BATTAGLIA NAVALE DI BARFLEUR
NAVAL BATTLE OF BARFLEUR
(29 MAGGIO - 02 GIUGNO 1692)
LA PIU' GRANDE BATTAGLIA NAVALE DELLA STORIA
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STORIA DELLA BATTAGLIA
HISTORY OF THE BATTLE
LA BATTAGLIA NAVALE MINUTO PER MINUTO
NAVAL BATTLE OF BARFLEUR MINUTE FOR MINUTE
LA BATTAGLIA NAVALE DI BARFLEUR / NAVAL BATTLE OF BARFLEUR
(30 MAGGIO 1692)
(liberamente tratto da "Venticinque secoli di guerra sul mare" di Jacques Mordal, edizioni U. Mursia & C. Milano)
L 'avvicinamento si effettua lentamente. La brezza è debole ma da libeccio, ed è Tourville che ha il vantaggio del vento. Se rifiuta il combattimento, Russell non potrà mai avvicinarsi a portata di tiro ne manovrare per accerchiarlo. Se viene alla puggia è la quasi certezza di una disfatta, gloriosa forse, ma totale; e la morte di migliaia di marinai, la perdita di tante navi!
Tutto ciò ha certamente avuto un peso nelle sue riflessioni. In ogni caso, meno dell'obbedienza agli ordini; meno anche dell'affronto fatto alla sua persona e perciò all'intera Marina, e della .irresistibile sete di quel gusto di grandezza che dovrà insegnare al re di Francia che cosa può attendersi dai suoi marinai.
E senza sollecitare il parere di nessuno, senza riunire il consiglio di guerra, « impegnò il nemico furiosamente, traversando il proprio vascello a quello dell'ammiraglio d'Inghilterra ».
Come la flotta alleata, anche quella francese è articolata in tre squadre di tre divisioni. La squadra bianco-azzurra costituisce, all'estremità meridionale dello schieramento, l'ala destra; quella bianca il centro, e quella azzurra, a nord, la retroguardia: l'unica differenza sta nel numero.
Erosi la squadra bianco-azzurra, condotta dal marchese d' Amfreville da Nesmond e da de Relingue, ha soltanto 14 vascelli da opporre ai 36 olandesi.
Al centro con la squadra bianca, Tourville, fiancheggiato dalle divisioni di Villette- Murray e di Langeron, ne ha 16 contro i 31 della squadra rossa britannica. Alla sua sinistra, Gabaret, comandante la squadra azzurra, e i suoi ammiragli in sottordine Panetie e Coetlogon, ne allineano soltanto 14 contro i 32 di Ashby.
Non importa! Al segnale del comandante in capo, uno solo è l'ordine impartito dai 44 capitani a bordo delle 44 navi francesi: « Vieni alla pug- gia! ». L 'armata francese avanza col vento in poppa sulla cresta del proprio destino, « con una risolutezza ch'è stata rilevata da tutti i suoi avversari »; i quali, proprio, non si capacitano.
L'ammiraglio francese ha forse perduto ogni senso comune a impegnarsi in quelle condizioni quando gli sarebbe tanto facile evitare il combattimento « e avrebbe parecchi buoni motivi per farlo? ».
A meno che... Il dubbio si fa strada nelle menti. Tutto questo nasconde forse una trappola? Quelli fra gli Olandesi ch'erano a Beveziers due anni prima cominciano a pensare che Herbert quella volta li aveva un po' « mollati in bando ». Non ci sarà stato del vero in tutte quelle voci che circolavano ultimamente sulle coste meridionali d'Inghilterra, e Russell, non si preparerà a tradire in una sola volta Guglielmo e l'Olanda per unirsi a Tourville contro van Almonde?
Rassicuratevi, valorosi Olandesi: non c'è tradimento. È un combattimento leale che vi si offre; e Tourville conta solamente sui propri uomini. Meglio ancora: i marinai inglesi stessi hanno risentito l'affronto fatto alla loro lealtà... Carter, quello stesso che più di ogni altro era stato sospettato, ne darà stasera la misura quando, mortalmente ferito, griderà prima di morire al suo capitano: « Battetevi fintanto che la nave resterà a galla! »
A Beveziers, Herbert aveva lasciato che la sua divisione d'avanguardia s'impegnasse prima che il corpo di battaglia fosse abbastanza vicino pel appoggiarla. Tourville non cadrà in questo errore, ed è tutta « a un tempo "stavolta dal settore nord-nord-ovest si precipita con cinque navi della sua divisione fino allora relativamente risparmiate, per dare il cambio al suo comandante contro il centro britannico, « in the most devoted manner, con la piu alta dedizione ».
