Fare teatro per educare all'interculturaRispettando una tradizione che ormai dura da decenni, noi alunni, in occasione del Natale abbiamo allestito uno spettacolo articolato in tre sezioni: una rappresentazione teatrale in tre atti dal titolo "Due marocchini nel presepe", una rassegna di canti natalizi, un balletto di danza moderna. Alla manifestazione hanno partecipato anche le classi IV E e IV F del I Circolo di Via D'Annunzio, che hanno eseguito con i flauti "Jingle bells", recitato alcune poesie e cantato "Happy Christmas" di John Lennon. Lo spettacolo si è chiuso in bellezza con la partecipazione del maestro Donato Rivieccio, autore tra l'altro dei testi di alcune canzoni eseguite dai ragazzi, che ha commosso tutti gli spettatori cantando la celebre canzone "Vecchia Cassino". La drammatizzazione ha privilegiato temi di grande attualità che non potevano passare sotto silenzio perché ci riguardano da vicino e, quest’anno, ci preoccupano un po’ di più: l’accoglienza degli extracomunitari e i fatti accaduti l’11 Settembre a New York. La trama è semplice: alcuni alunni della nostra scuola decidono di fare il presepe e si accordano sul da farsi, quando uno di loro propone di far partecipare al progetto anche due ragazzi marocchini conosciuti da poco. Tale proposta comincia a far serpeggiare tra loro insofferenza, disagio: chiari segni di intolleranza nei confronti dei due stranieri. A parole infatti, siamo pronti ad accettare tra noi gli extracomunitari, a parole ci riteniamo disponibili al dialogo e alla convivenza ma.. passando ai fatti non è così! Quando si presenta l’occasione di mettere in pratica i nostri buoni propositi, rimaniamo intrappolati nei sospetti, nei pregiudizi e finiamo per comportarci come sempre. Alla fine, però, sono proprio le persone che discriminiamo a trarci d’impaccio, come accade nella drammatizzazione in quanto saranno proprio i due ragazzi marocchini a consentire la realizzazione del presepe. Queste persone, dandoci una mano, ci danno nel contempo una significativa lezione di vita. Ci soffermiamo allora sui nostri errori, meditiamo sui nostri comportamenti e comprendiamo di aver sbagliato. La drammatizzazione ci ha divertito, ma anche fatto riflettere su come ci poniamo di fronte a quelli che, spesso, consideriamo "diversi", perciò abbiamo invitato gli spettatori a fare altrettanto. In una società multietnica prepariamoci ad accogliere, senza preconcetti, anche i marocchini e tutti gli altri extracomunitari; non generalizziamo, non seguiamo facili tendenze e modi approssimativi di pensare, sforziamoci di capire e riflettere. Questo messaggio abbiamo inteso trasmettere scrivendo il copione del nostro testo teatrale e, se dobbiamo giudicare dagli applausi, dobbiamo ritenere che esso sia stato inteso e condiviso anche dagli spettatori. Anche "fare teatro" contribuisce ad educare all’intercultura! |
Perché un giornale, perché on lineFare teatro per educare all'interculturaTutti.....appassionatamente "Insieme per la vita"Concorso"Anch'io so cucinare"Quarto successo consecutivo per la Di Biasio nella sezione ricerca.Frammenti dai lavori di ricerca delle classi:
|