"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel
quotidiano"
AVVENTO - NATALE
2010
Pagina in continuo aggiornamento
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Nel corso dell’anno liturgico, l’Avvento è il tempo che
non solo ci prepara a celebrare il ricordo-memoriale della nascita di Gesù
Cristo, ma anche il tempo che ci proietta verso la seconda venuta del Figlio di
Dio, quando alla fine dei tempi "verrà nella gloria a giudicare i vivi e i
morti", introducendoci nel suo regno che non avrà mai fine.
La liturgia illustra le qualità che devono caratterizzare ogni
cristiano in questo tempo di grazia spirituale:
- la vigilanza, virtù specifica di chi vive in fervorosa attesa del
Messia Salvatore;
- la fede, nutrimento e sostegno per accogliere, come Maria, il mistero
di Dio divenuto uomo per la nostra salvezza;
- la speranza, di chi confida nell’amore misericordioso di Dio;
- la conversione, l’impegno sollecito ed urgente di chi si prepara
all’incontro con Cristo;
- la preghiera, affettuosa invocazione all’Atteso: Vieni, Signore
Gesù (Ap 22, 20);
- la gioia, espressione di un’attesa che si concretizza in una Persona
e che si apre al suo completamento nel Regno dei cieli.
L’Avvento è dunque il tempo propizio per far spazio a Cristo,
l’unico medico che solo può guarire le nostre debolezze e consolarci con la sua
presenza.
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L'Avvento con Sant'Agostino
Sono stati selezionati tra gli scritti di Agostino quei brani che, giorno per giorno,
offriranno uno stimolo alla riflessione personale. Alcuni temi sono stati scelti
in rapporto al brano del Vangelo propostoci dalla liturgia del giorno, altri in
relazione a due modelli e guide privilegiate dell’Avvento: Giovanni Battista e
la Vergine Maria.
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"Una presenza da accogliere" Sussidio Liturgico Pastorale Avvento Natale
2010 a cura dell'ULN della CEI (pdf)
“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14): il
lieto messaggio del Natale verrà ancora una volta rinnovato nella celebrazione
liturgica, segno dell’inesauribile volontà, da parte di Dio, di abitare in mezzo
al suo popolo. Nel contesto della nostra società, che ha fatto dello sviluppo
dell’informazione globalizzata uno dei suoi tratti distintivi, il Verbo, la
Parola fatta carne, ci appare come la forza comunicativa ed educativa del Padre.
Il mistero del Natale potrebbe essere interpretato oggi come il mistero
dell’agire comunicativo ed educativo di Dio: esso da un lato illumina la
profonda vocazione dell’essere umano alla relazione, allo stabilirsi di un
contatto profondo con i suoi simili e con l’assoluto; dall’altro provoca e
chiama a conversione.
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Rorate
coeli
R.
Dai cieli piova la rugiada e
dalle nubi il giusto.
[...]
Consolati, consolati,
popolo mio verrà presto la tua salvezza. Perché ti lasci
consumare dalla tristezza? Perché soffri ancora? Non avere
paura, io ti salverò, perché io sono il Signore tuo Dio il
Santo di Israele, tuo Redentore.
traduzione
dal testo latino dell'inno di Avvento
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... La Chiesa inizia un nuovo Anno liturgico, un nuovo cammino di fede che, da una
parte, fa memoria dell’evento di Gesù Cristo e, dall’altra, si apre al suo
compimento finale. E proprio di questa duplice prospettiva vive il Tempo di Avvento, guardando sia alla prima venuta del
Figlio di Dio, quando nacque dalla Vergine Maria, sia al suo ritorno glorioso,
quando verrà “a giudicare i vivi e i morti”, come diciamo nel Credo...
L’attesa, l’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza
personale, familiare e sociale...
Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva
la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra “statura” morale
e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui
speriamo...
Benedetto XVI (Angelus 28-11-2010)
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La Parola di Dio sul lettore
Mp3
Anche quest’anno Le Edizioni Paoline offrono la possibilità di ascoltare la
parola di Dio del giorno dal lettore Mp3 o Ipod o direttamente dal PC.
Una piccola variante rispetto lo scorso anno: dopo la lettura del vangelo del
giorno si potrà seguire una breve riflessione di un biblista che sottolinea alcune
parole chiavi.
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MESSAGGI DALLE DIOCESI
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L’AVVENTO DI DIO (pdf)
S.E. Rev.ma
Mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto
... Chi pensa di fare l'esperienza di Dio senza scottarsi, chi vuol vivere
in essa senza bruciare, semplicemente non conoscerà il Dio che viene:vivere l’Avvento è entrare nel Suo fuoco...
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... E così il mistero
dell’Incarnazione del Signore e l’inizio della vita umana sono
intimamente e armonicamente connessi tra loro entro l’unico disegno
salvifico di Dio, Signore della vita di tutti e di ciascuno. Ed è
proprio l’Incarnazione a rivelarci con luce intensissima e in modo
sorprendente che ogni vita ha una dignità altissima, incomparabile,
quasi infinita...
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Tempo di Avvento: l’invito al momento opportuno, per tutti, credenti e non credenti (pdf)
S.E. Rev.ma
Mons. Antonio Staglianò Arcivescovo di Noto
Il
tempo di Avvento è per i cristiani un “tempo liturgico” importante. Li
vuole preparare al Natale, cioè alla memoria della venuta nella carne
del Figlio di Dio, il piccolo di Betlehem che è però una “buona
notizia” di speranza, di pace e di amore per tutta l’umanità, per ogni
uomo “di buona volontà”, per tutti gli uomini amati da Dio, lo vogliano
o no.
Così, il tempo di
Avvento sviluppa significati straordinariamente decisivi per
l’esistenza di chiunque “porti un volto umano” e desideri renderlo
veramente bello, contro ogni tentazione di abbrutimento, al di là di
ogni inevitabile limite e debolezza.
...
Il tempo che Dio ci consegna come dono prezioso è spazio che dobbiamo
riempire di vita, di speranza, di scelte positive, di tutto ciò,
insomma, che riporta a Lui. Il Bambino di Betlemme, che tra qualche
giorno troverà posto nelle nostre Chiese e nelle nostre case, chiede di
essere accolto nella nostra vita e nei nostri cuori....
