Interrogarsi su come sia possibile che
l'agricoltura - immagine dell'ingegno dell'uomo nell'addomesticare
la natura - si trasformi in un pericoloso attentato alla stessa,
permette di analizzare le relazioni esistenti tra i cicli naturali,
il mondo scientifico e tecnologico, l'interazione dell'uomo con
l'ambiente, la società stessa.
Lo scopo è di realizzare
un percorso di conoscenza che porti alla realizzazione di un orto
biologico permanente all'interno della scuola.
La realizzazione di un microambiente
permette di scoprire le regole e i ritmi naturali; la continuità
dell'intervento negli anni, anche da parte di classi diverse,
permette una continuità nel percorso degli insegnanti.
In questo modo il lavoro delle classi, al posto che ripartire
ogni anno da zero, facilita l'instaurarsi di equilibri adatti
ad un orto che non mira alla produzione fine a se stessa ma ad
una produzione inserita e in equilibrio con l'ambiente.
Suggerisco di partire dall'analisi
del problema, ovvero la classe può uscire nel territorio
e osservarlo attraverso due chiavi di lettura: il funzionamento
degli ecosistemi naturali (ciclo della sostanza organica, relazioni
alimentari, equilibrio, stabilità ed evoluzione degli ecosistemi,
biodiversità) e il comportamento umano (l'agroecosistema
convenzionale e biologico, l'impatto della produzione agricola
sugli ecosistemi, la percezione del paesaggio). La conoscenza
del territorio avviene attraverso lo studio dell'interazione e
dell'integrazione tra uomo e natura.
L'insegnante può attivarsi
quindi, al ritorno a scuola, per coinvolgere la classe in una
discussione partecipata; può utilizzare le diverse conoscenze
frammentarie che fuoriescono dalla condivisione delle opinioni
per ricostruire un quadro organico dei comportamenti umani e della
loro interazione con l'ambiente. Questa fase preliminare è
propedeutica alla ricerca di un'azione concreta che tenga conto
delle potenzialità e dei limiti presenti, ricercando, attraverso
il lavoro, un'incidenza su base locale.
Insieme agli alunni e alle alunne
si percorrono, quindi, tutte le fasi di realizzazione di un lavoro:
visione, acquisizione di competenze, progettazione, realizzazione,
verifica del lavoro, comunicazione dell'esperienza.
La metodologia suggerita è
quella della progettazione partecipata, non solo alla realizzazione
del lavoro nello specifico ma soprattutto nell'adozione del problema:
un orto biologico realizzato come esperienza didattica una-tantum
realizza sì un lavoro ma non presenta continuità
e non permette un'incidenza attiva.
Nel progettare l'orto ricordatevi
quali sono le principali differenze ecologiche tra un ecosistema
naturale (es: il bosco visitato nel parco) e l'ecosistema che
l'agricoltura crea (la visita all'azienda agricola convenzionale).
Fattore
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Bosco
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Azienda
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Energia
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La
fonte di energia è il sole
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Apporto
di energie sussidiarie controllata dall'uomo: lavoro umano,
meccanizzazione, fertilizzanti artificiali, pesticidi, irrigazione
ecc.
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Complessità
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Elevata:
esiste un alto numero di specie presenti con un piccolo
numero di individui. Il sistema tende a limitare le variazioni
nel tempo e nello spazio: l'equilibrio dinamico dipende
dalla biodiversità e dalla stabilità
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Bassa:
monocolture, monosuccessioni, terreno nudo
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Selezione
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Naturale
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Artificiale
|
L'agricoltura è caratterizzata
da una forte semplificazione dell'ecosistema che comporta: diminuzione
della biodiversità, un massiccio utilizzo di energia, un
forte danno ambientale.
Vediamo ora quali azioni si possono
realizzare a scuola per costruire un orto che evidenzi, attraverso
alcune azioni chiave, un approccio alla produzione agricola che
rispetti la biodiversità su cui si basano gli equilibri
biologici e la qualità dell'ambiente vitale.
Gli obiettivi di un approccio
ecologico sono: creare un equilibrio che permetta di controllare
le infestanti e le invasioni parassitarie senza ricorrere allĠutilizzo
di sostanze di sintesi estremamente pericolose e diminuire il
carico di sfruttamento del suolo e dell'ambiente in genere.
Fondamentale è allora:
- mirare al rispetto della biodiversità,
- diminuire l'energia introdotta,
- considerare la zona, l'ecosistema, in cui si
opera,
- limitare l'utilizzo dell'ingegneria genetica
e della selezione artificiale.
