BATTAGLIA NAVALE DI LEYTE

(23 - 26 OTTOBRE 1944)

NAVAL BATTLE OF LEYTE (23 - 26 October 1944)



PROLOGO

- THE BEGINNING -


L'INVASIONE HA INIZIO (THE INVASION BEGINS)

(TRATTO DA "LA GUERRA DEL PACIFICO" DI B. MILLOT, 1968)

Molto per tempo, nella mattinata del 24 ottobre, le portaerei americane lanciarono numerosi apparecchi da ricognizione, i cui settori esplorativi si stendevano da nord-ovest di Luzon fino a Mindanao. 

Aspettandosi, come abbiamo già detto, una resistenza nipponica molto accanita, il comando superiore americano delle operazioni anfibie fu
costretto a studiare un piano di invasione che mirava ad evitare eccessive perdite di uomini.

L 'invasione americana delle Filippine 1 fu abbinata alla conquista preliminare delle basi vicine all'obiettivo principale; formula che aveva dato eccellenti risultati al tempo dell'invasione di alcune isole dell'arcipelago delle Marshall.

Davanti al golfo di Leyte, una sola isola, Suluan, presentava i requisiti richiesti, e su di essa venne naturalmente imperniato il piano.

Ben presto, il 17 ottobre, la flotta americana incrociò allargo di Suluan, e alcune ore dopo vi sbarcavano i primi elementi anfibi. La piccola guarnigione nipponica che occupava quest'isola, costituita in gran parte di vedette e di osservatori di artiglieria, fu sopraffatta con grande rapidità.
Il 18 ottobre gli americani sferrarono potenti attacchi aerei su tutte le Filippine, e in particolare sugli aeroporti di Manila, Clark, Aparri, Tsugegarao, Loag, Cebu, Tacloban e Davao.

La portata di tali attacchi e il numero degli aerei impegnati lasciarono capire che non si poteva stabilire un rapporto tra la conquista di Suluan e l'importanza strategica di queste incursioni aeree.

Lo stato maggiore della marina nipponica ne dedusse trattarsi degli indizi anticipatori di una grande e imminente invasione che confermava d'altronde, con esattezza, le previsioni dell'ammiraglio Toyoda.

A questo punto entrò in azione il piano Sho-go, ma l'elemento essenziale di questo piano, la localizzazione della flotta d'invasione americana in vista dell'attacco da parte delle forze giapponesi, rimaneva un mistero.

I giapponesi moltiplicarono, il 18 ottobre, i voli di ricognizione, ma invano.
La loro ostinazione fu però ricompensata e il 19 ottobre, alle 8.30 (ora giapponese), un aereo Suisei della marina nipponica avvistò infine l'armada » americana a 180 miglia da Tacloban.

Altri apparecchi raggiunsero il punto indicato e, alle 12.3°, l'insieme delle forze navali americane fu individuato.

La lunga enumerazione delle navi nemiche avvistate non lasciò più alcun dubbio sulle intenzioni americane. La potenza nemica era ancor più impressionante di quanto si fosse previsto e sembrava che nulla avrebbe potuto opporsi, fatta eccezione per il piano Sho-go, al quale tutti i giapponesi si tenevano aggrappati come a una miracolosa ancora di salvezza.

In effetti, tre squadre americane convergevano in quel momento su Leyte. Proveniente dalle Hawaii, la 38 forza anfibia dell'ammiraglio Theodore S. Wilkinson giungeva trasportando gli effettivi del X corpo d'armata americano.

Partita dalle posizioni conquistate di recente nel sud-ovest del Pacifico, la 78° forza anfibia dell'ammiraglio Daniel E. Barbey, che trasportava il IV corpo d'armata americano, dirigeva a nord-ovest, verso il golfo di Leyte.

Questo complesso anfibio costituiva la 68 armata americana, agli ordini del generale Krueger, e comprendeva più di 100.000 combattenti.

Le due forze anfibie totalizzavano 35° trasporti truppe e cargo e più di 400 navi da sbarco di tutti i tipi.

Ef infine, una terza squadra, la settima flotta dell'ammiraglio Thomas C. Kinkaid, destinata ad assicurare l'appoggio diretto alle truppe sbarcate, seguiva a breve distanza. Era formata da 6 vecchie corazzate, da 18 portaerei di scorta, da numerosi cacciatorpediniere e navi appoggio.

Ciò nonostante, molto più lontano, allargo, un'altra grande forza navale americana stava facendo rotta verso la stessa meta, una forza di una incredibile potenza, mai riunita prima di allora sui mari.

I giapponesi ne sospettavano la presenza, ma non l'avevano scoperta. Si trattava della terza flotta dell 'ammiraglio Halsey, che accorreva allo scopo di impedire ogni intervento navale giapponese.

