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FERRARO ALLA DI BIASIO "Interrogato" dagli alunni delle terze, ha parlato del suo libro e... della pace
“Pensate alla pace!” Questo il messaggio dominante del dottor Antonio Ferraro, nel suo discorso rivolto proprio a noi, ragazzi di terza media, durante l’incontro nella nostra scuola “Di Biasio”. Il dottor Ferraro è l’autore di un libro o, come lo definisce lui, un diario, pieno di sentimento, di memorie sulla distruzione della nostra città durante la Seconda guerra mondiale. Egli confessa di essere venuto a raccontarci questi avvenimenti di guerra senza alcun sacrificio, molto volentieri. Il dottor Ferraro ha compiuto ottant’anni da poco, eppure conserva sempre l’entusiasmo e la tenacia che hanno caratterizzato tutta la sua vita. Terminati gli studi classici, egli si è laureato in veterinaria ed è stato docente. Durante la sua intensa vita, è stato anche sindaco della nostra città. Si è occupato molto di gemellaggi e scambi culturali: egli ritiene, infatti, che questo sia l’unico modo per imparare a vivere e trasmettersi valori, nonché quelli della pace e del volersi bene. Tutto ciò non è altro che lo scopo del suo libro, un libro scritto da chi la guerra l’ha vissuta sulla propria pelle. Aveva appena sedici anni, il dottor Ferraro, quando la distruzione e la sofferenza si abbatterono sulla nostra città. Per lunghi dodici anni, egli ha vissuto ciò che non augurerebbe mai a nessuno: una vita dolorosissima, nonché una giovinezza negata.”Ci hanno sottratto gli anni più belli della vita”, ci confessa con triste rabbia. A rinfrancarlo c’è solo il fatto che ha potuto vivere sessant’anni di pace: è il dopoguerra che ha riscattato i dissapori della sua vita. Erano anni in cui la paura incombeva quotidianamente, attimo per attimo, una morsa inesorabile che spingeva alla disperazione. Anch’egli ha avuto paura ed ha pregato molto. ”Quale periodo della guerra è stato, per lei, più duro?” chiede una ragazza. Il dottor Ferraro con molta semplicità le risponde che non è esistito un momento in particolare poiché tutta la guerra è stata dura, dall’inizio alla fine, un calvario lungo e struggente. Tuttavia, gli unici due episodi che il dottore ricorda come più dolorosi, sono stati la distruzione dell’abbazia e di Cassino. Il 15 Febbraio 1944, Montecassino, culla del monachesimo occidentale, è ridotta ad un cumulo di macerie. Il 15 Marzo 1943, il cielo si oscura coprendosi con centinaia di aerei. Una pioggia di bombe si abbatte sulla città. Dalla montagna di Montecassino, dove è sfollato, Ferraro alza lo sguardo e vede l’amata Cassino sparire. Pochi attimi per distruggere il cuore dei Cassinati. Sì, perché la città a cui si è legati è anche un pezzo del proprio cuore. Nei momenti in cui ha toccato la morte con mano, il dottore ricorda ancora i lamenti dei sopravvissuti che cercavano disperatamente e invano i loro parenti: episodi che non possono essere descritti con semplici parole. Il dottor Ferraro ci ha detto che la guerra produce solo cose cattive, lutti, macerie, invalidi e orfani. La guerra suscita terrore attimo per attimo senza lasciare tregua. E’ per questo che il suo libro vuole essere una testimonianza per i posteri e un augurio affinchè anche per gli Iracheni vi sia un dolce e atteso dopoguerra, che porti speranza e pace. Questa testimonianza sarà un ricordo vivo che formerà le nostre coscienze. Cassino,c ittà martire, famosa per la guerra, è e vuole essere testimone e messaggera di pace. Dottor Ferraro, lei ci ha insegnato molto durante questo incontro, è stata, la sua, una lezione di vita. Abbiamo capito che la guerra è solo una partita tra la vita e la morte dove, però, quest’ultima ha sempre la meglio. E’ stato davvero un bel regalo e noi ragazzi non abbiamo nulla da darle in cambio, nulla tranne un semplice grazie. Irene Pandolfi classe III D Scuola Media “Di Biasio” Cassino |
In questo numeroFerraro alla Di Biasio Un ponte per Terabithia recensione n. 1 Un ponte per Terabithia recensione n. 2 Partner greco per “Nous on mange à la mediterranéenne”
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