La Dottoressa Federica Carlieri Odontoiatra Riceve Presso L' ambulatorio Polispecialistico Dental-Kappa a Roma Via Asinari di San Marzano, 23-25-27-29 - Roma tel. 06-89010165 |
Manuale Operativo Pratico Di Protesi Mobile Totale
La mia esperienza lavorativa, supportata dai consigli di mio padre e di mio nonno, mi ha indotto a dare un contributo originale sulle possibilità di costruire una protesi Completa Totale secondo un'ottica diversa da quella tradizionale. Le motivazioni di questo mio lavoro sono espresse di seguito: Sono
figlia d'arte. Dentista di terza generazione. I
miei avevano, in Roma, un grande appartamento adibito a studio dentistico
situato sullo stesso piano della nostra abitazione. Come si usava un tempo, allo
studio era annesso anche un laboratorio. Quando
bambina, volevo vedere mio padre, percorrevo il pianerottolo che divideva la
casa dallo studio e andavo in "Visita", mentre loro lavoravano, venivo
“parcheggiata” proprio nel laboratorio.
Nel
laboratorio c’erano due Odontotecnici che eseguivano le protesi per lo studio
e per farmi passare il tempo ma soprattutto per farmi stare ferma, mi fornivano
di cera e di coltellini per modellarla. Naturalmente non modellavo bambole ma
incisivi, canini, molari. Il
mio destino professionale è stato così predeterminato. Cresciuta
tra estrazioni, scheletrati, ponti e dentiere, dopo le scuole elementari e le
medie, mi sono iscritta alla scuola per Odontotecnici dove mi sono diplomata con
il massimo dei voti risultando la prima della classe e della scuola nell’anno
del mio corso. Durante
i cinque anni di Odontotecnico, ho continuato a frequentare sia lo studio che il
laboratorio di mio nonno dove imparavo contemporaneamente le due professioni,
quella di Odontotecnico e quella di Odontoiatra. Dato che nel mio laboratorio non venivano eseguiti gli
scheletrati, ho dedicato parte del mio tempo andando ad imparare la tecnica di
progetto, modellazione e fusione nel laboratorio di un grande scheletratista
l’Odontotecnico Alvaro Fabbri titolare di laboratorio dal 1960. Il laboratorio
è ancora in esercizio sempre diretto dal Mago Alvaro. Da lui faccio eseguire i
miei lavori scheletrici e sono sempre perfetti. Se desiderate uno scheletrato
che entri come un guanto, rivolgetevi a lui.
Le
mie letture preferite erano le riviste di odontoiatria “Dental Cadmos”, “
IL Dentista Moderno” e “Amici di Brugg” riviste di cui mio nonno e
mio padre avevano le edizioni fin dagli anni cinquanta. Da queste letture
ho appreso metodiche vecchie e nuove per la costruzione di protesi totali. Ho
avuto la fortuna di passare contemporaneamente dalla teoria alla pratica così
ho potuto sperimentare direttamente le varie tecniche di progettazione, rilievo
delle impronte con protocolli e materiali che mi venivano suggeriti di volta in
volta e che venivano adattati o sostituiti con altri sempre più precisi e
consoni allo sviluppo continuo di perfezionamenti tesi a migliorare la qualità
delle protesi con grande soddisfazione dei pazienti e nostra personale. I
successivi cinque anni dedicati allo studio dell’Odontoiatria presso
l’università di Roma “La Sapienza”
Nella
mia esperienza professionale attraverso gli anni, ho potuto constatare, che la
scelta della Protesi Mobile Totale non sia stata condizionata da una mia
preferenza personale quanto piuttosto dall’assenza di soluzioni alternative
valide equivalenti per semplicità, costo contenuto, qualità
del risultato finale. Oggi,
nell’era dell’implantologia, può sembrare eccezionale spendere parole su
una tecnica che si usa da ormai 60 anni e che, comunque se ben attuata, permette
ancora risultati straordinariamente buoni. La
terapia implantare presenta soluzioni cliniche molto sofisticate, spesso molto
invasive, con un post operatorio doloroso con edemi, ematomi, infezioni. Anche
senza complicazioni, sono comunque
molto costose e con tempi di esecuzione spesso della durata di 10 - 20 mesi. Questo
accade quando la quantità di osso residuo scende sotto i 5 - 6 mm
ed è praticamente impossibile eseguire delle protesi fisse su impianti se non
dopo rigenerazione ossea, che comportano una lunga e spesso dolorosa
applicazione. Pertanto, in queste situazioni estreme e non solo, una protesi
Totale ad appoggio mucoso ben fatta, è il miglior investimento per il paziente.