Il 20 ottobre, nel chiarore delle prime ore del mattino, il cielo si colmò di aerei contrassegnati dalla stella bianca degli Stati Uniti; diedero inizio a un bombardamento sistematico di tutto ciò che poteva costituire un obiettivo militare.

Le devastazioni e i danni furono enormi, tanto più che vennero raddoppiati poco dopo, dal fuoco dei grossi cannoni di marina.

Questo bombardamento si protrasse per molte ore e ottenne l'effetto di impedire ogni movimento nemico. Indipendentemente da ciò, venne a creare una specie di terra bruciata, libera dal nemico e da qualsiasi ostacolo tattico.

Alle 10, sotto un diluvio di proiettili e di bombe che si portava a poco a poco verso l'interno, i primi mezzi da sbarco americani raggiunsero le spiagge dell'isola di Leyte.

Su un fronte di 29 chilometri, la 68° armata americana sbarcò senza incontrare una seria resistenza e avanzò rapidamente verso l'interno, ove i giapponesi aspettavano trincerati sulle alture, come era loro abitudine.

Verso le 10.30 altri gruppi anfibi americani sbarcarono più a sud di Leyte, nello stretto di Panaon, e progredirono verso nord allo scopo di
sorprendere le difese giapponesi da tergo.

Poco dopo, si vide giungere sulla spiaggia un piccolo mezzo da sbarco, dal quale discese lo stesso Mac Arthur accompagnato dal suo capo di stato maggiore, il tenente generale N. Richard Sutherland, dal presidente filippino Sergio Osmena, che sostituiva il presidente Quezon deceduto, e da molti ufficiali superiori.

MacArthur, desideroso di calcare il suolo delle Filippine il più presto possibile, non aveva esitato a seguire le sue prime truppe d'assalto.

Non appena posto piede sulla terraferma, prese il microfono di una radio trasmittente portatile e si rivolse solennemente ai 17.000.000 di filippini. MacArthur fece osservare, com'era ovvio, che aveva mantenuto la promessa simbolica, fatta più di due anni e mezzo prima, e invitò la popolazione a collaborare con le forze d'invasione liberatrici.

Com'era da aspettarsi, le precauzioni adottate dagli americani, quali la sistematica distruzione dell'aviazione nemica, il bombardamento preparatorio e la dovizia di mezzi materiali impiegati, diedero molto rapidamente i loro frutti.

La sera del giorno l, 75 uomini soltanto e alcuni LST erano stati messi fuori combattimento. Il mattino del 21 ottobre, ossia all'inizio del giorno l+ l, 124.000 uomini della 6° armata americana si trovavano ormai sulla terraferma, cosi come una enorme quantità di materiale.

Poco più al largo, le portaerei di scorta rendevano possibile un intenso traffico aereo che garantiva alle truppe sbarcate un efficace appoggio da parte dell'aviazione.

Questo era l'imponente quadro che si stava delineando davanti all'isola di Leyte.

Nei giorni successivi, l'avanzata delle truppe rallentò sensibilmente di mano in mano che esse raggiungevano le alture dell'interno. Le difese nipponiche, arroccate sulla catena di montagne al centro dell'isola, divennero più difficili da superare e combattimenti accaniti si svolsero nel nord-ovest di Leyte dopo Burauen fino a Carigara, sulla costa settentrionale.


THE INVASION BEGINS

Very for time, in the forenoon of October 24, the American aircraft carriers launched numerous recognition instruments, whose exploratory sectors were stretched by northwest of Luzon up to Mindanao. 

Waiting himself/herself/itself, as we have already said, a resistance very tireless nipponica, the American superior command of the amphibious operations was

forced to study a plan of invasion that aimed to avoid excessive losses of men.

L 'American invasion of Philippines 1 were combined to the preliminary conquest of the near bases to the principal objective; formula that had given excellent results to the time of the invasion of some islands of the archipelago of the Marshalls.

In front of the gulf of Leyte, an only island, Suluan, introduced the in demand requisite, and on it the plan was hinged naturally.

Well soon, on October 17, the American fleet crossed I widen of Suluan, and some hours later the first amphibious elements disembarked you. The small garrison nipponica that occupied this island, constituted to a large extent of look-outs and of observatories of artillery, you/he/she was overpowered with great rapidity.

On October 18 the American sferraronos powerful attacks airplanes on the Philippines, and particularly in the airports of Manila, Clark, Aparri,

Tsugegarao, Loag, Cebu, Tacloban and Davao.

The course of such attacks and the number of the busy airplanes allowed to understand that a relationship could not be established between the conquest of Suluan and the strategic importance of these aerial raids.

