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Prepara la pace...
Il 12 Aprile 1959 a Bozzolo, in provincia di
Mantova, si concluse la vicenda umana di un sacerdote coraggioso che aveva
vissuto gli anni della guerra. Lo vogliamo ricordare con alcune frasi di un
suo libro recentemente pubblicato che oggi risuonano più che mai attuali.
"A parte che la guerra è sempre criminale in sé e per sé (poiché
affida alla forza la soluzione di un problema di diritto); a parte che essa
è sempre mostruosamente sproporzionata (per il sacrificio che richiede,
contro i risultati che ottiene, se pur li ottiene); a parte che essa è
sempre una trappola per la povera gente (che paga col sangue e ne ricava i
danni e le beffe); a parte che essa è sempre antiumana e anticristiana
(perché si rivela una trappola bestiale e ferisce direttamente lo spirito
del Cristianesimo); a parte che essa è sempre inutile strage (perché
una soluzione di forza non è giusta; e sempre comunque apre la porta agli
abusi e crea nuovi scontri): qual è la guerra giusta e quella ingiusta? Può
bastare l'affidarsi alla cronaca pura, alle semplici date, per stabilire chi
attacca per primo, chi offende e chi si difende? […]
La pace è un
bene universale, indivisibile: dono e guadagno degli uomini di buona
volontà. La pace non s'impone ("non ve la do come la dà il mondo"); la pace
si offre ("lascio a voi la pace"). Essa è il primo frutto di quel
comandamento sempre nuovo, che la germina e la custodisce: "Vi do un
nuovo comandamento: amatevi l'un l'altro".
Nella verità del nuovo comandamento, commisurato sull'esempio di Cristo
("come io ho amato voi"), "tu non uccidere" non sopporta restrizioni o
accomodamenti giuridici di nessun genere. Cadono quindi le distinzioni tra
guerre giuste e ingiuste, difensive e preventive, reazionarie e
rivoluzionarie. Ogni guerra è fratricidio, oltraggio a Dio e all'uomo. O si
condannano tutte le guerre, anche quelle difensive e rivoluzionarie, o si
accettano tutte. Basta un'eccezione, per lasciar passare tutti i crimini
Se la guerra è un peccato, nessuno ha il diritto di dichiararla, neanche
un'assemblea popolare. Se la guerra è un peccato, nessuno ha il diritto di
comandare ad altri uomini di uccidere i fratelli. Rifiutarsi a simile
comando non è sollevare l'obiezione, ma rivendicare ciò che è di Dio,
riconducendo nei propri limiti ciò che è di Cesare.
Mettendoci sul piano del Vangelo e della Chiesa, non rinunciamo a difendere
la giustizia, né confondiamo il bene col male prendendo una attitudine
rassegnata o neutrale. La "pecora" che non intende farsi "lupo" non dà
ragione al lupo; lasciarsi mangiare è l'unica maniera di resistere al lupo
come pecora e di vincerlo. Questo è un atto di fede tremendo. Ne abbiamo
così piena consapevolezza che la prima testimonianza che domandiamo a Dio di
poter dare è proprio questa: credere che la pace non si può fare senza
questa fede, che è venuta l'ora di questa fede".
Tu non uccidere
[1955], Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 2002
Don Primo Mazzolari
Boschetto
(CR) 13/01/1890 Bozzolo (MN) 12/04/1959
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