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Sommario 5. La supremazia della Chiesa di Roma 6. I Testi Sacri: il valore della Tradizione
Il
Cristianesimo è la religione che prende il nome da Cristo (l'unto
dal Signore), appellativo di Gesù di Nazareth, nato
tra il 7 e il 4 a.C. in Palestina
(anche se la tradizione vorrebbe come data di nascita propriamente lo
zero). Gesù nacque a Betlemme da Maria, sposa di Giuseppe, concepito
per opera dello Spirito Santo; Egli non è
dunque un semplice uomo, ma uomo e Dio allo stesso tempo. Inizialmente
la setta cristiana trovò i suoi adepti tra la popolazione ebraica
grazie all'azione di proselitismo degli Apostoli. Un
notevole salto di qualità per tutto il movimento cristiano delle
origini si ebbe con la conversione di San Paolo (Paolo di Tarso),
erudito di origini ebraiche e cittadino romano, che contribuì
con i suoi viaggi ad estendere l'insegnamento del cristianesimo nel bacino
del Mediterraneo e specialmente a Roma, dove morì nel 67, dopo
esservi stato più volte incarcerato. Suo è il famoso
discorso all'Areopago in cui si narra della conversione di Dionigi l'Areopago
(vedi il capitolo sui filosofi
cristiani minori):
San Paolo fu il primo intellettuale convertito al cristianesimo. La fine definitiva delle persecuzioni arrivò dopo tre secoli dalla nascita di Cristo, precisamente nel 313 con l'editto di Milano, emesso da Costantino e Licinio. L'editto accordava ai cristiani la libertà di culto e la restituzione dei beni confiscati. Lo stesso Costantino fu il primo Imperatore convertito alla cristianità, tanto da presiedere il primo concilio ecumenico nel 325 a Nicea per contrastare l'eresia degli Ariani. La religione Cristiana, uscita dalla clandestinità, acquistò sempre maggiore importanza, tanto che alla caduta dell'Impero Romano e nella difficile fase di passaggio che portò l'Europa alla relativa stabilità del Medio Evo, la Chiesa di Roma, guidata dal Papa (la guida spirituale e suprema di tutte le Chiese) si venne a configurare come unica realtà spirituale e politica di riferimento per l'intera Europa. Inutile ricordare che il Medio Evo stesso non può prescindere dalla Chiesa Cristiana, che ne rappresentò la guida non solo spirituale e politica (come già ricordato), ma anche culturale (tutti i maggiori sapienti medievali sono espressione e prodotti del cristianesimo e delle sue scuole). L'eresia (=scelta) era ogni interpretazione data alla parola di Cristo che andava contro la dottrina ufficiale della Chiesa. Soprattutto agli inizi del Cristianesimo erano in molti a proporre interpretazioni diverse della parola di Cristo, grandi lotte furono intraprese dai padri della Chiesa contro l'arianesino, lo gnosticismo, il pelagianesimo, il donatismo e molte altre eresie (per la risposta a alle ultime due eresie si veda Sant'Agostino). La Chiesa non poteva lasciare libera interpretazione della parola di Cristo a chiunque, questo non solo ne avrebbe indebolito la forza, ma avrebbe creato confusione tra i fedeli, che si sarebbero allontanati dalla corretta via (la Chiesa si verrà quindi a strutturare come depositaria dell'autentico annuncio cristiano). Molte eresie scaturirono da una diversa interpretazione della natura di Cristo: la corretta interpretazione, approvata dal Concilio di Nicea del 325 d.C., affermava che in Cristo vi fossero contemporaneamente tre nature (Padre, Figlio, Spirito Santo). E' il concetto della Trinità, per cui Dio è uno e Trino allo stesso momento. Sono qui esposte alcune tra le più diffuse e importanti eresie: L'Arianesimo. Ario (256-336 d.C.) era un sacerdote di Alessandria d'Egitto che sosteneva la natura sostanzialmente umana di Cristo, negandone la natura divina. La sua eresia fu tra le più diffuse, per contrastarla fu indetto il Concilio di Nicea. Il suo ragionamento si fondava sull'affermazione che ciò che è generato non può essere di pari potenza del suo creatore. L'arianesimo fu abbracciato prevalentemente dalle popolazioni barbare più primitive, non abbastanza evolute culturalmente per accettare il concetto più raffinato della Trinità. Il
Nestorianesimo. Prende il nome da Nestorio, patriarca
di Costantinopoli che ammetteva che in Cristo convivessero due nature
e due persone, unite tra loro da un rapporto puramente spirituale. Nestorio
negava anche la "favola pagana", per usare suoi termini,
di Maria come madre di Dio e Dio stesso avvolto in fasce e crocifisso
(secondo il concetto di Trinità, per cui Cristo è Dio stesso
e Spirito Santo). Il Manicheismo. Il manicheismo deriva il suo nome da Mani, re persiano del III secolo d.C. che predicava l'esistenza di una doppia divinità, una del bene e una del male, che si alternavano compenetrate alla guida del mondo. Il mondo era stato creato dalla divinità del male, la creazione era quindi un atto di malvagità. Chiaro che questa visione fortemente negativa della Creazione contrastasse con i precetti cristiani. Ma non solo: ammettendo l'esistenza del male, il manicheismo avrebbe negato l'onnipotenza divina (si veda Sant'Agostino). Il Pelagianesimo. Trae origine da Pelagio (350-425 d.C. circa), un monaco britannico. Egli sosteneva che la salvezza dell'uomo non fosse nelle mani assolute di Dio, ma che l'uomo potesse arrivare da se, con le proprie forze, alla grazia e alla redenzione. Pelagio intendeva dare maggiore responsabilità all'uomo, alle sue possibilità: mentre Sant'Agostino affermava la totale sottomissione dell'uomo alla volontà divina, Pelagio affermava che il peccato originale non fosse connaturato all'uomo ma derivasse da un suo "disordine dei sensi", un errore accidentale, quindi, e non un peccato obbligato dalla natura imperfetta degli uomini. Il
Donatismo. Il Donatismo si caratterizza come movimento scismatico.