Forse dobbiamo
convincerci che fare pastorale non è tanto portarLo e farLo conoscere,
ma incontrarLo e riconoscerLo, anche perché Lui arriva sempre prima di
noi...
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... Questa
luce illumina ogni uomo: è la luce della ragione, ed è la luce della
fede. Abbiamo bisogno di essere illuminati da ambedue... L’Avvento è
l’opportunità, il dono di farci vedere la Luce.Questa è la stessa
Sapienza incarnata, Gesù Cristo... Il bene è più forte del male; la
verità è più forte della menzogna; l’amore è più forte
dell’odio. Sapienza è scegliere il bene, la vita buona e non
semplicemente opulenta e appariscente ma vuota. La Sapienza è scoprire
nella nostra vita, negli eventi, il “segno” che rimanda a Dio...
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... Cari fratelli e sorelle, grazie al dono d’amore di Dio l’uomo può costruire storie d’amore negli
umili giorni della sua vita ed essere operatore di pace. La carità è
salvezza o perdita per l’uomo: salvezza se sarà trovato a viverla; perdita, se
sarà trovato ad averla deformata, oscurata...
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... Avvento infatti significa proprio intreccio di ricordo e speranza, tanto
necessario all'essere umano. Esso vuole risvegliare in noi il vero e più intimo
ricordo del cuore, il ricordo del Dio che si è fatto bambino. Questo ricordo è
salvezza, questo ricordo è speranza....
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... Il
cartellone unitario delle attività culturali della Città propone per questo
2010 il tema “Il Natale degli Angeli”.... Ritengo
questa un’occasione propizia per offrire un breve pensiero circa la presenza e
la missione degli Angeli, attingendo alla sacra Bibbia, che in questo
anno abbiamo voluto collocare al centro della nostra azione pastorale. Il
termine “angelo” (“messaggero”) non
indica la natura, ma la funzione di queste creature. ...
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... Avvento infatti significa proprio intreccio di ricordo e speranza, tanto
necessario all'essere umano. Esso vuole risvegliare in noi il vero e più intimo
ricordo del cuore, il ricordo del Dio che si è fatto bambino. Questo ricordo è
salvezza, questo ricordo è speranza....
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RIFLESSIONI |
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... E se il tempo dell’Avvento venisse a rinnovare la speranza in noi? Non un
ottimismo facile che chiude gli occhi sulla realtà, ma quella speranza forte che
getta l’ancora in Dio e permette di vivere pienamente l’oggi...
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Natale non è solo una
ricorrenza da calendario che rotola sotto il sole con il ciclo delle stagioni,
non è nemmeno solo una memoria storica di un fatto del passato. Natale è un
evento vivo, un accadimento, un incontro con Dio che si fa bambino per rinnovare
il creato e far ringiovanire la storia dell’umanità.Natale non è solo una
ricorrenza da calendario che rotola sotto il sole con il ciclo delle stagioni,
non è nemmeno solo una memoria storica di un fatto del passato. Natale è un
evento vivo, un accadimento, un incontro con Dio che si fa bambino per rinnovare
il creato e far ringiovanire la storia dell’umanità...
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È ancora buio,
troppo presto per iniziare le attività di ogni giorno…
Nella mia
mente risuona la frase di Bruno Forte “vivere l’Avvento è entrare nel Suo
fuoco”, parole che subito mi hanno colpita, mi sono rimaste dentro, quasi
accantonate però, non trovando il tempo per una giusta riflessione, ed
approfitto di questo momento per lasciarle scorrere su di me, penetrando nei
pensieri fino a giungere al cuore…
I miei
pensieri si affollano, apparentemente slegati, ma uniti da un filo invisibile…
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Il conto alla rovescia è partito: il Natale è ormai prossimo e,
nonostante la crisi, non mancano luminarie per le strade, alberi/ presepi nelle
case e regali da comprare.
Come ogni anno si assiste ad una frenesia generale che invade tutti,
indistintamente. Eppure basterebbe accendere la televisione per comprendere che
non è un Natale come gli altri.
Basterebbe pensare alle migliaia di famiglie che quest’anno non possono
contare su uno stipendio; basterebbe analizzare la furia cieca che attanaglia le
storie di cronaca; basterebbe guardare i volti tristi delle persone che
incontriamo per le strade…
Certo, storie di tutti i giorni e di tutti gli anni, allora cos’è che
rende diverso questo Natale?...
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... Il
tempo che Dio ci consegna come dono prezioso è spazio che dobbiamo riempire di
vita, di speranza, di scelte positive, di tutto ciò, insomma, che riporta a Lui.
Il Bambino di Betlemme, che tra qualche giorno troverà posto nelle nostre Chiese
e nelle nostre case, chiede di essere accolto nella nostra vita e nei nostri
cuori...
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... Il Natale è la festa della
gioia e della pace, ma è soprattutto l’inizio di una storia nuova nella quale
Dio e l’uomo camminano insieme nell’amore e gli uomini si scoprono fratelli per
amore.
Celebrare il Natale del
Signore nella fede ci impone, pertanto, di non lasciarci abbagliare dalle tante
piccole luci fatue che ammiccano dagli alberi di Natale, dalle vetrine e dagli
spot televisivi, per farci, invece, avvolgere dalla “luce vera, quella che
illumina ogni uomo” (Gv 1,9). Accogliendo questa luce, infatti, scopriamo
nel volto degli uomini e delle donne che ci circondano i lineamenti di Dio e li
riconosciamo, così, nostri fratelli e sorelle. In loro, quindi, il Dio
invisibile diventa visibile e il Dio amore che Gesù ci rivela chiede di essere
riconosciuto nel volto dei fratelli...
