Logo Parco Nord

Le attività di quest'anno


Il programma


I concetti


Il sentiero


L'oggetto di discussione


Le novità


Il gruppo di lavoro



 


Il Parco Nord

La didattica al Parco Nord


Gli ambienti


La vegetazione


La fauna


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le risorse della rete


Redazione Torna alla pagina principale Il sito del Parco Nord
Scrivici!

 

Il sito del Parco Nord Torna alla pagina principale Redazione

 

 


La scuola ecologica e l'orto biologico
Interrogarsi su come sia possibile che l'agricoltura - immagine dell'ingegno dell'uomo nell'addomesticare la natura - si trasformi in un pericoloso attentato alla stessa, permette di analizzare le relazioni esistenti tra i cicli naturali, il mondo scientifico e tecnologico, l'interazione dell'uomo con l'ambiente, la società stessa.

Lo scopo è di realizzare un percorso di conoscenza che porti alla realizzazione di un orto biologico permanente all'interno della scuola.

La realizzazione di un microambiente permette di scoprire le regole e i ritmi naturali; la continuità dell'intervento negli anni, anche da parte di classi diverse, permette una continuità nel percorso degli insegnanti. In questo modo il lavoro delle classi, al posto che ripartire ogni anno da zero, facilita l'instaurarsi di equilibri adatti ad un orto che non mira alla produzione fine a se stessa ma ad una produzione inserita e in equilibrio con l'ambiente.

Suggerisco di partire dall'analisi del problema, ovvero la classe può uscire nel territorio e osservarlo attraverso due chiavi di lettura: il funzionamento degli ecosistemi naturali (ciclo della sostanza organica, relazioni alimentari, equilibrio, stabilità ed evoluzione degli ecosistemi, biodiversità) e il comportamento umano (l'agroecosistema convenzionale e biologico, l'impatto della produzione agricola sugli ecosistemi, la percezione del paesaggio). La conoscenza del territorio avviene attraverso lo studio dell'interazione e dell'integrazione tra uomo e natura.

L'insegnante può attivarsi quindi, al ritorno a scuola, per coinvolgere la classe in una discussione partecipata; può utilizzare le diverse conoscenze frammentarie che fuoriescono dalla condivisione delle opinioni per ricostruire un quadro organico dei comportamenti umani e della loro interazione con l'ambiente. Questa fase preliminare è propedeutica alla ricerca di un'azione concreta che tenga conto delle potenzialità e dei limiti presenti, ricercando, attraverso il lavoro, un'incidenza su base locale.

Insieme agli alunni e alle alunne si percorrono, quindi, tutte le fasi di realizzazione di un lavoro: visione, acquisizione di competenze, progettazione, realizzazione, verifica del lavoro, comunicazione dell'esperienza.

La metodologia suggerita è quella della progettazione partecipata, non solo alla realizzazione del lavoro nello specifico ma soprattutto nell'adozione del problema: un orto biologico realizzato come esperienza didattica una-tantum realizza sì un lavoro ma non presenta continuità e non permette un'incidenza attiva.

Nel progettare l'orto ricordatevi quali sono le principali differenze ecologiche tra un ecosistema naturale (es: il bosco visitato nel parco) e l'ecosistema che l'agricoltura crea (la visita all'azienda agricola convenzionale).

Fattore

Bosco

Azienda

Energia

La fonte di energia è il sole

Apporto di energie sussidiarie controllata dall'uomo: lavoro umano, meccanizzazione, fertilizzanti artificiali, pesticidi, irrigazione ecc.

Complessità

Elevata: esiste un alto numero di specie presenti con un piccolo numero di individui. Il sistema tende a limitare le variazioni nel tempo e nello spazio: l'equilibrio dinamico dipende dalla biodiversità e dalla stabilità

Bassa: monocolture, monosuccessioni, terreno nudo

Selezione

Naturale

Artificiale

L'agricoltura è caratterizzata da una forte semplificazione dell'ecosistema che comporta: diminuzione della biodiversità, un massiccio utilizzo di energia, un forte danno ambientale.

Vediamo ora quali azioni si possono realizzare a scuola per costruire un orto che evidenzi, attraverso alcune azioni chiave, un approccio alla produzione agricola che rispetti la biodiversità su cui si basano gli equilibri biologici e la qualità dell'ambiente vitale.

Gli obiettivi di un approccio ecologico sono: creare un equilibrio che permetta di controllare le infestanti e le invasioni parassitarie senza ricorrere allĠutilizzo di sostanze di sintesi estremamente pericolose e diminuire il carico di sfruttamento del suolo e dell'ambiente in genere.

Fondamentale è allora:

  • mirare al rispetto della biodiversità,
  • diminuire l'energia introdotta,
  • considerare la zona, l'ecosistema, in cui si opera,
  • limitare l'utilizzo dell'ingegneria genetica e della selezione artificiale.

