CON L'OCCHIO DI ESCHER

La matematica diventa arte

Durante una visita guidata a Roma abbiamo avuto occasione di vedere, ai Musei Capitolini, la mostra “Nell’occhio di Escher”, con più di 100 opere provenienti da tutto il mondo. Mauritius Cornelius Escher nacque in Olanda nel 1898, compì i suoi studi al liceo di Arnhem e successivamente frequentò la scuola di architettura e di arti decorative di Haarlem. Dal 1922 al 1934 visse in Italia, soprattutto a Roma. Durante il suo soggiorno in Italia viaggiò moltissimo producendo numerosi disegni: fu affascinato da luoghi poco noti dell'Abruzzo, della Sicilia e della Calabria che divennero i soggetti preferiti dei lavori di questi anni.

Prediligeva inoltre la regolarità della natura, le ondulate colline senesi, i paesini della costa amalfitana arrampicati sulla roccia. L'interesse dell'artista era rivolto non solo all'elemento paesaggistico, ma anche ai minimi dettagli, come la stratificazione della roccia, le regolarità delle piante. Si trasferì poi in Svizzera, in Belgio e infine, nel 1941, nei Paesi Bassi dove le sue opere subiscono un profondo cambiamento: nelle sue rappresentazioni prevalgono le strutture geometriche e tutto diviene surreale, ed è forse questa la sua produzione artistica più conosciuta.

Escher, che è uno degli artisti più originali della grafica contemporanea, è riuscito, nelle sue opere, per lo più litografiche e incisioni su legno, ad ottenere effetti molto suggestivi con figure che si incastrano e sfumano le une nelle altre senza lasciare vuoti. E’ riuscito a creare motivi decorativi originalissimi fondati, a volte, sulla ripetizione di semplici elementi, la sua grandezza sta nel fatto che è riuscito a mettere insieme forme di fantasia e regole geometriche, nei suoi disegni possiamo vedere tutte le possibili simmetrie e trasformazioni del piano.

Siamo rimasti molto colpiti anche dai cosiddetti “oggetti impossibili” cioè opere che, a prima vista, sembrano rappresentare situazioni verosimili, ma che guardate più attentamente si rilevano paradossali o delle vere e proprie illusioni ottiche. Escher giocava molto sulla prospettiva, amava usare immagini speculari, metamorfosi, e riusciva ad ottenere figure perfette perché attentamente studiate nei loro aspetti matematici.

E’ morto il 27 marzo 1972 lasciando una considerevole collezione di pitture disegni e statue. Oggi le sue opere sono molto famose e spesso sono utilizzate per illustrare copertine testi, soprattutto scientifici, o manifesti di mostre e di esposizioni

Redazione III D

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