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... Sì, cosa pensiamo davvero quando diciamo «Natale»? Riscoprire e riaffermare i
connotati più propriamente cristiani della festa - il Dio che si è fatto uomo
perché ha tanto amato il mondo - non significa rinchiudersi in un ghetto
esclusivo, ma mostrare inedite capacità di narrare con il linguaggio della
nostra cultura in continuo mutamento la perenne «buona notizia» che riguarda
tutta l’umanità: la nascita di Gesù è abbraccio tra giustizia e verità, è
incontro fecondo tra cielo e terra, è speranza e promessa di pace e di vita
piena.
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Il mistero del Natale, pertanto, impone sulle nostre spalle un grave debito
nei riguardi del resto dell'umanità e dell'intero universo. Noi che abbiamo
veduto la luce di Cristo siamo obbligati dalla magnificenza della grazia che è
stata riversata su di noi a far conoscere la presenza del Salvatore fino ai
confini della terra.
Questa missione noi potremo assolverla non solamente annunciando e
predicando la buona novella della sua venuta, ma soprattutto rivelando lui nella
nostra vita. Cristo è nato oggi per potersi manifestare al mondo intero
attraverso noi.
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COMMENTI AL
VANGELO
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I domenica
d’Avvento Anno A
28 novembre 2010
Mt 24,37-44
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P. Alberto Neglia
Omelia (audio)
Con l'inizio di questo nuovo anno liturgico la
liturgia ci mette nel cuore tanta speranza.
Pregando il salmo abbiamo cantato "Andiamo con
gioia incontro al Signore", quando si attende qualcuno c'è sempre speranza...
Quando non attendiamo più nessuno perchè il nostro cuore è chiuso, perchè le
nostre relazioni sono ultimate allora la vita è priva di speranza...
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... Perciò l’Avvento non è il tempo di preparazione alla nascita di Gesù
Bambino, né il Natale è la festa della nascita di Gesù Bambino e del suo
compleanno…
L’Avvento è l’attesa del Cristo Risorto che viene a giudicare, cioè a
discernere con misericordia, la nostra vita personale, ecclesiale e sociale;
viene ad aprire nel nostro presente spiragli di futuro, sentieri di speranza,
realtà nuove e imprevedibili...
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Enzo Bianchi
Inizia oggi il tempo di Avvento, «sacramento» dell’attesa dell’evento
che costituirà il compimento della storia: la venuta nella gloria del Signore
Gesù, del Figlio dell’uomo, il Giorno in cui sarà finalmente instaurato quel
Regno di giustizia e di pace che Gesù ha annunciato e preparato con la sua vita,
morte e resurrezione. Sì, «Gesù Cristo verrà nella gloria per giudicare i vivi e
i morti»: se la nostra fede non contenesse questa promessa di Dio e non ci
aprisse a questa speranza, noi cristiani saremmo da compiangere più di tutti gli
uomini (cf. 1Cor 15,19)
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mons. Vincenzo
Paglia
Vegliate per essere pronti al suo arrivo
La liturgia ci fa iniziare oggi il cammino verso il Natale. È l'Avvento: il
Signore viene; non resta lontano, non aspetta di essere cercato, come chi si
crede importante e mette alla prova per verificare i sentimenti degli altri. Il
Signore viene perché vuole stare con noi e indicarci la via del cielo. Viene
perché ci vuole bene. A volte può sembrare che il Signore sia distante,
disinteressato a quello che accade nel mondo. Spesso di fronte all'ingiustizia,
alla violenza o alla malattia ci domandiamo: perché Dio non viene? Perché mi
lascia solo? Perché non sconfigge, lui che può tutto, le forze del male? Questo
tempo di Avvento ci aiuta a capire la vicinanza di Dio...
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mons. Antonio
Riboldi
Vegliate e pregate, Gesù è vicino
Ci fu, nella storia dell'uomo, un inizio, che coincide con la sua stessa
creazione. Sappiamo che Dio, dopo aver creato tutte le cose, i famosi giorni
della creazione progressiva, alla fine creò l'uomo. Era 'necessario', poiché
Dio, creando il mondo, meravigliosamente bello, infinitamente bello, aveva di
fronte a Sé una bellezza 'senza cuore', incapace di mettersi in dialogo con Lui
e contraccambiare il Suo amore. Dio, 'grande nell'amore', sentiva l'esigenza di
partecipare questo Suo amore a qualcuno che ne potesse avere piena
consapevolezza, il più possibile. L'Amore 'esige' amore, ma libero per sua
natura, ossia capace di dire sì o no. Un rischio che Dio non ebbe paura di
correre... In questa prima domenica di Avvento, che fa memoria della storia
della creazione, è bello ricordare da dove veniamo e la ragione della nostra
esistenza.
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Agenzia SIR
Il Figlio dell'uomo verrà, e non sapere quando, non attenua la certezza
di questa venuta. Noi non lo sappiamo, ma nessuno lo sa, neppure il Figlio.
Tutta la sapienza è del solo Padre e da lui si riceve ogni conoscenza. Così, nei
giorni di Noè, in merito alla scadenza del giudizio di Dio, c'era chi continuava
a mangiare e a bere, chi prendeva moglie e chi marito, come se nulla potesse mai
accadere; solo Noè, credendo alla voce di Dio, si era messo a costruire una nave
sull'asciutto. Nessuno seppe e fece niente finché le acque non travolsero ogni
cosa. Noè non sapeva quando sarebbe accaduto, ma per il dono della sapienza,
viveva preparandosi alla venuta del giudizio di Dio.
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II domenica
d’Avvento Anno A
5 Dicembre 2010
Mt 3,1-12
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... Vorrei fermare l'attenzione su
un'immagine, su una parola, l'immagine è quella di Isaia "un germoglio spunterà
dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici", cè un
albero tagliato, un tronco che sembra dire tutto è finito e invece un
germoglio... sembra che tutto sia finito, invece c'è un germoglio, è la vita
nuova, è la speranza, questo è l'Avvento, questo è ciò che il Signore vuole dire
a noi
Quando tutto sembra chiudersi, quando
sembra ai nostri occhi che la disperazione sia l'unico sbocco della nostra vita
è proprio lì che il Signore viene...