Costruzione di un orto biologico
permanente
Lavorazione del terreno
E' consigliabile lavorare il terreno
il meno possibile per diversi motivi: la lavorazione danneggia
la struttura e mette in pericolo gli abitanti di questo ambiente
perché li porta lontano dall'ossigeno in una zona povera
di cibo. La scelta di non decorticare completamente il terreno
porta i bambini ad approcciarsi in maniera meno violenta in un'azione
sulla natura. Osservate il prato della scuola e cercate una zona
soleggiata, di poco transito e progettate il vostro intervento.
Decidete quali piante lasciare e quali tenere in maniera selettiva
Concimazione
A ottobre, attivatevi per realizzare
un cumulo di compostaggio realizzato con gli scarti del giardino
(rametti, sfalci, foglie secche). Ricoprite con le foglie anche
il pezzo di giardino dove volete realizzare l'orto. A primavera
avrete a disposizione dell'ottimo humus per una concimazione organica
equilibrata. Avrete incrementato i decompositori del vostro ambiente
e posto le basi ottimali per la crescita delle piante.
Irrigazione
L'apporto di acqua va dato solo
in casi di reale necessità, durante le ore di scarsa insolazione
per evitare un'inutile evaporazione, e non utilizzando acqua potabile
se possibile.
Rotazioni colturali
Sono le successioni temporali
di diverse colture nello stesso spazio.
E' una pratica antica che permette
di limitare lo sfruttamento ed i fenomeni di stanchezza del terreno
sfruttando l'alternanza e le caratteristiche di ogni specie messa
a dimora. Esistono piante miglioratrici, come le leguminose, altre
più depauperanti come le graminacee. Aiuta a tenere sotto
controllo i fattori di rischio tipo infestazioni parassitarie
e invasione delle infestanti. Aumenta la biodiversità.
Consociazioni
E' una pratica che consiste nel
mettere a dimora affiancate essenze che si aiutano vicendevolmente
nella crescita. Anche questa pratica controlla i fattori di rischio:
infestazioni parassitarie, depauperamento del terreno, controllo
delle infestanti.
Aumenta la biodiversità.
Diserbo
Innanzi tutto bisogna ribaltare
il concetto di "malerba", e ricordare che un terreno
inerbito è molto più forte di fronte a perturbazioni
di vario tipo: climatiche, chimiche, biologiche.
Nella logica di salvaguardia della
biodiversità non esiste il terreno nudo.
Bisogna quindi lavorare preventivamente
con la creazione, anche in questo caso, di un equilibrio che faciliti
il controllo delle infestanti e, giocando sui meccanismi di competizione
e di cooperazione tra le varie specie, dirigere lo stabilirsi
di erbe, arbusti, alberi ritenuti utili nei propri campi.
Un valido aiuto nel controllo
delle infestanti è dato dalla pacciamatura, cioè
la copertura del terreno con foglie, corteccia ed altro materiale
organico, che limitando il passaggio della luce riduce lo sviluppo
di piante non volute.
Questa scelta diminuisce il rischio
di inquinamento chimico del terreno e degli ecosistemi connessi
salvaguardando nello stesso tempo la salute dei lavoratori implicati
ed operando una diminuzione dell'energia introdotta nel sistema.
Se proprio bisogna diserbare conviene
farlo manualmente.
Lotta antiparassitaria
Il discorso è molto simile
al precedente: mirare ad un equilibrio ed utilizzare la lotta
biologica, cioè introdurre specie predatrici o in competizione
con organismi dannosi per le colture.
Costruire un ecosistema complesso
è il reale controllo dei parassiti.
Se proprio è necessario
intervenire utilizzare prodotti a base di "veleni naturali"
(piretro, nicotina, ecc.).
Semina e raccolta
In entrambi i casi si preferisce
un'operazione manuale. Per la semina consultate il calendario
lunare dellĠanno.
I semi non dovrebbero essere trattati
chimicamente e preferibilmente provenire da un'azienda biologica
o dalle mense/case dei bambini. I semi appartengono a varietà
selezionate dall'uomo per la produzione e risultano svantaggiate
rispetto a quelle naturali. Lavorate sulla selezione provando
sia piante prelevate dall'ambiente che varietà acquistate.
Nel realizzare consociazioni le
piante possono essere: intercalate fila per fila, distribuite
casualmente a spaglio, organizzate in prose, ecc.
13.03.2001