BATTAGLIA NAVALE DI LEPANTO
NAVAL BATTLE OF LEPANTO
(7 OTTOBRE 1571)
IL TRIONFO DELLA FLOTTA CRISTIANA SULLA FLOTTA TURCA
STORIA
HISTORY
LA BATTAGLIA
LO SCONTRO SUL LATO DESTRO /THE BATTLE OF THE RIGHT SIDE
(Liberamente tratto da "La Croce e La Mezzaluna", A. Petacco, 2005, Mondadori Editore)
Quando il vessillo di Sant' Andrea era stato innalzato sul
pennone della Sultana e la squadra azzurra di don Giovanni come quella gialla dei veneziani cantavano vittoria,
quella verde di Gianandrea Doria era ancora in alto mare
impegnata nelle sue "manreuvres enigmatiques", come le definirà Jurien de La Gravière.
Il comportamento tenuto a Lepanto da Gianandrea Doria non è mai stato del tutto chiarito. Per gli storici genovesi «fu di grandissimo danno ai turchi», per quelli veneziani invece, il genovese «ancora obbediva alle istruzioni di Filippo II». Certo è comunque che se il Doria agì in maniera sospetta, altrettanto va detto per il corsaro Occhialì che si gettò al suo inseguimento abbandonando anche lui il grosso della squadra.
Qualcuno
ha voluto persino insinuare che i due capitani, entrambi
scaltri calcolatori e gelosi delle proprie navi che «affitta-
vano» alloro signore, leggendosi reciprocamente nella mente, avrebbero scelto di
rispettarsi a vicenda per salvaguardare il loro bene più prezioso: le galee,
appunto. (........)
Dopo che, all'avvicinarsi della flotta di Alì, Gianandrea
Doria aveva allargato alla destra dello schieramento cristiano, Occhialì si era dunque gettato al suo inseguimento. Sfruttando il vento favorevole, la squadra verde, la cui
ultima galea avrebbe dovuto procedere a circa quaranta
passi dalla prima galea della squadra azzurra, si era invece rapidamente allontanata di oltre quattro miglia
aprendo così un vasto spazio nel quale Occhialì avrebbe potuto
facilmente infilarsi per cogliere alle spalle la formazione
cristiana centrale. (............)
Mentre la squadra verde si allontanava dal punto nevralgico dello scontro, la sua retroguardia, composta da sedici galee non genovesi (dodici erano veneziane, due spagnole, una di Savoia e una di Malta), per iniziativa del suo comandante e comunque senza un ordine diretto di don Giovanni, virò improvvisamente per dirigersi contro il fianco destro della squadra di Occhialì che stava sopraggiungendo. Evidentemente il comandante, temendo che il Doria si accingesse a un vero e proprio sganciamento, aveva autonomamente deciso di portare le sue navi a coprire lo spazio lasciato aperto dal genovese.
Occhialì non mancò di approfittare della nuova situazione venutasi a creare: con una brillante manovra si gettò contro la piccola squadra cristiana evi giunse rapidamente addosso con tutte le sue forze. Lo scontro fu breve e cruento. (................)
In quel momento di grave crisi, Gianandrea Doria, che aveva assistito da lontano allo scontro, mostrò per alcuni storici il meglio delle sue qualità marinare, mentre per altri vi fu costretto per forza di cose. Si fosse o no allontanato per un suo disegno tattico o per altre ragioni, egli non esitò infatti a far compiere un'ampia virata alle sue trentacinque galee per dirigersi sul luogo dello scontro, dove giunse però circa mezz' ora dopo la fine del combattimento. Il suo avvicinamento indusse tuttavia il rinnegato calabrese a modificare la sua strategia. Avendo anche avuto modo, nel frattempo, di rendersi conto che Ali Pascià stava perdendo la partita, Occhiali decise infatti di disimpegnarsi e fischiò l'ordine di ritirata a tutte le sue galee.
Ma non gli andò bene. Inseguito dalle galee di Marcantonio Colonna, nel frattempo sopraggiunte, il corsaro fischiò ancora più forte l'ordine di sganciamento e fu costretto a ordinare il taglio delle cime dei rimorchi che rallentavano la sua fuga. La galea dei cavalieri, abbandonata a se stessa, fu poi raggiunta e abbordata dalla Guzmana del capitano Ojeda che vi trovò Pietro Giustiniani incatenato, ferito, ma ancora in vita. Attorno a lui giacevano i cadaveri dei suoi cavalieri circondati da quelli dei circa trecento turchi che essi avevano ucciso prima di essere abbattuti. (....)
Perduta la preda e anche il prigioniero, a Occhialì rimase tuttavia il vessillo con l'odiata croce da portare in omaggio al suo sultano insieme alle quaranta preziose galee. Le sue navi furono le uniche a rientrare a Costantinopoli. Tutte le altre erano andate perdute, insieme ai loro comandanti, nella battaglia combattuta in quel mare Mediterraneo che, da allora in poi, non sarebbe più stato un lago musulmano. Il mito dell'invincibilità della flotta ottomana era definitivamente infranto.