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"Vieni
Signore re di giustizia e di pace" Abbiamo ripetuto più volte questa
invocazione del salmo responsoriale. un'invocazione che ci aiuta a
comprendere il senso del tempo di Avvento che stiamo vivendo.Avvento è
attesa di qualcuno che viene e Colui che viene è il Signore, re di
giustizia e di pace...
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...Con
la seconda domenica di Avvento continua il cammino dell'Avvento come
tempo propizio di "addestramento per imparare ad attendere ed
accogliere la venuta del Signore Crocifisso Risorto nel segno della
piccolezza e della fragilità. Come Cristo è venuto nella carne, povero
e debole, allo stesso modo viene, povero e debole, come Crocifisso
Risorto (cf. At 1,11; Ef 4,10). Bisogna saperlo riconoscere E per
riconoscerlo bisogna vegliare "ad occhi aperti" con sapienza e
intelligenza, ci diceva il Vangelo di domenica scorsa. Oggi ci dice che
bisogna convestirsi (Mt 3,1-12), vale a dire cambiare modo di pensare e
stile di vita. Ma come?
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Enzo Bianchi
Se domenica scorsa il vangelo ci chiedeva la capacità di vigilare, cioè di
essere consapevoli, di predisporre tutto per accogliere la venuta nella gloria
del Signore Gesù, oggi siamo invitati a prepararci a questo evento mediante le
parole di Giovanni il Battezzatore: «Convertitevi perché il regno dei cieli è
vicino!»...
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mons. Vincenzo
Paglia
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!
In questa seconda domenica di Avvento la liturgia ci invita a guardare il
Battista. Scrive l'evangelista: "In quei giorni comparve Giovanni Battista a
predicare nel deserto della Giudea, dicendo: Convertitevi, perché il regno dei
cieli è vicino". È una voce, che grida. Può restare una voce tra le tante; può
essere facilmente allontanata; possiamo cercarne altre meno dure, più suadenti,
che ci rassicurano perché non ci chiedono niente e ci danno sempre ragione. Oggi
ci vien chiesto di ascoltare Giovanni Battista: è la voce più alta dell'uomo.
Esprime l'attesa che il mondo intero ha di salvezza.
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mons. Antonio
Riboldi
Convertitevi, perché Dio è vicino
Nel cammino verso il Natale - questo Dono incredibile e meraviglioso che il
Padre ci ha fatto, Gesù, uomo tra noi, che condivide tutto di noi, per
riportarci come figli a Casa - Dio ci chiede un cambiamento totale. Conosciamo
tutti per esperienza come è facile oscurare Dio in noi, fino quasi ad ignorarne
la Presenza. A volte la nostra debolezza, che si manifesta nel peccato o in uno
stile di vita puramente umana, ma senza la fede che ci eleva a Dio, è simile ad
un oscuramento dell'anima...
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Agenzia SIR
Giovanni il grande. Il Vangelo oggi lo mostra incastonato nel progetto
della storia della salvezza. Giovanni è grande, per le parole profetiche che lo
avevano annunciato e per quelle da lui stesso gridate, nel deserto, con forza di
fuoco e di vento! Il luogo della sua predicazione è il deserto, vasto spazio di
penitenza, ma anche lungo itinerario dei padri verso la terra promessa, in
quaranta anni vissuti tutti nelle mani della paziente bontà di Dio che li ha
nutriti, dissetati, condotti, illuminati, ammoniti e puniti, sostenuti e
salvati.
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Immacolata Concezione
8 Dicembre 2010
Lc. 1,26-38
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S. S. Benedetto XVI
ATTO
DI VENERAZIONE ALL’IMMACOLATA A PIAZZA DI SPAGNA
... Grazie, o Madre Immacolata, di essere sempre con noi! Veglia sempre sulla
nostra Città: conforta i malati, incoraggia i giovani, sostieni le famiglie.
Infondi la forza per rigettare il male, in ogni sua forma, e di scegliere il
bene, anche quando costa e comporta l’andare contro-corrente. Donaci la gioia di
sentirci amati da Dio, benedetti da Lui, predestinati ad essere suoi figli.
Vergine Immacolata, dolcissima Madre nostra, prega per noi!
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La festa dell'Immacolata è davvero una
festa di gioia per tutti noi, per tutta l'umanità... una gioia che si apre al
canto, alla benedizione...
Guardando Maria è inevitabile anche per noi
aprirci alla lode, alla benedizione...
Nel Figlio il Padre ci ha pensati, ha avuto
uno sguardo di predilezione per tutti noi, guardando Maria ci è data la
possibilità di vedere qual è il sogno di Dio per ognuno di noi... Dio ha un
sogno... il desiderio di poter intrattenere con la sua creatura un dialogo
d'amore...
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La
pagina di Dio che la Chiesa ci ha fatto ascoltare ci aiuta a situare
quest'evento nel contesto ampio della storia umana che è storia di
salvezza perchè Dio interviene, illumina, opera in essa...
Maria di Nazareth, una creatura piccola, fragile, giovane, ma
sapiente... è una creatura totalmente avvolta, plasmata,
abitata dall'amore gratuito di Dio, questo indica quel
"piena di grazia"...
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mons. Vincenzo
Paglia
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce
Mentre si avvicina il Natale, la liturgia ci viene incontro con questa festa in
onore della Madre di Gesù. La Vergine Maria diviene per noi un esempio di come
vivere questo tempo di Avvento, di come attendere il Signore che sta per nascere
in mezzo a noi...
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mons. Antonio
Riboldi
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
In questa settimana la Chiesa celebra la Solennità dell'Immacolata Concezione,
ossia di come avremmo potuto essere tutti dal concepimento se... i nostri
progenitori non avessero ceduto alla tentazione della superbia, macchiandosi
quello che chiamiamo peccato originale: la spina che ci portiamo addosso, nel
preferire a volte il male al bene, come avvenne per Adamo ed Eva. Facile cadere
nella trappola...
