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Martin Lutero

Martin
LUTERO

(1483-1546)

 

 

Martin Luther nacque in Sassonia, ad Eisleben. Nel 1505 entrò nel convento agostiniano di Erfurt, nel 1512 divenne dottore in teologia. Fu poi insegnante all'Università di Wittemberg, dover rimase per tutta la vita, salvo il breve periodo passato a Wartburg per nascondersi dopo la scomunica ricevuta in seguito alla pubblicazione delle sue tesi scismatiche.
Nel 1525 sposò un ex suora, Catherina von Bora, ebbe da lei sei figli.

Cenni sulla Riforma. Lutero fu l'artefice dello scisma protestante, l'iniziatore della Riforma.
Nel 1511, in seguito a un viaggio a Roma, si rese conto che la Chiesa romana era sprofondata nella corruzione e nel malcostume, mai così lontana dall'originario insegnamento cristiano. Particolarmente scandalosa gli apparve la vendita delle indulgenze, i cui pro
venti dovevano servire alla costruzione della basilica di San Pietro. Lutero si rese conto che l'indulgenza, l'annullamento dei peccati terreni, era ottenibile semplicemente pagando una somma di denaro, indipendentemente dala vera contrizione interiore.

Nel 1517 affisse alla porta del suo convento le 95 tesi contro la Chiesa romana. Partendo dallo scandalo delle indulgenze le tesi finirono per mettere in discussione l'esistenza stessa delle gerarchie ecclesiastiche e dei sacramenti cattolici (ad esclusione del battesimo e della eucarestia, espressamente citate nella Bibbia).

Lutero fu dunque il promotore di un nuovo movimento religioso che intendeva rinnovare il rapporto dell'uomo nei confronti di Dio, criticando la dissoluzione, il degrado morale e l'eccessivo interessamento della Chiesa di Roma alle faccende temporali.

Inutile ricordare come il Protestantesimo, dal quale presero forma molte correnti religiose successive (Calvinismo, Anglicanesimo, Metodismo e molte altre) divenne la religione più importante del nord Europa e dell'America settentrionale, influenzandone necessariamente l'evoluzione e lo sviluppo culturale.


Opere principali di Lutero
. Commento alla Lettera ai Romani (1515); Le 95 tesi sulle indulgenze (1517); La cattività babilonese della Chiesa (1520); La libertà del cristiano (1520); Appello alla nobiltà cristiana di nazione tedesca (1520); Del servo arbitrio (1525).


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I quattro punti cardinali della religione Protestante e della teologia di Lutero sono: Solus Christo, Sola Scriptura, Sola gratia, Sola fide.
E' chiaramente avvertibile in queste tesi la volontà di ritornare a una semplicità originaria della fede (ogni punto inizia con la parola "solo"), come ad avvertire un eccessivo carico di argomenti e di nozioni inessenziali che si sono aggiunte alla fede nel corso della secolare esperienza cattolica.
Di seguito verrà chiarito il significato di ciascun punto.

1. SOLUS CHRISTUS: solo Cristo

Solo Cristo è l'unico Maestro. Di fronte alla proliferazione degli insegnamenti della dottrina cattolica, Lutero vuole riportare al centro dell'esperienza religiosa autentica la sola figura di Cristo, unico Maestro per l'uomo.

Se Cristo è l'unico Maestro allora anche le gerarchie ecclesiastiche sono da riformare, in quanto nessuno può sostituirsi o sovrapporsi al suo insegnamento. La Chiesa deve quindi rinunciare a difendere se stessa e la sua tradizione per farsi serva del Vangelo, il quale annuncia l'unica e autentica verità di fede, ovvero che Dio si è fatto uomo in Cristo. La considerazione di Lutero riguarda il fatto che la Chiesa, come istituzione temporale, ha più che altro consolidato, nel corso della sua storia, il valore delle tradizioni e dei suoi apparati a scapito della figura e della Parola di Cristo, l'unica e vera Parola, l'unico vero insegnamento.

Se Cristo è l'unico Maestro, nessun altro che non sia la sua stessa Parola evangelica può porsi tra Cristo e l'uomo: ecco che i pastori protestanti sono solamente i portatori della parola di Cristo e non suoi ministri temporali o intermediari.

