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I laghetti


Non sono i laghetti del Parco Nord! Però questa immagine degli anni 70...

Il piccolo sistema di stagni sorto nel 1992 nell'area a sud di via Clerici, tra la Montagnetta e il viale Fulvio Testi rappresenta un segno evidente del grande significato attribuito dal Parco Nord all'elemento acqua.
A questa piccola, iniziale, zona umida si sono aggiunti, lo scorso anno, altri due laghetti, lungo il tratto di parco che collega la montagnetta all'abitato di Bresso.

Nei prossimi anni l'elemento acqua è destinato ancora a crescere in estensione ed importanza: un nuovo sistema di canali e laghetti si svilupperà nella zona più a nord del Parco, partendo nei pressi dell'autostrada e correndo con un disegno libero e a tratti sinuoso verso sud, in prossimità della via Clerici e oltre, fino a collegarsi col laghetto esistente.
Nella parte nord sarà privilegiato lo sviluppo degli elementi naturalistici, grazie a un disegno che renderà inaccessibili in molti punti le sponde del corso d'acqua e dei laghetti.
Il secondo tratto sarà invece caratterizzato dalla presenza di un piccolo lago circondato dai prati, mentre nell'ultima parte, quella che più di tutte si presta ad ospitare i visitatori del Parco, il canale assumerà uno sviluppo rettilineo, correndo tra un doppio filare di ippocastani, per poi sfociare in un ultimo laghetto, a pochi passi dal parcheggio della via Clerici.

La presenza dell'acqua porta automaticamente un rapido sviluppo della vita, animale e vegetale: le piante acquatiche messe a dimora durante la realizzazione dei laghetti (ninfea, tifa, nannufero, cannuccia di palude, iris giallo) si sono sviluppate enormemente, arrivando, in alcuni casi, ad essere anche infestanti (tifa, cannuccia); gli animali sono arrivati in gran quantità, all'inizio in maniera autonoma ( rospo smeraldino, rana verde, libellula, gallinella d'acqua), con il passar del tempo grazie all'opera spontanea (e soprattutto errata) di alcuni visitatori del Parco, che hanno immesso varie specie di pesci e parecchi esemplari di tartaruga americana.
Questa operazione in particolare ha praticamente compromesso, almeno per ora, l'equilibrio del fragile ecosistema presistente, in quanto pesci e tartarughe (che, ripetiamo, sono presenti in grande, eccessiva, quantità) si sono cibati di quanto trovato sul posto (girini di rana e rospo, larve di insetti, insetti acquatici).

 

 

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