciranno anche a produrre del buon vino (di certo non sarà mai come il nostro), e a spacciarlo per vino di Tramonti, con soddisfazione dell’imprenditore che ci guadagnerà. Invece, noi poveri raccattatori di pagnotta in Arsenale, in comune, o in aziende private, saremo costretti a coltivare precise quantità di terreno, se vorremo mantenere l’integrità, e il possesso, del nostro fabbricato. L’alternativa sarà abbandonare. Ecco cosa pensavo io, di una sinistra progressista e democratica: visto che a Tramonti ci vivo, pensavo che mi avrebbero chiesto: caro signore, vorrebbe coltivare un po’ di più questa terra? Se lo fa, le diamo una mano, perché ci rendiamo conto che per seguire la sua terra, lei dovrà abbandonare il lavoro, che le da la possibilità di comprarsi la pagnotta. Stia tranquillo, le daremo contributi e faremo in modo che venda i suoi prodotti, così che possa, oltre che sopravvivere, anche coltivare i suoi hobby e vivere una vita decente. Le forniremo anche dei servizi sul territorio, in modo che le sue figlie possano frequentare la scuola senza passare il monte a piedi, come purtroppo fecero i suoi ‘veci’. Purtroppo non è così: nel comune di Riomaggiore si costruisce un residence, proprio sopra i terrazzamenti, a due passi dal territorio di Tramonti, per cui sorge spontanea una domanda: ma quanti mila metri quadri dovranno coltivare i padroni del residence? E quelli del costruendo bar al bivio per Riomaggiore, sede del mitico e rimosso Container? Ma è chiara la funzione: Tramonti deve restare una zona agricola dove la gente porta le corbe in spalla, perché i turisti delle 5 Terre possano prendere atto della fatica che occorre. E, siccome non si potrà neanche più costruire il bagno (in alcuni casotti, non è possibile costruire un gabinetto senza mutare i volumi, perché significa cambiare la destinazione d’uso del casotto: da capanno degli attrezzi a cesso), potranno anche prendere atto del fatto che, per espletare le funzioni fisiologiche primarie, il contadino e la contadina si dovranno porre sotto un pergolo e ……. I nostri amministratori potranno così fregiarsi di una zona unica al mondo, e gloriarsi per essere quelli che hanno salvato Tramonti dalle frane. Potranno mostrare con orgoglio il loro lavoro: filari dritti e campi ordinati, muretti a secco studiati con il computer. Ma senza quell’estro, così vicino all’arte, che ci vuole per farli essere vigneti di Tramonti. E in Regione? Anche lì qualche mezza promessa, e poi…  Cito un articolo letto sul quotidiano LIBERO - 13/01/01, firma Iuri Maria Prado  “…… maggioranza ‘moderata’, che in Italia significa approvare con l’avversario le leggi che l’80% degli elettori di una parte e dell’altra non voterebbero mai……” 

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LA NAZIONE del 25/01/01
LA SPEZIA — La tassa sui rifiuti è
LA SPEZIA — La tassa sui rifiuti è un tributo giusto? Alcuni sostengono di no. Portando l'esempio dei proprietari di ruderi di Tramonti: si tratta di ruderi, non di casette aggiustate alle quali non viene offerto alcun servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti e questo basterebbe come motivazione. I proprietari infatti devono comunque corrispondere all'amministrazione comunale la tassa sullo smaltimento e raccolta dei rifiuti, anche se non il servizio non viene erogato. Per capirne di più abbiamo parlato con Luca Natale, esperto di diritto dell'ambiente e del territorio il quale ci chiarisce subito che questo balzello non è frutto della recente attenzione all'ambiente o all'istituzione del Parco nazionale ma è stato istituito nel lontano 1931 per essere modificato nel 1982. "L'assurdo – precisa Luca Natale – non è l'esistenza di una tassa per la salvaguardia dell'ambiente ma che questa tassa sui rifiuti sia collegata alla stima che addetti preposti fanno per l'Ici. Il cittadino in sostanza dovrebbe pagare la tassa sugli immobili (al 7 per cento quando si trtta di seconda casa, del resto non ci sono case logicamente abitabili come prima abitazione, né sono locabili) sula base di un valore che non trova alcun fondamento. Secondo Luca Natale però un modo per uscire da questa situazione ci sarebbe. "Fermo restando la totale illegittimità della richiesta da parte del Comune esiste un articolo, il 68 comma 1 lett.A, del decreto legislativo 507 del '93 che conferisce ai Comuni la possibilità di prevedere nel regolamento comunale l'articolazione di locali e aree in più sottocategorie in base ad eventuali diverse attività che risultino presenti con conseguenti applicazioni di tariffazioni diverse. Quindi, laddove non viene erogato alcun servizio o laddove vengono espletati da volontari del luogo, penso che sia giusto avvalersi di tale deroga". Deroga che peraltro è applicata da parte degli amministratori e tecnici dei Comuni delle Cinque Terre e della Alta e Media Val di Vara, oltre che da quasi tutti i borghi montani del nord Italia.
"In ogni caso, — continua Natale — si può anche prendere in esame l'articolo 2 della Legge 498 del 1992 ("Interventi in materia di finanza pubblica") che offre la possibilità agli organi amministrativi di adottare modalità eque attraverso emanazione di decreti legislativi per quanto concerne la giusta correlazione tra tariffa richiesta , qualità e quantità dei rifiuti trattati e relativi costi . In pratica, la legge dovrebbe tenere conto dei servizi e dell'organizzazione della raccolta differenziata. Noi siamo un palmo indietro". E' comunque chiaro che il costo dei servizi non grava sulle spalle dei Comuni (l'esempio di Tramonti, Biassa e Campiglia o alcune frazioni di Sesta Godano ecc..) ma sulle tasche dei cittadini che si vedono costretti a gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in proprio. Un po' come se fosse istituita la tassa per il consumo di acqua, gas o energia elettrica nelle abitazioni non servite da tali servizi in base alle dimensioni dell'abitazione o al numero dei membri della famiglia: se non consumano in genere non pagano.
di Adriana Beverini

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LA NAZIONE del 26/01/01
Vincoli: pomeriggio rovente poi, nella notte, l'ora della verità
TRAMONTI — Molto numerosi gli abitanti di Biassa e di Campiglia che hanno presenziato al consiglio comunale della Spezia di ieri sera. Per tutta la giornata di ieri era andato avanti il confronto tra le associazioni delle frazioni e l'assessore Andrea Orlando. Oggetto del contendere i vincoli urbanistici da inserire nel piano urbanistico del comune della Spezia per le aree di Campiglia e Tramonti facenti parte del Parco delle Cinque Terre. Un risultato secondo l'assessore ci sarebbe già. Se non si rispettano i vincoli di coltivazione sarebbe cassato l'obbligo della demolizione delle opere che permettono l'abitabilità. La cosa è invece contestata dalle associazioni. "Rimane l'illegittimatà dell'opera -sostengono- che equivale a dire che una struttura è abusiva, quindi da demolire". Un' annosa querelle che fa perdere la pazienza anche ad Orlando. "L'accordo si fa tra due parti che dialogano: le associazioni non possono chiedere al comune di sottoscrivere tutti i loro dictat". Secondo Orlando diversi sono ancora i momenti dedicati alle osservazioni per la stesura del Puc e quindi ampio lo spazio per il confronto. Le posizioni sono ancora distanti anche se le associazioni sospettano che si voglia cacciare la gente dalle frazioni di Tramonti.
di Pierluigi Castagneto

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LA NAZIONE 02/02/01
BIASSA — La chiesa di San Martino
BIASSA — La chiesa di San Martino di Biassa, opera di scalpellini locali, la cui costruzione è stata fatta risalire dal Mazzini al secolo XV, domina dall'alto l'abitato e sembra proteggere il paese. I biassei, sia quelli religiosi e devoti, sia i laici più convinti, sono affezionati a questa chiesa che rinnova nel nome l'assai più antica San Martino Vecchio i cui resti sono sepolti tra la vegetazione del monte Verrugoli, sede del primitivo paese di Biassa. Forse è per questo che tutto ciò che accade alla loro chiesa è un po' come se accadesse a loro. Dimenticati i biassei si sono sempre sentiti e ora si accorgono con tristezza che il disinteresse mostrato nel tempo per il loro paese, viene manifestato anche nei confronti della loro chiesa. E di ciò si indignano. E al di là dell'emotività, in effetti qualche problema ultimamente San Martino lo ha avuto, finita com'è di recente alle cronache per la scomparsa degli antichi registri nei quali, nei secoli era stata registrata la vita del paese; registri finiti sulle bancarelle del mercatino dell'antiquariato a Sarzana.
Per questo motivo siamo venuti a Biassa a parlare con la gente e a visitare la chiesa ma abbiamo dovuto limitarci a guardarla di fuori, perché trovarla aperta pare che sia molto difficile. Per questo motivo abbiamo dovuto accontentarci di farcela "raccontare", la chiesa di San Martino, da un biasseo doc, Giancarlo Natale che ci è stato proziosa guida in questo viaggio.
"Don Bonaventura Giannini — spiega Natale — ci ha lasciato la descrizione di alcune preziose opere esistenti all'interno della chiesa alla fine degli anni trenta: la lampada del SS. Sacramento in ferro battuto, altre due lampade simili, tre poltrone del XV secolo, forse provenienti dalla chiesa di San Francesco grande (oggi chiusa dentro l'Arsenale e ridotta a deposito). Nella sacrestia dieci mortaretti di bronzo risalenti al 1400 con San Martino in rilievo, mentre appesi alla parete c'erano due quadri di buona mano artistica: uno rappresentante S. Martino con ai lati S. Rocco e S. Cateriuna, l'altro i Santi Quattro. Nell'abside un antico coro ligneo intagliato dietro un altare barocco del Settecento. Sino a qualche anno fa era visibile appeso ad una parete un piatto in ottone raffigurante una scena del Paradiso terrestre con Adamo, Eva, l'albero delle mele e il serpente. Forse si trattava di un elemosiniere di epoca medievale. Vicino al piatto una pesantissima serratura trovata nel 1947 durante gli scavi effettuati vicino a S. Martino vecchio e che forse chiudeva una delle tre porte della chiesa. Infisse nel muro, una di fronte all'altra, due opere in marmo (pare del 1400) rappresentanti un insolito S. Martino giovinetto e l'altra un pregevole tabernacolo. In una nicchia poi vi è la Madonna del Rosario, riccamente addobbata e adorna di orecchine e collane d'oro. Nei secoli passati era infatti consuetudine che le donne di Biassa offrissero doni alla Madonna per ottenere grazie".

