BATTAGLIA DELLE MARIANNE
(LA PIU' GRANDE BATTAGLIA TRA PORTAEREI DELLA STORIA)
LA TERZA INCURSIONE GIAPPONESE
(TRATTO DA "LA GUERRA DEL PACIFICO" DI B. MILLOT)
Senza aspettare l'esito delle due prime incursioni, Ozawa aveva fatto
partire, tra le 10 e le 10.15, una terza ondata di aerei che doveva, come le precedenti, distruggere la flotta americana. Questi 47 apparecchi (25
bombardieri Zero, 7 aerosiluranti Jill e 12 Zero da caccia) vennero inviati sul punto del contatto, denominato 7 Ri, che le ricognizioni mat-
tutine nipponiche avevano stabilito con la flotta americana.
Poco dopo il decollo, gli aerei giapponesi ricevettero l'ordine di fare rotta a nord-est e dirigersi verso un nuovo punto di contatto denominato
3 Ri, poco più a nord, che aerei da ricognizione avevano rilevato alle 10 e che sembrava
confermare le informazioni giunte in precedenza allo stato maggiore di Ozawa. Sfortunatamente, questo cambiamento di rotta
non fu effettuato dalla totalità degli apparecchi, e 27 di essi, avendo mantenuto la direzione su 7 Ri, non scoprirono nulla e rientrarono alle
proprie portaerei. Gli altri 20, che si erano diretti su 3 Ri, avvistarono, verso le 12-45, due
corazzate americane e continuarono le ricerche nella speranza di intercettare le portaerei dell'ammiraglio Mitscher. Non
trovando nulla, ritornarono alle 12.55 sulle corazzate scorte in precedenza.
I radar americani li stavano seguendo già da qualche tempo e l'ultima eco chiarissima, 99 miglia a nord, scatenò la
reazione aerea americana.
Una formazione di 4° Hellcat, provenienti da diverse portaerei, intercettò gli assali tori e ne abbatte 7 in pochi minuti. Questa terza
incursione nipponica poteva essere considerata un mezzo successo, poichè, per quanto non potesse vantare nessun colpo messo a segno, 40 dei 47
apparecchi erano rientrati alla base.
Subito dopo la fine di questo terzo combattimento aereo, Mitscher fece partire un nuovo gruppo di apparecchi da ricognizione con la speranza
di localizzare finalmente il nemico, ma nessuno di questi velivoli stabili il contatto con la flotta mobile di Ozawa. D'altro canto, per tutta questa
giornata campale del 19 giugno 1944, le ricognizioni aeree si rivelarono, dalla prima all'ultima, infruttuose e scoraggianti, dimostrando che
esisteva in questo campo una grave lacuna.
I giapponesi avevano invece dimostrato, sin dall'inizio della guerra, eccellenti doti nelle ricerche e nell'esplorazione, in quanto soltanto di
rado non erano riusciti a localizzare ben presto il nemico. Questa inferiorità americana, dalle enormi conseguenze, fece perdere a Mitscher
l'occasione di colpire subito e duramente la flotta di Ozawa in condizioni spesso assai favorevoli.
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