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mons. Angelo Bagnasco
Maria ci incoraggia e purifica, ci dona serenità e gioia
Prima di Maria, mai una donna è stata salutata così da Dio. Un saluto
nuovo e inaudito perché tale è la novità portata agli uomini dal concepimento e
dalla nascita di Gesù. Maria resta turbata, come e più di Zaccaria nel Santuario
all'apparizione dell'angelo. Maria è turbata dalla parola più che dalla presenza
dell'angelo. È la parola del messaggero divino che la scuote. Maria le dà peso e
dopo averla ricevuta con tremore e gioia, si domanda cosa vuole dirle questo
saluto di grazia. Una parola accolta con timore, custodita con premura e amore.
È di Maria lo stampo originale del nostro rapporto con la parola quotidiana del
Signore.
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mons. Carlo Caffarra
La prima pietra della ricostruzione della nostra umanità
Celebriamo oggi una delle più grandi opere della misericordia
divina. Come abbiamo appena detto nella preghiera introduttiva, Dio – in
previsione della morte del suo Figlio unigenito – ha preservato Maria, quando è
stata concepita, dal peccato originale: è stata concepita immacolata. Non sarà
inutile richiamare alcune verità essenziali della nostra fede, perché la lode
della grazia redentiva di Cristo sia più consapevole...
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Agenzia SIR
Prima di Maria, mai una donna è stata salutata così da Dio. Un saluto
nuovo e inaudito perché tale è la novità portata agli uomini dal concepimento e
dalla nascita di Gesù. Maria resta turbata, come e più di Zaccaria nel Santuario
all'apparizione dell'angelo. Maria è turbata dalla parola più che dalla presenza
dell'angelo. È la parola del messaggero divino che la scuote. Maria le dà peso e
dopo averla ricevuta con tremore e gioia, si domanda cosa vuole dirle questo
saluto di grazia. Una parola accolta con timore, custodita con premura e amore.
È di Maria lo stampo originale del nostro rapporto con la parola quotidiana del
Signore...
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III domenica
d’Avvento Anno A
12 Dicembre 2010
Mt. 11,2-11
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P. Gregorio Battaglia
Omelia (audio)
"Gaudete"
gioite, rallegratevi... E' un imperativo!... Il Signore ci comanda
di gioire... il motivo ce lo esprimeva il profeta Isaia facendosi eco di ciò che
Dio vuole dire a noi oggi... "Il Signore viene a salvarci", questo è
il motivo, e il Signore viene a visitarci nella condizione in cui siamo: un
deserto... Oggi la nostra realtà italiana ha smarrito il senso
dell'etica, della morale, siamo diventati piatti, cinici, senza voglia, non
abbiamo più nessun gusto, la nostra realtà di oggi: un
deserto. questa realtà è visitata dal Signore... questo è la fonte
della nostra gioia!... Noi non abbiamo tanti motivi di gioire, per questo ci
viene comandato di gioire; dobbiamo imparare a prestare fede a questa Parola che
viene detta a noi, oggi...
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mons. Antonio
Riboldi
Il Natale si avvicina, rallegriamoci!
"Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi. Il Signore è
vicino". (Fil. 4,4) È l'invito alla Gioia che la Chiesa, oggi, terza
domenica di Avvento, ci mette sulle labbra e nel cuore. Gesù sta per nascere: è
vicino! E come a dare forza all'invito, così oggi il Profeta Isaia incita
alla speranza e ancora di più...
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Con la terza
domenica di Avvento siamo esortati a rallegrarci
(nella tradizione cristiana questa domenica è detta “Gaudete”), secondo l’invito del profeta Isaia: «Si rallegrino il
deserto e la terra arida… » (prima lettura: Is 35,1-6a.8a.10)), e l’antifona di ingresso presa
da Fil 4,4.5: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino». Bisogna rallegrarsi perché la
venuta del Signore Crocifisso Risorto è vicina...
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mons. Gianfranco Poma
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
Desiderare Dio, aspettarlo, incontrarlo, è il senso dell'Avvento ed è
l'esperienza che la Liturgia ci invita a vivere in queste settimane, in attesa
del Natale. Il nostro tempo sembra fare a meno di Dio: cerca tante cose, è
insoddisfatto, deluso, ma da quando i maestri del sospetto hanno aperto gli
occhi agli uomini, essi cercano altrove ciò che in tempi più ingenui cercavano
in Dio. Eppure noi celebriamo l'Avvento, perché, al di là di ogni risposta che
ci viene dalle scienze che indagano l'uomo, sentiamo rinascere in noi il
desiderio insopprimibile di qualcuno che sazi il nostro desiderio di pace, di
felicità, di amore...
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Agenzia SIR
Sei tu? La domanda di Giovanni a Gesù è "LA" domanda. Siamo al capitolo 11
del Vangelo e Gesù deve ancora dare altre prove per mostrare chi egli sia? Gesù
si lascia interrogare e risponde mostrando il metodo di ricerca delle risposte
certe: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete". Il metodo dei
fatti, dell'esperienza personale.
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IV domenica
d’Avvento Anno A
19 Dicembre 2010
Mt 1,18-24
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P. Gregorio Battaglia
Omelia (audio)
Per noi Cristiani dovrebbe già bastare la
domenica, che è il giorno in cui facciamo memoria della
Resurrezione del Signore...
La Resurrezione del Signore è il punto
fondamentale... perchè il Signore Risorto è il Vivente è Colui che
è con noi...
A che servono le altre feste?... Il
ripercorrere l'avventura umana ci aiuta a capire come il Signore
viene...
L'Avvento e il
Natale sono l'occasione per ripensare il nostro rapporto con il
Signore...
Giuseppe ha saputo accogliere la venuta del
Signore... impara a confrontarsi con la Parola del Signore... si ritrova di
fronte una novità che sconvolge il suo progetto...
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Nel brano del Vangelo l'evangelista Matteo
ci racconta la genesi di Gesù Cristo. Ci mette davanti il Figlio di Dio che
viene in questo mondo, sua madre Maria che è sposa promessa di
Giuseppe...
L'azione è di Dio, è come se Matteo ci
volesse dire che sta avvenendo la creazione nuova dell'uomo... la nuova genesi
dell'uomo è sempre opera dello Spirito Santo... è lo spirito che rende il grembo
di Maria pieno di vita...