Per il clinico è senz’altro fonte di immediato guadagno, con una metodica
semplice non invasiva, veloce nella realizzazione e che produce, quando la
tecnica è quella giusta, un risultato sbalorditivo. Riflettete
un momento alla quantità di pubblicità televisiva che molte ditte
Farmaceutiche fanno a favore delle polverine che tengono ferme le dentiere,
potete immaginare quanto spendono, milioni! Quando
si ottiene una perfetta stabilità e funzionalità della protesi, si
induce un passaparola atto ad
incrementare la clientela e a fidelizzare il paziente che soddisfatto manderà
parenti amici e conoscenti.
Ci
sono pubblicazioni di illustri colleghi professori cattedratici universitari,
esperti di Gnatologia, “Gnotologia Neuro Muscolare” quali Bernard e Robert
Recentemente
anche l’uso della Teleradiografia e il tracciato cefalometrico vengono usati
come ausilio per l’individuazione del piano occlusale e di alcuni altri
parametri necessari alla costruzione di protesi totali.
Personalmente
sono assolutamente contraria all’uso di queste metodiche che ritengo di
interpretazione arbitraria secondo il parere
e le diverse esperienze dell’operatore che le esegue. Infatti è
difficile interpretare i dati raccolti considerando che spesso ci si basa su
dati statistici con possibilità molto ampia di scelta risolutiva. Questa grande
variabilità interpretativa dei dati rilevati, porta di conseguenza ad una grande difficoltà all’applicazione pratica degli stessi che
varierà da operatore ad operatore secondo la sua esperienza personale,
condizionando il risultato esclusivamente alla personale interpretazione dei
dati.
Molte e vive sono state le motivazioni che hanno indirizzato il mio
interesse verso la Protesi Totale, tanto da farne oggetto, di una trattazione
nel mio libro-manuale. Trattazione
che esclude e rivoluziona molte delle teorie espresse da illustri colleghi e
cattedratici di chiara fama. Pertanto
la lettura di questo mio libro non è per tutti. E’
strettamente riservata. E’
riservata a coloro che hanno sempre una curiosità tecnica e critica verso tutte
le nozioni imparate e che pensando con la propria testa riescono a capire che
gli insegnamenti ricevuti possano e debbano essere integrati o modificati nella
ricerca di quanto di meglio si possa imparare in fatto di protesi mobile totale.
Se
quelle teorie in precedenza imparate, spesso così astruse e complicate
da rasentare l’impossibile, siano quelle più giuste e più semplici per
realizzare i propri intenti. Secondo
il mio parere è la strada più logica, che spesso risulta anche essere la più
semplice, quella da percorrere. Ecco
perché lo studio di questo mio Manuale Operativo Di Protesi Mobile Totale è
riservata soprattutto ai giovani che notoriamente hanno la mente aperta e priva
di prevenzioni. Come
diceva Harold Gelb: “La mente è come il paracadute: funziona solo
quando è aperta” Una
mente aperta comprende che gli insegnamenti scolastici di un professore spesso
sono frutto di speculazioni teoriche non facilmente riconducibili alla realtà e
che spesso non concordano con quanto essi fanno nel proprio privato. La
fatica di cambiare opinione è troppo grande e l’orgoglio di ritrattare
concetti per i quali, magari si sono ottenuti riconoscimenti, è per loro,
vincolo imprescindibile per ammettere che ci possano essere teorie contrastanti
con le loro ma che sono più pratiche, semplici, funzionali. Per
queste persone, le idee contenute in questo libro sono in aperto contrasto con
le loro, pertanto non fanno neanche
finta di prenderle in considerazione. La fatica di cambiarle è troppo grande e
solo il pensiero li può riempire d’angoscia. Forse
preferirebbero, egoisti, che anche i giovani le imparassero a loro spese.
