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il film come strumento e oggetto di insegnamento

La scuola, come è giusto, dà molto spazio alla poesia ed alla pittura, anche se gli adulti leggono assai poco i testi poetici o poco frequentano musei e pinacoteche mentre milioni di persone, ogni giorno, seguono continuamente spettacoli davanti al piccolo schermo.

Siamo tutti spettatori, principalmente a casa, dove alla tv, ogni giorno, assistiamo alla visione di decine di films.

Ma quanti di noi riescono a dominare lo spettacolo cinematografico, invece di esserne dominati?

Queste persone riescono ad imparare i rudimenti del linguaggio filmico?

Può la scuola oggi rimanere passiva di fronte all’assenza di qualsiasi difesa contro l’ignoranza?

Il film è memoria storica, arte del narrare con le immagini, le quali hanno anche una grandissima valenza didattica.

La cinepresa è il mezzo con il quale l’artista realizza il proprio modo di vedere e sentire, di porsi in relazione con le cose. Come si deve guardare un film?

Da questo, l’esigenza di realizzare un laboratorio scolastico sul linguaggio filmico.

Ciò è quello che ci siamo proposti di realizzare nel 1° Circolo Didattico di Carini, nell’utilizzare il film come testo, cercando di far acquisire agli alunni strumenti critici di lettura, contribuendo in tal modo a formare persone capaci di pensiero critico ed autonomo.

Analizzando il film, nelle sue componenti, si scopre non una sola realtà, ma centomila, a seconda del soggetto che lo contempla.

L’uomo è così un essere dinamico, qualcosa di diverso ed imprevedibile, nonostante la "maschera" di pirandelliana memoria, nella quale ciascuno di noi è collocato dal prossimo.

Ognuno di noi non si può rituffare nella stessa acqua di un fiume, proprio come nella stessa massima eraclitea, che dà la dimensione della scelta, dalla quale non si può più recedere, perché le condizioni non sono più le stesse di prima.

Il pensiero e la vita di questi futuri uomini non dovranno essere, dunque, marionette in mano a questa o a quella ideologia, strumento mistificante e falso criterio di conoscenza, perché dovranno imparare che chi pensa e vive alla luce di una ideologia non ha più né originalità, né creatività, né libertà e forse, neppure umanità.

Il laboratorio ha proposto agli alunni di una scuola elementare, come primo film, la visione della videocassetta "1492 La Scoperta del Paradiso", che narra la storia di Cristoforo Colombo e della scoperta dell’America.

Il film, accompagnato dalla visione del documentario sulla stessa vicenda trasmesso da "Quark", ha permesso di poter ricostruire l’ambiente storico del 1400-1500 ed in particolare delle nuove conoscenze tecniche, della presa di Granada, della cacciata dei Moriscos e degli Ebrei da parte della corte spagnola, oltre che delle loro ripercussioni nel Regno di Sicilia, Regno associato alla Corona spagnola.

Questo è stato il tempo della pirateria barbaresca nel Mediterraneo ed anche sulle coste della Sicilia (per questo motivo la costruzione in tale tempo delle numerose torri di avvistamento, sia "di mare", che "di terra" anche nel territorio di Carini: torre della Monaca", torre "Pozzillo", torre "Chiachea", torre della "Tonnara", torre "dell’Orsa", torre "Muzza", "Milioto", "Giaconia"); dei tragici fatti della Baronessa di Carini e dell’"Hidalgo" spagnolo, della Santa Inquisizione e dello "Barrocco", in onore del quale si consumarono interi patrimoni di facoltosissime famiglie nobiliari.

Dai dibattiti susseguitisi al film, dove si è emersa una buona lettura delle sue componenti, e da ricerche in biblioteca gli alunni hanno provato a scrivere il copione e le sceneggiature per realizzare un loro film su Colombo, che li ha visti anche attori del medesimo.

Essi, così, hanno cominciato a scoprire nuovi linguaggi e tecniche di comunicazione: l’appannamento o la dissolvenza delle immagini per rappresentare eventi o ricordi del passato; dello zoom su un personaggio, del primo piano; del flash-back, del "rallenti"; ed altre varie tecniche anche uditive.

L’itinerario del corso è proseguito con un po’ di storia del cinema.

Spezzoni di films di Charlie Chaplin e Petrolini hanno contribuito ad una più articolata alfabetizzazione cinematografica.

Una indagine sulla situazione dei cinema a Carini, oggi non più operante, ci ha introdotto al film di Giuseppe Tornatore "Nuovo Cinema Paradiso".

Il film, ambientato nel secondo dopoguerra, descrive in maniera quasi esaustiva l’ambiente storico-sociale dei nostri paesini della Sicilia e la funzione sociale svolta dal cinema; nonché la sua evoluzione.

Le strade non ancora asfaltate, i postumi della tragedia della guerra con i suoi lutti, il coinvolgimento dell’intero paese alla vincita alla Sisal di un cittadino, ed addirittura la folla che esce dal cinema per condividerne la gioia, quasi a testimoniare i legami profondi e di natura sentimentale, tipico dello spirito comunitario della civiltà preconsumistica "di sapore antico", così come ampiamente descritta da Tonnies, contrapposto allo spirito societario, dove, come oggi, le relazioni tra i soggetti sono regolati da leggi e da contratti, non esulando dal dato economico.

La scaletta dei films ha previsto, inoltre, questi altri seguenti films:

– "L’Uomo chiamato cavallo" con R. Harris, che racconta della storia di un nobile inglese vissuto nel 1700, il quale è stato catturato dagli indiani Sioux, che non avevano ancora conosciuto l’uomo bianco e così lo considerarono alla stregua di un cavallo. dispregiandone il valore come uomo.

La curiosità spinge il prigioniero a voler conoscere gli usi di quelli che ancora considera selvaggi.

Ma poco a poco si ricrederà e comincerà ad apprezzare quegli uomini, dimostrando loro coraggio, combattendo ed adeguandosi ai loro usi.

Il film ha permesso di centrare l’attenzione sulla tematica del dovere personale verso la comunità di cui facciamo parte, sulla conoscenza di culture differenti dalla nostra e sul rispetto dovuto alla natura, in quanto gli indiani vivevano in perfetta armonia con la natura, rispettandola, perché da essa traevano la loro fonte di vita.

– "Un uomo chiamato uomo" con R. Harris, che racconta di un bizzarro inventore vittima di una società senza scrupoli che cerca di approfittare di gente ingenua, ma l’intelligenza dello scienziato prende coscienza della situazione e da agnello sacrificale si trasformerà in un abilissimo combattente, che denuncerà gli abusi.

Il film ha, invece, permesso di porre l’attenzione sul famoso dilemma frommiano "essere o avere", sull’assenza di scrupoli di molti ai nostri giorni, sull’importanza di dover combattere per la verità e per la propria libertà.

– "L’attimo fuggente" con R. Williams, che narra la vicenda di un gruppo di studenti in un college di tradizione scozzese, che sono spinti dal proprio insegnante ad una riflessione sui sentimenti che la poesia evoca. Uno degli studenti, sebbene contrastato dai genitori nelle proprie aspirazioni, lotta per realizzarle, ma alla fine si suicida.

Il film, infine, ha permesso di approfondire il tema del "carpe diem" e della lotta o per le proprie idee, che potrebbero estrinsecarsi nel famoso detto "chi non lotta per le sue idee o non vale niente lui o non valgono niente le proprie idee", proprio come diceva la massima di Ezra Pound.

Nino Pisciotta

 

 

(Pubblicato sul n°1/2 Anno 17  Gennaio - Agosto 2000)
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