The most greater state of the sea nipponica deduced however to treat him of it of the signs anticipatori of a great and imminent invasion that confirmed of, exactly, admiral Toyoda's forecasts.

To this point it entered action the plain Sho-go but the essential element of this plan, the location of the fleet of American invasion in sight of the attack from the Japanese strengths, a mystery remained.

The Japanese multiplied, on October 18, the flights of recognition, but in vain.

Their stubbornness however you/he/she was compensated and on October 19, at 8.30 o'clock (now Japanese), an aerial Suisei of the sea nipponica finally sighted the armada» American 180 miles away from Tacloban.

Other instruments reached the suitable point and, at 12.3° o'clock, the whole the American naval strengths was individualized.

The long enumeration of the sight hostile ships didn't leave some doubt anymore on the American intentions. The hostile power was still more impressive than you/he/she was foreseen and it seemed that nothing would have been able to oppose himself/herself/themselves, made exception for the plain Sho-go, to which all the Japanese were held seized as to a miraculous anchor of salvation.

In effects, three American teams converged at that time on Leyte. Coming from the Hawaii, the 38 amphibious strength of the admiral Theodore S. Wilkinson came transporting the strengths of the X American body of army.

Departed by the positions conquered recently in the southwest of the Pacific, the 78° amphibious strength of the admiral Daniel E. Barbey, that transported the IV American body of army, directed northwestern, toward the gulf of Leyte.

This amphibious complex constituted the 68 American army, to the orders of the general Krueger, and he/she understood more than 100.000 fighters.

Two amphibious strengths totaled 35° transports troops and freighter and more than 400 unloading ships of all the types.

Ef finally, a third team, the seventh fleet of the admiral Thomas C. Kinkaid, destined to assure the direct support to the disembarked troops, it followed to brief distance. It was formed from 6 old battleships, from 18 aircraft carriers of escort, from numerous destroyers and tenders.

Nevertheless, very more distant, I widen, another great American naval strength was making rout toward the same destination, a strength of an unbelievable power, never reunited before then on the seas.

The Japanese suspected the presence of it, but you/they had not discovered her. It dealt with the third fleet dell 'admiral Halsey, that hastened to the purpose to prevent every Japanese naval intervention.

On October 20, in the light of the first hours of the morning, the sky was filled of airplanes marked by the white star of the United States; they began a systematic bombardment of all of this that could constitute a military objective.

The devastations and the damages were enormous, so much more than you/they were doubled shortly after, from the fire of the big guns of harbor.

This bombardment extended him for a lot of times and got the effect to prevent every hostile movement. Independently from this, it came to create a kind of burnt earth, free from the enemy and from any tactical obstacle.

At 10 o'clock, under a downpour of bullets and bombs that brought him little by little toward the inside, the first American unloading means they reached the beaches of the island of Leyte.

On a front of 29 kilometers, the 68° American army disembarked without meeting a serious resistance and quickly advanced toward the inside, where the Japanese waited entrenched on the high ground, as it was them habit.

Toward the 10.30 other American amphibious groups they disembarked more to south of Leyte, in the narrow one of Panaon, and they progressed toward north to the purpose of

to surprise the Japanese defenses from back.

Shortly after he/she was seen to come on the beach a small unloading mean, from which come down the same Mac Arthur accompanied by his/her head of been greater, the lieutenant general N. Richard Sutherland, from the Philippine president Sergio Osmena, that replaced the president died Quezon, and from many superior officers.

MacArthur, desirous of limestone the ground of Philippines the sooner possible, you/he/she had not hesitated to follow his/her first troops of assault.

Not hardly place foot on the dry land, taken the microphone of a portable transmitting radio and solemnly turned him to the 17.000.000 of Philippine. MacArthur made to observe, as it was obvious, that the symbolic promise had maintained, done more than two years and a half before, and he/she invited the population to collaborate with the strengths of invasion liberatrici.

As it was to wait him, the precautions adopted by the Americans, what the systematic destruction of the hostile aviation, the preparatory bombardment and the abundance of half material employees, very quickly gave their fruits.

The evening of the day l, 75 men only and some LSTs had been put out fight. The morning of October 21, or rather to the beginning of the day l+ l, 124.000 men of the 6° American army were found by now on the dry land as an enormous quantity of material.

The aircraft carriers of escort made a little, more offshore an intense air traffic that guaranteed to the disembarked troops an effective support from the aviation possible.

This was the imposing picture that he was delineating in front of the island of Leyte.

In the following days, the advance of the troops sensitively of hand in hand that they reached the high ground of the inside. The defenses nipponiche, you castles on the chain of mountains to the center of the island, more difficulties became to overcome and tireless fights developed him in the northwest of Leyte after Burauen up to Carigara, on the northern coast.


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