Maria è coinvolta in questo evento ed è
disponibile ad accogliere la bontà, la tenerezza, il respiro di
Dio...
Giuseppe, promesso sposo di Maria, è
chiamato a contemplare quest'evento e a lasciarsi coinvolgere... si trova in una
situazione veramente difficile... è un uomo giusto, non si lascia prendere dalla
logica della morte... ascolta la vita... Maria... la Parola di Dio...
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...Quando Giuseppe termina di
riflettere, dopo aver ascoltato la Parola di Dio annunciatagli dal messaggero
del Signore, comprende che il suo sogno corrisponde al sogno di Dio e che questo
sogno è realizzabile se accoglie come dono di Dio la sua sposa e colui che ella
porta dentro di sé che fa un tutt’uno con la vocazione di Maria.
E poiché
Giuseppe è uomo giusto, agisce secondo la Parola del Signore: «Giuseppe fece
come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt
1,24). Inizia, così per Giuseppe e Maria l’avventura impegnativa della
fraternità…
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mons. Antonio
Riboldi
Ecco la Vergine concepirà un figlio
A pochi giorni dalla Solennità del Natale, viene da chiederci quali siano i
sentimenti che ci animano. Dio non voglia che la gioia immensa di sapere che
Gesù, Figlio di Dio, Dio stesso, ha rotto gli indugi e si fa tanto vicino a noi,
da vestirsi della nostra umanità, tranne il peccato, ci lasci indifferenti! Ogni
volta lo si pensa dovrebbe apparirci incredibile che Dio ci ami così tanto, fino
a dimenticare il rifiuto del Suo Amore e prendere su di Sé la nostra miseria,
per riscattarla con il solo 'mezzo' possibile, cioè farsi carico di ciò che
siamo, della nostra misera povertà...
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mons. Gianfranco Poma
Così fu generato Gesù Cristo
Dopo aver contemplato l'icona di Giovanni il Battista, nell' ultima domenica
dell'Avvento, leggendo il brano di Matteo 1,18-25, ci è offerta la
contemplazione di una nuova icona, quella di "Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla
quale è nato Gesù, chiamato Cristo". Accostando questo testo, dobbiamo ricordare
che i primi due capitoli del Vangelo di Matteo e di Luca, i "Vangeli
dell'infanzia", non hanno come scopo di narrarci gli avvenimenti dell'infanzia
di Gesù, ma di recarci il "lieto annuncio" (Vangelo) del mistero della identità
di Gesù: egli è l' "Emmanuele", il Dio che ci salva, perché il "Dio con noi" è
il "Dio in noi" e quindi il "Dio per noi"; egli, innestandosi e portando a
compimento la storia di Israele, è destinato a mostrare che Dio che agisce
mediante il proprio Figlio come salvatore e signore, lo fa in modo conforme a
quanto ha fatto nel passato per il suo popolo...
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Agenzia SIR
Che rapporto avere con Dio e col suo mistero? Quello di Giuseppe, un uomo
giusto e corretto che riflette e decide di rischiare nei confronti di Maria. Il
sonno e il sogno di Giuseppe sono la magnifica immagine del suo puro atto di
fede e di incondizionata mitezza nei confronti del mistero di Dio, ma anche
della propria storia personale.
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Natale del Signore
25 Dicembre 2010
Messa della Notte: Lc 2,1-14
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S. S. Benedetto XVI
Santa Messa della Notte nella Solennità della Natività del
Signore
„Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato“ – con questa parola del Salmo
secondo, la Chiesa inizia la liturgia della Notte Santa. Essa sa che questa
parola originariamente apparteneva al rituale dell’incoronazione dei re
d’Israele. Il re, che di per sé è un essere umano come gli altri uomini, diventa
“figlio di Dio” mediante la chiamata e l’insediamento nel suo ufficio: è una
specie di adozione da parte di Dio, un atto di decisione, mediante il quale Egli
dona a quell’uomo una nuova esistenza, lo attrae nel suo proprio essere. In modo
ancora più chiaro la lettura tratta dal profeta Isaia, che abbiamo appena
ascoltato, presenta lo stesso processo in una situazione di travaglio e di
minaccia per Israele: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere” (9,5). L’insediamento nell’ufficio del re è come
una nuova nascita. Proprio come nuovo nato dalla decisione personale di Dio,
come bambino proveniente da Dio, il re costituisce una speranza. Sulle sue
spalle poggia il futuro. Egli è il detentore della promessa di pace...
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P. Aurelio Antista
Omelia (audio)
"Il
popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce" Così iniziava
il brano del profeta Isaia che ascoltavamo nella prima lettura ed è
proprio vero, l'evento che celebriamo in questa notte santa è un evento
di luce. E' luce che squarcia le nostre tenebre, è luce che vince le
nostre paure e illumina di gioia il nostro cammino, dà speranza a tutti
a partire dai più piccoli, dai più poveri della terra. E qust'evento
così singolare è la nascita al mondo del Figlio di Dio...
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mons. Dionigi Tettamanzi
Carissimi,
con una grande gioia nel cuore comunico a tutti e a ciascuno di voi la
buona Notizia che “Dio si è fatto uomo per noi, per noi si è fatto
bambino!”.
E’
questo il messaggio che dalla grotta di Betlemme si è diffuso e
continua a diffondersi oggi raggiungendo anche i luoghi più sperduti
della terra. L’annuncio in un modo tutto personale giunge ora a noi.
Fa’, o Signore, che riempia il nostro cuore di quella stessa gioia che
l’angelo ha augurato ai pastori di Betlemme: “Non temete: ecco, vi
annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Luca 2,10-11)...
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mons. Cesare Nosiglia
In
questa notte santa, dopo oltre 2000 anni, risuona l’annuncio degli
angeli, che ha segnato la storia dell’umanità e continua a stupire per
la gioia che porta nel cuore di ogni persona. Un bambino è nato per
noi, ci è stato dato un figlio. Questo è il grande mistero del Natale,
del Dio con noi che si fa umile, povero, semplice bambino, indifeso e
bisognoso di tutto e di tutti. Egli entra nella storia in punta di
piedi.
