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Il Modello Standard
E' la teoria base della fisica, ma la chiamano semplicemente Modello Standard.
Tutta la materia esistente e tutte le forze della natura derivano da una ventina di particelle:
sono loro i veri mattoni della realta'.
Le particelle elementari
La realta' nella quale viviamo e' compasta da 18 sole particelle (che si uniscono nei modi piu' diversi per dare forma a tutto).
12 sono i mattoni che compongono la materia; le altre 6 producono le forze che sulla materia agiscono, dandole forma.
Sono le particelle piu' piccole in assoluto, anche se in alcuni casi hanno massa elevata, perche' non si possono ulteriormente suddividere.
Questo afferma il Modello Standard, uno schema (introdotto negli anni '60) che ha avuto un enorme successo:
ha previsto infatti l'esistenza di molte particelle elementari, allora sconosciute, che sono state tutte (o quasi) scoperte nei successivi 40 anni.
Nel cuore dell'atomo
Che la materia fosse composta di corpuscoli lo sospettavano anche gl antichi Greci, ma la prima particella tomica fu individuata nel 1897 dal fisico Sir Joseph John Tomson.
Era l'elettrone. In seguito, fu scoperta una fola di altre particelle, e ci si pose il problema di capire quali fossero le piu' iccole di tutte,
cioe' i mattoni fondamentali della realta'. Si scopri', per esempio, che gli atomi erano composti da un piccolissimo nucleo
circondato da una nube di elettroni. E che il nucleo era a sua volta composto da protoni e neutroni. All'inizio si penso'
che questi ultimi fossero "elementari", poi si scopri' che erano composti da altre particelle: i quark.
E secondo il Modello Standard sono questi i veri mattoni del nucleo atomico. Tuttavia, nelle condizioni normali di pressione
e temperatura, i quark non possono esistere isolati, ma sono sempre "incollati" tra loro in coppie o terzetti da una forza chiamata (perche molto potente)
forza nucleare forte.
Particella fantasma
Il nostro mondo e' dunque composto da quark ed elettroni, esistono pero', anche altre particelle elementari.
Nel 1931, il fisico austriaco Wolfang Pauli, noto' che le reazioni nucleari allora conosciute, si potevano spiegare
con precisione soltanto ammettendoo l'esistenza di una particella allora sconosciuta: il neutrino, che fu osservato
sperimentalmente nel 1956 dai fisico statunitensi Frederick Reines e Clyde Lorrain Cowan. I neutrini ci sono poco
familiari perche' sono particelle "fantasma": sono leggerissimi, velocissimi e attraversano imperturbati (o quasi)
tutta la Terra, tanto che e' molto arduo misurarli. Nel 1936, quando i neutrini erano ancora un'ipotesi teorica,
i fisici Seth Neddermeyer e Carl Anderson scoprirono un'altra particella, il muone, simile all'elettrone, ma con
massa oltre 200 volte maggiore. In piu' e' instabile, pur essendo una particella elementare, si trasforma spontaneamente
in altre particelle. Cio' avviene grazie ad altre particelle elementari, in particolare quelle chiamate Z e W
che trasmettono la forza nucleare debole.
Le tre famiglie della materia
Via via che i fisici trovarono nuove particelle elementari, le incasellavano in una tabella che assomigliava per certi
aspetti ad una tavola periodica. La prima riga o "famiglia" conteneva l'elettrone, un neutrino detto neutrino elettronico
e due qurk detti up e down: i mattoni fondamentali della materia che si trovano sulla Terra e nell'Universo.
La seconda riga conteneva invece particelle simili a quelle della prima famiglia, ma piu' pesanti e instabili: il muone,
il neutrino muonico e altri due tipi di quark: strange e charm. C'era infine una terza ed ultima famiglia
composta da particelle ancora piu' pesanti e instabili. Quelle delle ultime due famiglie non danno origine a nessun oggetto
a noi familiare, ma si pensa che siano stabili all'interno di alcune stelle.
