Giovanni Guarna (XV secolo), condottiero Patrizio salernitano del sedile di Porta Rotese, figlio di Cola Matteo, giureconsulto presso Francesco Sforza, e di Angela; fratello minore di Giacomo, anch'egli condottiero. Familiare di Roberto Sanseverino, conte di Marsico, che nel 1463 diverrà principe di Salerno, allo scoppio della guerra per la successione ad Alfonso V d'Aragona tenne, come da tradizione familiare, per la parte angioina e corse a militare tra le schiere dei ribelli, ricevendo dal capo della fazione Giovanni di Lorena i beni feudali e burgensatici che erano stati dell'altro salernitano Troiano di Santomango, partigiano aragonese. Nel dicembre 1460 fu catturato da Roberto Sanseverino, suo antico signore, e dagli sforzeschi, passati all'aragonese; ma la prigionia fu breve, poiché in gennaio evase dal munitissimo castello di San Severino, con sconcerto di Ferdinando d'Aragona e sospetti su un doppiogiochismo di Roberto. Nel 1462 lo ritroviamo a Salerno durante l'estrema resistenza di questa alle armi aragonesi, guidate dal conte di Sanseverino, che vi pose l'assedio dal giugno al settembre e che riuscì alla fine a farla capitolare per patti. Esule volontario, come ricorda Masuccio Salernitano, suo intimo amico, nell'esordio della novella XLIII del Novellino, Giovanni riappare nel 1466 a Milano, presso Sforzino, figlio illegittimo del duca Francesco. Con questi, lo ritroviamo al soldo del veneziano Colleoni, il 25 luglio 1467, alla battaglia della Riccardina (Bologna), ove è ferito, contro una coalizione di cui è parte, fatalmente, Ferdinando d'Aragona. Ancora al soldo di Venezia è nel 1477 fra i condottieri accorsi a contenere il dilagare delle milizie del sangiaccato di Bosnia, entrate in Friuli dopo aver travolto gli armati di Girolamo Novello da Verona. Morirà forse nel 1480, a Venezia, e sarà sepolto nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. |