Ogni Natale rinnova questo evento e lo ripropone in modo diverso e
nuovo, perché Dio non si ripete mai. La sua venuta è come la nascita di
un nuovo figlio, uguale nel suo significato a quella che l’ha
preceduta, ma anche totalmente diversa e portatrice di speranze e
attese sorprendenti.
Che cosa porterà questo Natale 2010 alla nostra vita e alle nostre
famiglie? Quale novità il Signore ha in serbo per ciascuno di noi?....
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mons. Antonio
Riboldi
Carissime e carissimi, un poco tutti siamo sommersi da auguri, come se di
colpo spuntasse in noi la voglia di donare una briciola di pace, in un tempo in
cui ne manca. E non dico della pace senza guerra, ma di quella pace
interiore, che è la sete più grande che proviamo. Una pace, una gioia, una
serenità, che ci viene quando il cuore è aperto all'amore, prima di tutto verso
Dio e, quindi, verso gli altri. E così è tutto un incrociarsi di auguri con
quanti sono vicini o incontriamo. É davvero il giorno che ha qualcosa di
meraviglioso, come te su di noi ritornasse quel magico canto del Cielo: 'Gloria
a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama'. E
anch'io voglio donare i miei auguri ad ognuno di voi che mi leggete...
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... Si tratta davvero di una buona novella, perché abbiamo bisogno, anche noi
oggi, di essere salvati da molti mali. Abbiamo bisogno di essere guariti dalle
nostre ferite spirituali, che sono motivo di sofferenza per noi e per chi ci è
vicino. Il Bambino di Betlemme, nato in una grotta, ci insegna l’umiltà, la
semplicità, l’innocenza, che spesso dimentichiamo in un mondo segnato dalla
violenza e dal desiderio di potere. Con la sua nascita e con tutta la sua vita
Gesù ci ricorda: “Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro
servo” (Mt 20,26) e “Chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà
sarà innalzato” (Mt 23,12)...
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...«Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo Signore»
(Lc 2, 11), proclamano gli angeli ai pastori e a noi. Dio viene in mezzo
a noi, si fa uomo per darci la sua vita e la salvezza. Ma è proprio vero?
Da molte parti si sente affermare nei modi più disparati che Dio è lontano
e non si cura degli uomini. In effetti, c’è una realtà dura: è il ripetersi di
episodi crudeli, di situazioni tragiche, dove l’uomo è vittima della cattiveria
dei suoi simili o di inesorabili leggi fisiche, di malattie, di minorazioni che
distruggono la sua personalità. Dov’è questo Dio, dove la sua attenzione alla
sua creatura, dove la sua conclamata bontà? Sembra che Dio sia lontano,
indifferente alle sorti della sua creatura, di questo piccolo uomo abbandonato
in balia di tutte le forze avverse e chiamato a difendersi con le sue capacità,
ad arrangiarsi da solo....
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Messa dell'aurora: Lc 2,15-20
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La liturgia del Natale inizia la notte e poi prosegue con quella
dell'aurora e del giorno, quasi un itinerario da compiere. Credo sia
bello cogliere questo cammino dalla notte alla pienezza del giorno ...
che è dato da questo sguardo che ci permette di incontrare quel Dio che
si china su di noi.
La festa del Natale è soprattutto la festa della Grazia di Dio, la
festa di questo Amore che discende, quel Dio tre volte Santo, il Dio
trascendente, il Dio onnipotente che ha fatto il cielo e la terra,
proprio questo Dio che si è chinato su di noi, si è presentato a noi
nel segno di un bambino, di una fragilità, di una debolezza, di una
consegna... ma tutto questo ci permette di guardare la nostra notte con
occhi nuovi...
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Messa del giorno: Gv 1,1-18
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In questa festa solenne del Natale del Signore Gesù la liturgia attraverso i brani che abbiamo ascoltato ci invita alla gioia...
Nel prologo di Giovanni ci viene detto che la Parola di Dio, che ha
parlato attraverso i profeti, si è fatta carne ed ha posto la sua tenda
in mezzo agli uomini, questo è il senso del Natale... di questo Dio che
non solo ci parla, ci illumina con la sua Parola, ma viene un momento
in cui sceglie di assumere la carne umana... lascia la bellezza del suo
vissuto... per diventare uomo in tutto in Cristo Gesù è entrato
nell'esperienza umana, nella fragilità e debolezza di ciascuno di
noi...
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mons. Cesare Nosiglia
Dio
si è fatto uomo, perché l’uomo diventi figlio di Dio. Lui ha assunto la
nostra natura umana, perché noi potessimo condividere la sua natura
divina.
È questo il messaggio chiaro e forte che il prologo del vangelo di
Giovanni ci offre questa mattina nella liturgia del Natale. Il Verbo,
la Parola eterna del Padre, per cui tutto è stato creato, si è fatto
carne, ha preso su di sé la nostra debole ed imperfetta natura umana
per elevarci alla dignità divina di figli. Questo messaggio esalta la
gratuità del dono di Dio. È lui che, nella sua misericordia, ha deciso
di salvare l’umanità peccatrice e lontana mandando suo Figlio, il suo
Verbo eterno, perché tutti abbiano per mezzo di lui la vita e la luce.
Il Natale è la festa della gratuità e ci rivela quanto Dio ama questo
mondo e le sue creature e quanto non si arrenda di fronte al nostro
peccato e risponda con un supplemento di grazia e di amore al male che
c’è nel mondo....
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mons. Gianfranco Poma
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
Desiderare Dio, aspettarlo, incontrarlo, è il senso dell'Avvento ed è
l'esperienza che la Liturgia ci invita a vivere in queste settimane, in attesa
del Natale. Il nostro tempo sembra fare a meno di Dio: cerca tante cose, è
insoddisfatto, deluso, ma da quando i maestri del sospetto hanno aperto gli
occhi agli uomini, essi cercano altrove ciò che in tempi più ingenui cercavano
in Dio. Eppure noi celebriamo l'Avvento, perché, al di là di ogni risposta che
ci viene dalle scienze che indagano l'uomo, sentiamo rinascere in noi il
desiderio insopprimibile di qualcuno che sazi il nostro desiderio di pace, di
felicità, di amore...