di Adriana Beverini

BIASSA — Insomma, una chiesa con una
BIASSA — Insomma, una chiesa con una sua antica storia, con opere preziose a testimoniarla. E che i biassei abbiano amato adornare San Martino di opere d'arte lo testimonia anche la storia recente. Nella nicchia di un altare laterale è conservata un'opera in marmo dei Santi Quattro scolpita nel 1936 da Guglielmo Carro che è autore anche dell'altra statua raffigurante San Enecone. I parrocchiani, ultimamente hanno però avuto modo di constatare con rammarico e lamentarsi per la scomparsa di alcuni degli oggetti sopracitati. Il fatto è sfociato nella protesta di alcune donne che si sono opposte a che fossero portati altrove gli antichi quadri appesi nel presbiterio e che per la loro protesta sono state apostrofate in maniera poco gentile dal parroco che tra l'altro a Biassa si vede solo saltuariamente. Ma il malumore non deriva solo dalla scomparsa di antichi registri e altri oggetti sacri e preziosi ma anche dal degrado in cui versa la chiesa. Vedere per credere: non è stata ancora sostituita la copertura in eternit. Disinteresse che tra l'altro si estende anche alla vicina antica confraternita nella quale il soffitto sta ormai crollando. I biassei avevano chiesto al parroco di poterla risistemare e adibirla a circolo culturale ma la risposta non è mai arricata. E così ora la confraternita è chiusa e dentro ci sono (ma si sono ancora?) solo tanti crocifissi lignei mentre il soffitto sta crollando.
A.B.

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LA NAZIONE del 03/02/01
LA SPEZIA — L' acqua del mare delle
LA SPEZIA — L' acqua del mare delle Cinque Terre sarà usata per fare un prodotto farmaceutico che sarà presto messo in commercio prima in Italia, e successivamente in tutta Europa. Lo hanno reso noto la Provincia della Spezia, l' Apt e il Parco delle Cinque Terre. L' idea è venuta ad una casa farmaceutica italiana, che userà appunto il mare delle Cinque Terre, "uno dei più puliti del Mediterraneo secondo le statistiche di Legambiente", per un prodotto per l' igiene nasale, che sarà rivolto sia ai bambini sia agli adulti. Il prodotto sta per essere lanciato in Italia e in Grecia, e nei prossimi mesi, anche negli altri Paesi d' Europa. L' iniziativa sarà presentata dalla Provincia della Spezia, dall' Azienda di promozione turistica e dal Parco nazionale delle Cinque Terre a Milano nella giornata di mercoledì 16 febbraio in occasione dell' edizione 2001 della Bit, la Borsa internazionale del turismo

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LA NAZIONE del 28/02/01
PORTO VENERE _ C'è ancora il
PORTO VENERE _ C'è ancora il progetto per il nuovo parco regionale di "Porto Venere e delle Isole" negli argomenti importanti trattati in questi giorni nel territorio di ponente del golfo. Si tratta di una discussione mNon conosco l'autore!olto ampia che vede impegnate forze politiche e abitanti. Sono proprio i residenti ad avere i maggiori timori per la nascita di questo parco, in particolare sul rischio che con esso arrivino anche nuovi vincoli e divieti. In questi giorni si sono tenuti incontri e riunioni e quello che appare più chiaro è che il parco interessa solo se non limita le libertà, in particolare le attività venatorie e la pesca, di chi abita la zona.
Sia chiaro, il parco che dovrebbe sorgere a Porto Venere è indubbiamente una grossa opportunità, sia per la qualità ambientale unica nel suo genere, che per le implicazioni turistiche che ne potrebbero derivare. Ma c'è anche la possibilità che grazie al parco si possa iniziare a ragionare sulla smilitarizzazione dell'isola del Tino, possibile oasi naturalistica per eccellenza. Eppure il parco fa anche paura, paura che assieme a lui arrivino aree dove non sarà possibile nemmeno transitare con la barca, figuriamoci andare a pescare. Proprio su questo si registrano i maggiori attriti.
Ma la costituzione di un parco comunque, questa deve però essere una scelta politica chiara sulla legge istitutiva, non è detto porti sempre e solo a dei divieti, infatti esistono strumenti che possono garantire ai residenti il diritto di svolgere attivista tradizionali sul mare, come proprio la pesca, o attività venatorie, e non con una deroga che può sempre essere tolta, ma con garanzie precise. Per esempio sul "caso caccia" il dilemma si risolverebbe lasciando certe aree al confine del parco e destinandole come "aree contigue", cioè sotto controllo e gestione del parco, ma dove si può comunque andare a caccia in un regime regolamentato, ad esempio solo i residenti.
Nella foto: l'isola del Tino
di Alberto Vignali

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LA NAZIONE del 01/03/01
Parco dei promotori, Schiaffino contro il colpo di spugna "Sarebbe una sciagura". Domani un'assemblea popolare
LEVANTO — L'annuncio della bocciatura in Commissione del Consiglio Regionale della proposta dei sindaci per il Parco dei Promontori, hanno portato il sindaco di Levanto Marcello Schiaffino (nella foto) a richiedere al Presidente Michele Goller la convocazione urgente di un Consiglio Comunale e ad organizzare un incontro-dibattito a Levanto, presso l'Auditorium dell'Ospitalia del Mare, venerdì 2 marzo 2001 alle ore 16.00.La proposta dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia e Comunità Montane, presenti sul territorio da Levanto a Sestri Levante, scaturita da dibattiti e confronti all'interno della nostra comunità e sostenuta dal Consiglio Comunale, è stata bocciata in Commissione dopo che la Giunta Regionale la aveva recepita senza modifiche. Il sindaco di Levanto, Marcello Schiaffino, ha dichiarato: "Considero questo un fatto grave a cui mi auguro il Consiglio Regionale voglia porre rimedio; la nostra è una proposta sì di compromesso, ma alto, fatto prevedendo a parco le aree a maggiore interesse naturalistico dal Mesco a Punta Manara (circa 760 ha), un metodo che è stato apprezzato da autorevoli ricercatori dell'Università di Genova del prestigio del prof. Tiziano Mannoni. Chiediamo che le restanti aree, prima del '95 denominate cornice, abbiano una norma di sostegno all'attività agricola atta a favorire il mantenimento della presenza e della attività dell'uomo; a tale proposito auspichiamo che la Regione si doti di una adeguata legge. A questo va unita la penalizzazione a cui saranno soggetti i titolari delle attività turistico-commerciali, artigianali e agricole, oltre che i Comuni, i quali non avranno più -se il parco verrà eliminato - quella priorità sui finanziamenti che la norma di legge prevede; e ciò accade alla vigilia dell'uscita dei bandi regionali per i finanziamenti sul piano rurale 2000-2006, Leaderplus ed Obiettivo 2, oltre a quelli per le attività, turistico, ricettive e balneari".Il Sindaco conclude affermando: "Tutto ciò rappresenterebbe una sciagura per una comunità come la nostra; per evitarla faccio appello, non solo al Consiglio Comunale, ma anche alla mobilitazione di coloro cui sta a cuore il futuro di Levanto e della riviera".

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LA NAZIONE del 03/03/01
LA SPEZIA — I proprietari le
LA SPEZIA — I proprietari le chiamano baracche. E per dimostrare la 'povertà' dei manufatti, indicano i tetti con le onduline plastiche o le pareti di legno. Qua è là, spuntano lenze e palamiti, in simbiosi con pale e forbici per potare le vigne, testimonianze-reperto della figura, ormai d'epoca, del contadino-pescatore. Parzialmente protette dal libeccio dal piccolo promontorio che fa scudo, non hanno retto l'offensiva scatenate dalla giustizia penale nell'area del parco delle Cinque Terre. Per quelle baracche, col tempo diventati spartane (e invidiate) dimore per trascorre le vacanze, sono scattati i sequestri. A firmarli è stato il pm Rodolfo Attinà, responsabile della sezione ambiente e territorio della Procura della Repubblica, all'esito dei rapporto degli uomini del Corpo Forestale dello Stato che, non appena assunte le funzioni di 'paladini' dell'area protetta, hanno indagato sull'anomalia. E cioè su nove casette mono-locale, in muraturaLa Gaiada vista dalle baracche dello scao (A. Canese) o di legno, realizzate, senza alcuna autorizzazione, sul cosiddetto "scalo di Schiara", in piena area demaniale, in quanto tale 'inviolabile'. Nel decreto di sequestro sono formalizzate le accuse: arbitraria invasione di terreno pubblico e arbitraria occupazione del demanio marittimo. Ne devono rispondere Tersilio Bertano, Luciano Cidale, Giancarlo Natale, Lombardo Medardo, Lombardo Luciano, Dante Sommovigo, Gianardi Walter, tutta gente con 'radici' in quel di Biassa, paese le cui "appendici" marine sono, appunto, quelle di Schiara insieme a Tramonti, Fossoli e Monesteroli, dove c'è ancora chi mantiene i muretti a secco e coltiva fazzoletti di terra per strapparla al degrado. Quelle case sono raggiungibili solo attraverso uno stretto e insidioso sentiero, a prova di scalatore, che dalla collina porta al mare. L'iniziale destinazione d'uso delle 'baracche' era quella per il supporto alle attività della pesca, insieme al ricovero di attrezzi agricoli. Le prime costruzioni risalgono ad una ventina di anni fa. I proprietari, nel 1986, chiesero al Comune della Spezia il condono edilizio. Ma lì, nell'area demaniale, nessuna sanatoria è possibile. E il reato è permanente. Insomma. non c'è prescrizione che tenga.
Gli investigatori, in parallelo al sequestro, hanno notificato il decreto al Ministero delle finanze (quale parte offesa), al Ministero dei trasporti e della navigazione (quale parte offesa), all'Ufficio del Territorio, all'ufficio Area tecnica edilizia privata del Comune della Spezia. In quest'ultimo caso il pm traccia nel decreto, seppur indirettamente, il percorso da sviluppare: l'avvio delle procedure per l'esecuzione delle demolizioni.
di Corrado Ricci

