Tom Waits - Blue Valentine

Asylum - 1979



Rispetto a Swordfishtrombones, di cui s'è provato a parlare, facciamo un bel passo indietro. Siamo nel 1978. Tom stava ancora con Ricky Lee Jones, che era l'unica donna al mondo che poteva cantare una sua canzone senza far ridere.
Blue Valentine
risultò prodotto molto più commerciabile ed, a mio avviso, più riuscito musicalmente perchè godibile a tutte le latitudini, a tratti persino ballabile.
Personalmente lo reputo il migliore dei lavori di Waits, uno dei pochi che mi piace sentire spesso tutto intero, anche se la critica, in genere, preferisce Small Change per il primo periodo e Rain Dogs per quello successivo.
Il suono di Blue Valentine aveva una sua scorrevolezza anche nei momenti più aspri. Non c'erano dissonanze, ma solo blues del più schietto ed arroventato, carico di pathos ed insieme eseguito col massimo del relax. Unica eccezione l'iniziale Somewhere, estratta dal musical West Side Story di Leonard Bernstein, e qui resa in maniera unica, come un croissant intinto nel catrame anzichè nel caffelatte. Il contrasto tra la delicata trama violinistica e la rugginosa voce di Waits poteva disturbare ed insieme affascinare. Certamente colpiva visceralmente, perchè sapeva scavare, nella profondità di un suono classico, le segrete connessioni tra melodia e blues, assonanze non percepibili da orecchie distratte, e quindi incapaci di cogliere, ad esempio, la sublime bellezza di quell'intervento della tromba.

Scelta non casuale, quella di Somewhere. Celebrava una speranza, ed insieme illustrava una tragedia. Come nella Verona shakespeariana Romeo e Giulietta erano impediti dalle faide familiari, nella Verona americana, nelle Verone di tutto il mondo, sanguinose ed assurde divisioni lacerano i rapporti umani: bianchi, neri, portoricani stanno tra loro come Montecchi e Capuleti: così israeliani e palestinesi, indiani e pakistani, bengalesi induisti e bengalesi islamici, sciti e sunniti.

In America, a volte, è peggio, perchè, come vide Waits, oltre all'ostacolo del pregiudizio sulla razza, o sulla religione, c'era e c'è di mezzo qualcosa di ancora più paralizzante: il sogno americano andato a male, il mito della scorciatoia e dell'espediente per arrivare in fretta ad una bella vita, o perfino il nichilismo stradaiolo, quello dei teppisti che non trovano di meglio che "sputare a Roy Arnold e mostragli il dito del mettitelo in culo".
Una vacuità di desideri impressionante che si aggiunge al cieco egoismo delle puttanelle ed al cinismo senza limiti degli arrivisti da pochi dollari.
Il tutto, quando non porta in galera, conduce solo a sconfitte, alla solitudine, alla disperazione, ai pomeriggi sdraiati nello squallido letto di un motel a farsi di roba e di whisky per dimenticare la vita e gli errori. In scenari di questo tipo, poichè in America non esiste alcuna alternativa politica e sociale, hanno buon gioco le chiese e l'esercito della salvezza. E' meglio di niente, o è persino meglio della farsa di una militanza senza sbocchi che ripete stancamente i suoi discorsi senza mai realmente arrivare al cuore dei problemi della gente presa come singoli?
Boh... però è chiaro che intellettuali come Waits, e come lo stesso Dylan, altro non possono fare che darsi al cinema, accumulare un gruzzolo, comprarsi villa e piscina, e sollazzarsi nella lora triste consapevolezza sulle miserie del mondo, tanto non cambia niente.

Con l'incalzante ritmica di Red Shoes By The Drugstore, il disco cominciava a carburare:
"Stava con le sue scarpe rosse al chiosco dei giornali
pioveva come chablis lungo il viale
c'è un donnino vestito di rosso, in una notte triste"
Lei aspettava il suo Cesare, con indosso un impermeabile, lo suitcase, le scarpe rosse. Proprio come le ha detto. Ma le cose vanno storte. Beccano il Piccolo Cesare mentre rapina la gioielleria.
"Ora la pioggia spazza i ricordi dai marciapiedi
i cani vagano sulla strada bagnata
piena di bottiglie vuote
Santa Claus è sbronzo nel reparto sci di un market
Ed è la vigilia di Natale in questo triste caffè
quando la luna prende questa strada
c'è un donnino davanti al chiosco
che calza scarpe rosse."

Subito appresso, Il biglietto di Natale da una bagascia a Minneapolis (Christmas Card From A Hooker In Minneapolis), risultava amaro come il rabarbaro, anche se zuccherato con i tasti bianchi di un pianoforte che suonava tenero come non mai.
Lei scriveva a Charlie cominciando con delle balle, ma veniva al sodo, infine:
"Ciao Charlie, sono incinta
e abito sulla Nona Strada
proprio sopra una zozza libreria
all'angolo con l'Euclide Avenue
ho smesso di farmi e bere whisky
il mio vecchio suona il trombone
e lavora a mettere binari

E dice di amarmi
anche se il bambino non è suo
dice che lo crescerà come fosse un figlio"

Ma dopo altre divagazioni, ecco la cruda realtà:
" Hey Charlie
Cristosanto
vuoi saperla la verità
non ho un marito
non suona il trombone
e ho bisogno di un prestito
per pagare l'avvocato
Hey Charlie,
uscirò sulla parola
il giorno di San Valentino"

E se Romeo Is Bleeding è splendida per quel suono sgangherato e pulsante dell'organo e le sinuose trame del sax che accompagnano il bullo Romeo a morire dissanguato in un cinema, col sangue che cola in una scarpa e la faccia di James Cagney sullo schermo, 29 dollars non è da meno: la storia della piccola afro, la ragazza nera sedotta ed ammazzata per 29 dollari ed una borsetta di coccodrillo, è un ritorno al blues di contenuto, di tragiche storie di strada che non finiscono mai, se è vero che all'agnello ingenuo corrisponde sempre un lupo feroce ed assassino, che la vittima designata troverà sempre il suo carnefice.
Quando la trovano morta, "gli sbirri arrivano sempre troppo tardi/ fanno sempre sosta per un caffè / sulla via che porta al luogo del delitto / e fanno di tutto per sembrare stelle del cinema".

Di desolazione in desolazione l'America di Waits prende corpo ed immagine sotto i nostri occhi chiusi: ogni storia è un film e Waits fu maestro di regia, pennellando ogni affresco come stazioni di una interminabile via crucis.
Dal delirio voodoo di Wrong Side of The Road al Whistlin' Past The Graveyard ("forse mi avrai visto / che dormivo sui binari /chiedi pure al principe delle tenebre / il perchè di tanto fumo / che se ne esce dai camini") tutto non è altro che una commozione trattenuta a stento: "Quando mi sento solo (a little bit lonesome) / e una lacrima cade dalla mia guancia / ne verserò un oceano / entro metà settimana."
Fragile Waits, in fondo, sotto la scorza di quella voce rugginosa da orco cattivo.


chairman - 27 giugno 2003

 

La track list:

Somewhere

Red Shoes By The Drugstore

Christmas Card From A Hooker In Minneapolis

Romeo Is Bleeding

$29,00

Wrong Side of The Road


Whistlin' Past The Graveyard

Kentucky Avenue

A Sweet Little Bullet From A Pretty Blue Gun

Blue Valentines

(link ai testi)


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