la VIA CRUCIS in dialetto bergamasco I
QUATÓRDES STASSIÙ DE LA STRADA DE LA CRÙS Testo italiano di S. Alfonso de’ Liguori Illustrazioni a colori di Giovanbattista Galizzi e Elia Ajolfi |
Li
sta per mör, se sconquassa la tèra |
I
tómbei böta fò i mòrcc, ch’i rinsèra |
di don Giovanni Benigna |
Martinengo - Bergamo - (1983) |
PRESENTAZIONE Henri
Ghéon, nella sua Rappresentazione Sacra «Le chemin de la Croix» (Il cammino
della Croce) s'introduce col coro che canta: L'orme
sanguigne del mio Signore, tutto dolore seguiterò; e il cuore intanto
con gli occhi in pianto sopra il Calvario distillerò Questo è quello
che ci si invita a fare leggendo la «Via Crucis» che ogni Chiesa ostende sulle
sue pareti ai fedeli. Ogni Chiesa è
Calvario, ogni crocicchio, ogni casa, ogni monte. E le orme del Crocefisso sono
rosse di vivo sangue. Celebrare perciò
in qualunque lingua per qualunque popolo e nazione il Mistero di Sangue è
passione di popolo e d'ogni idioma. Anche il
dialetto, parlare più vicino al popolo, è bello che si adoperi perché anche
il non erudito lo possa capire ed adoperare. Questo è
l'intento d'un pio sacerdote, Don Giovanni Benigna, che ha già offerto
un’operetta dialettale bergamasca sui Misteri del Santo Rosario, di dare in
magnifiche quartine anche le 14 stazioni della Via Crucis. Si snodano in
tre quartine che annunciano e descrivono la stazione, e finiscono con una
accorata preghiera che riassume tutto l'appassionato dolore e la causa del
martirio del Divino Itinerante. La descrizione è icastica e bruciante: fatta,
direbbe Garzia Lorca, con boloni di fuoco per
più infiggere i chiodi della croce nel nostro cuore che coi suoi peccati è
stato la causa della Crocefissione del Figlio di Dio. Quando eravamo più devoti e più
fedeli ai Crocicchi delle strade la Croce e gli strumenti della Passione ci
richiamavano il Grande Mistero d'amore del Crocefisso, ed erano un emblema che
caratterizzava i luoghi cristiani. Henri Ghéon
continua nel suo lamento: Cuor mio crudele, quando peccasti,
allor gridasti: Muoia Gesù! Mira ch'Ei langue è tutto sangue: «Morrò!
- ti dice -non peccar più!». Per questo l'autore
grida al peccatore l'orrore dei suoi errori! Sono i peccati di tutti i tempi, ma
soprattutto dei nostri: omicidi, aborti divorzi rapimenti sequestri, violenze,
mode scostumate, nudismo, droghe e superbia pazza che si vanta dei propri
peccati. E il nostro cielo si fa buio, le
tenebre dilagano in tutto il mondo, e i cuori umani non hanno più occhi per
vedere i castighi che stanno sospesi sulla povera umanità. E Henri Ghéon conclude il tragico
cammino: Il ciel s'oscura, e infin la terra il
sen s 'inserra nel gran dolor! Morto è il Signore, o peccatore! Se tu
non piangi, sei senza cuor! Oggi il mondo nostro impazza per la
gioia. Ma, secondo la profezia di Fatima, questa gioia si tramuterà in pianto,
se il mondo non si converte. Come prima delle due guerre mondiali, il nostro
popolo è preso da un allegria sorda e pazza «la jonissance de la nouvelle
vague» come diceva Pétain, è la nuova orgia di godere, e non pensa alla spada
di Damocle, che gli pende sulla testa, d'una guerra atomica. Per questo ci si
invita al pianto dei nostri trascorsi ai piedi della Croce. Ai piedi delle illustrazioni ci
saranno le popolari stazioni della Via Crucis di Sant'Alfonso Maria de' Liguori. Le illustrazioni sono dagli
affreschi del Pittore Giambattista Galizzi della Parrocchia di Sant'Anna in
Borgo Palazzo (1934), e i Bronzi del Crocefisso e del Risorto dello scultore
Elia Ajolfi (1964). Papa Giovanni Paolo II, sulla scia del suo illustre
predecessore Paolo VI, è presente ogni anno alla solenne Via Crucis Vespertina
del Venerdì Santo, dentro lo splendido scenario naturale del Colosseo. Il Papa,
inoltre, ha indetto con la Bolla «A perite Portas Redemptori» in data 6 gennaio
1983, un Giubileo straordinario per il 1950° anniversario della Redenzione.
Uno dei mezzi indicati dal Santo Padre per l'acquisto del Giubileo è
l'esercizio della Via Crucis, in forma privata famigliare e comunitaria. Possa questa operetta richiamarci ai
nostri grandi compiti, ai nostri antichi e nuovi ideali di purezza, onestà e
gioia vera. M.o
Cav. Don GIUSEPPE RIZZI |
«Ha
il capo chino per te salutare, ha
le braccia aperte per te abbracciare, ha
i piè confitti per teco stare, ha
il cuore squarciato per te amare.» (Santa
Caterina da Siena) «E
tu, Madre, che immota vedesti un
tal Figlio morir su la croce, per
noi prega, o Regina de' mesti, che
il possiamo in sua gloria veder.» (Alessandro
Manzoni - Inno Sacro. «La Passione» |
VIA
CRUCIS ATTO
DI CONTRIZIONE Misericordia,
o Signore, mi pento, mi dolgo con tutto il cuore di avervi offeso, Dio sì
grande, sì buono, sì degno. Propongo per l'avvenire piuttosto morire che di
nuovo offendervi. E Vi offerisco questo santo cammino, intendendo di ricevere le
sante indulgenze concesse dai Sommi Pontefici. |
Crocefisso di Elia Ajolfi
(Chiesa Parrocchiale di S. Anna in Borgo Palazzo - Bergamo)