Cinque Terre, sigilli alle case abusive
LA SPEZIA — Hanno retto ai frangenti del libeccio che, quando è di umore nero, ha lì effetti assai pesanti. Sono passate "indenni" al vaglio del Comune, investito delle domande di condono edilizio (impossibile da concedere). Ma non sono sfuggite, ora, agli occhi attenti degli uomini del Corpo Forestale dello Stato che, non appena assunte le funzioni di "paladini" dell'area protetta, hanno indagato sull'anomalia. E cioè su nove casette mono-locale, in muratura o di legno, realizzate, senza alcuna autorizzazione, sul piccolo promontario di Schiara, nel cuore del parco naturale delle Cinque Terre, in piena area demaniale, davanti ad un mare limpido e incontaminato.
Le accuse: Da ieri, quei manufatti costruiti molti anni fa — e che fino all'estate scorsa hanno ospitato, per le vacanze, i loro proprietari, fra le invidie di conoscenti e osservatori — sono sotto sequestro dell'autorità giudiziaria. Ad ordinare i sigilli è stato il pm Rodolfo Attinà. Le accuse mosse agli indagati sono quelle di arbitraria invasione di terreno pubblico e arbitraria occupazione del demanio marittimo. Per collocare i sigilli, gli investigatori della Forestale hanno dovuto faticare non poco. Sì, perchè le case sono raggiungibili solo attraverso uno stretto e pericoloso sentiero che dalla collina porta al mare. Non a caso, per la costruzione dei manufatti, il materiale è arrivato, per lo più, con le barche.
Capanni agricoli E non a caso l'iniziale destinazione d'uso era quella per il supporto alle attività della pesca, insieme al ricovero di attrezzi agricoli. Accadde una ventina di anni fa, in un'epoca in cui coscienza ambientalista e controlli sul territorio erano per così dire...relativi.
Condono negato Alla prima occasione di condono edilizio, i proprietari, nel 1986, presentarono domanda. Ma, per il Comune della Spezia, era impossibile accoglierla. Gli interventi edilizi, infatti, sono avvenuti nella fascia del demanio marittimo, dove la competenza è della Capitaneria di porto, la quale può solo rilasciare concessioni per l'occupazione temporanea. Lì, invece, le casette sono "fisse".
Gente del luogo I proprietari, si badi bene, non sono turisti danarosi. Ma abitanti della collina di Biassa, provenienti, per lo più, da famiglie di agricoltori. Famiglie, il cui impegno, ha garantito nel tempo la tenuta dei muretti a secco delle vigne, emblema dell'area parco. Gente che forse per la fatica spesa, si sentì legittimata a tirar sù quelle che chiama ancora "baracche" ora "lette", dalla procura, come un attentato all'ambiente.
di Corrado Ricci

Le due facce di una stessa medaglia
LA SPEZIA — Tutti sapevano. Quante volte non erano neppure sussurrate le considerazioni su quel Far West di casette-monolocali (sviluppate perlopiù su preesistenti baracche) che si vedevano dal mare in invidiate posizioni. Nessuno avrebbe mai pensato che prima o poi... Invece è accaduto, ripronendo drammaticamente il difficile rapporto tra la presenza, comunque di presidio, dell'uomo e una terra progressivamente abbandonata al suo destino, a frane ed estesi smottamenti. Le due facce di una stessa medaglia non sono peraltro una novità anche se l'istituzione del parco (contrastata per gli eccessivi vincoli) ha finito per accelerare la temuta resa dei conti.

LA SPEZIA — Impossibile "condonare" le
LA SPEZIA — Impossibile "condonare" le costruzioni sequestrate. Lo stesso Comune non ha potuto far niente quando è stata presentata la richiesta di concessione edilizia in sanatoria, nel 1986. All'epoca, però, ci fu inerzia da parte dell'ente locale per quando riguarda i profili penali. Questo è stato coltivato solo ora, 14 anni dopo.

Incidente a Tramonti
TRAMONTI — L'incidente di qualche giorno fa che ha visto protagoniste un gruppo di insegnanti che percorrevano il sentiero da Campiglia a Tramonti si è concluso senza particolati conseguenze. Stefania Benvenuto, docente al professionale Chiodo, era caduta malamente e a causa di una frattura al malleolo era rimasta immobilizzata. La prof ringrazia oggi il Soccorso Alpino, i vigili del fuoco, la Pa della Grazie, gli amici del ristorante La Lampara, per l'aiuto e il soccorso.

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LA NAZIONE del 07/03/01
La Lega silura il Parco su Campi. Il sindaco contrattacca. La palla ora è ad Attinà
LA SPEZIA — Nuovo siluro della Lega Nord contro il Parco Nazionale delle Cinque Terre. Il capogruppo leghista in Regione Francesco Bruzzone ha presentato un'interrogazione in consiglio regionale dove si parla di un villaggio turistico a Campi, a Riomaggiore. Copia dell'interrogazione è stata trasmessa alla Procura della Repubblica della Spezia.
"Il grosso ampliamento volumetrico di rustici esistenti, con piscina annessa, un vero e proprio villaggio turistico, è un opera da ritenersi improponibile fino a poco tempo fa — afferma Bruzzone— processi di edificazione così massiccia non sono mai avvenuti nelle Cinque Terre, se non dopo l' istituzione del Parco Nazionale". Secca la risposta a distanza del sindaco di Riomaggio Lino Gogioso. "A Campi (una fetta del territorio di Riomaggiore sotto il monte Due Gemelli che guarda verso La Spezia e non verso le 5 Terre ndr.) non c'è alcun villaggio turistico, Abbiamo solo dato l'autorizzazione per opere di manutenzione straordinaria. Non solo non sarà realizzata alcuna piscina ma i volumi non aumenteranno di un solo metro cubo". Sarà compito della Procura della Repubblica della Spezia, destinataria dell'esposto,verificare l' esistenza di eventuali irregolarità nell' ambito di questa presunta speculazione edilizia. L'esposto dovrebbe finire sul tavolo del pm Rodolfo Attinà.

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LA NAZIONE del 09/03/01
GENOVA — Oggi alle ore 16 nella sede
GENOVA — Oggi alle ore 16 nella sede della Regione Liguria su richiesta dei Sindaci dei Comuni del territorio compreso tra Levanto e Sestri Levante, del Presidente della Provincia e della Comunità Montana, è stata indetta una riunione in cui saranno nuovamente ascoltati dalla I e dalla IV Commissione Consiliare, in ordine al Disegno di Legge Regionale sul Parco dei Promontori.
La richiesta di incontro è stata formulata dagli Amministratori Locali fortemente preoccupati dopo il voto negativo della Commissione da cui è conseguita l'abrogazione del Parco dei Promontori. L'intenzione degli Amministratori è quella di ribadire le ragioni che stanno alla base della loro proposta ovvero il Parco non soltanto come vincolo, ma come strumento di salvaguardia e valorizzazione del territorio e delle attività turistiche, nonchè tutela delle attività tradizionali dell'uomo.

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LA NAZIONE del 10/03/01
Monterosso, casa e terreno sotto sequestro. I carabinieri scoprono l'ennesimo abuso edilizio
MONTEROSSO — Una vera e propria offensiva quella avviata dai carabinieri di Monterosso contro gli abusi edilizi nel territorio comunale di Monterosso. Ieri hanno colpito in località Buranco, nella collina della località delle Cinque Terre. Lì hanno scoperto degli interventi non autorizzati ad un muro di contenimento. E' così scattato il sequestro di iniziativa, i cui atti sono stati trasmessi alla sezione ambiente e territori della procura della Repubblica. Il provvedimento cautelare interessa anche la casa che sorge nel terreno di proprietà, anche questo posto sotto sequestro.
Nelle ultime settimane si è fatta particolarmente attiva l'azione repressiva dei militari dell'Arma contro gli abusi edilizi. Ora sul sequestro dovrà pronunciarsi, per la convalida, il giudice delle indagini preliminari.

La siaggia di Fegina
MONTEROSSO — La spiaggia di Fegina, l'agglomerato che rappresenta la parte nuova di Monterosso, è da alcuni mesi ricettacolo di rifiuti di diversa natura. La qual cosa non va sicuramente a vantaggio del prestigio del paese considerato la perla delle Cinque Terre, specie in queste giornate in cui arrivano i primi turisti. "La spiaggia — affermano alcuni abitanti della zona — è in queste condizioni dallo scorso novembre quando è finita la stagione balneare e c'è stata una violenta mareggiata". Visto che la spiaggia è il cuore pulsante e il centro motore dell'attività turistica c'è semplicemente da rimanere allibiti di fronte a un simile spettacolo. Anche il campo di calcio che d'estate è adibito a parcheggio, dopo le mareggiate dell'inverno è ridotto a una distesa di sabbia. Se non si interviene per un pronto recupero dove giocheranno i bambini di Monterosso?
E.S.

