Silvia e il drago

C’era una volta una bambina di nome Silvia, che aveva avuto una grande sfortuna: aveva perso entrambi i genitori. Perciò viveva con i suoi nonni in un paesino sconosciuto che si trovava in Toscana. In questo paesino non accadeva mai niente di interessante e Silvia, amante dell’avventura, si annoiava. Così un giorno decise di partire per scoprire cosa c’era dietro le colline.

La mattina successiva indossò il suo foularino portafortuna che gli aveva regalato la mamma prima di morire e si incamminò con la sua bici. Dopo una lunga pedalata arrivò su una scogliera dove si sentiva il rumore delle onde infrangersi sugli scogli e vide in lontananza un vecchio castello diroccato che si affacciava sul mare. Senza pensarci due volte Silvia volle andare a visitarlo.

Lasciò la bicicletta lì e andò. Camminò e camminò finché sentì un grosso rumore: corse a vedere e nella sala principale vide un enorme drago inferocito! Scappò via senza nemmeno pensare al perché fosse lì quell’orrida bestia… Il giorno seguente Silvia, curiosa com’ era, decise di tornare al castello. Appena entrata sentì dei lamenti e corse a vedere cos’era e… sorpresa c’era il drago che piangeva! Una volta intuito che la bestia era innocua Silvia gli si avvicinò e gli chiese come mai era triste. Il grosso drago rispose: “Giorni fa sono caduto da una Stella, solo ora ho capito che non potrò più tornare a casa mia. Qui sulla Terra per me è molto pericoloso, se mi prendono chissà cosa mi fanno…!” Silvia capiva la sua tristezza, lei aveva perso i suoi genitori, e da allora era come se avessa perso“il suo mondo”.

Cercò di consolare il drago…ad un tratto pensò di recarsi dal suo amico mago-astronomo di nome Sebastian. Sebastian interrogò le stelle e gli disse che se avesse voluto far tornare il drago sulla sua Stella, doveva fargli bere una pozione magica che solo lui sapeva fare. C’era però un grande problema: gli ingredienti! Infatti per la pozione, avrebbe dovuto utilizzare tre “elementi”Particolari: il sudore di rana, l’ala di una libellula e un millilitro di acqua del fiume Arno. La mattina seguente Silvia si mise alla ricerca di questi tre ingredienti.

Si recò allo stagno vicino casa, si guardò intorno e vide una libellula morta. Con cura e attenzione ne prese un’ala e la depose in una scatola con cura. Poi fece per andarsene, ma la sua attenzione fu attirata da una rana che saltellava in continuazione. La spaventò per farla fuggire, la rincorse e alla fine spossata e sudata la prese e fece scivolare il suo sudore in una piccola ampolla che depose nella scatola accanto all’ala di libellula.. Infine partì alla volta del fiume Arno, che distava poco dal lago e prese un millilitro d’acqua.

Portò gli in gradienti al mago Sebastian che li mescolò e li mise in un bicchiere che Silvia immediatamente portò al drago e gli disse:” Caro amico mio, ho visto come soffri perché ti manca la tua Stella; bevi questa pozione così potrai tornare nel tuo mondo. Qualche volta però vienimi a trovare così potremo giocare insieme...”.

Il drago felice bevve la pozione magica e cominciò a volare in alto finché non arrivò sulla sua Stella, dove lo attendevano i suoi amici draghi. Silvia non avrebbe mai riavuto i suoi genitori, nemmeno con l’aiuto delle magighe pozioni di Sebastian, ma era contenta perché aveva aiutato il suo amico drago a tornare felice dai suoi.

Giulia Garzilli e Lorena Evangelista (classe I sez. D)

Rielaborazione in chiave multimediale della favola "Silvia e il drago"

Precedente Home Su Successiva

 

 
In questo numero

Il Topo e lo Scimpanzè

 

La bambina stregata

 

Silvia e il drago

 

Il regno salvato