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giornalisti si cresce

L’analisi del quotidiano e l’elaborazione di un giornale d’Istituto come apprendimento lessicale ed approfondimento disciplinare

Nel passato anno scolastico 1999/ 2000 si è dato vita nel 1° Circolo didattico di Carini ad una sperimentazione, avente come tema "Lo studio e l’analisi del giornale" essendo il giornale diventato lo strumento didattico, visto come libro alternativo, per leggere criticamente il reale.

In una realtà nella quale si riscontrano le più diverse discipline: storia, geografia, studi sociali, scienze, ecc., il giornale può rivelarsi, anche, ottimo strumento di apprendimento lessicale di una lingua viva reale in continua evoluzione.

A questa sperimentazione hanno partecipato gli alunni della classe 5a C e 5a D con i loro insegnanti.

Gli alunni, diviso in tre gruppi, hanno frequentato laboratori polifunzionali in orario antimeridiano e pomeridiano e hanno avuto l’opportunità di lavorare in equipe e socializzare, in un’ottica di formazione permanente finalizzata al saper decodificare, con coscienza critica, il reale.

Il laboratorio ha preso spunto dall’analisi dei risultati tabulati di questionari-stimolo, precedentemente somministrati: agli stessi alunni e ai loro genitori, nei quali è emerso che pochissimi tra loro leggevano il giornale, anche se molti manifestavano interesse per lo sport, che il settimanale più seguito era "Topolino" ed altri fumetti; mentre tra i genitori, è emerso che molti non leggono giornali, perché è da loro ritenuto "eccessivo il costo del giornale".

È stato d’obbligo per gli alunni, a questo punto una ricerca sul grado di istruzione a Carini, un paese di circa 25.000 abitanti, nella quale è risultato che l’1,19% dei cittadini possiede una laurea, il 7,05% ha un diploma di scuola superiore, il 33,46% ha conseguito la licenza Media inferiore, il 32,32% la licenza elementare, il 25,98% è analfabeta o non ha conseguito alcun titolo di studio.

A questo punto è sembrato opportuno far seguire una passerella di molti quotidiani e periodici.

Una loro ricerca, orientata verso la storia del giornale, ha permesso di fare un piccolo excursus: dai Babilonesi, agli "Acta diurna" dell’antica Roma, ai "menanti" del 1400, ai primi giornali, le "Gazzette" veneziane, il primo quotidiano, Leipziger Zeitung tedesco, a quello italiano "Gazzetta di Parma", permettendo, inoltre così, anche la conoscenza di piccole curiosità. In Sicilia, ad esempio, dal 9 dicembre 1675 al 24 aprile 1677, con periodicità quasi mensile fu pubblicato "Il Giornale di Messina". Nell’unica copia posseduta dalla biblioteca comunale di Palermo, esiste una nota manoscritta che avverte il lettore della inattendibilità del giornale, asserendo che in esso vi si trovano "in ogni linea cento falsità", testimonianza dell’antica esasperazione campanilistica tra Palermo e Messina, che, fra l’altro, ha fatto riflettere gli alunni sull’attenzione che si deve porre nel leggere le notizie, non sempre obiettive riportate dal giornalista.

L’analisi del testo del quotidiano, sul quale era incentrata prioritariamente il laboratorio e qualche breve indagine sul come si possa fare un giornale, ha permesso, nell’ultima parte del corso, la realizzazione di un giornale della scuola.

Il realizzato giornale è diventato quel nuovo mezzo di comunicazione attraverso il quale i ragazzi esprimono le proprie esperienze, i propri problemi, messaggi utili, le proprie opinioni con scopi precisi.

Gli alunni, motivati dall’attività di esperienza diretta, hanno chiamato il loro giornale "Vola... la scuola", intendendo dare omaggio, forse senza che effettivamente lo meriti, alla "scuola dell’autonomia".

Nelle prime pagine, essi hanno presentato la loro scuola, servendosi anche del linguaggio iconografico: descrizioni satiriche degli insegnanti, disegni di altro personale della scuola inquadrati in situazioni divertenti e con vignette scherzose, che ne descriveva il carattere ed il loro modo di fare.

Alcuni degli spunti maggiori per la produzione dei loro articoli sono stati i vari laboratori frequentati durante l’anno scolastico, tra i quali quello di "Linguaggio filmico", che ha dato vita a due differenti articoli: "Senza sofferenza non ci può essere il bene. Visione critica del film Un uomo chiamato cavallo" e "Un viaggio nel fantastico mondo del cinema. Un flash a proposito del laboratorio filmico".

Nel primo articolo hanno messo in evidenza che tra gli indiani d’America ed altre comunità tradizionali vigeva una gerarchia dei valori, fondata sul coraggio, l’abnegazione e lo spirito di sacrificio; oltre che la conoscenza di una diversa cultura ed una diversa organizzazione sociale, innestati in ambiente selvaggio di cui avevano il massimo rispetto, perché da esso traevano la fonte della loro vita.

Nel secondo articolo, hanno descritto il percorso del laboratorio: la satira di Petrolini, imperniata sul ridicolo di chi non ha o ha difficoltà ad esprimere una propria opinione; l’evoluzione del cinema, e l’influenza sociale sui piccoli e grandi centri abitati; la speculazione finanziaria a scapito di intere comunità di cittadini, il gusto degli alunni di essere essi stessi costruttori di un film.