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IL CORRIERE MERCANTILE del 13/03/01
Bruzzone talebano: come a Kabul, vengano anche qui i negoziatori

Bruzzone talebano: come a Kabul, vengano anche qui i negoziatori
<<Anche in Liguria ci sono i talebani>>: lo giura, in chiave ironica ma non senza una forte preoccupazione, il consigliere regionale dei Verdi, Romolo Benvenuto, che ha scritto una lettera urgente al presidente dell'Unesco, l'ente emanazione delle Nazioni Unite, istituzionalmente deputato alla tutela del patrimonio culturale e artistico del pianeta.
L'iniziativa epistolare dell'esponente del 'Sole che ride' è diretta ad ottenere un intervento di Koichiro Matsuura, presidente dell'Unesco, nella questione del Parco delle Cinque Terre, proprio oggi che in consiglio regionale si discute la mozione presentata dall'esponente della Lega Nord Francesco Bruzzone, nella quale si chiede un radicale ripensamento politico sullo stesso parco.
Così Benvenuto si rivolge a Matsuura "<< Le scrivo dalla civilissima Liguria, regione italiana, per parlarle del Parco delle Cinque Terre, zona recentemente dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Purtroppo qui da noi alcuni non se ne sono accorti. E così il consiglio regionale della Ligura discuterà e voterà una mozione di eliminazione del parco Nazionale delle Cinque Terre>>
<< L'analogia con l'Afghanistan e con la furia iconoclasta dei talebani è sconvolgente - sostiene l'esponente dei verdi - ma appropriata. La prego di intervenire per fermare i 'nostri' talebani perchè piano piano stanno trascinando la civilissima Liguria su una strada oscurantistica e barbarica>>
<< L'inizio - argomenta - è stato la decapitazione del parco regionale di Portofino, altra perla della costa ligure e bene naturalistico mondiale, con le conseguenti dimissioni del suo presidente Lilia Capocaccia, accusata di essere troppo ambientalista. Ora viene l'eliminazione del parco regionale dei promontori, la cornice del parco delle Cinque Terre.>>
<< Si sta approntando - prosegue - la riduzione dei tre quarti del parco regionale di Portofino e contemporanenamente vengono avanti drastici ridimensionamenti dei parchi regionali dell'Aveto e dell'Antola.>>
<< E adesso - spiega - il disegno scellerato di attacco al Parco Nazionale delle Cinque Terre, una delle aree più pregiate del mondo dal punto di vista naturalistico e paesistico>>
<< La prego quindi di inviarci - così Benvenuto conclude la sua missiva al direttore dell'ente che ha sede a Parigi - una delegazione di negoziatori, come avete deciso di fare in Afghanistan, per trattare con i 'talebani della Liguria' il salvataggio dei nostri beni più preziosi e più cari>>
Probabile che il diplomatico giapponese colga l'ironia contenuta nella lettera di Benvenuto, predisponendo misure adeguate all'urgenza dell'evenienza richiamata nella missiva.
Di sicuro per il consigliere verde c'è da sperare di non incorrere nell'ira degli studenti di teologia islamica impadronitisi del potere a Kabul, che potrebbero non gradire l'espediente retorico che li accosta a Francesco Bruzzone.

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LA NAZIONE del  17/03/01
Il mare diventa un farmaco: Così dalle acque delle Cinque Terre è nato un prodotto per l'igiene nasale
RIOMAGGIORE — E' in commercio da pochissimo e già fa parlare di se, tanto che lo stanno studiando anche come "supporto" sanitario per quegli atleti che svolgono attività in acqua. Stiamo parlando di Isomar, uno speciale prodotto farmaceutico basato sull'acqua di mare, ma non su un'acqua comune, solo su quella della riserva marina delle Cinque Terre, riconosciuta da Legambiente come quella batteriologicamente più pura di tutta italia. L'idea iniziale era quella di un farmaco per l'igiene nasale, invece poi ci si è resi conto che poteva diventare un utile comprendio per chi in mare, o in acqua, ci deve andare anche per sport.
A testare questo prodotto, grazie ad un accordo con la casa produttrice, ci sta pensando un'apneista da record, cioè la spezzina Elisa Durizzotti. Proprio per dei test di immersione, in cui si è impiegato l'Isomar, Elisa è scesa nella vasca dei delfini dell'acquario di Genova. Una cosa quasi unica visto che neppure il personale dell'acquario abitualmente nuota con questi animali.
"Nuotare con loro è un'esperienza unica _ ha detto la campionessa spezzina _ l'importante è immergersi con il massimo rispetto, loro sono i padroni di casa e tu sei loro ospite" Lo scopo di questi test, oltre che una preparazione tecnica che l'apneista spezzina sta portando avanti in vista dell'inizio della bella stagione e quindi di nuove sfide ai cronometri, è anche quello di familiarizzare con questo innovativo farmaco che verrà poi quotidianamente utilizzato per migliorare la respirazione. Per le Cinque Terre la curiosa scelta di utilizzare l'acqua di mare come base del prodotto è poi comunque un buon volano turistico, in grado di garantire un certo ritorno d'immagine.
Nella foto: il litorale costiero delle Cinque Terre
di Alberto Vignali

RIOMAGGIORE — Il distaccamento della
RIOMAGGIORE — Il distaccamento della Forestale all'interno del Parco nazionale delle 5 Terre continua, su delega del pm Rodolfo Attinà, il monitoraggio alla scoperta di interventi edilizi abusivi. In questo contesto si colloca un'operazione che ha avuto come teatro dei terreni in località Piè di campo, al fianco di quelli dove sono in corso d'opera degli interventi di risanamento e recupero di vecchi rustici. Secondo l'ipotesi accusatoria, alcuni interventi del tipo sbancamenti di terreno e taglio di alberi di olivo, sono avvenuti al di là delle autorizzazioni amministrative. In pratica l'intervento sarebbe debordato su parte dei terreni adiacenti a quelli per i quali sono state rilasciate le concessioni. Di qui un provvedimento di sequestro. L'atto è stato trasmesso in procura per la convalida. Le richieste di chiarimento da noi avanzate al distaccamento della Forestale sono incappate in un incomprensibile indifferenza.

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LA NAZIONE del 23/03/01
Lamma accusa: "Perché spendete tutti questi soldi?"
LA SPEZIA — Pagano presenta "Di luce in luce" e, come dice una canzone di Vasco Rossi, c'è chi dice no. Nel ruolo di oppositore c'è Roberto Lamma (nella foto). Il consigliere comunale del gruppo "La città del sole", nell'interpellanza urgente presentata al sindaco, si chiede "quali considerazioni abbiano indotto la giunta, nonostante le note difficoltà di bilancio, a mettere in cantiere un'iniziativa che prevede un costo molto elevato (ben un miliardo e 300 milioni)". Lamma vuole inoltre sapere "chi e in base a quali criteri abbia scelto gli artisti che hanno realizzato i progetti" e "in base a quali procedure e da chi sia stata individuata la società contraente, ovvero la Quasar contract group di Modena". Nel suo "j'accuse" Lamma rivela che la Quasar ha già incassato dal Comune un congruo anticipo: ben 392 milioni . Sempre secondo Lamma, il Comune avrebbe trattato con la Quasar "in deroga alla legge Merloni che regola gli appalti pubblici". Particolare curioso, nel contratto firmato tra le parti c'è anche un punto, l'articolo 3, riservato alla segretezza: "L'appaltatore — si legge nel testo — è tenuto a mantenere riservata qualsiasi informazione riguardante il committente di cui venisse a conoscenza nell'esecuzione del contratto". Solo un pochino più chiari i motivi per cui "l'appaltatore si impegna a non rivelare a terzi e a non usare tutti i documenti e i disegni riguardanti le opere appaltate, astenendosi dal pubblicare o far pubblicare foto e articoli , salvo esplicito consenso del committente".
Andrea Luparia

LEVANTO — "Cattiva gestione!"
LEVANTO — "Cattiva gestione!" Questa è la parola che circola insistentemente tra gli opposti schieramenti. Su una cosa si può stare certi che se una qualsiasi iniziativa, come può essere un parco, non viene supportata all'inizio da un finanziamento adeguato il rischio di naufragio è certo: questo sembra proprio essere accaduto con il Parco dei Promontori. Il bilancio della Regione Liguria ai tempi del centrosinistra ammontava a circa cinquemila miliardi di lire all'anno di questi l'ottanta per cento era destinato alla sanità alla giunta rimanevano si e no un centinaio di miliardi da gestire per lo sviluppo di iniziative regionali. A questo forse si riferiscono le dichiarazioni del presidente dell'attuale giunta regionale Sandro Biasotti che assieme al suo vice Franco Orsi attacca il centro sinistra accusandolo di avergli consegnato dopo otto anni di gestione un sistema parchi in sofferenza con l'aggravante di impedire oggi di rilanciare l'intero sistema dei Parchi avendo bloccato con un cavillo nella commissCielo mare sassi e tanta luceione affari istituzionali la compatibilità finanziaria della legge. Sul fronte ambientalista il responsabile regionale parchi del Wwf Guglielmo Jansen esprime contrarietà sull'affidamento al comune di Portovenere della gestione del previsto parco delle Isole. "La gestione del territorio — spiega Jansen — deve avvenire attraverso un organo super partes altrimenti si rischia di creare una nuova figura di podestà, che forse copre lacune create dalla mancanza di risposte della politica, il quale attraverso il rilascio delle concessioni edilizie diventerà il padrone assoluto del territorio". Dal centrosinistra e rifondazione comunista si parla di grave crisi dei rapporti con i rappresentanti locali, completamente ignorati e presi in giro dalla Regione, ormai, secondo l'opposizione, condizionata ai voleri della Lega Nord. Nella recente alluvione la Regione Liguria a fronte di danni per centinaia di miliardi ha potuto stanziare solo pochi spiccioli, permane quindi l'eterno problema delle risorse e dove esse vadano recepite, la stessa cosa vale per il nuovo sistema dei parchi proposto da Sandro Biasotti.
Nella foto: un tratto della costa della Riviera (assolutamente no: è la spiaggia del Persico!!!)
di Gian Carlo Bailo

Veschi: "Maggioranza traditrice. Una scorrettezza dopo l'altra"
LEVANTO — "La conduzione strumentale e scorretta sul Parco dei Promontori, da parte della giunta e della maggioranza Polo-Lega non conosce limiti". Lo sostiene Moreno Veschi, consigliere regionale dei Ds che prosegue: "Il Parco dei Promontori, infatti, è stato approvato all'unanimità dalla giunta Biasotti sulla base della proposta dei sindaci, è stato poi sfasciato in commissione dalla stessa maggioranza che governa la Liguria. Consiglieri regionali della destra sono giunti a sostenere che in quella zona non ci sarebbero aree pregiate. La verità è che con l'abrogazione del Parco si dà un colpo all'immagine turistica della Riviera, come hanno ben capito le categorie produttive. Si tolgono finanziamenti per girarli ad altri territori, mentre la possibilità di tornare a cacciare in zone più ampie rispetto ad oggi era già risolta dalla proposta dei sindaci. Ai consiglieri Bruzzone (Lega Nord) e Broglia (Ccd), che parlano di azione dilatoria del centrosinistra, vorrei invitarli a smettere di dire bugie. La legge non è stata ancora approvata definitivamente dalla commissione perché non solo noi, ma lo stesso assessore al bilancio ne ha chiesto il rinvio perché non è chiara la norma finanziaria".

