REGIA MARINA
- CLASSE SAN GIORGIO -
SAN GIORGIO SAN MARCO |
Gli incrociatori corazzati Classe San Giorgio della Regia Marina erano
le ultime e più perfezionate unità dell'epoca, con buona autonomia e
ottima tenuta al mare. Erano ben armate con pezzi inglesi da 254/45 Mod.
1907 e 190/45 Mod. 1908, veloci e almeno in termini di spessori massimi,
ben protette. Dal momento che il dislocamento era assai modesto è
verosimile che vi fossero limiti in termini di estensione della
protezione, come si evince dai numerosi oblò delle fiancate.
Le due unità della classe differivano tra loro per l'apparato motore.
Entrambi gli incrociatori avevano 14 caldaie in tre gruppi di quattro,
che sfogavano nei primi tre fumaioli ed uno di due caldaie che sfogava
nell'ultimo fumaiolo poppiero. Le caldaie usavano il carbone come
combustibile. Il San Giorgio aveva un impianto tradizionale con due
motrici alternative a tripla espansione e due assi, per una potenza
complessiva di 18.200 hp ed una velocità massima di 23 nodi. Il San
Marco fu la prima nave militare ad essere dotata di turbine a vapore,
con 4 turbine Parsons costruite su licenza dall'Ansaldo. Tale apparato
motore forniva al San Marco una potenza complessiva di 23.000 hp su
quattro assi e permetteva all'unità di raggiungere una velocità massima
di 24 nodi ed un'autonomia di 1000 miglia a 21 nodi e 3.100 miglia a 12
nodi.
Costruite negli anni precedenti la prima guerra mondiale queste
sopravvissero fino alla seconda guerra mondiale. Il San Marco dal 1941
venne usato come bersaglio, mentre il San Giorgio, dopo essere stato
ampiamente rimodernato, venne usato come piattaforma contraerea
galleggiate nella difesa di Tobruk. Abbatté o danneggiò gravemente ben
47 velivoli nemici e, quasi sicuramente, l'aereo di Italo Balbo; quando
Tobruk cadde si autoaffondò in porto. Il San Marco venne usato come
bersaglio mobile radiocomandato in seguito alle vicende armistiziali
venne catturato dai tedeschi ed autoaffondato alla Spezia.
STORIA E CARATTERISTICHE TECNICHE
Nave |
San Giorgio
San Marco |
Classe | San Giorgio |
Tipo |
Incrociatore da battaglia |
Cantiere |
San Giorgio: Castellamare di Stabia
San Marco: Castellamare di Stabia |
Impostazione |
San Giorgio: 04.07.1905
San Marco: 02.01.1907 |
Varo |
San Giorgio: 27.07.1908
San Marco: 20.02.1908 |
Entrata in servizio |
San Giorgio: 01.07.1910
San Marco: 07.02.1911 |
Radiazione |
San Giorgio: 22.01.1941
San Marco: 09.09.1943 |
DIMENSIONI |
|
Lunghezza |
140,90 metri |
Larghezza |
21,00 metri |
Immersione |
8,00 metri |
DISLOCAMENTO |
|
A pieno carico | 11.300 tonnellate |
MOTORI |
|
Caldaie | 14 caldaie |
Eliche | 2 |
Macchine alternative | 2 |
Potenza |
18.200 cavalli |
Velocità |
23,20 nodi |
Combustibile |
1.500 tonnellate 50 tonnellate di nafta |
Autonomia |
3.100 miglia marina a 12 nodi |
PROTEZIONE |
|
Verticale | cintura: 200 mm. |
Orizzontale | ponte protezione: 45 mm. |
Torrette principali | - |
Torre di comando | 250 mm |
ARMAMENTO |
|
Principale | 4 cannoni da 254 mm. in 2 torri binate |
Secondario | 8 cannoni da 190 mm.