Alle quattro del pomeriggio di quella domenica 7 ottobre 1571, festa di Santa Giustina, la battaglia di Lepanto era terminata.
Erano bastate appena cinque ore per cambiare il destino del mondo. In un conflitto che metteva a confronto due civiltà, le potenze europee unite sotto l'unica bandiera della Lega santa avevano vinto.
Era la prima volta, ma sarebbe anche stata l'ultima.
N.B. la dicitura (.......) indica che la porzione di testo è stata omessa. Per la lettura integrale del testo si rimanda alla lettura del libro "La Croce e La Mezzaluna", A. Petacco, 2005, Mondadori Editore, libro caldamente consigliato dallo Shinano per la lucidità della narrazione, priva di fanatismi religiosi, storicamente accurata e narrativamente avvincente.
When the banner of Sant' Andrew had been raised on the yard of the Sultana and the blue team of Mr. Giovanni as that yellow of the Venetians they sang victory, that green of Gianandrea Doria was aloft still sea hocked in his "manreuvres enigmatiques", as Jurien de will define her to her Gravière.
The kept behavior to Lepanto from Gianandrea Doria has not been entirely never clarified. For the Genoese historians «it was of big damage to the Turks», for those Venetian instead, the Genoese «it still obeyed to the instructions of Phillip II». It is however certainly that if the Doria acted in suspicious way, as many he must be said for the pirate Occhialì that threw him to his pursuit also abandoning him the big one of the team.
Someone has wanted even to insinuate that the two captains, both crafty calculators and jealous of his/her own ships that «he/she rents -
vain» laurel gentleman, reciprocally reading himself/herself/itself in the mind, they would have chosen to have self-respect themselves to story to safeguard their more precious good: the helmets, note. (........)
After, to draw near some fleet of Alì, Gianandrea Doria had widened to the right of the Christian line up, Occhialì was thrown therefore to its pursuit. Exploiting the favorable wind, the green team, whose last helmet would have had to proceed to around forty footsteps from the first helmet of the blue team, he was quickly instead gotten further of over four miles opening so a vast space in which Occhialì would have been able to easily insert him to catch the formation unaware central Christian. (............)
While the green team estranged from the neuralgic point of the clash, its rearguard, composed by sixteen non Genoese helmets (twelve were Venetian, two Spaniards, one of Savoia and one of Malta), for initiative of its commander and however without a direct order of Mr. Giovanni, it suddenly veered for going himself/herself/themselves against the right side of the team of Occhialì that was arriving. Evidently the commander, fearing that the Doria was about to a real releasing, he had autonomously decided to bring his/her ships to cover the left space open from the Genoese.
Occhialì didn't miss to take advantage of the new situation come him to create: with a bright manoeuvre it threw him against the small team Christian ages it quickly came I set with all of his/her strengths. The clash was brief and bloody. (................)
At that time of serious crisis, Gianandrea Doria, that had assisted from far to the clash, it showed for some historical ones the best of his/her qualities to marinate, while for others it was by circumstance you forced. You was or no gotten further for one tactical sketch of his or for other reasons, he didn't hesitate in fact to make to complete an ample tacking to his trentacinques helmets to go himself on the place of the clash, where it came however around mezz' now after the end of the fight. Its approach induced nevertheless the disowned Calabrian to modify its strategy. Having also had the opportunity, in the meantime, to become himself account that Ali Pascià was losing the game, Glasses it decided in fact to disengage himself and it whistled the order of retreat to all of his/her helmets.
But it was not all right him. Pursued by the helmets of Marcantonio Colonna, in the meantime arrived, the pirate whistled even more strong the order of releasing and he was forced to order the cut of the tops of the towing that his escape. The riders' helmet, abandoned to herself, he was reached then and boarded by captain Ojeda's Guzmana that chained Pietro Giustiniani found you, wounded, but still in life. Around him the dead bodies of its riders lay surrounded by those of the around three hundred Turks that they had killed before being dejected. (....)
Lost the prey and also the prisoner, to Occhialì he remained nevertheless the banner with hates him cross to bring complimentary to his/her sultan together with the forty precious helmets. Its ships were the only ones to reenter to Constantinople. All the other had gone lost, together with their commanders, in the battle fought in that Mediterranean sea that, since then in he would not have been anymore then a Moslem lake. The myth of the invincibility of the Ottoman fleet was definitely broken.
At four o'clock in the afternoon of that Sunday October 7 th 1571, party of Saint Giustina, the battle of Lepanto was finished.
It had been enough as soon as five hours to change the destiny of the world. In a conflict that put to comparison two civilizations, the united European powers under the only flag of the holy League they had won.
It was the first time, but you/he/she would also have been the last.
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