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LA NAZIONE del 24/03/01
Viticoltura biologica, un vademecum per i coltivatori. Oggi la presentazione
MANAROLA — Oggi durante due seminari che si terranno a Manarola (alle 14.45 all'oratorio) e al castello di Riomaggiore alle 18, avverrà la presentazione della pubblicazione dal titolo: "Introduzione alla viticoltura biologica nel Parco nazionale delle Cinque Terre". I seminari e la pubblicazione fanno parte di un progetto dimostrativo triennale finanziato con fondi europei, che l'Ente Parco nazionale ha iniziato quest'estate in collaborazione di Aiab-Liguria. Gli obiettivi del progetto sono principalmente quattro: introdurre i metodi dell'agricoltura biologica in viticoltura nel contesto del Parco nazionale delle Cinque Terre; ottenere una produzione secondo i metodi dell'agricoltura biologica per diversificare la produzione viti-vinicola della zona; contribuire al recupero del paesaggio vitivinicolo delle Cinque Terre e nel contempo salvaguardare il territorio; ridurre l'impatto delle attività agricole all'interno del Parco nazionale. La pubblicazione è pensata come una vademecum di facile lettura ed ha l'obiettivo di introdurre i viticoltori, i conduttori di vigneti e i consumatori alle tematiche della viticoltura biologica. I seminari avranno come argomento sia l'agricoltura biologica in generale che la viticoltura biologica in particolare. Ai seminari saranno presenti il presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre, il presidente di Aiab-Liguria Alessandro Triantafyllidis e l'esperto di viticoltura biologica Gianni Forte.

ROMA — Attorniato dal compositore Mogol ROMA — Attorniato dal compositore Mogol
ROMA — Attorniato dal compositore Mogol e dal Presidente di Legambiente Ermete Realacci, il ministro per le Politiche Agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, ha, l'altro giorno, al ministero, reso "omaggio" al progetto per la salvaguardia del territorio delle Cinque Terre promosso dal Parco presieduto da Franco Bonanini. "Una scelta brillante ed un segno di svolta nella tutela e salvaguardia ambientale", ha detto il Ministro riferendosi al progetto di recupero dell'area attraverso il sistema delle adozioni. "Chiunque può adottare una parte dell'area da conservare - ha spiegato Realacci - Per un periodo di 20 anni si può disporre di un rustico e di 2000 mq da coltivare". Dunque a qualsiasi cittadino del mondo è offerta la possibilità di preservare dalla disgregazione la zona mediante il recupero produttivo: basta rivolgersi al Parco e richiedere l'attribuzione in conduzione per un periodo di 20 anni almeno di un appezzamento di terreno fino ad un massimo di 3.000 mq accorpato e sistemato a terrazze sostenute da muretti a secco.
"Si tratta di riportare nella zona un equilibrio delicato e difficile - ha spiegato Realacci - tra attività diverse ma al tempo stesso intrecciate: quella produttiva, la viticoltura e quella per la tutela paesaggistica".

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LA NAZIONE del 25/03/01
CINQUE TERRE — Il consiglio regionale
CINQUE TERRE — Il consiglio regionale ha approvato la modifica di una legge del 1996 sull'utilizzazione delle terre incolte. D'ora in poi, per effetto di questo emendamento, i Comuni potranno acquisire i terreni incolti di proprietà privata, colpiti da dissesto idrogeologico. La novità interessa particolarmente i Comuni delle Cinque Terre alle prese con il problema della tutela dei terrazzamenti, in stato di diffuso abbandono."I rapporti tra proprietario ed ente assegnatario - recita l'emendamento - sono regolati da contratti di locazione con canone non superiore a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di affitto di fondi rustici. In caso di irreperibilità del proprietario l'importo stabilito è accantonato dall'ente assegnatario".I Comuni potranno "affidare i terreni a richiedenti che si impegnino a coltivarli secondo quanto previsto dal piano di sviluppo". Gli enti pubblici, a seguito del decreto di assegnazione, provvedono al coordinamento delle opere di rimessa in coltura e miglioramento dei terreni assegnati secondo un apposito piano di sviluppo. "La legge è stata approvata dal consiglio regionale con il voto determinante del centro sinistra" evidenzia il consigliere regionale spezzino Moreno Veschi, Ds, che precisa i termini dell'emendamento: "La modifica permette ai Comuni e alle Comunità di intervenire laddove l'abbandono di terreni può compromettere la stabilità dei versanti e anche quando esiste una difficoltà reale ad intervenire da parte dei privati in considerazione dei frazionamenti delle proprietà e nell'impossibilità di individuare i proprietari.Se l'Ente locale decide di intervenire avrà soprattutto un ruolo di programmazione e coordinamento, poiché potrà affidare i terreni a soggetti privati che devono impegnarsi a coltivare i fondi, sulla base di uno specifico piano di sviluppo". Secondo Veschi si è così determinato un contributo positivo per poter intervenire a difesa di un patrimonio di inestimabile valore".L'emendamento, precisiamo, è stato approvato con 26 voti a favore (parte della maggioranza e l'Ulivo); sei gli astenuti (gli azzurri Ernesto Bruno Valenziano e Angelo barbero, i due esponenti della Lega e i due di Liguria Nuova-Lista Castellaneta) e due contrari (Rifondazione comunista).

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LA NAZIONE del 01/04/01
PORTO VENERE _ Anche se si gioca a
PORTO VENERE _ Anche se si gioca a tutto Genova, con la palla che è saldamente in mano ad una amministrazione di centrodestra, la pratica del novo parco regonale di "Porto Venere e le Isole" interessa soprattutto, o meglio esclusivamente, il territorio di Porto Venere, dove governa il centrosinistra. Così il futuro del nuovo parco regionale, con tanto di riserva marina, fa paura e siamo così già allo scontro fra istituzioni. In particolare i residenti non vogliono che la zona inserita nella riserva marina sia un'area vietata, visto che in mare non si possono sviluppare quelle deroghe (come per la caccia a terra) previste per le zone costiere. Se n' è parlato l'altra sera in municipio, prima con la popolazione e poi a livello politico, e ne è uscito un importante documento votato all'unanimità dal consiglio comunale portovenerese. Cinque i punti fermi "imposti" dal Comune alla Regione che scateneranno inevitabili accesi confronti. Intanto il Comune di Porto Venere vuole avere la piena titolarità sull'area del parco, poi si chiede che i finanziamenti devono essere mantenuti ed aumentati rispetto al passato (allo scopo di migliorare gli interventi sul territorio), ma la chiave di tutto è la richiesta di elaborare direttamente il piano del parco, questo per salvaguardare gli interessi della comunità locale, un piano che: "non dovrà essere modificato nei successivi passaggi regionali". Altro punto caldo è la questione della riserva marina, il Comune dice chiaramente che se non vi fosse modo di conciliare il rispetto delle disposizioni di tutela con le necessità e le tradizioni dei residenti "non darà corso alla sua realizzazione". Per ultimo c'è il punto in cui si richiede una sorta di tavolo di lavoro aperto a tutte le realtà interessate per cercare soluzioni d'intesa.
E' chiaro comunque che il parco portovenerese, una zona di grande interesse ambientale che non sarà gestita da un proprio ente, ma che verrà controllata direttamente dall'amministrazione comunale di Porto Venere.Ma il concetto di un parco regionale che interessi solo un territorio comunale e sia gestito ed organizzato dallo stesso ente locale, sulla base di una legge fatta però in regione, è chiaramente un nodo delicato da sciogliere. La giunta di Porto Venere, almeno questo recita il buon senso e richiedono gli abitanti, ha in queste settimane l'obiettivo di influenzare il più possibile Genova per garantirsi un parco a propria misura. Certo, per fare questo occorre che nella legge istitutiva del nuovo parco, magari con la delimitazione di aree in cui si posso svolgere (quasi a titolo esclusivo per diritto di residenza) attività precluse in altri luoghi. Proprio su questi verte tutto il dibattito sulla nascita del parco, una realtà che se ben sfruttata (il controllo sarebbe in mano all'ente locale) potrebbe portare al territorio di Porto Venere un ottimo volano turistico, oltre che la prima "pezza d'appoggio" per una possibile futura smilitarizzazione dell'isola del Tino. Oltre a questo poi ci sono anche i grandi progetti che, con la nascita del parco, porterebbero a Porto Venere un buon volano turistico e l'opportunità di garantirsi un "rientro" economico e di immagine di tutto rispetto.
di Alberto Vignali

