IL
RINASCIMENTO
Malgrado
i dibattiti aperti attorno al vero significato del Rinascimento, sia
esso considerato in continuità con il Medioevo oppure fenomeno
completamente autonomo, nulla vieta di definirlo come una
rinascita del pensiero e delle arti laiche dopo
il lungo periodo di esclusivo monopolio culturale cristiano. Sotto
questo aspetto il Rinascimento si presenta come primo nucleo di quel
mondo moderno che nelle sue forme si evolverà fino a far sentire
la sua presenza anche nella odierna società contemporanea: con
il Rinascimento si gettano i primi semi della società borghese
(ovvero si forma
uno strato sociale di uomini laici che cominciano ad organizzarsi economicamente
e politicamente rivendicando una propria autonomia rispetto alle strutture
ecclesiastiche e rurali). La fioritura
economica e culturale di città quali Firenze, Milano, Ferrara,
Mantova e Venezia, contribuisce a promuovere una società più
laica e mercantile destinata a sostituire gradualmente il sistema territoriale
feudale a favore di una società tipicamente moderna. Benché
i primi pensatori rinascimentali siano ancora dei religiosi, la loro
visione delle cose risulta più eterodossa, più autonoma
rispetto alla dottrina ufficiale della Chiesa, tanto da incorrere più
volte nell'eresia (caso limite, Giordano
Bruno).
Ai maestri della Chiesa si affiancano i letterati
sostenuti dal mecenatismo, alle scuole di pensiero cattoliche si affiancano
le nuove accademie laiche. L'Umanesimo rinascimentale. Altro aspetto essenziale del Rinascimento è l'Umanesimo. Comincia a farsi strada una nuovo concetto dell'uomo: l'uomo non è più necessariamente subordinato alla verità religiosa del dogma cristiano, l'uomo si riporta al centro del mondo, riscopre la propria importanza storica, valorizza il mondo naturale entro il quale è immerso, vuole capire il mondo per piegarlo alle sue esigenze. E'
un cambio di visione epocale: se durante tutto il medioevo l'uomo ha
accettato di essere limitato, peccatore di fronte a Dio, essere ferito
e incompleto (vedi Sant'Agostino),
l'Umanesimo rinascimentale
vede il ritorno della piena consapevolezza dell'uomo nei propri mezzi,
l'affermazione di una dignità e di una volontà
umana superiore (vedi Pico
della Mirandola
nell'affermazione dell'assoluta libertà di realizzazione umana,
o Ficino
nel concetto di uomo copula mundi). E'
dell'umanesimo il rinnovato interesse per la magia e l'alchimia come
mezzo pratico e accessibile di indagine naturale (si veda la visione
panteista di Bruno:
il principio vitale si trova anche nei minerali, i quali hanno proprietà
anche spirituali). Questa
maggiore attenzione per i valori inerenti all'uomo portò alla
riscoperta della classicità greca (l'antico umanesimo socratico
e platonico) e dei testi classici nelle loro edizioni originali, non
più mediate dalla cultura cristiana.
L'uomo rinascimentale vedeva nella filosofia e nella cultura classica
il dignitoso tentativo di indagare e giustificare la realtà per
mezzo del solo contributo umano.
Questa riscoperta dei classici portò inoltre a una nuova visione delle arti: la pittura, l'architettura e la scultura si impregnarono dei canoni classici dell'antichità, l'artista stesso cominciò a svincolarsi dallo stile e dai precetti artistici cristiani per seguire una più libera e personale interpretazione artistica. |
Scheda
di Synt - ultimo aggiornamento Maggio 2004
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