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Sommario 1.
Tutto è 'lògos': l'attenzione per la logica * L'idea
centrale dello stoicismo è che tutte le cose sono governate dalla
ragione. Diversamente
dagli epicurei che sostenevano non esistesse un ordine prestabilito o
precostituito e che l'uomo non fosse soggetto ad alcun destino o ad alcuna
legge universale, lo stoicismo afferma che il mondo
e gli uomini sono soggetti a una legge necessaria e inderogabile rappresentata
dalla logica propria di tutte le cose. Da questo atteggiamento nascerà l'attenzione dello stoicismo per la disciplina della logica. Molti dei concetti di logica classica che verranno utilizzati in epoche successive derivano dal lavoro di organizzazione della disciplina sviluppato proprio dalle scuole stoiche le quali, assieme al lavoro di Aristotele attorno all'analitica, verranno a formare il "corpo logico" proprio dell'antichità. Da ricordare per l'importanza la distinzione operata dagli stoici tra segno, significante e significato, una sorta di anticipazione delle teorie semiotiche moderne. Se tutto è ragione la natura intrinseca dell'uomo è la razionalità. L'uomo deve allora vivere secondo natura, nel senso che deve dare ascolto e adeguarsi alla ragione e astenersi dal suo opposto, la passione. La vita è scontro tra lògos e phatos, dove per phatos si intende l'errore della ragione indotto dagli istinti. Il vero ostacolo verso una piena armonia con la natura dell'universo è dunque la passione, vera malattia dell'anima che allontana l'uomo dalla razionalità. Ecco allora che il saggio deve astenersi quanto più possibile dalle passioni, deve perseguire l'atarassia (dal greco a-taraxsis=assenza del turbamento, imperturbabilità, con riferimento al disturbo che le passioni operano sulla ragione) e dell'apatia (dal greco a-phatos=assenza delle passioni). Il dominio delle passioni, atteggiamento comune alle dottrine elleniche, si giustifica nell'idea che le passioni siano causa di ogni ingiustizia morale (giustificata dalla legge universale che vuole dannosa ogni degenerazione della ragione): l'eccessivo abbandono alle passioni generano l'ira, la violenza gratuita e le ingiustizie. Nella misura in cui l'uomo si attiene al dominio della ragione egli capisce che ogni dolore viene poi causato da un inutile preoccupazione per ciò che è impossibile evitare (concetto sviluppato da Seneca).
Seguendo
il precetto della vita secondo natura, ovvero l'agire conforme all'ordine
razionale di tutte le cose, si possono distinguere tre tipi di azioni
etico-morali: - Le azioni ingiuste, da evitare in quanto frutto dell'abbandono alle passioni, uniche vere nemiche della vita, malattie dell'anima (l'ira, l'odio, la ferocia, ma anche la malinconia e il sentimento di frustrazione); - Le azioni indifferenti, ovvero quelle dettate da comportamenti che mirano a ricercare la ricchezza, la bellezza, la gloria, ecc. Il saggio stoico non si cura delle possibilità oggettive della sua esistenza, i suoi precetti gli impongono l'indifferenza verso gli eventi elargiti dal fato.
Come già visto per gli stoici l'universo è regolato dalla ragione. Antagonista del principio logico è il principio materiale (stoichèion) di cui tutte le cose sono fatte, ovvero il fuoco. Gli stoici affermano che ogni cosa è composta da un determinato principio attingendo alla tradizione presocratica dell'arché come "unione del molteplice", ciò che è comune alle differenze. Il fuoco come arché e stoichèion era già stato preso in considerazione da Eraclito, il quale lo considerava l'elemento che, grazie alla sua azione destabilizzante ed "entropica", avrebbe creato le condizione del mutamento necessario ad ogni cosa (il fuoco come ragione "archetipa" del divenire). Per
gli stoici, dunque, l'intero cosmo è soggetto a cicli periodici
di distruzione e riedificazione, di ecpirosi e di palingenesi:
il mondo, destabilizzato dal fuoco, viene distrutto e poi successivamente
riedificato dal logòs sempre nella stessa e identica forma
(la stretta necessità della logica non ammette infatti mutamento
alcuno nel modo in cui genera l'ordine delle cose). Ciò
significa che non solo il tempo per gli stoici non era lineare, ma ogni
evento, ogni vita, ogni singola percezione umana, sarebbe destinata a
ripetersi ciclicamente nel tempo sempre nello stesso e identico modo,
in eterno.
Tale visione sarà poi ripresa da Nietzsche
per sviluppare il concetto dell'eterno ritorno dell'eguale.
Se
tutto è governato dalla ragione essa ha un significato assoluto
e universale entro la quale e per la quale vivono tutti
gli uomini, aldilà di ogni distinzione politica, sociale, e culturale.
Lo stoicismo non si rivolge solamente all'aristocrazia o ai cittadini
delle polis, lo stoicismo è la prima disciplina etica universale,
assieme all'epicureismo,
che si rivolge apertamente alla totalità degli individui, siano
essi schiavi, donne o appartenenti a diversi gruppi etnici. Marco
Aurelio, morto del 180 d.C., può essere considerato l'apogeo politico
dello stoicismo. Egli
raccolse le sue massime filosofiche in 12 volumi intitolandole A se
stesso. Una delle sue massime era: Guarda
dentro di te: vi è la fonte del bene sempre capace di zampillare,
se sempre saprai scavare in te stesso. |
Scheda
di Synt - Ultimo aggiornamento 3-10-2004
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