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mons. Angelo Scola
La liturgia della Messa del giorno ci presenta il messaggio più profondo del
Natale. Le letture si staccano dal registro narrativo e ci invitano a trasferire
tutta l’attenzione dai personaggi dell’evento al Protagonista: chi è il bimbo
che è nato? È il Verbo di Dio fatto uomo: «Dio, che molte volte e in diversi
modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti,
ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio… Egli è
irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene
con la sua parola potente» (Eb 1,2-3, Messa del giorno)...
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Sacra Famiglia Anno A
26 Dicembre 2010
Mt 2,13-15. 19-23
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Oggi la Chiesa ci invita a contemplare quella piccola famiglia in cui
il Figlio di Dio ha preso dimora tra noi: la famiglia di Nazareth. Una
famiglia unica, diversa dalle altre, particolarissima, eppure molto
somigliante ad ogni famiglia umana.Una famiglia che ha conosciuto la
fatica, la sofferenza come ciascuna famiglia umana...
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Agenzia SIR
Altra è la ricerca dei Magi guidati dalla stella della Parola, altra è la
"caccia" di Erode al bambino per ucciderlo. La prima era per trovare e
diffondere luce, la seconda per portare distruzione e morte. Come in Egitto, la
notte della liberazione dal faraone, l'angelo del Signore parla di notte con
Giuseppe e consiglia la fuga. Giuseppe è obbediente, ascolta e mette in pratica
la Parola del Signore: parte subito, nella notte, senza indugiare...
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Maria SS. Madre di Dio
1 Gennaio 2011
Lc 2,16-21
Ogni
primo dell'anno usiamo farci gli auguri e la liturgia lo fa nel modo che le è
peculiare. L'augurio che ci viene rivolto è attraverso questa benedizione che da
Mosè ad Aronne arriva anche a noi.
“Così benedirete gli Israeliti:
direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia
risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il
suo volto e ti conceda pace”.
Iniziamo l'anno con questo augurio, ma
anche con questa realtà, non è solo un auspicio che il Signore rivolga a noi il
suo volto, è una realtà: il volto di Dio è rivolto su ognuno di
noi...
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mons. Antonio
Riboldi
Sono tanti i modi con cui celebriamo la fine dell'anno e l'inizio del nuovo.
Ma è davvero grande la preoccupazione di 'come' si presenta il tempo,
dimenticando spesso che è il dono più grande che Dio ci ha fatto. Lasciamo
alle spalle un anno dove, credo per tutti, si sono come incrociate gioie e
speranze, tristezze e angosce. La Chiesa giustamente celebra la fine dell'anno
con un grande Te Deum, per dire Grazie a Dio che ci ha donato tanto tempo. E il
tempo che viviamo, in quanto dono, - ricordiamocelo sempre - ci è dato per una
sola ragione: quella per cui Dio ci invita a crescere in bontà e amore, come un
cammino verso il momento in cui finirà 'questo' tempo e sarà l'eternità_ La
vita non è uno scherzo e neppure un gioco...
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Agenzia SIR
Inizia l'anno dinanzi al volto di una giovane donna che ha partorito
nella verginità. La scena del Vangelo mostra un episodio della vita di una
famiglia ebrea, ma molti elementi sono inusuali. È una famiglia povera, i
visitatori sono semplici pastori - gente rude e di basso livello sociale - la
culla per un primogenito è una umile mangiatoia. Inaudito è il protagonista:
quel neonato è il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo, l'atteso dalle genti.
Torniamo dinanzi a quella giovane madre: definita solennemente dalla Chiesa
universale (prima ancora di ogni divisione) Theotokos, Madre di Dio e,
per questo, anche madre nostra. ...
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II Domenica dopo Natale
SS. Nome di Gesù
2 Gennaio 2011
Gv 1,1-18
Nella notte di Natale ci viene detto che
gli angeli si presentano ai pastori nella notte, c'è una grande luce e
l'annuncio gioioso: "Oggi è nato per voi un salvatore". E in questa II domenica
di Natale è come se venissimo coinvolti in un grande interrogativo: che senso ha
per noi questo annuncio?
Perchè ascoltare l'annuncio degli angeli
significa poi chiedersi: e per me, per noi che senso ha? si parla di un
Salvatore, e in che misura io sono coinvolto in questa salvezza, in questo
riscatto, in questa liberazione? Colui che nasce a Betlemme in che senso è per
me questa salvezza, questa opportunità che si apre?...
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mons. Vincenzo
Paglia
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi
La liturgia di oggi ci immerge nuovamente nel mistero del Natale. È facile per
noi dimenticare, essere presi dai ritmi della nostra vita e lasciarci dominare
da essi. E forse, in questi giorni, non siamo stati attenti come Maria che
"conservava nel cuore tutto quanto accadeva" attorno a Gesù. Il "clima
natalizio", purtroppo, non sempre aiuta a comprendere e soprattutto a vivere il
mistero del Natale. È il mistero che sta all'origine della nostra salvezza,
eppure rischiamo di coprirlo sino a renderlo inefficace per la nostra vita e per
quella del mondo. Accadde la stessa cosa agli abitanti di Betlemme. Anche oggi
il Natale vero può passare senza che la maggioranza se ne accorga. Del resto
anche allora il Natale non avvenne nel clamore della città, ma nel silenzio
"mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del
suo rapido corso", si legge nel libro della Sapienza (Sap 18,14)...
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Agenzia SIR
È tale lo splendore del Natale che non se ne capisce la misura e non se
ne abbraccia la ricchezza nello spazio di una notte. Giovanni ci soccorre e
sostiene il nostro stupore guidandoci, col prologo del suo Vangelo, a
intravederne la misura abissale. Gesù, il Cristo, al centro di
tutto, ma anche "prima di tutto". È lui la perla del progetto di salvezza di
Dio. È sempre lui che spiega noi a noi stessi dicendo che siamo presenti a Dio
perché ci ama con amore infinito e perché ha apparecchiato ogni cosa per noi...
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