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bulletMagnitudini apparenti ed assolute
bulletQuando una stella esplode in una supernova
 
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Le stelle sono suddivise in base alla temperatura decrescente che si ricava dai rispettivi spettri ed indicate con le seguenti lettere: O,B,A,F,G,K,M,P,Q,W,L,T.
Le O sono le più calde e di colore blu, le M sono calde e rosse. Sino a poco tempo fa, la maggior parte degli astronomi riteneva che stelle appartenenti a questo tipo fossero le ultime della serie, ma ciò accadeva prima che i moderni rivelatori all'infrarosso venissero sviluppati e iniziassero a sondare il cielo. 
Ora gli astronomi stanno scoprendo oggetti molto freddi, deboli e di piccola massa ben al di sotto della classe M.
Le stelle P, Q, W sono stelle peculiari e stelle a bassissima temperatura.
Le nane di tipo L hanno temperature comprese tra 1.300 K e 2.000 K, e quelle più mature hanno una massa pari a meno di 90 volte quella del pianeta Giove. Le stelle T hanno temperature comprese tra 750 k  (circa 480 gradi centigradi) e 1.300 k.
 
 

IL COLORE DELLE STELLE

Tipo O: stelle blu molto luminose e massicce, con temperatura tra i 20.000 e 40.000 gradi.Vi compaiono con evidenza le righe spettrali dell'elio e di altri componenti più volte ionizzati, cioè privi di vari elettroni. Deboli le righe dell'idrogeno perchè questo gas è quasi completamente ionizzato.
 
tipo B: temperatura da 10.000 a 20.000 gradi; gli atomi metallici sono ancora molto ionizzati, diminuiscono le righe del'elio, e aumentano quelle dell'idrogeno. Rigel e Bellatriz, entrambe nella costellazione di Orione, appartengono a questa categoria.
 
tipo A: la temperatura è compresa tra 10.000 e 17.000 gradi; le righe dell'idrogeno raggiungono il loro massimo di intensità; incominciano a emergere le righe del calcio ionizzato. Certe stelle di questa classe hanno rivelato campi magnetici molto intensi. Sirio e  Castore sono stelle di Classe A.
 
tipo F: la loro temperatura è tra i 7.000 e i 16.000 gradi. ancora intense le righe dell'idrogeno. Accanto alle righe del calcio ionizzato appaiono quelle del calcio neutro. Esempio di stelle appartenenti alla categoria: Procione nel Cane Minore.
 
tipo G: è la classe dove si colloca il Sole. La temperatura va da 4.800 a 6.000 gradi centigradi. Nello spettro tendono a diminuire le righe dell'idrogeno. Scomparse le righe dell'elio, vengono in evidenza quelle dei metalli. Alla classe G appartengono Capella nella costellazione dell'Auriga e la componente principale di Alfa del Centauro.
 
tipo K: la temperatura scende tra i 3.400 e i 4.800° e il colore è giallo-arancione. La riga del calcio neutro acquista la massima intensità. Sempre più in rilievo le righe metalliche, mentre quasi scompaiono quelle dell'idrogeno. Esemplari della categoria sono Aldebaran nel Toro e Schedir in Cassiopea.
 
tipo M: la temperatura di queste stelle è inferiore a 3.400°, il che comporta un colore rosso più o meno cupo. Nello spettro compaiono intense le righe di un composto molecolare, l'ossido di titanio. Esempio: Betelgeuse in Orione.
 

 

COME E' FATTA UNA STELLA?

Si tratta di globi incandescenti molto grandi costituiti prevalentemente da idrogeno. Man mano che si scende nel loro interno, a causa della pressione determinata dalla gravità, la temperatura cresce. Nel centro raggiunge qualche decina di milioni di gradi
A questa temperatura elevatissima gli atomi di idrogeno ridotti a semplici protoni, si "fondono" in atomi di elio, costituiti da due protoni e due neutroni. In questa trasformazione una piccola quantità di materia va distrutta e si trasforma completamente in energia secondo la notissima formula di Einstein: E = Mc2 (energia uguale massa moltiplicata per la velocità della luce elevata al quadrato).
 
L'energia che si libera in questa reazione termonucleare è enorme. Per fare un esempio, un grammo di materia trasformata completamente in energia basterebbe a soddisfare le esigenze di una città come Roma per un giorno. Il Sole  annienta ogni secondo 4,6 milioni di tonnellate di materia che trasforma in luce e calore, lo fa da 5 miliardi di anni, e gli basterà per altrettanto tempo!