L’osservazione e lo studio portano alla conoscenza, a sua volta la
conoscenza porta all’applicazione pratica. Quando
queste qualità: studio, conoscenza e applicazione pratica sono presenti in un
Manuale, diventano particolarmente preziose, sia per coloro che già esercitano
la professione sia per coloro che si preparano ad esercitarla. Il miglior articolatore per costruire una protesi totale perfetta è la bocca del tuo paziente, che non necessita di nessuna teleradiografia per stabilire e poi riportare sull'articolatore in laboratorio la posizione del piano occlusale. Non serve un miografo, un Kinesiografo che rilevi valori elettrici di sollecitazioni muscolari, movimenti tridimensionali che devono essere interpretati, adattati e poi trasportati in laboratorio. I valori sono li, basta saperli usare, senza doverli trasferire, con l'inevitabile rischio di errori, modificazioni e alterazioni, su un articolatore a valori medi. Per quale motivo applicare un arco facciale per rilevare il piano di Francoforte che poi dovrà essere traslato parallelamente per individuare il piano di Camper, il quale a sua volta dovrà essere traslato su un articolatore sul quale, a valori medi, dovranno essere riprodotti i movimenti della mandibola, quando la mandibola è presente davanti a voi. Ripeto
i valori sono davanti a voi nella bocca del vostro paziente. Si
deve riuscire a comprendere che stiamo creando una PROTESI e non una replica
della dentatura naturale. E' inutile cercare di riprodurre i movimenti dei denti
naturali se dovremo sostituirli con dei denti artificiali Non
dimentichiamo che ogni dente naturale ha un suo proprio sistema recettore di
stimoli atti ad individuare la temperatura, la solidità del cibo, la
consistenza, ed infiniti altri parametri che vengono rilevati dai recettori
posti nel periodonto ed elaborati dal cervello per avviare tutta una serie di
stimoli che si concluderanno con la deglutizione. Tutti
questi elementi, sono validi solo se si pensa a una Protesi Mobile Totale come
una replica dei denti naturali, se si riesce a modificare la propria maniera di
pensare e concepire una dentiera come una macchina che deve svolgere il lavoro
di triturare e sminuzzare il cibo, si potrebbero introdurre concetti simili a
quelli del cuore artificiale che non pulsa come quello vero, ma gira con moto
uniforme e funziona bene ugualmente. Nel
manuale vengono indicate, in maniera minuziosa ma facilmente comprensibile, le
modalità per risolvere problemi relativi alla determinazione del piano
occlusale, della dimensione verticale, della centrica, della stabilità
funzionale, dell'intercuspidazione dei denti, del sostegno delle parti molli,
del posizionamento dei denti, dell'estetica, della fonazione, della stabilità e
della tenuta in lateralità e protrusione, dell'ingombro, dello spazio per la
lingua, dello spazio libero a riposo, della funzionalità della masticazione,
del piano occlusale, di Camper, di Francoforte, curva di Spee, angolo di
montaggio dei denti. Questa
modalità operativa di protesi totale è riferita a quelle situazioni estreme
quando l'osso della mandibola è praticamente inesistente. Anzi anche quando è
concavo e al livello dei fori mentonieri. Non
ci si deve stupire se questo I
portaimpronte, i materiali da impronta, il tipo di denti, le attrezzature
necessarie per la corretta esecuzione del metodo sono tutte indicate con
precisione: nome del fornitore italiano, numero di catalogo, costo e modalità
d'uso.
Federica Carlieri
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Per nessun motivo questi appunti possono venire utilizzati ne interpretati come dati medici con i quali formulare diagnosi ne cercare cure per potenziali pazienti. Le nozioni indicate possono risultare incomplete e anche INESATTE e non devono essere considerate in nessun modo come mezzi diagnostici "fai da te" perché potrebbero indurre a errori di interpretazione. Le diagnosi possono essere fatte solo da laureati in medicina abilitati alla professione medica o da specialisti delle varie materie. |