2. SOLA SCRIPTURA: sola Scrittura

Se Cristo e la sua Parola evangelica sono i soli Maestri dell'uomo, e nulla si può porre come intermediario tra l'uomo e il Cristo, allora l'unica forma di insegnamento veramente autentica sono le Sacre Scritture, ovvero la Parola di Dio rivelata direttamente agli uomini. Dunque il contenuto dell'Antico Testamento e del Vangelo (il Nuovo Testamento) si devono porre al di sopra della Chiesa stessa come unico faro che guida il credente.

La Chiesa deve farsi serva delle Scritture, le Scritture sono la sola testimonianza di quel messaggio divino che costituisce il fondamento stesso della Chiesa. Solo nella totale sottomissione alla Parola di Dio la Chiesa può trovare la sua giustificazione (si ricordi che
Lutero stesso si dedicò alla traduzione in tedesco della Bibbia, contribuendo così alla formazione del tedesco moderno).

Si veda anche la teologia di Karl Barth per un recupero di queste tematiche.

3. SOLA GRATIA: sola Grazia

Sola gratia justificat ("solo la Grazia divina salva"). Gli uomini non possono salvarsi da sé, attraverso le buone opere terrene, perché solo Dio è l'unico giudice. Se non fosse così l'ultima parola sulla salvezza dell'uomo spetterebbe all'uomo stesso, e la fede sarebbe svuotata dal significato di completo abbandono a Dio e alla Sua volontà suprema.

"L'uomo non può contribuire in alcun modo alla propria salvezza, non ha alcun merito; tutte le sue opere, in quanto dovute alla sia iniziativa, sono incapaci, anche se 'buone', di sostituire la fede e produrre la salvezza. Dalla fede possono scaturire le opere veramente buone; ma dalle opere non scaturisce la fede che salva." (E. Severino, La filosofia antica e medioevale).

Dunque solo a Dio spetta la capacità di giudicare, la capacità di salvare l'uomo, sia esso giusto che peccatore. Il peccatore non può salvarsi cambiando condotta di vita, egli è, come tutti gli uomini nelle mani di Dio, Lui solo giudice supremo di tutti gli uomini, sia giusti che ingiusti.
Tale concetto di Salvezza è definito come grazia per predestinazione (per il concetto si veda già
Sant'Agostino, dal quale Lutero attinge): l'uomo è predestinato ad essere salvato o dannato, ovvero la decisione sul proprio destino non spetta all'uomo nell'ambito della sua esperienza mondana, ma è decisa da Dio, il quale già ha deciso se salvare o meno l'uomo, che sia un giusto o che sia un peccatore.
La salvezza, in sostanza, giunge all'uomo per vie imperscrutabili e non dipendenti in alcun modo dalla sua volontà, se così non fosse, l'uomo avrebbe la capacità di salvarsi da sé e voncolerebbe Dio alle scelte degli uomini.

Il concetto di predestinazione verrà poi ripreso da Giovanni Calvino, il quale "vede nel successo dell'uomo nel suo lavoro la prova della predilizione divina, e cioè del suo essere predestinato al premio eterno." (E. Severino, La filosofia antica e medioevale). Come noterà Max Weber, questo concetto influenzerà effettivamente lo "spirito del capitalismo", il quale si fonda su un'etica protestante.

4. SOLA FIDE: sola fede

Alla luce di questo discorso, la fede non una virtù propria dell'uomo, una decisione presa in completa autonomia rispetto alla volontà divina, non è, in sostanza, un atteggiamento che possa garantire una ricompensa ultramondana ("la fede non dà ricompense", ricorderà Lutero).

Il significato autentico della fede, ciò per cui essa non si pone come evento superiore a Dio stesso, è la fede come abbandono incondizionato alla volontà divina, fiducia assoluta in Dio, concetto che invalida qualsiasi atteggiamento umano volto orgogliosamente e presuntuosamente a vedere una certa collaborazione tra l'uomo e la volontà divina (Dio è "totalmente altro" rispetto all'uomo, nel senso che in Dio vi è l'assoluta indipendenza della volontà rispetto a quella umana).

L'uomo è sia peccatore che giusto, vive allo stesso tempo la condizione di peccatore e di salvato da Cristo, questo equilibrio tra peccato e fede nella salvezza è il significato ultimo della condizione umana (si veda anche la teologia dialettica di Karl Barth).

 

 

 

Scheda di Synt - ultimo aggiornamento 08-12-2004

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