BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN
(28 marzo 1941)
LA TRAGEDIA DELLA FLOTTA ITALIANA
LA BATTAGLIA VISTA DAGLI ITALIANI
PROLOGO
(Tratto da "Gaudo e la sorpresa di Matapan" dell'Amiraglio Iachino, 1963)
L'operazione di Gaudo, come è stata ufficialmente denominata dall'Ufficio Storico della nostra Marina, venne decisa da Supermarina alla metà di marzo '41, in seguito alle pressioni esercitate dai Tedeschi affinché attaccassimo con le nostre navi i convogli britannici che, dai por- ti egiziani e della Cirenaica, trasportavano in Grecia materiali da guerra e truppe, destinati a rinforzare le armate elleniche, in previsione di un imminente invasione tedesca nei Balcani.
Il 19 marzo, il rappresentante della Marina germanica a Roma, amm. Weichold, in una lettera al Capo di S. M. della nostra Marina
(ammiraglio Riccardi), riferì che la Seekriegsleitung giudicava il momento
particolarmente favorevole per il nostro attacco nel Mediterraneo orientale, in
quanto una sola nave da battaglia inglese (la corazzata Valiant) era in piena efficienza nella base di Alessandria.
Questa notizia confermava autorevolmente quanto era già stato comunicato dal Comando del X Cat (Corpo Aereo Tedesco) il 16 marzo, e cioè che due corazzate inglesi in navigazione allargo della costa egiziana erano state silurate con successo da aerei germanici.
Alla lettera dell'ammiraglio Weichold, Supermarina, di massima già favorevole a una nostra puntata offensiva nel Mediterraneo orientale, rispose che l'avrebbe effettuata il 24 marzo (fu poi ritardata al 26).
Vi dovevano prendere parte: una nave da battaglia (Vittorio Veneto) con una squadriglia di C. T. ( cacciatorpediniere), in partenza da Napoli; la III Divisione (Trieste, Trento e Bolzano) con una squadriglia di C. T. da Messina; la I Divisione (Zara, Pola e Fiume) con una squadriglia di C. T. da Taranto; la VIII Divisione (Duca degli Abruzzi e Garibaldi) con una squadriglia di C. T. da Brindisi.
La I e I'VIII Divisione, rispettivamente al comando degli ammiragli Cattaneo (Zara)
e Legnani (Abruzzi), dovevano spingersi in Egeo, passando a nord di Creta.
Il V. Veneto, con la mia insegna, doveva invece, con la III Divisione, giungere la mattina del 28 marzo nei pressi dell'isolotto di Gaudo e attaccare il traffico marittimo nemico a sud di Creta.
Era previsto l'intervento nell'operazione delle forze aeree nazionali di base in Italia e in Egeo (Rodi) e di quelle tedesche del X Cat dalla
Sicilia.
Per il successo della nostra puntata, era infatti molto importante che le forze navali potessero disporre di un'efficace protezione dall'alto.
Fu perciò mia cura particolare di insistere presso Supermarina, telefonando anche personalmente al Capo, e al Sottocapo di S. M., affinché assicurassero alla spedizione il massimo possibile di protezione aerea, specialmente nelle acque di Creta.
L 'idea di un' operazione offensiva, spinta fin nelle acque del nemico, e con probabilità di
favorevoli risultati contro il traffico nemico, esaltò molto l'animo dei nostri equipaggi.
Le forze assegnate all'operazione apparivano sufficienti per affrontare le unità inglesi di Alessandria, se queste, come ci era stato detto, consistevano in una sola corazzata, oltre a unità leggiere.
L'unica prospettiva oscura dell'operazione era la nostra mancanza di navi portaerei, mentre l'avversario ne aveva una, e forse anche due, ad Alessandria.
Tuttavia, dopo il successo degli Stuka tedeschi contro la portaerei Illustrious presso Malta (gennaio '41), Supermarina faceva particolare assegnamento sugli aerei del X Cat; questi, però, dichiararono che i loro apparecchi non avrebbero potuto spingersi più a levante del meridiano 26° (estrema punta orientale di Creta).
Di fronte alle mie lamentele, Supermarina mi assicurò che la forza navale sarebbe stata protetta, in vicinanza di Gaudo, con aerei da caccia dell'Egeo, muniti di serbatoi supplementari di carburante.
In conclusione, partimmo per l'operazione con animo fiducioso e pieno di speranze,
contando di poter realizzare la sorpresa strategica e cogliere cosi in mare un
convoglio nemico debolmente scortato o un reparto isolato di unità leggiere.
Per assicurare il decisivo fattore della sorpresa, mantenemmo, d'accordo con Supermarina, il più rigoroso segreto sugli ordini relativi alla progettata operazione, e il V. Veneto usci di notte da Napoli per sottrarsi all'osservazione di eventuali agenti nemici.
BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN VISTA DAGLI ITALIANI
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