 

MAGNITUDINI APPARENTI E ASSOLUTE

La luminosità degli oggetti celesti (stelle, pianeti, comete, galassie ecc.) si misura in magnitudini.

 
La magnitudine non è indice di appartenenza di una stella ad una determinata classe spettrale, anche all'interno di una medesima classe possono esserci enormi sbalzi di dimensioni e luminosità. Non bastano quindi colore e temperatura, che sono in sostanza la stessa cosa, a definire la natura di una stella. Ci sono rosse nane e rosse giganti, bianche brillantissime e bianche minuscole e poco luminose. 
 
L'altra caratteristica fondamentale per la classificazione delle stelle è la loro luminosità assoluta.
 
La luminosità assoluta è quella che una stella assumerebbe se fosse collocata alla distanza STANDARD di DIECI PARSEC. cioè a 32,6 anni luce.
 
Tra le stelle di magnitudine assoluta più alta (circa -5) e quelle a magnitudine più bassa (circa 15) c'è un divario di luminosità di UN MILIARDO di volte, infatti la differenza tra una certa magnitudine e la seguente o precedente è uguale alla RADICE QUINTA di 100, cioè a circa 2,52. Una stella  di magnitudine 0 produce un illuminamento pari a quello dato da una candela internazionale posta alla distanza di 690 metri. Su questa scala,  il Sole ha magnitudine apparente -26,86, la Luna piena -12,7, Venere -4.
 
 
 
 
Le esplosioni delle SUPERNOVE sono imprevedibili, perciò solitamente accade che, d'improvviso, una stella sconosciuta di una galassia aumenti repentinamente la propria luminosità, sino a raggiungere magnitudini assolute comprese tra - 15 e -20, diventando luminosa quanto la galassia stessa. Le stelle candidate a esplodere, di solito delle giganti rosse, hanno masse molte volte maggiori di 1,44 masse solari; in esse, quando sono avvenute tutte le possibili fusioni termonucleari esotermiche, si instaurano le condizioni adatte che portano l'astro a esplodere come SUPERNOVA.
 
In quel momento, la successione degli eventi che condurranno la stella alla distruzione divengono man mano più rapidi. L'astro, prima di distruggersi, ha il nucleo costituito da ferro, mentre gli strati superiori, sin da quello che avviluppa il nucleo, sono composti da elementi via via sempre più leggeri, tanto che l'ultimo strato, quello esterno, è formato da idrogeno.
 
Il meccanismo che in fine farà sì che la stella esploda è dovuto al fatto che nelle superfici che separano i vari gusci, a iniziare da quello prossimo al nucleo, sino ad arrivare ai più esterni, si innescano fusioni termonucleari che coinvolgono gli elementi che costituiscono gli strati immediatamente superiori. In tal modo, si trasformano gli elementi che compongono i diversi gusci in elementi sempre più pesanti, simili a quelli degli strati inferiori più vicini al nucleo di ferro. Man mano che gli elementi che compongono i gusci superiori si trasformano anch'essi in ferro, a causa delle fusioni termonucleari, vanno ad accrescere la massa del nocciolo. 
 
Durante lo svolgersi di questi eventi, in tutto l'astro aumenta la pressione e la temperatura, che raggiunge i 3 - 4 miliardi di gradi.
 
Nel preciso istante in cui la contrazione gravitazionale non è più contrastata dall'energia termica nonchè dalla pressione, si determina il collasso degli strati interni sul nucleo, seguito subito dopo da quello degli strati più esterni. Immediatamente, dal nocciolo della stella si genera un'onda di pressione che eietta la materia nello spazio a velocità di circa 10.000 - 20.000 Km/s originando un'immane esplosione che distrugge la stella.
 
Simultaneamente, il nocciolo, che dovrebbe avere un raggio compreso tra 400 e 1.000 Km, si contrae, e nell'arco di tempo di pochi secondi, se la sua massa residua è' compresa tra 1,44 e 3 masse solari, si riduce ad un raggio di circa 10 - 20 Km formando una stella di neutroni. Se, invece, il nocciolo della stella esplosa ha una massa residua maggiore di  3 - 4 masse solari, il nucleo continua a contrarsi sino a formare, teoricamente, un buco nero
 
Contemporaneamente al succedersi di questi eventi, si libera una quantità di energia pari a quella prodotta dal Sole in 10 miliardi di anni!!!
 
 
 
Pagina aggiornata il 11/02/06 .