Serpenti d'acqua (1904-07) - Gustav Klimt
Poi la letteratura dotta in materia di Melusina fa una salto di quasi due secoli e produce una dopo l'altra due opere: una in prosa, composta dallo scrittore Jean d'Arras per il duca Jean de Berry e sua sorella Maria, duchessa di Bar dal 1387 al 1394, il cui titolo nei manoscritti più antichi è: "La noble histoire de Lusignan" o "Le Roman de Melusine en prose" o "Le livre de Melusine en prose". L'altra in versi, completata dal libraio parigino Couldrette tra il 1401 e il 1405, detta "Le Roman de Lusignan ou de Parthenay" o "Mellusine".
Queste due opere presentano tre caratteristiche fondamentali per il nostro argomento: esse sono molto più lunghe e la storiella è diventata romanzo, la donna-serpente si chiama Mélusine, la famiglia del marito è quella dei Lusignano, nobili importanti del Poitou, il cui ramo primogenito si è estinto nel 1308 (i suoi possedimenti sono passati nel dominio regio e poi nell'appannaggio dei Berry) e quello cadetto ha portato il titolo imperiale di Gerusalemme dal 1186 e il titolo di re di Cipro dal 1192.
I due racconti sono molto simili e, nelle parti essenziali che riguardano Melusine, identici. Poco ci importa se Couldrette ha condensato e messo in versi il romanzo in prosa di Jean d'Arras o se i due testi procedono da uno stesso modello perduto, un racconto francese in versi del 1375 circa (...).
Ecco, seguendo Jean d'Arras, l'essenziale, secondo noi, del Roman de Melusine della fine del XIV secolo.
Il re di Albania (= Scozia), Elinas, andando a caccia incontra nella foresta una donna di stupefacente bellezza e che canta con una voce meravigliosa: Presine. Le fa una dichiarazione d'amore e le propone di sposarlo. Essa accetta ad una condizione: se avranno dei figli egli non assisterà al suo parto. Il figlio nato dal precedente matrimonio di Elinas lo incita maliziosamente ad andare a vedere Presine che da poco ha messo al mondo tre figlie: Melusina, Melior e Palestina. Presine scompare con le sue tre figlie e si ritira con loro in Avalon, l'Isola perduta. Quando le figlie hanno quindici anni apprendono la storia del tradimento del padre e, per punirlo, lo rinchiudono in una montagna. Presine, che ama sempre Elinas, furente le castiga. Melior è rinchiusa nel castello dell'Epervier in Armenia. Palestrina è sequestrata sul monte Canigù; Melusina, la maggiore e la più colpevole si trasforma in serpente ogni sabato. Se un uomo la sposa diventerà mortale (e morrà naturalmente, sfuggendo così alla sua pena eterna), ma essa ritornerà al suo tormento se il marito l'avrà scorta sotto la forma che prende il sabato.
Raimondino, figlio del conte di Forez e nipote del conte di Poitiers, uccide per sbaglio suo zio mentre caccia il cinghiale. Alla Fontaine Raimondino incontra tre bellissime donne, tra le quali Melusina, che lo conforta e gli promette di fare di lui un potentissimo signore a patto che egli la sposi, ed egli accetta. Melusina gli fa giurare allora di non cercare mai di vederla di sabato. La prosperità colma la coppia. Melusina ne è l'artefice molto attivo, dissodando e costruendo città e roccaforti, a cominciare dal castello di Lusignano. Essi hanno anche molti bambini , dieci figli, molti dei quali diventano re col matrimonio, come Urian, re di Cipro, Guion, re di Armenia, Rinaldo, re di Boemia. Ma ciascuno ha una tara fisica al viso, come Goffredo dal grande dente, il sesto. Jean d'Arras si dilunga sulle prodezze di questi figli, in particolare sulle battaglie contro i saraceni. Tuttavia, durante un soggiorno a La Roquelle, Raimondino riceve la visita del fratello, il conte di Forez, che gli riferisce le voci che corrono su Melusina. Il sabato si ritira, forse, perchè trascorre quel giorno con un amante, o perchè è una fata e compie quel giorno la sua penitenza. Raimondino, "épris de ire et de jalousie", fa un buco nella porta della cantina dove fa il bagno Melusina e la vede sotto forma di sirena. Ma non lo dice a nessuno e Melusina finge di non sapere nulla, come se nulla fosse accaduto. Le prodezze dei figli non sono sempre lodevoli. Goffredo brucia il monastero (e i monaci) di Maillezais. Raimondino si adira contro di lui e Melusina tenta di farlo ragionare. Ma nella sua collera lo sposo le dice: «Ah, trés fausse serpente, par Dieu, toi et tes hauts faits vous n'êtes que fantôme et aucun des héritiers que tu as portés ne fera son salut». Melusina vola via dalla finestra sotto forma di serpente alato. Essa ritorna (ma la vedono solo le nutrici) a Lusignano di notte per occuparsi dei suoi due bambini più piccoli, Remonnet e Thierry, gridando urla sinistre. Raimondino, disperato, si ritira come eremita a Montserrat....
Jacques Le Goff - "Melusina materna e dissodatrice"
dalla raccolta "Tempo della Chiesa e tempo del mercante" (1977)
(saggio comparso per la prima volta in «Annales ESC», 1971)
«Suite per Flauto e Arpa», 2° movimento, Roberto Di Marino, clicca qui se vuoi leggere lo spartito
La donna serpente / ancora su Melusine / Oona / Detesto le confutazioni, rispose Maria Livia