All'ala sinistra francese, meno prontamente schieratasi perchè il vento era mancato alla divisione Panetie per portarsi a distanza di tiro, e dove alcune navi inglesi non avevano avversari davanti a se, le cose si presentavano meno bene.
Girando a maestro, la brezza favoriva il movimento agli alleati la cui squadra azzurra, con tutta la tela a riva, si butta nel varco creatosi fra Gabaret e Panetie. Sono quasi una trentina, e le tre navi di Panetie sarebbero state perdute in partenza e senza alcun beneficio per il resto della flotta francese se il loro comandante non avesse, molto intelligentemente, presa la decisione di ripiegare verso sud-ovest.
Perso per perso, se riesce ad attirare Ashby lontano dal centro della lotta, sarà sempre un peso di meno sulle braccia di Tourville.
Il calcolo si rivela esatto. La squadra azzurra inglese al completo si lancia all'inseguimento, e per quattro ore d'orologio Panetie ha la soddisfazione di portare a spasso trenta vascelli nemici « che avrebbero meglio da fare altrove », allontanandoli dall'azione senza mai lasciarsi accostare troppo da vicino. Alla fine i tre compari si ritroverrano quasi a contatto con l'avanguardia che sbarra la rotta agli Olandesi.
Ciò non toglie che nel primo pomeriggio l'accerchiamento ricercato da Russell fosse sul punto di realizzarsi, come si può facilmente dedurre dallo schema tracciato da un testimonio della battaglia e ritrovato da Toudouze che l'ha riprodotto nel suo libro.
In simile situazione non restava a Tourville altra speranza se non nel tentativo di sfondamento del centro della linea inglese sul quale furiosamente picchiava fin dall'inizio dell'azione. Tutto si svolge in ogni caso come se questa fosse effettivamente la sua idea, e la lotta, in questa specie di calderone, assumerà un'intensità drammatica.
Intorno al Sole il Royal, otto o nove vascelli del corpo di battaglia francese, agli ordini immediati di Tourville e Villette, fanno prodigi contro un nemico di gran lunga superiore. Ecco Chateaumorant. nipote del comalldante in capo, col suo Glorieux dalla gabbia ornata della croce di Malta, l'impeto del quale sarà rilevato dallo stesso nemico; ecco Forbin, il cui valore al fuoco gli fa perdonare la presunzione e il temperamento geloso: la sua Perle perderà nel combattimento un terzo dell'equipaggio ma rientrerà sana e salva.
Ed ecco ancora l'Ambitieux di Villette, che strapazza brillantemente il Royal Sovereign di Oelawal; e la Couronne del cavaliere di Montbron; il Conquerant, ecc.: non si può citarli tutti. Se li ricorderanno bene gli Inglesi: « il loro Chester esce a brandelli dalla linea di battaglia; la Eagle di John Leake ha settanta morti, il doppio di feriti, bompresso e trinchetto abbattuti ».
Ma anche tra i Francesi, l'Henry e il Fori, completamente sconquassati, devono disimpegnarsi a gran colpi di remo.
Alla retroguardia, Coetlogon, contrammiraglio della squadra azzurra, si rende conto del mortale pericolo nel quale si trova il suo comandante: « Amici » grida all'equipaggio « andiamo a salvare quel coraggioso o a morire con lui ».
E, ignorando gli ordini di Gabaret suo superiore diretto, vola in aiuto di Tourville con il Arlagnifique e il Prince (de Bagneux) della divisione Langeron. Qualunque fosse il sentimento che la ispirava, la sua fu in verità una grave imprudenza, che un varco si sarebbe aperto nella linea.
Ma i capitani vicini lo hanno compreso e, sempre come una banda di fratelli, si affrettano a colmare il vuoto e rettificare il momentaneo disordine verificatosi nello schieramento francese.