Conferme recenti
Tutte queste particelle sono state generate (e quindi la loro esistenza e' stata confermata) negli acceleratori di particelle.
Il neutrino tau, cioe' il neutrino della terza famiglia, e' stato osservato soltanto nel 2000, al Fermilab di Chicago.
Sempre dallo stesso laboratorio, nel 1995 era stato annunciato un altro importante successo: l'osservazione del quark top,
che, con una massa pari a oltre 300 mila volte quella dell'elettrone, e' la particella piu' pesante tra le particelle elementari.
Particelle speculari
Oltre alle particelle che compongono la materia ordinaria, il Modello Standard include anche le antiparticelle che compongono
l'antimateria, questa e' rarissima in natura, perche' appena incontra la materia si annichila (cioe' si distrugge) generando
energia. Tuttavia, le antiparticelle si formano nel corso delle reazioni nucleari che avvengono nelle sostanze radioattive o
nelle stelle e si possono anche generare, per brevissimi istanti, negli acceleratori di particelle. L'antimateria e', in un
certo senso, speculare alla materia: si pensa, infatti, che le antiparticelle abbiano la stessa massa delle particelle e
carica elettrica opposta. Le prime a essere scoperte, nel 1932, furono gli antielettroni o positroni, che erano stati
ipotizzati dal fisico teorico Paul Dirac soltanto due anni prima.
La storia
Questa teoria e' frutto del lavoro di molti scienziati, ecco quali:
Albert Einstein
1905 |
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Pubblica la teoria della relativita' ristretta, che rivoluziona la fisica. |
Erwin Schrodinger
1926 |
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Scopre che gli elettroni si comportano come minuscole onde. |
Paul Dirac
1930 |
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Unificando la teoria di Einstein e Schrodinger, prevede l'antielettrone. |
Carl Anderson
1936 |
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Scopre la particella muone insieme a Seth Neddermeyer. |
Murray Gell-Mann
1964 |
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Ipotizza l'esistenza del quark, poi dimostrata nel 1968 a Stanford. |
Steven Weinberg
1967 |
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Insieme a Abdus Salam, formula la teoria della forza elettrodebole. |
Martin Perl
1975 |
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Scopre il leptone tau, la prima tra le particelle della terza famiglia. |
Leon Lederman
1977 |
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Contribuisce a scoprire il qurk bottom e altre particelle. |
Carlo Rubbia
1983 |
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Guida il gruppo del Cern che scopre le nuove particelle W e Z. |
Le proprieta' delle particelle
Il Modello Standard riassume tutte le nostre conoscenze sulla struttura intima della materia: cio' che e' compreso nel modello
e'largamente condiviso dai fisici, mentre cio' che ne e' fuori e' controverso. Il Modello Standard, infatti, a differenza
di teorie piu' recenti, e' stato costruito sulla base degli esperimeti che via via si effettuavano con gli acceleratori di
particelle. Ed e' per questo che descrive cosi' bene la realta' finora esplorata dai nostri strumenti di misura (anche se non
e' perfetto: presenta ancora alcune piccolissime falle che scontentano i fisici). Pur essendo, in questo senso, molto concreto,
il Modello Standard, pero', descrive un mondo astratto e diversissimo da quello della nostra esperienza quotidiana. Cosi', per
presentarlo in termini piu' intuitivi, gli stessi scienziati ricorrono a espressioni pittoresche.
Il sapore
Le particelle elementari sono classificate in base al loro sapore, ovviamente nessuno penserebbe di assaggiarle; per sapore
i fisici intendono soltanto il tipo di particella, e quindi le sue proprieta' e il suo comportamento. Un elettrone, per esempio,
ha un sapore diverso da un neutrino. Questa distinzione e' utile soprattutto per descrivere i processi in cui le particelle
elementari si trasformano le une nelle altre per mezzo della forza nucleare debole: le particelle delle famiglie superiori,
per esempio si trasformano spontaneamente (sulla Terra) in particelle della prima famiglia.
