Abelardo

«Pietro Abelardo (1079-1142) fu uno dei più grandi intelletti del XII° secolo, in particolare nel campo della logica. La sua propensione dialettica è forse mostrata al meglio dal "Sic et Non", una lista di 158 questioni filosofiche e teologiche su cui esistevano opinioni contrastanti. Il suo metodo dialettico - che sarà usato anche da Graziano nella costruzione del diritto canonico (nel "Decretum concordia discordantium canonum" del 1140) - sarebbe poi diventato un tratto tipico della cultura occidentale, che la contraddistingue nettamente da altre culture come l'Islam e il Confucianesimo. L'errore di Abelardo fu di lasciare le questioni aperte alla discussione e fu per questo ripetutamente accusato di eresia. Per un lungo periodo tutte le sue opere furono incluse nell'"Indice dei Libri Proibiti".

Forse oggi è famoso piuttosto per la sua storia d'amore con Héloïse (1100-1163) e le sue disastrose conseguenze: lei ebbe un figlio (chiamato Astralabio), lui fu castrato dai parenti di lei inferociti ed entrambi si ritirarono a vita monastica. Héloïse era una delle donne più colte dell'epoca e divenne un abile amministratore: ebbe molto successo nella sua carriera monastica. Abelardo, che passò tutta la vita nelle dispute intellettuali, fu invece molto meno fortunato come monaco. Incorse nella condanna e nell'odio di abati, vescovi, dei suoi stessi monaci e inoltre di un gran numero di Concilii e di San Bernardo di Chiaravalle. Passò gli ultimi mesi della sua vita sotto la protezione di Pietro il Venerabile, abate di Cluny, abbazia in cui Abelardo morì. Si può visitare la tomba di Abelardo ed Héloïse a Parigi, al cimitero "Pére Lachaise".

La "Historia Calamitatum", anche se scritta in forma di lettera, è una specie di autobiografia, con chiari richiami delle "Confessioni" di Agostino. È uno dei documenti dell'epoca più leggibili. Inoltre, rappresentando un autoritratto molto franco, è una testimonianza importante della vita intellettuale parigina prima della nascita formale dell'università, dell'eccitazione intellettuale di quel periodo, della vita monastica e di una storia d'amore che per certi versi merita la sua lunga fama».

Traduzione dall'inglese da Internet Medieval Source Book (del "Centro di Studi Medievali" della Fordham University ) dove si trovano anche estratti, in inglese, della "Historia Calamitatum".


Una biografia di Abelardo più ampia si trova nel sito del Centro Jacques Maritain dell' Università di Notre Dame (Indiana, US).

Il testo latino della prima lettera di Héloïse ad Abelardo (la II dell'epistolario) si trova nel sito della Georgetown University: "Heloyse sue ad ipsum deprecatoria". È una delle lettere di Héloïse su cui parte della critica ha fondato un tentativo di negare autenticità a tutto il complesso dell'epistolario, perchè rifletterebbe modelli di pensiero e di comportamento inconcepibili per una donna del XII secolo, per di più badessa: «... Se il nome di moglie appare più sacro e valido, per me è stato sempre più dolce quello di amica, o, se non ti scandalizzi, di concubina o di prostituta. (...) Una donna che preferisca sposare un ricco a un povero non può che essere molto venale: essa desidera più che il marito i suoi denari. E quando è questo desiderio che porta una donna al matrimonio, più che l'amore le spetta il pagamento. (...) Poichè ad affrontare giovanissima la durezza della vita monastica non mi spinse la devozione religiosa ma solo il tuo comando, da Dio non posso aspettarmi nessuna ricompensa per questo mio sacrificio perchè è chiaro che fin d'allora nulla ho fatto per amor suo...».

Alcuni dei brani giudicati «anacronistici» e «impossibili» dalla IV lettera di Héloïse.

Estratti da un saggio di Cesare Vasoli che fa il punto sulla intricata e intrigante questione della autenticità dell'epistolario.


«Tema con Variazioni», Roberto Di Marino, clicca qui se vuoi leggere lo spartito


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