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L’AUTONOMIA E LO STATUTO

L’Associazione Scuola e Cultura Antimafia ha tenuto, dal 25 Novembre all’11 Dicembre 1997, presso la scuola media statale "Franchetti" di Palermo un corso di aggiornamento che riguardava le "Riflessioni sul contesto storico e sui contenuti dello Statuto siciliano".

Rivolto ai docenti di ogni ordine e grado, per un totale di 16 ore, il corso, presentato dalla Preside A.M. Ajovalasit, ha visto avvicendarsi illustri relatori quali: il Preside V. Mercadante che ha parlato del contesto storico, in stretto riferimento alla cronologia, a partire dal 1943 fino al 1947; il Prof. M. Ganci, che ha ripreso la storia di quegli anni rendendola attuale ed analizzando anche le problematiche relative al federalismo nella recente storia europea, riferendo sull’effettiva assenza di federalismo nel documento della Bicamerale e ribadendo l’esistenza di una nazione siciliana.

Si sono poi avviati i lavori di gruppo che prevedevano l’individuazione di un percorso didattico che promuovesse la conoscenza dei principi e del testo dello Statuto, considerandone contenuti, metodi e strumenti.

Nelle relazioni, infine, dell’avvocato Caruso e dell’avvocato Costa, sono entrati nello specifico: organi, funzioni e competenze dello statuto regionale siciliano.

Sebbene, ambedue si siano soffermati ad analizzare le varie parti dello Statuto, il taglio che hanno dato, è stato ben diverso: il primo ha dato ampio spazio alle considerazioni giuridiche, il secondo all’analisi politica.

La partecipazione al corso è stata molto richiesta e dai dibattiti tra i corsisti e relatori, seguiti subito dopo gli interventi, è emersa prepotentemente l’esigenza di approfondire le conoscenze sullo Statuto siciliano, testo trascurato ahimè! quasi sconosciuto dai più!

Infatti è triste ammettere che l’autonomia, concessa ai siciliani, in realtà è stata un’illusione, perché se è vero che prevede ampie guarentigie, è altrettanto vero che esse non sono state attuate.

Così l’art. 38 dello Statuto che doveva servire a bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro in confronto alla media nazionale, è stato applicato in maniera riduttiva.

Per non parlare della Camera di Compensazione che avrebbe dovuto destinare ai bisogni della Sicilia le valute estere provenienti dalle esportazioni siciliane, dalle rimesse degli emigranti, dal turismo..., ma che non è stata mai creata; per di più è stato organizzato lo sfruttamento coloniale dell’Isola, da parte dei più potenti gruppi finanziari del Nord (Fiat a Termini Imerese, ENI a Gela, ecc.).

L’autonomia, quindi, ha impoverito la Sicilia in quanto snaturata da una classe politica che è venuta meno ai suoi doveri storici, vanificando le speranze di rinascita dell’Isola e irridendo alle lotte, ai sacrifici e al sangue versato nei secoli per l’autogoverno.

Assunta Montano

 

(Pubblicato sul n°1/2 Anno 15  Gennaio - Agosto 1998)
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