Quando la mischia fu al colmo, la visibilità ch'era già mediocre si ridusse talmente che in breve nessuno sapeva più su chi tirava e i cannoni dovettero tacere proprio nel momento più critico per Tourville, quando il contrammiraglio della squadra ròssa britannica, Cloudesly Shovell, stava superando il Sole il Royal e i suoi vicini immediati.
La provvidenziale sosta salvò almeno momentaneamente Tourville, e quando tornò la brezza a dissipare il fumo si avvicinava già il momento dell'inversione di marea. Accedendo alle proposte di Villette, Tourville ordinò all'armata di dar fondo alle ancore mentre il flusso trascinava il nemico verso est.
La squadra azzurra inglese tuttavia comprese la manovra con prontezza sufficiente per riuscire anch'essa a dar fondo di poppa a Tourville dov'era stata trascinata dall'inseguimento a Panetie.
Cosi, sebbene stretti meno dappresso, i Francesi restavano presi fra due fuochi, e per di più in 36 perchè i cinque vascelli di Nesmond e i tre di Panetie venivano a trovarsi troppo lontani dall'azione malgrado i loro sforzi per avvicinarsi.
Questo intermezzo non durò a lungo. Completando il suo mezzo giro d'orizzonte, il vento si mise a greca le spazzando gli ultimi brandelli di nebbia. Il cannoneggiamento riprese furioso e gli Inglesi erano manifesta- mente convinti che questa volta l'avrebbero fatta finita.
In effetti tutto pareva perduto per i Francesi, e bisogna riconoscere che su certi vascelli vi fu un momento di panico: molto breve e molto rapidamente represso.
I Francesi restituivano colpo su colpo. Approfittando del vantaggio del vento, Russell lanciò allora i suoi brulotti. Il Sole il Royal, à loul seigneur, loul honneur, dovette evitarne non meno di cinque, destinatigli personalmente, nessuno dei quali riusci a raggiungerlo: uno grazie a un'accostata, un altro a prezzo di un'ancora sacrificata tagliandone il cavo appena in tempo, un terzo agganciato abilmente dalle lance... Villette, dal canto suo, dovette evitarne tre. Era caduta la notte; i Francesi avevano la meglio.
Non avevano perduto una sola nave; non una aveva subito avarie gravi.
Degli avversari, la squadra rossa era in ritirata; poi la squadra olandese; e infine quella di Ashby che, trovandosi dietro a Tourville, ebbe la malaugurata ispirazione di lasciarsi trascinare dalla marea nei varchi della linea francese.
E venne allora la giusta ricompensa a tanto coraggio dimostrato nel corso di questa dura giornata.
Sfilando lentamente tra le navi francesi e presentandosi esattamente d'infilata, l'uno dopo l'altro gli Inglesi si videro fatti segno alle compatte salve francesi sparate a bruciapelo, senza parlare del fuoco scatenato dalla moschetteria. « Non venne sprecato un solo colpo! »
Particolarmente preso di mira fu il Royol Williom, ammiraglia di Shovell, sul quale il Soleil Royol, il Mognifique e il Soint Philippe concentrarono un infernale tiro che lo lasciò demolito. Il Duke, trattato allo stesso modo, perdette il suo ammiraglio, Carter, e il suo comandante.
L'oscurità s'ispessiva lentamente. La luna si era già levata quando, pel quella sera, la battaglia cessò definitivamente.
Novantanove vascelli anglo olandesi si erano sforzati per quasi quindici ore di annientarne quarantaquattro francesi.
Eccoli invece abbandonare il campo di battaglia agli avversari stremati, certo, ma ancora tutti a galla, ancora tutti in grado di tenere il mare e di battersi; perfino il glorioso Soleil Royal dal quale, secondo la testimonianza di un Inglese, « il sangue scorreva da tutti gli ombrinali »,
« Tourville and his Captains had made a most gallant defence and had, indeed, done wonders... Had Borfleur had no morrow, the action would hove been o French triumph... Tourville e i suoi capitani avevano opposto la più valorosa difesa e, in verità, avevano fatto meraviglie...