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SECOLO XIX 06/04/01
Drammatico appello dell'Ass. "Per Tramonti" di Biassa <<fate qualcosa subito>>
I pericoli crescono, i rimedi mancano. Un accorato appello ad adottare urgenti misure a difesa del territorio di Tramonti, porzioone del parco mazionale delle Cinque Terre, è stato rivolto al sindaco della Spezia ed al presidente dell'ente parco da Giancarlo Natalea nome dell'associazione "Per Tramonti" con sede in Biassa.
Premesso che da anni si assiste impotenti allo sgretolamento di Tramonti culminato con l'isolamento della spiaggetta di Fossola, Natale denuncia il drammatico aggravamento della situazione a partire dall'utunno 2000.
Mentre nell'area delle Cinque Terre storiche, le frane interrompevano la Via dell'Amore e la prosecuzione del sentiero n.2 sino a Monterosso, a Tramonti succedeva il finimondo. Sulla costa di Schiara una frana si abbatteva sulla scalinata d'accesso al mare ed un'latra, poco distante, tagliava la via di comunicazione con alcuni vigneti ancora coltivati. Inoltre, uno dei più bei sentieridel parco nazionale, il 4/b che collega Campiglia alla Litoranea delle Cinque Terre, con diramamzione per Schiara e Monesteroli, veniva letteralmente cancellato sopra la spiaggia del nacchè. Qui si sono apertidue fronti di fran che da quote comprese tra i 260 e i 350 metri scaricano in mare i resti di antichi vigneti.
Sono pezzi del "patrimonio mondiale dell'umanità" che non verranno mai più recuperati.
Non è tutto. Il presidente dell'ass. "Per Tramonti" fa presente che, se i micropali hanno forse rassodato il territorio intorno alla chiesetta di Fossola, poco distante i cedimenti si manifestano fra le case e così pure a Schiara, dove persino il muro maestro della canonica è percorso da una lesione per tutta la sua lunghezza.
"Permetteremo - si chiede Natale - che tutto vada a finire in mare prima d'intervenire? Questo territorio fa parte del parco nazionale delle Cinque Terre pur se non è mai nominato bei servizi istituzionali. Anzi - aggiunge meravigliandosi - non esiste neppure un cartello ad indicare tanta onorevole pubblicità"

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LA NAZIONE 07/04/01
Ordine del giorno in Regione: "Subito finanziamenti al Comune per il parco"
PORTO VENERE — Il consigliere regionale Luigi Morgillo relatore di maggioranza della proposta di abolizione del Parco dei Promontori ha presentato un ordine del giorno con altri consiglieri della maggioranza. Questo è teso a garantire:1) un sistema di aree protette che consenta, attraverso una razionalizzazione delle aree ed un congruo finanziamento, un giusto equilibrio tra le risorse disponibili ed aree da tutela e valorizzare. 2) Richiedere agli enti Parco di attenersi agli indirizzi emanati dalla giunta per la redazione dei piani delle aree protette. 3) Assicurare al Comune di Portovenere risorse adeguate al fine di garantire da subito finanziamenti sufficienti per il funzionamento e la gestione del parco stesso.4) Prevedere sull'area di tutela a mare, puntuali indirizzi della Regione che consentano la redazione del relativo piano tenendo conto delle attività tipicamente svolte dalla comunità locale ed inserendo regolamentazioni che non proibiscano la pesca artigianale con attrezzi selettivi che non danneggino il fondale e la pesca sportive non competitiva. 5) Fare in modo che venga garantita una tutela delle attuali aree RP anche attraverso prioritarie destinazioni di risorse per attività manutentive e di valorizzazione.6) Stabilire in collaborazione con i sindaci del comprensorio del Parco dei Promontori, che non avessero ancora adottato strumenti urbanistici comunali, un percorso privilegiato per approvare nel più breve tempo possibile norme di tutela del territorio individuato nella proposta di parco qualora sia necessario.

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LA NAZIONE 08/04/01
LA SPEZIA — Non sono andati a letto
LA SPEZIA — Non sono andati a letto soddisfatti venerdì sera i circa trecento abitanti del Canaletto e Fossamastra che hanno affollato il consiglio comunale convocato d'urgenza sul porto, ma neppure i consiglieri popolari, che hanno chiesto inutilmente alla loro coalizione di esprimere un documento unitario con la minoranza, e non sono esclusi nei prossimi giorni distacchi clamorosi. E' volato anche qualche "vergognatevi" dal pubblico all'indirizzo dei consiglieri, un pò restii a prendere la parola dopo i due minuti di applausi tributati a Roberto Lamma. Nessun documento unitario è uscito dal consiglio, nessun "segnale forte" alla giunta Pagano per imporre allo scalo uno sviluppo compatibile con la qualità di vita di migliaia di spezzini. Maggioranza e minoranza, a parole d'accordo su quasi tutto (diritto alla salute e diritto al lavoro per i portuali), si sono divisi al momento di votare, anche se i due ordini del giorno chiedevano quasi le stesse cose: ridurre l'impatto ambientale, il traffico pesante, firmare un protocollo d'intesa con l'Autorità portuale per migliorare i controlli, attivare le procedure di consultazione con istituzioni, gli organismi tecnico-scientifici, le associazioni ambientaliste, i sindacati e i comitati di cittadini. In più, la proposta di Lamma, Isolabella e De Marco, facendo riferimento ai fattori inquinanti benzene, particolato fine e rumore richiamava la necessità di un'"inchiesta pubblica" per la redazione dello studio di impatto ambientale, con la nomina di un apposito garante e di un comitato tecnico scientifico. Fallito il tentativo di Banti (Ppi), volto a ritirare i due ordini del giorno per approvare all'unanimità un documento del coordinamento golfo città porto e sottoscritto da Acli, Arci, Circolo Dossetti, Italia Nostra, Legambiente e Parco letterario Montale, "Senz'altro di parte ma equilibrato" ha sottolineato il capogruppo popolare, alla fine si è andati al voto con questi risultati: l'ordine del giorno della maggioranza ha ottenuto 21 voti favorevoli, 9 contrari e 3 di astensione (Diofili dei Ds, Beconcini di Fi e Manucci di An), quello illustrato da Lamma e presentato con Isolabella e De Marco (Udeur) ha avuto 10 voti a favore, 17 contrari e ben 5 astenuti (Banti, Avena, Costa del Ppi, Diofili dei Ds e Beconcini di Fi).
di Massimo Guerra

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LA NAZIONE 12/04/01
Le frane dalla collina al mare, Sos da Tramonti
La frana tra la Fossola e MonesteroliTRAMONTI — Questa estate potremo ancora rivedere Tramonti ? Ci sarà ancoraquesta magica località o sarà stata cancellata per sempre ? La situazione infatti è talmente grave da rendere questa domanda credibile .Ormai sono innumerevoli le frane che si stanno portando via per sempre pezzi di Tramonti. Alle grandi frane che negli anni passati hanno costretto la Fossola sull'orlo del precipizio se ne sono aggiunte altre che hanno distrutto, forse in maniera irreversibile, il sentiero che dalla Fossola portava a Monasteroli indicato dal CAI con il numero 4/b. A dare l'allarme, è chi Tramonti difende da sempre, il presidente della Libera associazione per la tutela di Tramonti Giancarlo Natale con una lettera inviata al presidente del Parco Nazionale delle 5Terre Franco Bonanini e al Presidente della I Circoscrizione Mauro Ruffini. Giancarlo Natale scrive che in quel tratto si sono prodotte ben tre frane i cui detriti sono precipitati nella sottostante spiaggia di Nacchè. Un sentiero, questo,che era molto frequentato oltre che dai contadini e abitanti di Monasteroli, anche da molti escursionisti che dalla Litoranea, passando per questo suggestivo sentiero, raggiungevano la Fontana di Nozzano e poi Campiglia.Verso Levante, a Schiara, un'altra frana di notevoli proporzioni si è portata via il sentiero per il mare: difatti una parte dei 750 gradini che dalla chiesetta di S.Antonio raggiungevano la scogliera, sono precipitati violentemente. Insieme ai gradini la frana si è portata via anche preziosi muretti a secco, i rimanenti aspettano per seguire la loro sorte il prossimo evento atmosferico. Il pericolo più grande viene poi dalla enorme frana che anni fa aveva trascinato nella sottostante scogliera innumerevoli muretti a secco. Ebbene, oggi quella frana si è rimessa in movimento facendo rovinosamente cadere altri muri insieme ad importanti e secolari sentieri. Eppure, scrive alla fine della sua lettera Giancarlo Natale questo territorio è Patrimonio dell'Umanità e fa parte del Parco Nazionale 5Terre anche se non esiste nemmeno un cartello a indicare tanta onorevole pubblicità. Permetteremo davvero che tutto vada a finire in mare prima di intervenire ? 
di Adriana Beverini

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LA NAZIONE 14/04/01
In 859 da tutto il mondo per salvare le 5 Terre
RIOMAGGIORE — L'azione principale attivata dal Parco Nazionale per salvare il paesaggio monumentale delle Cinque Terre costituito dai caratteristici terrazzamenti, se ne contano ben 250 dal mare al crinale dei monti, è l'adozione delle terre incolte. Partita con un velo di scetticismo, come ha avuto a dichiarare lo stesso presidente del parco Franco Bonanini, il cinque aprile esattamente 859 cittadini provenienti da tutto il mondo risultano essere inseriti nella graduatoria per l'assegnazione dei 3.000 metri di territorio. Le quattro nazioni rappresentative sono nell'ordine l'italiana con 715 unità a seguire la tedesca con 81 domande, l'inglese 30 e l'americana con sei soggetti. Una bella «intellighentia cosmopolita» come precisa Franco Bonanini che rappresenta quello zoccolo duro che dovrà sostituire i cinquemila «operai virtuali» cioè gli abitanti cinqueterrini che fino agli anni Settanta hanno mantenuto intatto il territorio. Tra questi nuovi pionieri ci sono professori universitari e professionisti ben disposti a versare la quota che il Parco ha stabilito in 30 milioni di lire per attuare la propria politica di miglioramento fondiario. I lavori saranno eseguiti da coop di giovani che si stanno costituendo. La priorità degli interventi di recupero sarà data alle fasce intermedie del territorio vicine ai paesi tenendo conto che purtroppo la fasce vicine al mare sono ormai sgretolate e in alto il bosco sta ripopolando velocemente il territorio. Su una cosa però Bonanini vuole essere chiaro cioè che non si creeranno dei latifondi e che la proprietà dei terreni e dei piccoli rustici rimarrà alla gente delle Cinque Terre. Quindi alla scadenza dell'usufrutto i proprietari si ritroveranno dei beni con un valore incrementato. Un bel passo avanti che un cumulo di pietre di una frana, di una boscaglia piena di rovi o peggio venduta al primo turista danaroso in cerca del buen ritiro.
di Gian Carlo Bailo

