Disdegno

Ritratto di Ginevra d'Este - Pisanello


A me stesso di me pietate véne
per la dolente angoscia ch'i'mi veggio:
di molta debolezza quand'io seggio,
l'anima ricoprir di pene.

Tutto mi struggo, perch'io sento bene
che d'ogni angoscia la mia vita è peggio;
la nova donna cu'merzede cheggio
questa battaglia di dolor' mantene:

però che, quand'i' guardo verso di lei,
rizzami gli occhi dello su' disdegno
sì feramente, che distrugge 'l core.

Allor si parte ogni vertù da' miei
e 'l cor si ferma per veduto segno
dove si lancia crudeltà d'amore.

(ABBA, ABBA, CDE, CDE)

Guido Cavalcanti


«Suite III per Flauto e Chitarra» 2°movimento, Roberto Di Marino, clicca qui se vuoi leggere lo spartito


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