La carica elettrica
Un'altra proprieta' importante delle particelle elementari e' la carica elettrica, che si manifesta a noi esseri umani in
circostanze di solito poco piacevoli: quando prendiamo la scossa o quando vediamo un fulmine abbattersi al suolo. Anche la
corrente elettrica e' costituita da cariche elettriche in movimento: e' un fiume invisibile di particelle, troppo piccole
per essere percepite. Le cariche elettriche sono dappertutto nel mondo microscopico. E tutte le particelle hanno cariche ben precise:
ogni elettrone, per esempio, ha la stessa carica, e tutti i protoni (composti da 3 quark) hanno carica uguale e opposta a
quella degli elettroni. E' per questo che, anche anche se siamo composti da tantissime particelle cariche, non ce ne
accorgiamo: di solito le particelle con carica positiva eguagliano quelle con carica negativa, neutralizzandosi a vicenda.
Il colore
Le particelle elementari oltre alla carica elettrica, possono avere anche un altro tipo di carica, talmente diversa da
quella elettrica da non avere un equivalente nella nostra esperienza. Questa carica puo' avere 3 valori diversi, che si
annullano se sommati tra loro, proprio come una carica negativa piu' una positiva danno carica zero. Nel mondo di tutti i giorni
c'e' una proprieta' che puo' dare somma zero a partire da 3 valori diversi: il colore. Infatti, sommando rosso, verde
e blu, si ottiene il bianco, come ben sa che progetta televisori. Cosi' gli scienziati hanno chiamato questa carica, colore.
Nei protoni e nei neutroni c'e' un quark rosso, uno verde e uno blu: messi insieme, danno il bianco, ovvero un colore neutro,
che garantisce la stabilita' delle particelle.
Lo spin
Un'altra proprieta' del mondo microscopico e' lo spin, tutte le particelle ne hanno uno (che puo' anche valere zero)
e questo ci consente di paragonarle a trottole in perenne movimento. A differenza delle trottole vere, che si fermano dopo
pochi giri a causa dell'attrito, pero', le particelle elementari ruotano sempre con la stessa velocita', all'infinito.
L'unico modo di disturbarle e' quello di cambiarne l'asse di rotazione. Come se l'unico risultato ottenibile dando un
calcio a una trottola fosse quella di farla ruotare ancora, sempre alla stessa velocita' ma capovolta.
Il magnetismo
Ogni particella, infine, si comporta come un magnetino, che punta nella stessa direzione dell'asse di rotazione dello spin.
Anche questa e' una proprieta' astratta, ma con una consequenza concreta: il campo magnetico di una calamita, per esempio, e'
generato dallo spin delle particelle che lo compongono. E snza lo spin, non funzionerebbero nemmeno le bande magnetiche dei
bancomant e delle carte di credito. Anche se e' conosciuto da millenni, infatti, il magnetismo e' stato spiegato interamente
soltanto nell'ultimo secolo, proprio grazie a queste teorie che descrivono il misterioso mondo atomico.
La particella di Dio
La sua esistenza serve a giustificare il fatto che tutte le altre particelle hanno una massa.
Tutta la struttura del Modello Standard si basa sull'esistenza di una particella il bosone di Higgs, che non e' stata
ancora osservata. Ma la sua importanza e' tale che il fisico e premio Nobel Leon Max Lederman l'ha chiamata "la particella di Dio"
e le ha dedicato un libro.
A ipotizzarla fu il fisico britannico Peter Ware Higgs, per spiegare il fatto che le particelle sono dotate di massa.
Il bosone di Higgs, infatti, e' associato a un "campo", simile al campo gravitazionale, ma di natura diversa: il campo di Higgs.
Le varie particelle, interagendo con questo campo, acquistano inerzia e quindi massa (e peso). Anzi, quanto piu' una particella
interagisce com il campo di Higgs, tanto maggiore e' la sua massa.
Si ritiene che gli attuali acceleratori siano in grado di produrre il bosone di Higgs e qualcuno sospetta che sia stato gia'
generato (ma non riconosciuto). A sciogliere ogni dubbio sara' probabilmente l'acceleratore Lhc, in costruzione a Ginevra.