Costruzione di un orto biologico permanente

Lavorazione del terreno

E' consigliabile lavorare il terreno il meno possibile per diversi motivi: la lavorazione danneggia la struttura e mette in pericolo gli abitanti di questo ambiente perché li porta lontano dall'ossigeno in una zona povera di cibo. La scelta di non decorticare completamente il terreno porta i bambini ad approcciarsi in maniera meno violenta in un'azione sulla natura. Osservate il prato della scuola e cercate una zona soleggiata, di poco transito e progettate il vostro intervento. Decidete quali piante lasciare e quali tenere in maniera selettiva

Concimazione

A ottobre, attivatevi per realizzare un cumulo di compostaggio realizzato con gli scarti del giardino (rametti, sfalci, foglie secche). Ricoprite con le foglie anche il pezzo di giardino dove volete realizzare l'orto. A primavera avrete a disposizione dell'ottimo humus per una concimazione organica equilibrata. Avrete incrementato i decompositori del vostro ambiente e posto le basi ottimali per la crescita delle piante.

Irrigazione

L'apporto di acqua va dato solo in casi di reale necessità, durante le ore di scarsa insolazione per evitare un'inutile evaporazione, e non utilizzando acqua potabile se possibile.

Rotazioni colturali

Sono le successioni temporali di diverse colture nello stesso spazio.

E' una pratica antica che permette di limitare lo sfruttamento ed i fenomeni di stanchezza del terreno sfruttando l'alternanza e le caratteristiche di ogni specie messa a dimora. Esistono piante miglioratrici, come le leguminose, altre più depauperanti come le graminacee. Aiuta a tenere sotto controllo i fattori di rischio tipo infestazioni parassitarie e invasione delle infestanti. Aumenta la biodiversità.

Consociazioni

E' una pratica che consiste nel mettere a dimora affiancate essenze che si aiutano vicendevolmente nella crescita. Anche questa pratica controlla i fattori di rischio: infestazioni parassitarie, depauperamento del terreno, controllo delle infestanti.

Aumenta la biodiversità.

Diserbo

Innanzi tutto bisogna ribaltare il concetto di "malerba", e ricordare che un terreno inerbito è molto più forte di fronte a perturbazioni di vario tipo: climatiche, chimiche, biologiche.

Nella logica di salvaguardia della biodiversità non esiste il terreno nudo.

Bisogna quindi lavorare preventivamente con la creazione, anche in questo caso, di un equilibrio che faciliti il controllo delle infestanti e, giocando sui meccanismi di competizione e di cooperazione tra le varie specie, dirigere lo stabilirsi di erbe, arbusti, alberi ritenuti utili nei propri campi.

Un valido aiuto nel controllo delle infestanti è dato dalla pacciamatura, cioè la copertura del terreno con foglie, corteccia ed altro materiale organico, che limitando il passaggio della luce riduce lo sviluppo di piante non volute.

Questa scelta diminuisce il rischio di inquinamento chimico del terreno e degli ecosistemi connessi salvaguardando nello stesso tempo la salute dei lavoratori implicati ed operando una diminuzione dell'energia introdotta nel sistema.

Se proprio bisogna diserbare conviene farlo manualmente.

Lotta antiparassitaria

Il discorso è molto simile al precedente: mirare ad un equilibrio ed utilizzare la lotta biologica, cioè introdurre specie predatrici o in competizione con organismi dannosi per le colture.

Costruire un ecosistema complesso è il reale controllo dei parassiti.

Se proprio è necessario intervenire utilizzare prodotti a base di "veleni naturali" (piretro, nicotina, ecc.).

Semina e raccolta

In entrambi i casi si preferisce un'operazione manuale. Per la semina consultate il calendario lunare dellĠanno.

I semi non dovrebbero essere trattati chimicamente e preferibilmente provenire da un'azienda biologica o dalle mense/case dei bambini. I semi appartengono a varietà selezionate dall'uomo per la produzione e risultano svantaggiate rispetto a quelle naturali. Lavorate sulla selezione provando sia piante prelevate dall'ambiente che varietà acquistate.

Nel realizzare consociazioni le piante possono essere: intercalate fila per fila, distribuite casualmente a spaglio, organizzate in prose, ecc.

 

13.03.2001

Marco Veronesi
Coop sociale Koiné

 

 

Se vuoi puoi dirci cosa ne pensi: contattaci e manda il tuo contributo.
Puoi anche aprire una nuova discussione inviandoci le tue idee.

 

 

 

Bresso
Cinisello Balsamo
Cusano Milanino
Cormano
Milano
Sesto San Giovanni
Gli altri Comuni
Redazione Torna alla pagina principale Il sito del Parco Nord