BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN
(28 marzo 1941)
LA TRAGEDIA DELLA FLOTTA ITALIANA
LA BATTAGLIA VISTA DAGLI ITALIANI
CONCLUSIONI
(Tratto da "Gaudo e la sorpresa di Matapan" dell'Amiraglio Iachino, 1963)
L 'operazione di Gaudo, colla sua tragica conclusione, fece naturalmente una grande impressione in Marina e nel Paese; da allora essa è stata molto discussa, ma spesso anche giudicata con scarso senso di obiettività.
Soprattutto mi pare che non siano stati sufficientemente apprezzati i suoi aspetti a noi favorevoli, quali:
l'aver spinto le nostre forze navali in una azione offensiva nel Mediterraneo orientale;
l'aver manovrato, nella seconda fase della battaglia di Gaudo, in modo da tentare di prendere tra due fuochi il nemico;
l'aver per due volte obbligato gli incrociatori inglesi a battere in ritirata sotto il preciso tiro delle nostre artiglierie;
l'aver evitato tutte le bombe e quasi tutti i siluri degli aerei nemici, pur non avendo alcuna protezione dall'alto;
l'aver improvvisato una efficace difesa intorno al Vittorio Veneto ferito durante il grande e violento attacco aereo al crepuscolo;
l'aver fatto fallire la ricerca notturna di 8 C. T. nemici, appoggiati da incrociatori muniti di radar.
Alcuni scrittori, anziché questi aspetti dell'operazione che tornano a onore della nostra Marina ne hanno messo in rilievo soltanto gli episodi meno favorevoli.
Inoltre, senza tener conto delle insufficienti ed errate informazioni da me avute prima e durante l'operazione, e senza rilevare la mancanza del radar sulle nostre navi e le eccezionali coincidenze di tempo e di luogo che portarono la I Divisione a scontrarsi con l'intera forza di Alessandria (che nessuno, a bordo o a terra, sapeva fosse in mare e cosi vicina a noi), quegli scrittori hanno condannato senza riserve la decisione di inviare quella divisione a soccorrere il Pola.
Tale decisione fu da me presa perché, in base alle informazioni che possedevo, ero convinto che Cattaneo non potesse, nel corso della sua missione, incontrare pericoli maggiori di quelli ordinari di guerra.
D'altra parte, mi sembrava inumano e mi ripugnava abbandonare il Pola al suo destino senza nemmeno far esaminare se fosse possibile tentarne il salvataggio.
Riconosco che si poteva decidere in modo diverso, dando minor valore all'aspetto morale della questione; ma mi conforta quanto hanno scritto in proposito eminenti ammiragli stranieri.
Anzitutto il Cunningham, che, nel suo libro di memorie, ha detto : « ...la decisione dell'ammiraglio Iachino di distaccare lo Zara e il Fiume per soccorrere il Pola non può essere discussa (cannot be questioned). »
L 'ammiraglio francese R. de Belot, che, dopo aver esaminato, nel suo libro
La guerre aeronavale en Mediterranee, le ragioni che mi avevano suggerito di inviare la I Divisione in aiuto al
Pota, ha concluso :
« Queste ragioni hanno molto valore, e sarebbe ingiusto rimproverare al
comaridante in capo italiano di aver accettato dei rischi per salvare una delle sue migliori unità. Se egli non l'avesse fatto, gli sarebbe stata rimproverata la sua
inerzia. »
Infine, l'ammiraglio Weichold, rappresentante della Marina germanica a Supermarina, che, in una sua lettera alla
Rivista Marittima (agosto-settembre 1956), ha scritto:
« L 'apprezzamento della situazione fatto la sera del 28 marzo dal comandante della flotta italiana si basava sui dati della ricognizione ae- rea: e quindi non poteva essere che errato. In tali circostanze, i Tedeschi non hanno mai
criticato la decisione del comandante della flotta Dopo il siluramento, il
Vittorio Veneto naviga, forte. mente appoppato, verso la base di Taranto di distaccare gli incrociatori
Zara e Fiume. »
Guardando poi all'operazione di Gaudo da un punto di vista più generale, e rettificando in parte i giudizi troppo parziali espressi da Pack nel suo libro su
Matapan, il critico navale del Times ha cosi concluso (23 febbraio 1961):
« Lasciamo dunque che Matapan sia riconosciuta come un'azione piena di successo e ben fruttuosa, ma tributiamo anche onore alla
Marina italiana, quando questo onore le è indubbiamente dovuto. »
Io vorrei che anche da noi non ci si limitasse a ricordare l'operazione di Gaudo soltanto per il doloroso sacrificio di tante giovani vite, ma si ricordasse anche, e con giustificato orgoglio, quanto di lodevole, di valoroso e spesso anche di ammirevole compirono le nostre navi e i no- stri equipaggi prima di cadere nella tragica trappola di Matapan.
BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN VISTA DAGLI ITALIANI
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