BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN

(28 marzo 1941)

LA TRAGEDIA DELLA FLOTTA ITALIANA


  LA BATTAGLIA VISTA DAGLI ITALIANI  


LA PARTENZA

(Tratto da "Gaudo e la sorpresa di Matapan" dell'Amiraglio Iachino, 1963)

In quei giorni, i ricognitori tedeschi tenevano sotto costante osservazione le unità inglesi di Alessandria. 

Nel pomeriggio del 26, poche ore prima della partenza del V. Veneto, il X Cat comunicò a Supermarina che, da una fotografia fatta da suoi aerei su una forza navale inglese nelle acque di Marsa Matruh, risultavano in rientro ad Alessandria tutte le tre corazzate e la portaerei Formidable.


Questa importantissima notizia, che veniva a smentire l'informazione data qualche giorno prima dall'ammiraglio Weichold circa l'avvenuto siluramento di due navi da battaglia inglesi, non mi fu trasmessa da Supermarina, cosicché io partii col V. Veneto quella stessa sera, convinto che ad Alessandria vi fosse una sola nave da battaglia nemica in grado di prendere il mare. 

Inoltre, nonostante tale radicale mutamento nel- la situazione relativa delle forze, Supermarina non credette di dover mutare il suo ordine di operazione. 

Ci avviammo cosi inconsciamente verso incognite molto pericolose.


La mattina de127 marzo, nello Stretto di Messina, il V. Veneto si riunì con la III Divisione. 

Avevo preso accordi con X Cat perchè, alle 10, aerei da caccia tedeschi raggiungessero la nostra formazione in mare e la scortassero per qualche ora, sia per affiatarsi con noi, sia per tener lontani ricognitori inglesi che normalmente vigilavano le coste orientali della Sicilia.


 A causa però del vento fresco da scirocco e di una fitta foschia che riduceva molto la visibilità, gli aerei germanici non riuscirono a trovarci.

 La foschia non impedì invece a un idrovolante inglese tipo Sunderland, appostato a sud dello Stretto, di avvistare poco dopo mezzogiorno la Divisione Trieste, allargo di Capo Passero, con rotta a sud-est.


Intercettammo alle 12,20 il telegramma di avvistamento inviato dal Sunderland al comando inglese e le vane, insistenti richieste di quest'ultimo di ricercare le altre navi italiane nelle vicinanze.


Nel suo rapporto ufficiale 1lll' Ammiragliato alla fine della missione, l'ammiraglio Cunningham scrisse di aver deciso di uscire con tutta la flotta la sera del 27, prima di aver ricevuto il telegramma del Sunderland, e questo fa sospettare che egli avesse già saputo che dovevano essere in mare anche nostre corazzate, oltre agli incrociatori avvistati. 

Era del resto facile a un agente dell' Intelligence Service dislocato a Napoli sorvegliare i movimenti nel porto e comunicare con una radio clandestina al comando inglese che, la mattina del 27, il V. Veneto aveva preso il mare.


 Non ci sarebbe stato nulla di eccezionale in questa opera di spionaggio ai nostri danni : ma, purtroppo, alla fine della guerra, alcuni, da noi, ingigantirono ad arte l'episodio e, estendendolo ad altri eventi di guerra a noi sfavorevoli, insinuarono che lo spionaggio a favore del nemico fosse fatto addirittura a Roma, ad opera di alti ufficiali di Supermarina. 

Una simile fantastica e ripugnante idea va respinta risolutamente; nessuna prova esiste che possa valere a sostenere una cosi stolida accusa e io sono convinto che, pur ammettendo l'esistenza di un'efficace organizzazione di spionaggio inglese in Italia, si debba escludere assolutamente che si siano verificate coscienti indiscrezioni in- formative da parte di ufficiali centrali o periferici della nostra Marina.

La scoperta di una parte della nostra forza navale per opera di un ricognitore inglese mi contrariò non poco; veniva cosi ovviamente a mancare quella sorpresa che era l'unica garanzia di successo della missione, e la nostra puntata minacciava di cadere nel vuoto. 

Sarebbe certo stato bene che, quella sera, Supermarina, che aveva la direzione strategica dell'operazione, decidesse di rimandarla, visto che non aveva più ormai probabilità di successo. 

Invece, Supermarina la confermò con la sola variante che la puntata a nord di Creta veniva soppressa; tutte le nostre forze navali dovevano riunirsi, l'indomani mattina, nei pressi di Gaudo per attaccare il traffico nemico, eventualmente incontrato a sud di Creta.


BATTAGLIA NAVALE DI CAPO MATAPAN


BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN VISTA DAGLI ITALIANI


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