La donna e lo sport

“Lo sport è un diritto che si acquisisce dalla nascita. Appartiene a tutti gli esseri umani. Noi dobbiamo lavorare tutti insieme per mettere lo sport al servizio di tutti. La lezione appresa dal 20° secolo è che le donne atlete hanno arricchito il Movimento Olimpico. La lezione del 21° secolo deve essere che le donne dirigano l’arricchimento ancora di più.” Questa è una parte del discorso di Anita Defrantz, presidente del CIO, gruppo di lavoro che vuole promuovere la partecipazione delle donne nello sport.

In effetti le donne sono state sempre discriminate nello sport. Negli anni dell’antica Grecia, le donne non potevano per niente partecipare ai giochi olimpici e nemmeno assistere alle gare. Si narra che la prima donna a partecipare

lo fece  con uno stratagemma…. travestendosi da uomo.  Nelle olimpiadi moderne che ebbero inizio nel 1896, la prima olimpiade aperta anche alle donne fu quella di Parigi nel 1900. La prima Italiana a partecipare ai giochi fu  O. Valla (1920).

Ancora oggi non tutte le nazioni accettano la partecipazione delle donne alle olimpiadi. In qualche paese di religione Musulmana le donne non praticano lo sport, o se lo praticano lo fanno solo davanti ad altre donne. Parlando con Alì, un Tunisino di fede musulmana che vive a Fasano, ho scoperto che le poche donne del suo paese che praticano sport devono indossare un velo che copra i capelli e tutto il corpo. Per loro è una questione sia religiosa che di etica morale. Vorrei ricordare che  alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992 Hassiba Boulmerka, mezzofondista algerina, pur conoscendo i rischi di infrangere tabù secolari,  ha avuto il coraggio di correre a gambe scoperte ( vincendo l’oro) ed è stata per questo condannata a morte dal Gruppo Islamico Armato .

Ma è anche vero che grazie a questi atti di coraggio che le donne in Tunisia ed in altri paesi del mondo (come in Afganistan) vanno  via via sempre più emancipandosi . Spero che come la Tunisia e il Canada, che alla 3° conferenza mondiale del 2000 sulla donna e lo sport ha assicurato una partecipazione crescente delle donne nello sport, tutti i paesi possano eliminare tutti i pregiudizi sulla donna nello sport e i pregiudizi in generale.

Michele Savoia - classe IV Liceo “Da Vinci” Fasano - Italia

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