"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano


 

Il mio Avvento
  di Mimì Caruso


È ancora buio, troppo presto per iniziare le attività di ogni giorno…

Nella mia mente risuona la frase di Bruno Forte “vivere l’Avvento è entrare nel Suo fuoco”, parole che subito mi hanno colpita, mi sono rimaste dentro, quasi accantonate però, non trovando il tempo per una giusta riflessione, ed approfitto di questo momento per lasciarle scorrere su di me, penetrando nei pensieri fino a giungere al cuore…

I miei pensieri si affollano, apparentemente slegati, ma uniti da un filo invisibile…

Il termine Avvento evoca l’attesa di un evento…

In questo momento persone a me care sono in “dolce attesa” e ciò mi fa considerare quanto la loro vita e quella di chi li attornia sia colma di gioia, ma anche di preoccupazioni, ansie, e soprattutto di aspettative e speranze… per il miracolo di una nuova vita!

L’evento a cui la liturgia con il periodo dell’Avvento vuole prepararci è il Natale, la nascita di un Bambino, di Gesù, il Dio che si fa carne, il creatore che si fa creatura, l’infinito che si fa presente; mi sembra di vederlo, a Betlemme (città del pane), deposto in una mangiatoia… Ma ecco subito un’altra immagine forte si sovrappone: altro luogo, Gerusalemme, un Pane spezzato e offerto! Il senso del Natale svelato alla luce della Pasqua!

Quel Bambino, come ogni neonato inerme e bisognoso di tutto, che però riesce a concentrare l’attenzione e stravolgere la vita di tutti coloro che gli stanno accanto, evoca in me ancora un’altra immagine: un Uomo, altrettanto inerme e impotente, su una croce, che però, nonostante la sua impotenza o forse proprio per la sua impotenza, riesce ad attrarre a sé tutto e tutti e fa dire ad un estraneo, un pagano, un centurione… “veramente Costui è il Figlio di Dio”. L’Onnipotente palesato nella debolezza!

Ma i miei pensieri corrono veloci e vanno oltre, vanno ad uno straniero che si fa compagno di viaggio per i due discepoli in cammino verso Emmaus confusi e delusi, che solo quando, dopo aver spezzato ed offerto il pane, sparisce dalla loro vista, lo riconoscono e si dicono l’un l’altro:  «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Ecco che ritorna il Fuoco che arde… ora mi sembra che si chiuda il cerchio dei miei pensieri, che tutto abbia un senso…

Uno spiraglio di luce filtra dalle imposte, ora posso alzarmi, iniziare veramente il mio cammino e… serbando nel mio cuore le immagini del Bambino, del Pane spezzato ed offerto, del Cristo in croce e dello Straniero che si fa compagno di viaggio … vivere consapevolmente il mio Avvento!