18 cannoni da 76 mm. |
AAW | - |
Siluri | 3 |
AEREI |
|
Aerei | - |
RADARS |
|
Ricerca aerea | Non presente |
Ricerca di superficie | Non presente |
Controllo di tiro | Non presente |
EQUIPAGGIO |
|
In tempo di guerra | 699
di cui: 30 ufficiali e 659 marinai |
San Giorgio e San Marco rappresentano un tipo migliorato dei Pisa. Lo scafo invece che a ponte continuo ebbe un castello a prora, però mantenne lo sperone. I fumaioli erano 4 in due gruppi molto distanziati, vi era un solo albero poppiero e una bassa sovrastruttura per la plancia. A livello dei locali apparato motore vi era un lungo corridoio longitudinale che metteva in comunicazione le due stazioni di comando di prua e di poppa, oltre che i vari locali apparato motore.
L'armamento principale e secondario ebbe la stessa disposizione di quello dei Pisa, cioè 4 cannoni da 254 mm in due torri binate, una a prora e una a poppa, e 8 cannoni da 190 mm in 4 torri binate sistemate simmetricamente due per lato al centro. I 18 cannoni da 76 mm erano 6 sul castello, 6 sulla tuga, 2 a prora sotto il castello e 4 nel ponte di batteria in casamatta.
La protezione verticale era costituita da una cintura dello spessore di mm 200 con un sovrastante ridotto di mm 180; il ponte di coperta aveva una corazzatura di mm 30 + 15 e quello di protezione di mm 15 + 15 nella parte piana e mm 25 + 15 in quelle Inclinate laterali. Il San Giorgio ebbe l'apparato motore costituito da 2 macchine alternative azionanti due eliche, mentre il San Marco lo ebbe costituito da 2 gruppi di turbine azionanti 4 eliche.
Le
14 caldaie erano suddivise in 4 locali situati sotto i fumaioli. Le caldaie
funzionavano a carbone, la dotazione di nafta serviva per rifornire le
siluranti.
Il
San Giorgio partecipò alla guerra italo-turca e a quella 1915-18. Nel
1923 fu in Levante e nel 1924 nell'America del Sud. Dal 1928 al 1936 fu
assegnato alla Scuola di Pola. Nel 1940 fu dislocato a Tobruk dove fu
auto affondato il 22 gennaio 1941.
San Giorgio
Il San Giorgio fu un incrociatore corazzato della Regia Marina che partecipò prima alla guerra italo-turca e successivamente, alla prima e alla seconda guerra mondiale e nel ruolo di nave ammiraglia, alla guerra civile spagnola. La nave venne impostata sugli scali del cantiere navale di Castellammare di Stabia il 4 luglio 1905 e varata nel 1908 venne consegnata il 1º luglio 1910 e ricevette la bandiera di combattimento a Genova il 4 marzo 1911 dalla Duchessa di Genova. Il motto della nave, "Tutor et ultor", venne poi cambiato in "Protector et vindicator" nel corso del primo conflitto mondiale. All'epoca del varo era armato con 4 cannoni da 254/45 mm in due torri binate, 8 cannoni da 190/45 Mod. 1908 mm in quattro torri binate, 18 cannoni singoli da 76/40 mm, 2 cannoni singoli da 47/50 mm, due mitragliere e da 3 tubi lanciasiluri da 450 mm, mentre l'apparato motore era costituito da 2 motrici alternative verticali a triplice espansione alimentate da 14 caldaie tipo Blechynden a combustione mista con una potenza di 18.000CV su due assi, che consentivano all'unità una velocità che alle prove risultò di 23 nodi, raggiunta con un dislocamento di 9760 tonnellate e 146 giri alle due eliche.