Se Barfleur non avesse avuto un indomani, sarebbe stata un trionfo francese... » In questi termini, lo storico della Marina britannica presenta la battaglia di Barfleur di cui in Francia si osa appena parlare.
Purtroppo, ci fu un indomani. Non poteva non esserci: la costa francese della Manica, soprattutto ne] XVII secolo, prima dell'allestimento di Le Havre e di Cherbourg, era la più inospitale che ci fosse.
A che serviva, per quella squadra gloriosamente pesta, trovarsi in prossimità delle proprie coste, se non le offrivano alcun riparo per medicare le piaghe, tamponare le falle, riassettare le attrezzature, sbarcare i feriti e rifornire i depositi per tre quarti vuoti?...
Certamente, si potrà dire; ma gli altri? Per gli alleati, lo scontro era stato certo pesante, per gli Inglesi, soprattutto, poiché le navi di Almonde non avevano fatto granché.
Una fra le più provate, la Zeven Provincien, aveva avuto soltanto diciannove morti e quattordici feriti gravi. Russell invece aveva avuto disalberate e sforacchiate una buona ventina delle sue, buone ormai soltanto per esser rimorchiate in Inghilterra. Ma con tutto ciò, con le rimanenti ne aveva ancora abbastanza per far danni, e fra i suoi, come fra gli uomini di Tourville, non si dormi affatto quella notte. Calafati e carpentieri s'affaccendavano a tamponare le falle con lastre di piombo e a puntellare le alberate, mentre chirurghi e cappellani si prodigavano presso i feriti nelle batterie.
Le perdite francesi ammontavano a 1.700 uomini fra morti e feriti: tre volte inferiori a quelle degli alleati ai quali venivano attribuiti 2.000 morti, fra i quali due ammiragli, e 3.000 feriti.
NAVAL BATTLE OF BARFLEUR (30 MAY 1692)
The approach slowly effects him. The breeze is weak but from libeccio, and it is Tourville that has the advantage of the wind. If it refuses the fight, Russell can never draw near to course of draught to maneuver to encircle him/it of it.
If comes to the puggia is almost her certainty of a defeat, glorious perhaps, but total; and the death of thousand of I marinated, the loss of so many ships!
All of this has certainly had a weight in his/her reflections. In every case, less than the obedience to the orders; also of the affront done to his/her person and therefore to the whole Marina, and of the irresistible thirst of that taste of greatness that it will have to teach to the king of France what you/he/she can expect from his/her sailors.
And without soliciting the opinion of anybody, without gathering the suggestion of war, «it furiously hocked the enemy, crossing his/her own vessel to that of the admiral of lnghilterra».
As the allied fleet, also that Frenchwoman is articulated in three teams of three divisions. The white-blue team constitutes, to the southern extremity of the line up, the right wing; that white the center and that blue, to north, the rearguard: only difference is in the number.
The white-blue team is gnawed, conducted by the marquis d' Amfreville from Nesmond and from de Relingue, has only 14 vessels to oppose to the 36 Dutch.
To the center with the white team, Tourville, flanked by the divisions of Villette - Mur9ay and of Langeron, it has against the 31 of the British red team 16 of it. To his/her left, Gabaret, commander the blue team and his/her admirals in suborder Panetie and Coetlogon, line up only 14 of it against the 32 of Ashby.
Don't care! To the commander's signal in head, a solo is the order imparted by the 44 captains on board of the 44 French ships: «Come to the pug - already! ». The French army advances with the wind in stern on the crest of his/her own destiny, «with a resoluteness ch'è been in relief by all of its adversaries»; which, really, they don't persuade him.
Does the French admiral perhaps have lost every sense common to undertake himself/herself/themselves under those conditions when you/he/she would be him very easy to avoid the fight «and would you/he/she have quite a lot good motives to do him/it? ».
Unless... The doubt he makes road in the minds. Does all this perhaps hide a trap? Those among the Dutch ch'eranos to Beveziers before two years start to think that Herbert that time had them some «released in proclamation». Will not there have been some truth in all those voices that lately circulated on the southern coasts of England and Russell, won't it prepare him to betray in an only time William and Holland to unite himself/herself/themselves to Tourville against van Almonde?