Le 4 forze della natura
Oltre alle particelle fondamentali che costituiscono la materia, il Modello Standard classifica anche le forze con le quali queste particelle interagiscono.
Secondo la teoria, infatti, forze come la gravita' e il magnetismo non si esercitano per mezzo di campi astratti e
immateriali, come il campo gravitazionale che si studia anche a scuola, ma per mezzo di particelle messaggere, che si
chiamano otoni, glauconi, gravitoni... un po' come farebbero due persone che si lanciano una palla: nel momento del lancio
e della ricezione, infatti, entrambi i giocatori ricevono una spinta e quindi riescono a scambiarsi una forza a distanza.
La forza elettromagnetica
Le particelle che trasmettono le forze elettriche e magnetiche, per esempio, sono i fotoni, cioe' lo stesso tipo di
particelle che costituiscono la luce. Quando due calamite si attirano, per esempio, lo fanno scambiandosi un'enprme quantita' di fotoni.
Ma perche', allora, due calamite vicine non s'illuminano? Perche' i fotoni che trasmettono le forze elettromagnetice sono un
po' diversi da quelli luminosi: hanno una frequenza diversa e soprattutto sono "virtuali", cioe' non possono essere misurati
direttamente ed esistono soltanto per brevissimo tempo necessario allo scambio dell'interazione.
La forza nucleare forte
Oltre alle forze elettriche e magnetiche, il Modello Standard include due forze nucleari: la forza nucleare debole e la forza nucleare forte.
Entrambe agiscono su distanze piccolissime, e sono attive soltanto all'interno del nucleo atomico. E' quindi impossibile sperimentarle
direttamente nella vita quotidiana. La forza nucleare forte e' quella che tiene uniti i nuclei atomici ed e' trasmessa da particelle dette
gluoni, dall'inglese glue che vuold dire colla. La loro funzione, infatti, e' quella di incollare i quark a 3 a 3, per formare protoni
e neutroni, i quali, a loro volta, si uniscono (sempre grazie alla forza forte) per formare i nuclei atomici. La forza nucleare forte
agisce sulle carche di colore dei quark. E a ogni combinazione cromatica, corrisponde un particolare gluone: in totale le combinazioni
sono trasmesse da otto tipi di gluoni diversi.
La forza nucleare debole
Dentro i nuclei atomici, c'e' anche un'altra forza, che fu scoperta negli anni Trenta soprattutto grazie al fisico italiano
Enrico Fermi: la forza nucleare debole. A differenza delle altre interazioni, il suo effetto non e' quello di generare
un'attrazione o una repulsione, bensi' quello di modificare la materia. Cioe' di trasformare le particelle le une nelle altre,
o, come dicono i fisici, di modificarne il loro "sapore". La forza nucleare debole, infatti, e' responsabile di alcuni tipi di
decadimento radioattivo e di reazioni nucleari che si sviluppano nel cuore del Sole e delle stelle. Agisce per mezzo di
particelle che hanno nomi ben poco pittoreschi: Z e W, chiamate anche "luce pesante", perche' hanno una natura
simile a quella dei fotoni. Osservarle, pero', non e' facile. La dimostrazione sperimentale della loro esistenza giunse soltanto
nel 1983, grazie a un gruppo del Cern di Ginevra guidato da un altro fisico italiano, Carlo Rubbia. Questa scoperta fu una
prova importante della teoria alla base del Modello Standard e dimostro', tra l'altro, che la forza nucleare debole e la
forza elettromagnetica hanno la stessa natura: a temperature elevatissime, dimostrano di essere solo due aspetti diversi di
un'unica forza chiamata elettrodebole.