Muretti a secco, un'«arte» da tramandare
CINQUE TERRE — La tutela dell'ambiente delle Cinque Terre non si può attuare con un «paper park» cioè un parco sulla carta di questo ne è ostinatamente convinto il suo presidente Franco Bonanini che ormai trascorre nel suo ufficio una media di dieci ore giornaliere per far nascere un parco economico. Trenta anni fa i seimila abitanti dei cinque borghi marinari provvedevano come veri e propri «operai virtuali» al mantenimento del territorio. Poi con l'arrivo del boom economico degli anni '60 iniziò lo spopolamento che raggiunse il suo culmine negli anni Ottanta, da qui l'inarrestabile sgretolamento di un territorio con i guasti oggi ben noti a tutti. Agricoltura in declino e sviluppo turistico esponenziali non potranno reggere all'infinito perché proprio il paesaggio monumentale costruito dagli agricoltori, descritto dal professor Remo Terranova, è destinato a sparire in poco tempo. I due milioni di turisti che ogni anno visitano le Cinque Terre proprio per vedere un paesaggio unico al mondo dovranno diventare i salvatori di questo mondo da qui le prime tre azioni ideate dal Parco: l'adozione delle terre incolte, il marchio di qualità e la carta servizi. Questa ultima la vera notizia del convegno promosso dal Lions Club delle Cinque Terre. Infatti da giugno ai turisti e ai non residenti sarà offerta la possibilità di usufruire di un pacchetto di servizi che riguardano la mobilità con tre fasce di utilizzo dieci mila lire per un giorno, 20 mila per tre e 30mila per una settimana, dove si potranno usare illimitatamente i mezzi di trasporto disponibili prima fra tutte il servizio di metropolitana leggera da Monterosso al Mare a La Spezia. I soldi derivanti da questa operazione andranno ad alimentare le opere di ripristino dei muretti a secco in sinergia con le altre due operazioni. Altro beneficio di queste entrate sarà la diminuzione delle tasse come l'Ici e Tarsu che ora gravano sui residenti la maggioranza dei quali non trae nessun beneficio dai flussi turistici. Sempre dal professor Terranova è arrivata la proposta di istituire una vera e propria scuola di formazione per la costruzione dei muretti a secco sulla falsa riga di quella di Palma di Maiorca dove giovani di tutto il mondo sono impegnati nella stessa opera di salvaguardia dei terrazzamenti dell'isola spagnola. Tutti qualificati gli interventi come quello del professor Luigi Da Deppo uno dei massimi esperti italiani in materia di salvaguardia delle coste dall'erosione che ha messo in guardia dal proseguire da una politica di sfruttamento dei nostri litorali infatti ben 1200 chilometri di coste italiane sono attualmente soggetta a erosione. No ad esempio alla costruzione di nuovi porti rifugio previsti in abbondanza dal piano della costa ligure. Moderatore della giornata il professor Emilio Olzi direttore del centro «Tempe» Cnr di Milano.
di Gian Carlo Bailo

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LA NAZIONE 17/04/01
Le Cinque Terre nel quiz «Chi vuol essere Miliardario» di Gerry Scotti
RIOMAGGIORE — Vola alto il nome delle «Cinque Terre» lembo di Liguria inserito dall'Unesco nel patrimonio dell'umanità, per la particolarità del paesaggio caratterizzato dai muretti a secco, raro esempio di architettura dell'ambiente scaturita dalla mondo dell'uomo nei secoli. Nella puntata di domenica del seguitissimo programma «Chi vuole essere Miliardario» in onda su Canale5, il conduttore Gerry Scotti ha posto ad un concorrente del Veneto, che si stava avvicinando al traguardo del miliardo la domanda: «Quale tra queste località non è nelle 5 Terre?». I borghi citati nelle quattro opzioni che il gioco mette a disposizione erano: Manarola, Monterosso, Corniglia e Porto Venere. Senza esitare il giovane ha risposto: «Porto Venere. Conosco questi luoghi incantevoli». Sulla bellezza e le peculiarità delle Cinque Terre e del Golfo dei Poeti si è soffermato a lungo Gerry Scotti, che ha esteso il quiz a tutto lo studio, contando sulle dita, a uno a uno, i cinque borghi marinari liguri, di cui ha ricordato l'olio, il pesto, il pesce fresco e lanciato un ideale invito a venire nelle nostre località. Una promozione turistica d'effetto, che beneficia una terra che sul turismo sta investendo la propria sopravvivenza.
di Flavia Cima

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LA NAZIONE 18/04/01
Il Lotto in soccorso delle Cinque Terre
RIOMAGGIORE — La salvaguardia delle Cinque Terre è anche una questione di fortuna. E non ci riferiamo solo alla clemenza del tempo. Spieghiamo meglio; sarà anche attraverso i proventi del gioco del Lotto che si determinerà una riserva di fondi per finanziare gli studi per i lavori di consolidamento e salvaguardia dei muretti a secco. L'intervento sulle Cinque Terre, infatti, fa parte dei 243 previsti, e finanziati coi fondi del Lotto, per il restauro di monumenti, chiese, musei, biblioteche, archivi, aree archeologiche e paesaggi tipici . Le Cinque Terre, naturalmente, sono rientrate in quest'ultima voce. E' la prima volta che i proventi del Lotto vanno a far fronte alle necessità di interventi sul territorio all'insegna della tutela del paesaggio. Il piano varato dal ministero dei Beni culturali prevede un importo di 4,5 miliardi per avviare studi e progetti relativamente a tutti gli interventi messi in agenda, Cinque Terre comprese. Due sono le tipologie di intervento relative alla voce 'paesaggio'. La prima riguarda la riqualificazione dei contesti con la progettazione architettonica e urbanistica di qualità. Rientrano in questa tipologia gli interventri di riqualificazione di aree industriali dismesse (le fornaci dell'Elba, la centrale elettrica di Fiumesanto in Sardegna, le cave abbandonate nel Lazio e in Campania), il recupero dei centri storici, la realizzazione di parchi urbani, la riqualificazione di paesaggi costieri degradati. La seconda tipologia è relativa al restauro dei paesaggi di eccellenza danneggiati. In questo contesto si collocano le Cinque Terre. Insieme allo studio per il recupero di esse sono stati indicati come destinati di risorse la redazione dell'Atlante storico dei paesaggi agrari della Toscana e lo studio per il recupero del Borgo di Cala d'Oliva all'Isola dell'Asinara.
di Corrado Ricci

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LA NAZIONE 19/04/01
Bonanini ringrazia il Lotto rilancia: 5 Terre monumento nazionale
RIOMAGGIORE — «La soluzione ideale per risolvere i problemi delle Cinque Terre, sarebbe se lo Stato considerasse questi luoghi come monumento nazionale». L'appello lo lancia Franco Bonanini, presidente del parco delle Cinque Terre, che giudica positivamente l'iniziativa accolta dal ministero delle finanze di inserire questi luoghi, tra le località paesagistiche che potranno ricevere fondi provenienti dal gioco del Lotto. Aggiunge Bonanini: «non sappiamo dell'entità di questi fondi, ma la situazione dei muretti a secco è talmente critica che qualsiasi risorsa, non possiamo che giudicarla positivamente». A maggio, intanto, si prevede la riapertura della «Via dell'amore» chiusa per frane dal novembre scorso; uno dei sentieri più cari di quello che è stato definito dall'Unesco «patrimonio mondiale dell'umanità».

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LA NAZIONE 20/04/01
Uno studio contro le frane
LEVANTO — Entro un mese la Comunità montana della riviera spezzina avrà a disposizione uno studio di fattibilità sul complesso degli interventi da attuare su tutti i versanti franosi delle Cinque Terre. Dopo i gravi danni idrogeologici provocati dai nubifragi degli ultimi mesi, che oggi si stanno ripercuotendo sull'economia turistica locale con la chiusura dei sentieri, l'ente rivierasco ha rotto gli indugi ed è passato decisamente all'azione, commissionando alla ditta spezzina «Eptaconsult» uno studio di fattibilità propedeutico al progetto generale preliminare delle opere finalizzate alla sistemazione dei versanti a rischio idrogeologico delle Cinque Terre. Lo studio dovrà essere consegnato entro il prossimo 27 maggio, cioè in tempi molto ristretti, e dovrà consentire di valutare, tra le altre cose, la fattibilità tecnica del progetto stesso, la sua compatibilità ambientale, la sostenibilità finanziaria, i fattori di rischio e la convenienza economico - sociale. «Questo studio - spiega il presidente della Comunità, Vittorio Rezzano, uno dei maggiori sostenitori dell'esigenza di eliminare gli interventi estemporanei a favore di un progetto globale di riassetto del territorio - è un pre-requisito per ottenere il necessario finanziamento dalla Cassa Depositi e Prestiti per la redazione di un progetto generale preliminare che racchiuda in un'unica cornice progettuale tutte le problematiche relative alla difesa dei versanti a rischio idrogeologico delle Cinque Terre». «Del resto - continua Rezzano - è oramai opinione prevalente, ed in particolare proprio della gente delle Cinque Terre, che continuare ad affrontare il problema con interventi localizzati sui dissesti in atto sia sterile, inconcludente e, in definitiva, demoralizzante. E' invece più ragionevole affrontare la questione in modo radicale e sistematico, in una visione d'insieme, individuando le azioni necessarie a prevenire, per quanto possibile, oltreché ridurre, il dissesto di un territorio tanto pregiato quanto fragile ed instabile: una monumentale sistemazione agraria, frutto di secoli di fatica della gente delle Cinque Terre, di inestimabile bellezza paesaggistica, e per questo dichiarato Patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco». Il progetto, naturalmente, dovrà essere portato avanti «assieme ai Comuni, ma anche agli altri Enti che su questo territorio hanno competenze, in particolare all'assessore ligure all'Ambiente, Roberto Levaggi, di cui ho potuto apprezzare competenza, serietà ed onestà intellettuale. Perché noi crediamo che solo creando un concerto di forze istituzionali potremo trovare la forza necessaria per richiedere su questo progetto una legislazione dedicata». Resta da rilevare come l'iniziativa della Comunità montana si 'incroci' con le prospettive aperte dai ministero dei Beni culturali per la destinazione di parte dei proventi del Lotto al problema del 'salvataggio' delle Cinque Terre.