Reassure you brave Dutch,: there is no betrayal. It is a loyal fight that volunteers you; and Tourville only counts on his/her own men. Better still: the sailors same English have heard again the affront done to their loyalty... Carter, that same that had been suspected more than every other, will give tonight the measure of it when, mortally wounded, it will shout before dying to his/her heads - tano: «Beat you fintanto that the ship will stay floating! »
To Beveziers, Herbert had left that its division of avant-garde hocked him before the body of battle pits enough near pel to support her/it. Tourville won't fall in this error, and it is all «at once "this time from the sector north-north-west falls him with five ships of its division until relatively you save then, to give the change to its commander against the British center, «in the most devoted manner, with the tallest devotion».
To the French left wing, lined up less quickly him because the wind was missed to the division Panetie to go himself/herself/themselves to distance of draught, and where some ships English didn't have adversaries in front of if, the things were introduced less well.
Turning to teacher, the breeze favored the movement to the allies whose blue team, with the whole cloth to shore, it is thrown in the passage created him between Gabaret and Panetie. I am almost an about thirty, and the three ships of Panetie would have been lost in departure and without any benefit for the rest of the French fleet if their commander didn't have, very intelligently taken the decision to refold toward southwest.
Lost for lost, if it succeeds in attracting Ashby away from the center of the struggle, it will be above always a weight the braccias of Tourville.
The calculation reveals him exact. The team blue English to the suit him lance to the pursuit, and for four hours of clock Panetie has the satisfaction to take around thirty hostile vessels «what they would be busy better elsewhere», estranging them from the action without never letting him approach too much from nearby. At the end the three best men him ritroverrano almost to contact with the state-of-the-art one that blocks the rout to the Dutch.
This doesn't remove that in the first afternoon the encirclement sought by Russell was on the point to come true himself/herself/themselves, as he can easily deduce from the scheme traced by a witness of the battle and discovery by Toudouze that he has reproduced him in its book.
In similar situation it didn't stay to Tourville other hope if not in the attempt of staving in of the center of the line English on which furiously beat since the beginning of the action. All develops him in every case as if this pits indeed his/her idea and the struggle, in this kind of cauldron, it will assume a dramatic intensity.
Around the Sun the Royal, eight or nine vessels of the body of battle French, to the immediate orders of Tourville and Villette, they make prodigies against an enemy of big long superior. Here is Chateaumorant. nephew of the comalldante in head, with his/her Glorieux from the cage adorned of the cross of Malta, the impetus of which it will be in relief from the same enemy; here is Forbin, whose value to the fire makes him forgive the conceitedness and the jealous temperament: his/her Pearls it will lose in the fight a bystander of the crew but it will reenter healthy and salute.
And here still the Ambitieux of Villette, that brightly maltreats the Royal Sovereign of Oelawal; and the Couronne of the rider of Montbron; the Conquerant, etc.: you/he/she cannot be quoted them everybody. If the English will remember well them: «their Chester goes out tattered from the line of battle; the Eagle of John Leake has seventy corpses, the double one of wounded, bompresso and foremast demolished».
But also among French, the Henry and the Holes, completely shattered, they have to disengage himself/herself/themselves to big hits of oar.
To the rearguard, Coetlogon, rear-admiral of the blue team, realizes the deadly danger in which his/her commander is found: «Friends» cries to the crew «we go to save that brave or to die with him».
And, ignoring the orders of Gabaret his/her direct superior, it flies in help of Tourville with the Arlagnifique and the Prince (de Bagneux) of the division Langeron. Whatever pits the feeling that inspired her/it, his was in truth a serious indiscretion, that a passage would have opened in the line.
But the near captains have understood him/it and, always as a gang of brothers, they hasten to fill the void and to correct the momentary disorder verified him in the French line up.
When the fray was to the height, the visibility mediocre ch'era already reduced him so that shortly nobody knew more on who threw and the guns had to keep silent really in the most critical moment for Tourville, when the rear-admiral of the team British ròssa, Cloudesly Shovell, was overcoming the Sun the Royal and its immediate neighbors.
The providential standstill saved at least momentarily Tourville, and when the breeze returned to dissipate the smoke it already drew near the moment of the inversion of tide. Accessing the proposals of Villette, Tourville ordered to the armed with to give fund to the anchors while the flow dragged the enemy toward east.