Altro articolo ha riguardato il laboratorio "A scuola senza pericolo", che ha permesso loro di conoscere i pericoli presenti a scuola e come fare ad evitarli, con simulazioni, che hanno destato perplessità su un eventuale mantenimento della calma in caso di serio pericolo.

Altri articoli hanno interessato la descrizione critica dei laboratori: "Progetto antimafia: comportamenti positivi", dai quali è emerso che la violenza è ingenerata dalla tensione, dal contrasto e dal conflitto e pertanto bisogna adoperarsi per star bene insieme, rispettandosi a vicenda, accettando gli altri, capendo che "libertà vuol dire che la mia libertà finisce là, dove comincia la tua".

Notevole rilievo è stato dato dagli alunni agli argomenti studiati attraverso le attività curriculari, infatti, essi hanno dato vita all’articolo "Una cronaca d’altri tempi. Dalle storie alla storia: dalla baronessa di Carini al 1500", descrivendo come dalla cantata popolare ci si è mossi per una ricerca di documentazione storica, che comprovasse la veridicità della tragedia svoltasi a Carini.

Si è constatato che la storia è veramente accaduta, sebbene essa ha qualche difformità rispetto al racconto popolare.

La cosa che in maniera più marcata è stata evidenziata nell’articolo è che gli alunni si sono immersi nel secolo, riconoscendo personaggi storici: Cesare Lanza, Ludovico Vernagallo, Laura Lanza, Vincenzo La Grua, Carlo V, Filippo II; riuscendo a capire che la differenza tra una classe sociale ed un’altra era accettata da tutti, perché si credeva che la disuguaglianza era voluta da Dio, avendo lo stesso affidato ad ogni classe sociale un particolare compito: ai nobili il servizio militare, il potere politico ed economico, mentre agli strati popolari il mantenimento di tutta la società.

Per i suoi meriti verso l’Imperatore, Cesare Lanza ha potuto, come in questo caso, ricevere il perdono dell’omicidio della figlia.

Ancora maggiore analisi critica i "giornalisti" della scuola hanno espresso nell’articolo "Un decreto d’altri tempi. In che modo furono risolti i problemi dell’ordine pubblico nel 1700 e come si potrebbero risolvere oggi.", nel quale gli autori, rivisitando un documento di don Carlo di Borbone del 1763 che ai fini dell’ordine pubblico, prendeva delle misure volte a risolvere il problema dei nullafacenti, che sarebbero stati costretti a forza a lavorare nella realizzazione di opere pubbliche.

Non solo, il decreto prevedeva che solo i vecchi poveri o i malati avrebbero potuto chiedere l’elemosina, purché non dentro le chiese; mentre la gente di campagna, andata in città senza titolo e senza lavoro, avrebbe dovuto fare ritorno al luogo d’origine.

"Certamente delle condizioni molto dure e con le quali non si teneva gran conto della libertà e della volontà della persona, ma oggi cosa accade nelle nostre città e paesi? Le nostre città pullulano di gente che chiede soldi (...) spessissimo da individui in grado di lavorare (...) i fatti che si sentono al telegiornale ci spaventano...".

L’articolo lancia così un’occasione di dibattito con dei quesiti ai quali dare soluzione. Sulle orme di quel decreto?

Altre curiosità del passato, studiate nelle ore di storia, motivano un’altro articolo "Una curiosità del passato: una questione d’igiene personale" nel quale si descrive satiricamente su quali fossero le convinzioni sull’igiene a Versailles nel 1700: "...lavarsi, sosteneva la medicina, significa riempire la testa di vapori, generare mal di denti e catarro, provocare rilassamento e un affaticamento dei nervi...".

Altri spunti per articoli sono stati: a) le elezioni amministrative a Carini: "Corsa alla poltrona (...) Ovunque sono partiti baci ed abbracci! Circa 250 persone si sono candidate, quasi una ogni famiglia. Attenzione a circolare per le strade, sicuramente potrete avere qualche bacio da qualche candidato, che qualche giorno prima non ti degnava, possibilmente, nemmeno di un saluto (...). Tra qualche anno toccherà anche a noi votare e farci eleggere, dovremo essere all’altezza della situazione (...) anche perché i nostri figli ci staranno a guardare, così come noi...";

b) "Interagire con l’Inglese": il computer va di pari passo con l’inglese (...) in aeroporto prima di partire non ci viene chiesto di fare l’accettazione per avere il biglietto ma di fare il check-in, e poi di corsa non all’uscita numero 5 ma al gate 5...";

c) un’intervista alla sorella "Patrizia Lauricella, la ragazza morta nel 1996 sul lungomare di Capaci (...) Perde la vita a 17 anni e dona i suoi organi a 6 persone (...) La decisione dei tuoi genitori è stata, sicuramente, difficile. Hai condiviso la loro decisione? (...) avete avuto la possibilità di conoscere chi ha ricevuto gli organi?".

Sicuramente una sperimentazione riuscita, che ha dato i risultati richiesti ed un’esperienza utile ed indimenticabile per gli alunni.

Nino Pisciotta

(Pubblicato sul n°3 Anno 17  Settembre - Dicembre 2000)

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