III  Il tradimento dell’amico   (corda appesa al ramo, monete)

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (cap. 26, passim)

 

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.

Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.

 

Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano, [Gesù] disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà».

Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?».

Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».

Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?».

Gli rispose: «Tu l'hai detto».

 

Mentre parlava ancora [nel Getsemani], ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo.

Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò.

«E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.


Dal Vangelo secondo Matteo (27, 1-10)

 

Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.

Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!».

Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue». E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi.

Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: “E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore”.

 

Commento

 

Rit.         Vieni in nostro soccorso, o Signore.

 

Laddove la bramosia del denaro ci rende insensibili ai bisogni degli altri

Laddove siamo tentati di tradire l’amicizia per coprire le nostre malefatte

Laddove siamo schiacciati dal rimorso a causa di tutte le nostre gravi colpe  

 

Canto

Non m’abbandonare, mio Signor,

non mi lasciare, io confido in Te.   (2 v.)

 

Tu sei un Dio fedele, Dio d’amore,

     Tu mi puoi salvare: io confido in Te.

 

Tu conosci il cuore di chi ti chiama

            Tu lo puoi salvare se confida in Te.

 

 


I    - Il servizio vicendevole
II  - La condanna del Giusto
IV - L'insostenibile peso del male
V  - La morte del Santo

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