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LA NAZIONE 21/04/01
La discarica di Pitelli torna a Duvia. Chiuso prima del tempo il contratto d'affitto.
Sarà l'imprenditore a bonificare l'area?
LA SPEZIA — La discarica sotto il cimitero di Pitelli ritorna nella mani di Orazio Duvia. Sarà quindi l'imprenditore spezzino al centro negli anni scorsi di un clamoroso caso giudiziario, a mettere in sicurezza una delle più grandi discariche di rifiuti tossico/nocivi presenti in Italia. E potrebbe essere ancora lui a bonificare l'intera area. Ma non come inquinatore (il processo deve ancora svolgersi) bensì come proprietario dell'area. E in tale veste, dopo averla bonificata (usando anche contributi pubblici?), potrà chiedere il rimborso gli inquinatori. Cioè anche a se stesso? Raggiunto telefonicamente, l'imprenditore ha rifiutato l'intervista ma ha fatto alcune ammissioni

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LA NAZIONE 22/04/01
Muretti a secco, fondi in arrivo. Duecento milioni saranno destinati agli operatori agricoli
RIOMAGGIORE — Muretti a secco marcia indietro, gli operatori agricoli avranno a disposizione un fondo di duecento milioni di lire. Lo si deve a un emendamento presentato dal consigliere di maggioranza Luigi Morgillo in consiglio regionale. Il fondo, che servirà dunque per le opere di ripristino dei muretti a secco, si va ad aggiungere ai 120 già disponibili donati al Parco Nazionale delle Cinque Terre dalla fondazione American Express. Lo scopo per cui il rappresentante della casa delle libertà ha presentato l'emendamento è quello di riconoscere il degrado dei terrazzamenti e quindi delle condizioni di oggettiva difficoltà in cui devono operare gli agricoltori. Da qui, precisa il rappresentante del Polo, il riconoscimento del prestigio che le Cinque Terre hanno per tutta la Provincia spezzina, sia per la loro bellezza unica e quindi da tutelare ma soprattutto per migliorare le condizioni della gente delle Cinque terre in particolare gli ultimi viticoltori che con il loro lavoro consentono il mantenimento di un paesaggio monumentale protetto dall'Unesco per la sua unicità. La Regione Liguria, conclude Morgillo, è impegnata attraverso il piano di sviluppo rurale e ad altri strumenti europei come il programma leader plus a svolgere la sua funzione di rilancio e di assistenza dello sviluppo agricolo di questa parte importante del territorio Ligure.

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LA NAZIONE 03/05/01
Guerra fra associazioni
TRAMONTI — Era inevitabile; dopo ripetuti scambi di accuse a distanza ora il confronto è sfociato in guerra aperta e l'associazione Vivere Tramonti, tramite la sua segretaria Olmina Tedesco, accusa apertamente l'associazione «Per Tramonti» e il suo presidente Giancarlo Natale, di «fomentare attese insensate» tra la gente. Attese, è bene chiarire subito, nei confronti del Parco Nazionale delle 5Terre e del suo presidente, (o meglio, come si usa chiamarlo,”Il Faraone”) Franco Bonanini . Dunque la ragione del contendere è ora ben chiara a tutti:da una parte, un'associazione, PerTramonti, che crede nel Parco Nazionale delle 5Terre e ne accetta (benché obtorto collo ) la dura legge, cercando con equilibrio di mitigarla, dall'altra un'associazione che, tale dura legge contesta (a torto o a ragione, ognuno può giudicare come meglio crede) e denuncia “vincoli irragionevoli e pretestuosi, tendenti ad espellere l'attuale proprietà”. Il conflitto si è personalizzato a tal punto che il presidente dell'associazione «Per Tramonti» Giancarlo Natale è stato accusato di «presunzioni personali», accusa che non accetta e alla quale così ribatte: «Purtroppo, la nostra associazione, nata nel 1991 per portare alla conoscenza di tutti le bellezze e i problemi di Tramonti, sembra essere diventata l'antagonista di Vivere Tramonti, nata dall'iniziativa di intraprendenti avvocati milanesi alla Fossola. Capiamo bene il perché: la nostra associazione infatti è stata ed è favorevole all'entrata di Tramonti nel Parco Nazionale , anche per contrastare (diciamolo francamente) chi di Tramonti voleva fare una «zona franca» e non essendoci riuscito si innervosisce. Abbiamo finora contribuito come associazione a quello che di positivo è stato fatto per Tramonti e siamo fiduciosi che l'Ente Parco farà del suo meglio per migliorarne le condizioni. Altrettanto speriamo faccia il Comune cui spetta , ad esempio, di risistemare la scalinata che porta al mare, franata durante le alluvioni invernali . Grazie al volontariato della gente e alla Cantina Agricoltura Cinque Terre è stata portata nel 1991 l'acqua a Tramonti dalla sorgente di Canneto. E' un acquedotto a rischio, è vero ma è stato di grande aiuto (specie alla Fossola) e, finalmente, in questi ultimi giorni, l'acqua ha nuovamente riempito i tubi. Anche i Trenini hanno tolto gran parte della fatica agli abitanti di Tramonti.Avrebbero potuto servire anche tutti gli abitanti della Fossola se non si fosse opposta in maniera categorica alla loro installazione in quella località proprio la signora Olmina Tedesco, l'attuale segretaria di «Vivere Tramonti»
di Adriana Beverini

RIOMAGGIORE - Gli anziani diventano
RIOMAGGIORE - Gli anziani diventano ecovolontari nel parco nazionale delle Cinque Terre. L'amministrazione comunale di Riomaggiore in collaborazione con Legambiente ha realizzato un progetto di ripristino del territorio grazie alla collaborazione di un gruppo di volontari molto speciali: gli anziani che risiedono nella zona. Gli anziani di Riomaggiore hanno risposto con entusiamo all'appello del sindaco Lino Gogioso e aiutati da Legambiente sono scesi in campo. «In poco tempo - rileva Sebastiano Venneri di Legambiente - hanno ripristinato i sentieri turistici a partire da quelli lungo la costa, e hanno riportato la vite sui fianchi delle montagne». Chi desidera saperne di più e contribuire al'iniziativa, può prendere contatti col Comune telefonando al numero: 0187-920113.
di C. V.

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LA NAZIONE 04/05/01
Viticoltura. Muretti a secco e finanziamenti: un ping pong sui 'meriti'
RIOMAGGIORE — «Morgillo vanta dei finanziamenti regionali sui "muretti a secco". Ma fa solo propaganda». Lo sostiene Mareno Veschi, consigliere regionale dei Ds, che porge la sua verità: «La verità è che la giunta regionale nella proposta di bilancio 2001, che ha avuto il voto favorevole in commissione dei consiglieri di maggioranza, aveva dimezzato rispetto allo scorso anno tale impegno di spesa. Solo dopo la nostra proposta pubblica, la destra ha ripristinato la cifra uguale a quella prevista nel bilancio dello scorso anno, mentre noi proponevamo di portarla da 200 a 300 milioni. Si tratta di un contributo a sostegno della legge 41/1985, che non gestisce la Regione, come sembra far capire il consigliere di Forza Italia, ma che andrà alla Comunità montana della Riviera e al Cidaf per la parte del Comune della Spezia. Morgillo, esalta, inoltre, il "piano rurale", per gli effetti che avrà per le 5 Terre, ma si dimentica di dire che nelle sue linee fondamentali è stato elaborato dalla giunta precedente di centro-sinistra»

Tramonti, una gita-avvistamento per la verifica dei movimenti franosi
TRAMONTI — Sabato 5 Maggio, con partenza alle ore 10 alla passeggiata Morin (imbarcadero motonavi) e ritorno previsto entro le 12, si terrà una visita via mare a Tramonti decisa dal sindaco Giorgio Pagano per compiere una verifica della situazione dopo i gravi movimenti franosi verificatisi recentemente Nell'occasione il sindaco illustrerà alla stampa, alle televisioni, i programmi dell'Amministrazione comunale per avviare un'opera di sensibilizzazione di altri Enti e Istituzioni rispetto ai temi della salvaguardia del territorio di Tramonti. Sono stati inviati alla visita anche il presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre Franco Bonanini, l'assessore all'Agricoltura, Turismo e Caccia della Regione Liguria, Franco Amoretti, il presidente del Cidaf, Franco Giannoni Ricciardi, il membro del C.d.a. del Cidaf Luciano Cidale, il presidente della Fondazione Carispe, Matteo Melley e il presidente della I° Circoscrizione, Mauro Ruffini.

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IL SCOLO XIX 11/05/01
Cinque Terre: Investiti 220 milioni
In questi giorni sono iniziati ........ (click per l'immagine)

A Tramonti, un forno ad eneriga solare
Il sole, che per mille anni nelle fasce terrazzate ........... (click per l'immagine)

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