SOCIETà DI STORIA ARTE E ARCHEOLOGIA

PER LE PROVINCE DI ALESSANDRIA E ASTI
DALLA ACCADEMIA DEGLI IMMOBILI DI ALESSANDRIA
ALLA SOCIETÀ DI STORIA ARTE ED ARCHEOLOGIA
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Viora reagì al colpo durissimo ricostruendo la Società. Eminente cattedratico, storico del Diritto Italiano, coinvolse nella Società e nella Rivista illustri storici di ogni formazione ed indirizzo da Paolo Brezzi a Lodovico Vergano, da Carlo Cordiè a Fausto Bima, da Geo Pistarino a Gian Giacomo Fissore, da Giacinto Burroni a Emilio Guasco, da Enzo Botasso a Pietro D’Acquino, da Isidoro Soffietti a Ermanno Eydoux, da Venanzio Guerci ad Edoardo Astori, da Carlo Parnisetti a Giovanni Zoppi, Lorenzo Gualino, Gian Savino Pene-Vidari ecc., puntando specialmente sulle nuove generazioni. Ribadì il legame originario con l’Astigiano modificando la denominazione della Società e della Rivista le quali dal 1949 si intitolarono alle due province di Alessandria e Asti; formalizzò statutariamente il legame con le radici della cinquecentesca Accademia degli Immobili; affiancò alla Rivista una collana monografica e promosse la riedizione anastatica degli Antichi Statuti alessandrini; organizzò alcuni grandi convegni (per tutti basterà ricordare “Popolo e Stato in Italia nell’età di Federico Barbarossa. Alessandria e la Lega Lombarda” realizzato nel 1968 in ricorrenza dell’VIII° centenario della fondazione della città.)

Certo la Società restava in sedi di fortuna (dapprima cinque sale all’ultimo piano di Palazzo Cuttica di Cassine ed infine in un'ala al piano terra della Scuola Media Giovanni XXIII° messa a disposizione dal Preside) ma questo era un problema irrilevante per Viora, ciò che contava davvero era che la Società di Storia Arte e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti e la Rivista uscissero dalla sventura con il prestigio intatto, attive ed operative, dimostrando, al pari dell’Italia tutta, la capacità di partecipare alla ricostruzione e di esserne protagonisti.

La Società non aveva più l’invidiabile sede d’anteguerra. Ma di invidiabile aveva un prestigio ed un’autorevolezza indiscusse non solo in Piemonte ed in Italia e certo non dovute al mero fatto di possedere la più antica Rivista Storica Subalpina; di invidiabile aveva un bacino di collaboratori che andava dai cultori locali ai migliori specialisti delle Università italiane; ed infine di invidiabile aveva non solo una forte, concorde e crescente base di Soci, ma anche una solida struttura operativa locale.

All’arduo compito di prendere il testimone lasciato nel 1986 da Mario E. Viora e di condurre la Società verso il terzo millennio, i Soci chiamarono dapprima Geo Pistarino, medioevista di valore internazionale, collaboratore, amico e allievo del Presidente scomparso e successivamente al Pistarino designarono Pier Ciriaco Astori, che della Società Storica alessandrina si era rivelato eccezionale ed insostituibile colonna proprio negli anni più difficili e tragici.

La linea d’azione tenuta dai successori di Viora non ha sostanzialmente deviato dal solco tracciato puntando sull’attività scientifica e su convegni di grande respiro: ricordiamo: “Dai Feudi Monferrini e dal Piemonte ai nuovi Mondi oltre gli Oceani”. Una linea d’azione che sinteticamente potrebbe essere definita: Alessandrini e Astigiani nel mondo dal Medioevo all’età contemporanea. Grazie alla notevolissima qualità di contributi scientifici la Rivista di Storia Arte e Archeologia delle Province di Alessandria e Asti, guidata dal prof. Isidoro Soffietti, ha potuto doppiare il secolo in piena attività aprendosi alla collaborazione di diversi nuovi giovani ricercatori.

Anche il rapporto con le Amministrazioni locali veniva intensificato e grazie ai buoni uffici della Prof. Marina Picollo, intelligente e attiva Assessore al Patrimonio, si è giunti nel 1997 alla risoluzione del problema di una ritrovata Sede dignitosa per una delle realtà storiche più importanti e ricche della città.

L’Amministrazione Comunale nel settembre del 1997 assegnava presso il Convento di San Francesco (ex-Ospedale Militare) con ingresso da via Cavour 39 – Alessandria, ampi locali assai adatti, sia per prestigio che per capienza, alla Società, la quale poteva in tal modo riprendere il compito di coordinamento, di stimolo, e di nuove progettazioni per più ampi ed approfonditi studi e raggiungere nel 2006 il centoquindicesimo anno di attività con oltre quarantamila pagine di pubblicazioni e di studi continuando a diffondere tra gli studiosi il legame culturale attraverso la Rivista e la Collana Monografica, nonché altre manifestazioni di spiccato interesse locale.


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