SOCIETà DI STORIA ARTE E ARCHEOLOGIA

PER LE PROVINCE DI ALESSANDRIA E ASTI
DALLA ACCADEMIA DEGLI IMMOBILI DI ALESSANDRIA
ALLA SOCIETÀ DI STORIA ARTE ED ARCHEOLOGIA
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Memorabili furono i festeggiamenti carnevaleschi del 1780, le celebrazioni in ricordo di Pietro Metastasio, prima, e del cav. Alessandro Sappa, poi.

Alla morte del Cordara, avvenuta nel 1785, assume per la seconda volta il titolo di Principe Accademico, il conte Bellingeri, il quale convocò gli aderenti nel palazzo della marchesa Marianna Sforza Perbono di Oviglio ed affidò l’incarico all’abate Gian Paolo Pirattone, all’avv. Giacomo De Giorgi ed al canonico Giovanni Costa di stendere un nuovo regolamento accademico, le: “TABULAE LEGUM ACADEMICORUM IMMOBILIUM“, che veniva approvato nell’adunanza del 21 aprile 1790.

La cosa più rimarchevole era l’art. V° che dettava: “DE QUAVIS HONESTA, ET UTILI DULCIVE RE, QUOVIS STYLO PRO LUBITO SCITE SCRIBERE FAS ESTO” volendo dimostrare pubblicamente la serietà degli intenti e l’impegno profondo dei Soci in ogni genere di discipline. E continuava con l’imperativo:

“ANNALES PATRIOS ACADEMICI DIGERENDOS CURANTO” cosa che poi fece egregiamente l’Accademico De Giorgi.

Al Bellingeri, che ottenne, per l’Accademia una sede nel Palazzo Comunale, successe nel 1791 il marchese Luigi Guasco di Castelletto e, quindi, l’avv. De Giorgi durante il cui principato, in una tornata importante del 1805, in latino e in italiano, in prosa e in rima, da poeti e scrittori ecclesiastici e laici, si adulò Napoleone Bonaparte.

Siamo ad una svolta epocale importante: anche l’Accademia risentiva dell’influsso di due correnti politiche opposte in Italia.

Ad Alessandria si diede vita ad una Accademia degli Indefessi, sorta in epoca napoleonica, non continuatrice dell’Accademia degli Immobili, ma rivale, con nomi di aristocratici e nomi di francesi.

Seguendo i tempi, l’Accademia degli Immobili cercò di rinnovarsi e si chiamò con il nuovo titolo di ACCADEMIA ALESSANDRINA DELLE SCIENZE E DELLE ARTI, dichiarando esplicitamente che la nuova non era che la continuazione della vecchia ACCADEMIA DEGLI IMMOBILI.

Ma la nuova istituzione cessò nel 1814, e risorse l’antica e mai dimenticata ACCADEMIA DEGLI IMMOBILI, eleggendosi principe il cav. Paolo Ferrari di Castelnuovo ed ottenendo per sede una sala nel Palazzo di Città... Sì come anticamente si praticava.

Quando l’Accademia degli Immobili sia veramente cessata non è possibile stabilire con certezza: probabilmente lo strepito delle armi del 1848 ha segnato la sua fine.

Tuttavia nella seconda metà dell’Ottocento il Romanticismo, che sostituiva il Classicismo, nella nostra zona, più che perseguire ideali artistici, metteva in evidenza l’appassionato culto per la Patria agitando problemi religiosi, filosofici, sociali e storici di grande interesse.

Storici di una maniera nuova che guardavano con passione di poeti nelle vicende del passato e nel dramma della vita collettiva.

Studiosi attenti al volgere dei tempi nuovi, sensibili alle nuove esigenze, diedero vita in Alessandria nel 1885 ad una: “COMMISSIONE MUNICIPALE DI STORIA ARTE ED ARCHEOLOGIA”.

L’idea era già balenata sin dal 1878 al Prefetto Veglio il quale aveva radunato diverso materiale di valore storico con l’intendimento di dare vita ad un Museo provinciale.

L’occasione si presentò con l’Esposizione del Risorgimento Italiano tenutasi in Torino nel 1884, alla quale partecipò pure il Comune di Alessandria.

Ritornato da Torino il materiale colà esposto, si realizzò l’idea di riunire in una apposita sala i documenti ed i reperti al fine di evitare la dispersione, di promuovere la conservazione e l’accrescimento del patrimonio storico, artistico ed archeologico del Municipio di Alessandria.

Nasceva così, ad opera della “COMMISSIONE MUNICIPALE PERMANENTE DI STORIA ARTE E ARCHEOLOGIA”, con delibera 27 marzo 1885, la “SOCIETÀ DI STORIA ARTE E ARCHEOLOGIA DI ALESSANDRIA” la più antica Società storica a carattere locale fondata in Piemonte.

Certamente, furono di stimolo e di aiuto l’istituzione della prima DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA per opera di Carlo Alberto (1833), e la fondazione dell’ARCHIVIO STORICO ITALIANO (1842).

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