Nel corso della guerra italo-turca operò davanti alle coste libiche. Nel corso del primo conflitto mondiale, operò principalmente in Adriatico meridionale, impegnato tra Brindisi, Otranto, Valona e nella difesa di Venezia. Durante il conflitto l'azione maggiormente significativa fu un'incursione su Durazzo cui partecipò, insieme al gemello San Marco e al Pisa, partendo da Brindisi, presentandosi davanti al porto ed annientando una flottiglia di navi alla fonda. Nel periodo successivo al conflitto svolse numerosi viaggi all'estero tra cui un viaggio in America Latina, nell'estate del 1924, in cui ospitò a bordo il principe ereditario Umberto di Savoia. Nel 1925-26 venne dislocato nel Mar Rosso, quindi essendo ormai obsoleto per missioni operative, tra il 1930 e il 1935 venne dislocato a Pola per l'attività addestrativa degli allievi delle scuole CREM. Dal 1936 prese parte alla guerra civile spagnola per essere poi radicalmente rimodernato, tra il 1937 e il 1938, nei cantieri navali di La Spezia per essere utilizzato come nave scuola per le crociere estive degli allievi dell'Accademia Navale di Livorno.
Le modifiche riguardarono gli spazi interni destinati ad ospitare gli allievi, le sovrastrutture e l'apparato motore. Le modifiche alla propulsione videro la rimozione di sei caldaie, con le otto caldaie rimaste modernizzate ed adattate alla combustione a nafta e vennero eliminati anche i due fumaioli estremi. L'armamento fu completamente rinnovato ad eccezione dei cannoni da 254 e da 190, mentre furono eliminati i cannoni da 76, i lanciasiluri e tutte le armi minori. L'armamento leggero venne modificato in otto cannoni antiaerei da 100/47 OTO Mod. 1928 in quattro torri binate, sei cannoni da 37/54 mm, dodici mitragliere da 20/65mm e quattro mitragliatrici Breda Mod. 31 da 13,2mm ed al termine dei lavori nel 1938 e nel 1939 effettuò crociere estive nel Mediterraneo. Successivamente, alla vigilia del conflitto furono installati un'altra torre binata da 100/47 mm e altre dieci mitragliatrici da 13,2 mm.
Dal 10 giugno 1940, giorno di entrata in guerra dell'Italia nella seconda guerra mondiale, venne assegnato, con compiti di difesa aeronavale, al Comando Navale della Libia alla Base di Tobruk, dove già si trovava sin dal 13 maggio 1940, proveniente da Taranto. Potrebbe essere stato proprio un cannone antiaereo del San Giorgio ad abbattere accidentalmente il 28 giugno 1940 l'aereo su cui viaggiava il Governatore della Libia e Maresciallo dell'Aria Italo Balbo, un S.M.79, mentre era di ritorno da un volo di ricognizione su Tobruk. Fatto oggetto di 10 pesanti attacchi con bombe e siluri, ai quali reagì violentemente con tutte le artiglierie di bordo, abbattendo o danneggiando ben 47 velivoli nemici, venne colpito solo il 21 gennaio 1941 da tre proiettili che misero fuori uso uno dei cannoni antiaerei da 100mm. All'occupazione della base da parte del nemico, per non cadere in mano nemica Pugliese predispose l'autodistruzione della nave rimanendo a bordo fino all'esplosione finale. Pugliese fu ferito e catturato dagli inglesi e due marinai persero la vita; la bandiera di guerra venne raccolta e riportata in Italia da alcuni membri dell'equipaggio, sei ufficiali e tre marinai, a bordo del peschereccio requisito Risveglio II mentre il resto dell'equipaggio venne fatto prigioniero. Il San Giorgio e il comandante Pugliese vennero decorati di Medaglia d'oro al Valor Militare.
San Marco
Il San Marco fu un incrociatore corazzato della Regia Marina che partecipò prima alla guerra italo turca e successivamente, alla prima guerra mondiale. Il San Marco fu la prima unità della Regia Marina a montare le turbine a vapore, costruite su licenza dai Cantieri Ansaldo di Genova. Nel corso del primo conflitto mondiale venne completamente sostituito l'armamento. Nel 1931 alla Spezia venne convertito in bersaglio mobile radiocomandato controllato dal cacciatorpediniere Audace. In seguito alle vicende armistiziali il 9 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi nel porto della Spezia e nello stesso mese venne affondato per prevenirne la cattura da parte degli Alleati.