7/1/1981
Homestead Valley, CaLo tenne sveglio tutta la notte, a uccidere zanzare-bazooka. Non lo lasciava dormire. C'eran cose che continuavano a volare attraverso la finestra aperta e lei lo prendeva a ginocchiate nel sedere finchè lui non reagiva.
«C'è qualcosa che vola qui in giro» diceva lei.
«Be', uccidilo»
«Ma dai, tesoro, lo sai che non posso uccidere gli insetti. Ti prego. È una cosa grande e grossa colle ali, mi fa venire i brividi». Alla fine, lui si buttava giù dal letto, accendeva la luce e perlustrava la stanza in cerca dell'invasore.
«Non ucciderlo, d'accordo?»
«Evvabè, non lo uccido»
«Basta che lo ributti fuori dalla finestra»
«È quello che sto cercando di fare. Ma prima bisogna che lo prenda»
Catturare l'insetto vivo era la parte che lo faceva veramente incazzare. Era quella che richiedeva più tempo. Sarebbe stato tanto facile spiaccicare il suo stupido corpo lanuginoso contro la parete. Appiattirlo in un angolo. E invece no, doveva dar la caccia all'idiota. Seguire i suoi frenetici svolazzi attraverso la libreria, in mezzo alle sue riviste di cavalli, dentro al ripostiglio e poi di nuovo fuori, su per la parete fino alla lampadina spoglia dove l'insetto si lanciava in un frenetico tubinio di figure a otto e di cerchi concentrici.
«È solo una falena, non è una zanzara-bazooka»
«Non importa. Non sopporto come si muove»
«Le falene non pungono»
«Per favore falla uscire di qui»
«Va bene»
«Però non ucciderla»
«Va bene, va bene»
Barcollò sul materasso, cercando di acchiapparla prima con piccoli colpi a tradimento poi sbattendo alla rinfusa entrambe le braccia. Lei era lontanissima sotto di lui con le lenzuola tirate fin sotto il mento e gli enormi occhi marroni spalancati che guardavano in su come se da un momento all'altro il demone alato potesse tuffarsi verso di lei per prenderla alla gola. Lui sferrò un attacco improvviso e menò un destro devastante che amputò di netto la lampadina dal suo alveolo. Diventò tutto nero. (Rumore di vetri infranti). Si buttò giù sopra di lei e strappò via le coperte. (A questo punto lei era più preoccupata per i vetri rotti che per la falena). Il dispositivo di sicurezza elettronico a luce ruotante in cima alla banca al di là della strada scattò riempiendo la stanza di luce azzurrognola. Lui la rigirò sul letto. Lei rise, poi gemette dolcemente mentre lui le entrava dentro piano piano.
«Sai una cosa, quel che ci serve sono le zanzariere alle finestre»
«Le zanzariere?»
«Sì, per tenere fuori gli insetti»
«Ma poi non potremmo aprire abbastanza le finestre. Con questo caldo bisogna che siano spalancate»
«Ma, può darsi»
«Guarda che non ho il mio affare dentro»
«Fantastico».
«Motel Chronicles» (1982) - Sam Shepard
«Suite III per Flauto e Chitarra» 3° movimento, Roberto Di Marino, clicca qui se vuoi leggere lo spartito
Della triplice distruttività dell'amore / La donna mancina / L'archetipo / Rothari, 204