I La Creazione |
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Perché con la
tua santa croce hai redento il mondo. Dal libro della Genesi (
Gn 1,1-23) In principio Dio
creò il cielo e la terra. Ora
la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di
Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide
che la luce era cosa buona e separò
la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E
fu sera e fu mattina: primo giorno. Dio disse: «Sia
il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece
il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che
son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il
firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Dio disse: «Le
acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia
l'asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle
acque mare. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: «La terra produca
germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra
frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: la terra
produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e
alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio
vide che era cosa buona. E fu sera e fu
mattina: terzo giorno. Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo,
per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i
giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare
la terra». E così avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per
regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le
pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e
notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu
mattina: quarto giorno. Dio disse: «Le
acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al
firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri
viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti
gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. Dio li
benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli
uccelli si moltiplichino sulla terra». E fu sera e fu
mattina: quinto giorno.
Riflessione Azzurro. Come il cielo sgombro dalle nubi e come la
distesa delle acque del mare. Come la prima delle cose create e come alveo
dell’aleggiare misterioso dello Spirito. Come il nostro pianeta visto dal suo
satellite. Azzurro: è il colore delle origini, il simbolo
cromatico del Trascendente che pone in essere il suo interlocutore, per un
sublime disegno d’amore. La volta stellata si accende di luci: inizia la
mirabile sinfonia dell’universo, un susseguirsi di eventi che anela al cielo,
appunto: al Paradiso. È un incanto: un’atmosfera di serenità, dove
tutto è purezza, tutto è cosa buona. Il Creatore sa il far suo. Jahvé, il
mondo, l’aveva fatto bene! Eccome. E l’uomo, questo ultimo gioiello della
creazione, era addirittura fatto “molto bene”. A immagine e somiglianza di
Dio stesso. Nei suoi occhi c’era un perfetto riflesso di Cielo. Poi sappiamo come sono andate le cose… L’indotta
passione per il frutto di un albero proibito, il facile equivoco di una libertà
a buon mercato, il triste abbaglio dell’erronea presunzione di farcela da soli
- «diventerete come Dio» - hanno guastato tutto. L’azzurro perde la sua trasparenza, il cielo si
copre di nubi, l’incanto svanisce… Ma non è la fine, anzi! È l’inizio di
una storia nuova, una storia di salvezza. Quella storia che raggiunge il suo punto-chiave in
Gesù Cristo, venuto al mondo proprio 2000 anni fa, “nella pienezza dei
tempi”. E così, in questa storia, una croce già si profila all’orizzonte:
perché se da un albero venne la rovina, da un albero verrà anche la salvezza
del genere umano. Preghiera del Grande Giubileo1.
Sii benedetto, o Padre, che nel tuo
infinito amore ci hai donato
l'unigenito tuo Figlio, fattosi carne
per opera dello Spirito Santo nel seno
purissimo della Vergine Maria, e nato a
Betlemme duemila anni or sono. Egli s'è
fatto nostro compagno di viaggio e ha dato
nuovo significato alla storia, che è un
cammino fatto insieme nel travaglio
e nella sofferenza, nella fedeltà
e nell'amore, verso quei
nuovi cieli e quella nuova terra in cui Tu,
vinta la morte, sarai tutto in tutti. Lode e gloria a Te, Trinità
Santissima, unico e sommo Dio! Preghiamo. Dio
onnipotente ed eterno, ammirabile in tutte le opere del tuo amore, illumina i
figli da te redenti perché comprendano che, se fu grande all’inizio la
creazione del mondo, ben più grande, nella pienezza dei tempi, fu l’opera
della nostra redenzione, nel sacrificio pasquale di Cristo Signore. Egli
vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. Gloria a te, Cristo Gesù, oggi e sempre tu regnerai! Gloria a te! Presto verrai: sei speranza solo tu! Sia lode a te! Vita del mondo, umile servo fino alla morte, doni alla storia nuovo futuro. Solo in te pace e unità! Amen! Maranà tha! |