BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN
(28 marzo 1941)
LA TRAGEDIA DELLA FLOTTA ITALIANA
LA BATTAGLIA VISTA DAGLI ITALIANI
TRE MINUTI FATALI ......
(Tratto da "Gaudo e la sorpresa di Matapan" dell'Amiraglio Iachino, 1963)
La Divisione Orion, che, come abbiamo visto, era molto vicina alla nostra formazione e aveva avuto l' ordine di guidare gli 8 C. T. inviati da Cunningham all'attacco, arrivò ben presto dove il Pola si era fermato e ne scopri lo scafo col radar.
L'ammiraglio Pridham-Wippell ritenne però si trattasse del Vittorio Veneto e ridusse, come si è detto, la velocità a 15 nodi per avvicinarsi cautamente e accertarsi dell'identità dello scafo scoperto.
Ma, prima ancora di arrivare ad avvistarlo, pensò bene di rinunciarvi e riprese la ricerca della nostra forza navale, limitandosi a segnalare la posizione del relitto all'an1m. Cunningham.
Quest'ultimo, con le sue 3 navi da battaglia e la portaerei, disposte su un 'unica linea di fila, diresse verso il punto comunicatogli da Pridham- Wippell, facendo accuratamente esplorare la zona dal Valiant, che era l'unica sua corazzata munita di radar.
Quando il Valiant comunicò di aver scoperto il relitto della nave italiana, Cunningham ordinò alle sue di tenersi pronte ad aprire il fuoco con tutte le artiglierie nella direzione indicata dal radar.
Ma neanch'esse arrivarono ad avvistare il Pola perché, pochi minuti prima, il commodoro Edelsten della Warspite scopri improvvisamente, di prora a dritta, i 2 incrociatori di Cattaneo, che stavano arrivando sul posto, del tutto ignari della presenza del nemico e impreparati a impiegare le armi.
Per un'eccezionale coincidenza di tempo e di luogo, si venne cosi a creare una duplice sorpresa: una sulle navi da battaglia inglesi, che erano pronte ad aprire il fuoco sul Pola e dovettero subito cambiare bersaglio; e una sui nostri incrociatori, che si preparavano a prestare assistenza al Pola e furono invece inaspettatamente investiti da una tempesta di proiettili di grosso calibro e dai fasci dei proiettori nemici.
Essi tenevano, come d'uso di notte, le artiglierie principali disarmate e non ebbero il tempo di far fuoco nemmeno con i cannoni minori, che pure erano armati; le devastazioni e gli incendi provocati dai grossi proietti sparati a bruciapelo dal nemico furono subito gravissimi e impedirono ogni reazione da parte italiana.
I 4 C. T., che seguivano gli incrociatori, cercarono di distendere una cortina di nebbia e di lanciare i loro siluri, ma anch'essi vennero presi sotto il fuoco nemico e presto sopraffatti.
L 'impari scontro durò non più di due o tre minuti.
Cunningham, infatti, temendo l'attacco dei nostri C. T ., si allontanò subito dal luogo del combattimento, e il tiro venne cosi a cessare.
Esso era però stato sufficiente a colpire a morte lo Zara, il Fiume e 2 dei C. T. che li seguivano.
Gli inglesi ritennero di aver affondato anche un terzo incrociatore, della classe Colleoni, che avevano creduto di vedere in testa alla formazione italiana; ma si trattò di una illusione ottica, poiché nessuna unità precedeva lo Zara, che era la nave capofila.
Dei nostri C. T., 2 soli riuscirono a sfuggire (il Gioberti indenne, l'Oriani gravemente colpito) e a raggiungere l'indomani le basi; le altre unità di Cattaneo furono affondate quella stessa notte, per opera dei C. T. inglesi, che, dopo aver fallito la ricerca notturna, erano stati richiamati sul posto dal fragore e dai bagliori dello scontro.
Essi riuscirono anzi a scoprire anche il relitto del Pola, che era nelle vicinanze, ma che nessuna unità aveva avvistato, e lo affondarono coi siluri, dopo aver ricuperato l'equipaggio.
BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN VISTA DAGLI ITALIANI
LE PIU' GRANDI BATTAGLIE NAVALI