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La lotta alla dispersione esce finalmente dal ristretto ambito metropolitano

A partire da questo anno scolastico la lotta contro la dispersione scolastica e le possibilità per assicurare a tutti il successo formativo, nella provincia di Palermo, ha avuto una svolta importante.

Finalmente si è estesa alla provincia la possibilità di dotarsi di Osservatori locali che fanno capo all’Osservatorio Provinciale con sede in Provveditorato. Le nuove sedi si trovano in scuole dei paesi di Misilmeri, Monreale, Corleone, Polizzi, e si aggiungono a Villabate, Carini e Partinico. Ognuno di queste realtà locali, a capo delle quali è nominato un dirigente scolastico coordinatore, accorpa in sé tutti paesi delle proprie vicinanze, così che la rete di monitoraggio e di intervento è totale e capillare. L’importanza di questo avvenimento deriva dal fatto che ogni Osservatorio – altri 9 operano all’interno della città – è "presidiato" dagli Operatori di Area che a loro volta supportano il lavoro quotidiano degli Operatori di scuola. A ben vedere questa organizzazione è ormai da anni penetrata all’interno del tessuto cittadino e grazie alla stretta collaborazione con le altre Istituzioni riesce non soltanto a controllare il fenomeno della dispersione, ma soprattutto a fare in modo che esso subisca pesanti cali in vista di un successo formativo il più allargato possibile. L’importanza della istituzione degli Osservatori in Provincia è rimarcata dal fatto che essi riescono a porre attorno allo stesso tavolo i referenti istituzioni dell’intero territorio che a quel punto escono dallo schematico settoriale e locale per assumere il punto di vista della territorialità allargata. Ogni singola realtà si confronta con ciò che agisce attorno e da questo confronto inizia la strada verso la collaborazione interistituzionale. Questo diviene l’importante terreno in cui le volontà politiche, sociali e culturali stipulano un protocollo d’intesa che consente di snellire procedure, di destinare risorse, di contribuire a che il ragazzo diventi protagonista nelle menti degli operatori che di lui e della sua realtà familiare devono occuparsi.

Considerata la positiva esperienza che ha visto negli anni protagonista prima la città e adesso tutta la Provincia di Palermo, sarebbe auspicabile che il massiccio intervento potesse essere esteso almeno alle altre realtà siciliane, alcune delle quali sono altrettanto terreno di mafia, che dalla ristrutturazione degli apparati della scuola potrebbero essere agevolati.

I risultati ottenuti nel tempo nel territorio della città di Palermo sono sicuramente positivi e giustificano l’investimento. Nell’anno scolastico 1996/97 si sono iscritti alla scuola media 31.000 alunni e si è misurato un indice complessivo di dispersione del 14%; lo stesso indice, a fronte di 29.200 iscritti nell’anno scolastico 1999-2000, è sceso all’11%. Se si guarda più indietro gli indici erano sicuramente più preoccupanti.

Altro investimento degno di nota è l’ampliamento dei posti di Operatori Psicopedagogici alla scuola superiore. L’innalzamento dell’obbligo scolastico ha "obbligato" tutti quei giovani che hanno subìto la scuola, in attesa del proscioglimento, ad iscriversi, dopo il conseguimento della fatidica licenza media, ad un nuovo corso di studi. Ciò ha comportato il superaffollamento, ad esempio, degli istituti professionali. Tutte le istituzioni scolastiche di secondo grado non soltanto hanno registrato, negli ultimi anni, un tasso di evasori e di abbandoni elevatissimo ma fanno registrare anche un consistente tasso di disagio, per cui proprio in questa realtà la figura di un esperto qualificato e attento alle problematiche giovanili diviene la risorsa fondamentale che fa da tramite tra i docenti e gli alunni. L’investimento economico-culturale che ha spinto il Provveditorato di Palermo a permettere di continuare un cammino ormai intrapreso da 15 anni è sicuramente un elemento qualificante di una politica scolastica che mette in primo piano non soltanto la lotta contro la Dispersione Scolastica che è la sacca per la delinquenza minorile, ma soprattutto la possibilità di un successo formativo che è la garanzia futura per i giovani del meridione.

A.C.

(Pubblicato sul n°3 Anno 17  Settembre - Dicembre 2000)

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