Le sue origini si riscontrano già durante il periodo delle persecuzioni
dei primi cristiani: il donatismo predica la necessità che la Chiesa
si configuri come un'organizzazione fortemente elitaria e selettiva, composta
da cristiani puri (non ammetteva infatti il rientro in seno alla Chiesa
dei sacerdoti convertiti sotto persecuzione). I Concili erano riunioni di tutta la Chiesa, presieduti dal papa in presenza dei vescovi, per formulare una strategia comune contro le eresie e fissare i punti della dottrina cristiana ufficiale. Se da un lato la Chiesa primitiva non poneva l'accento sull'importanza della vera conoscenza (rivelata una volta per tutte da Cristo, incarnazione del Lògos) ma sulle pratiche etiche e morali necessarie alla salvezza dell'anima, essa non poteva assistere inerme alla corruzione dell'insegnamento originario: e in quest'ambito che trovarono ampio risalto le discussioni intellettuali nel periodo del primo cristianesimo. Nicea (325). Fu il primo concilio ecumenico, fu indetto dal primo Imperatore convertito alla cristianità, Costantino, per combattere l'eresia di Ario. Il concilio formulò il concetto della Trinità divina (Padre, Figlio e Spirito Santo), per il quale Dio era Uno e Trino, sempre divino. Costantinopoli
(381).
Fu indetto da Teodosio, imperatore di Costantinopoli, per contrastare
l'eresia di Macedonio, il quale negava la natura divina dello Spirito
Santo. Il concilio redige il credo, la formula recitata tuttora
da tutte le Chiese cristiane (cattolica, ortodossa e protestante).
Calcedonia
(451). Fu indetto contro Eutiche, sostenitore del monofisismo:
egli sosteneva che in Cristo ci fosse un'unica natura, divina e umana
allo stesso tempo. Il concilio, secondo la tesi di Cirillo di Alessandria,
ribadì invece che Cristo aveva due nature (divina e umana) pur
essendo una sola persona.
Fin
dall'inizio si discusse attorno alla presunta supremazia romana su tutte
le altre Chiese, questo era dovuto al fatto che, malgrado Roma fosse tradizionalmente
la città del papa, vescovo di Roma e di tutte le Chiese, Roma era
agli inizi ben poco importante rispetto alle ben più grandi Chiese
di Antiochia, Alessandria, Efeso, Cartagine ecc.
La
religione cattolica ha come testo di riferimento la Bibbia (o Sacre Scritture,
Antico e Nuovo Testamento). Il Nuovo Testamento, redatto in lingua greca, comprende i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, Le Lettere apostoliche e l'Apocalisse di Giovanni. Questi testi rappresentano la vita e le opere di Cristo e dei suoi discepoli. Antico e Nuovo Testamento sono da considerare come testo unitario. Il cattolicesimo, pur riconoscendo la Bibbia come testo fondamentale, fonderà le sue verità sul valore della Tradizione e del catechismo, sua sintesi concisa e didattica. Diversamente dai Protestanti, i quali seguono il precetto luterano del solus scriptura e quindi la libera interpretazione dei testi sacri, riconoscendo la scrittura divina come unica guida, i cattolici fanno riferimento per la fede a un insieme sistematico di precetti e interpretazioni ufficiali dettati dalla Santa Sede in osservanza delle auctoritas e della Tradizione (si veda la Scolastica). |
Scheda
di Synt - Ultimo aggiornamento Maggio 2004
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