The team blue English nevertheless understood the manoeuvre with enough promptness to also succeed it to give fund of stern to Tourville where you/he/she had been dragged by the pursuit to Panetie.
This way, although narrow French stayed less nearby, I taken among two fires, and moreover in 36 because the five vessels of Nesmond and the three of Panetie came to be too much themselves distant from the action despite their efforts to draw near.
This interval didn't last for a long time. Completing his mean turn of horizon, the wind it put on to Greek fret sweeping her last shreds of fog. The cannonade took back furious and the English were apparent - mind convinced that this time would have done her ended.
In effects everything seemed lost for French, and it needs to recognize that on certain vessels there was a moment of panic: very brief and very quickly repressed.
French returned hit on hit. Taking advantage of the advantage of the wind, Russell launched then his brulottis. The Sun the Royal, à loul seigneur, loul honneur, has to avoid not less than of it five, personally destined him anybody of which he/she succeeded in reaching him/it,: a graces to an approached, another at the price of a sacrificed anchor cutting the cable of it as soon as in time, a bystander cleverly hooked by the lances... Villette, from his/her song, you have to avoid three of them. The night was fallen; French had the best.
They didn't have lost an only ship; not one had suffered serious damages.
Of the adversaries, the red team was in retreat; then the Dutch team; and finally that of Ashby that, finding itself behind Tourville, it had the ill-omened inspiration to let him drag from the tide in the passages of the French line.
And the correct reward came to then so much courage shown during this hard day.
Slowly unthreading among the French ships and exactly introducing himself/herself/itself of inserted, the one after the other the English were seen made sign to the compact French salutes shot point-blank, without speaking of the fire instigated by the musketry. «A hit was not wasted only! »
Particularly aimed at it was the Royol Williom flagship of Shovell, on which the Soleil Royol, the Mognifique and the Soint Philippe assembled an infernal draught that left him/it demolished. The Duke, treated equally, perdette his/her admiral, Carter and his/her commander.
Obscurity slowly thickened him. The moon was already raised when, pel that evening, the battle definitely stopped.
Novantanove Dutch Anglo vessels were striven for almost fifteen hours to destroy quarantaquattro of it French.
Here they are instead to surrender the battleground to the exhausted adversaries, certain, but he/she anchors all floating ones, still all able to hold the sea and to fight; even the glorious Soleil Royal from which, according to the testimony of an English, «blood flowed from all the scuppers»,
«Tourville and his Captains had made to most gallant defence and had, indeed, done wonders... Had Borfleur had no morrow, the action would hove been or French triumph... Tourville and his/her captains had opposed the bravest defense and, in truth, you/they had made wonder...
If Barfleur had not had a next day, you/he/she would have been a French triumph... » In these terms, the historian of the British Marina introduces the battle of Barfleur of which is dared in France as soon as to speak.
There was unfortunately a next day. It was not able not to be us: the French coast of the Sleeve, above all of it XVII century, before the preparation of Her Havre and of Cherbourg, it was the most inhospitable that there pits.
To that served, for that team gloriously it crushes, to be himself/herself/themselves in proximity of his/her own coasts, if they didn't offer her some shelter to cure the sore, to collide with the leaks, to rearrange the equipments, to disembark the wounded and to supply the deposits for three fourth voids?...
Can you/he/she certainly be said,; but the others? For the allies, the clash had been certain heavy, for the English, above all, since the ships of Almonde had not made granché.
More one among the try, the Zeven Provincien, had had only nineteen corpses and fourteen serious wounded. Russell had had disalberate and sforacchiate instead good about twenty his, good by now only to be towed in England. But with all of this, with the remaining ones it still had of it enough to make damages, and among his, as among the men of Tourville, he doesn't sleep at all that night. Caulkers and carpenters got busy to collide with the leaks with lead plates and to prop you plant with trees her, while surgeons and chaplains did everything possible near the wounded in the batteries.
The French losses amounted to 1.700 men between corpses and wounded: three inferior times to those of the allies to which 2.000 corpses were attributed, among which two admirals and 3.000 wounded.
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