La forza gravitazionale
Per completare il quadro delle quattro forze fondamentali conosciute, mancherebbe la gravita'. Purtroppo pero', il Modello
Standard non include questa forza, perche' non esiste ancora una teoria capace di descrivere la gravita' con la stessa
matematica usata per le altre. Si suppone, per analogia, che la gravita' sia trasportata da una particella all'altra grazie
alla particella chiamata gravitone... peccato pero' che nessuno l'abbia ancora osservata. Uno dei problemi principali
e' che la gravita' e' enormemente meno intensa delle altre forze (miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di volte),
per cui i fisici non riescono a studiarla all'interno degli acceleratori di particelle. Anche se e' forse quella che ci e'
piu' familiare nella vita quotidiana, perche', oltre a far girare i pianeti, e' all'origine di un fenomeno fisico al quale
prestiamo tutti la massima attenzione: il peso.
Limiti del Modello Standard
E' il migliore schema teorico che abbiamo, e inquadra in un'unica visione tutta la realta': dalle particelle che la compongono
(comprese quelle instabili create negli acceleratori di particelle) alle forze che le danno forma. Eppure il Modello Standard
non soddisfa i fisici. Lo considerano un utile schema teorico, ma sono sicuri che non sia completo.
I difetti di questa teoria sono molteplici. Per esempio, non spiega perche' ci sono tre e solo tre famiglie di particelle, ne'
garantisce il fatto che queste particelle siano veramente "elementari" (potrebbero essere composte da altre entita').
Non descrive il comportamento della materia nelle condizioni piu' estreme che si verificano nell'universo. E, soprattutto,
non e' in grado di spiegare la forza di gravita'. Per risolvere questi problemi, alcuni stanno tentando di formulare una
"teoria del tutto" che descriva la gravita' insieme alle altre forze e particelle fondamentali e possa quindi descrivere
tanto il cosmo quanto il mondo microscopico.
Qualche esempio? La "teoria delle stringhe", secondo la quale tutte le particelle, compresi i gravitoni, corrispondono a diversi
modi di vibrare di minuscoli fili. Oppure la "loop quantum gravity", che tenta di risolvere i problemi teorici ammettendo che
lo spazio e il tempo, cosi' come la materia, abbiano natura granulare.
Tutte le teorie che avventurano oltre il MOdello Standard, pero', sono difficili da verificare e possono contare soltanto su
indizi sperimentali minimi. Per esempio, il magnetismo dei muoni. Da anni e' oggetto di studio, perche' sembrerebbe essere
maggiore di quanto previsto dal MOdello Standard. L'anomalia, pero', e' davvero minima, pari ad appena quattro parti su un miliardo.
Potrebbe essere uno dei primi segnali di una nuova teoria, ma di certo non una prova inconfutabile.
Dentro gli atomi
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Tutti gli atomi sono composti da tre particelle elementari: gli elettroni e due tipi di quark (up e down).
Un atomo č un milione di volte pių piccolo del diametro di un capello. E' cosė piccolo che le sue dimensioni si indicano in notazione esponenziale: 10-e8 cm.
Le particelle subatomiche sono ancora pių piccole, gli elettroni e i quark, che sono le pių piccole di tutte, non superano i 10-e18 cm, pari al minimo raggiumgibile dai nostri strumenti di misura.
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Le tavole delle particelle elementari
Le 6 particelle che trasmettono le forze
Forza |
Nome |
Massa |
Carica |
Spin |
Elettromagnetica |
Fotone |
0 |
0 |
1 |
Nucleare debole |
W- W+ Z |
80.4 80.4 91.187 |
-1 +1 0 |
1 1 1 |
Nucleare forte |
Gluone |
0 |
0 |
1 |
Gravitazionale |
Gravitone |
0 |
0 |
2 |
La massa e' espressa in GeV/c2, unita' pari a 1.79*10e-27 Kg (poco piu' della massa del protone)
La carica elettrica e' espressa in termini della carica dell'elettrone (che e' negativa e vale -1)
Lo spin indica il senso di rotazione della particella su se stessa
In natura esistono quattro forze fondamentali, ognuna trasmessa da una o piu' particelle. Sono state tutte osservate in laboratorio
tranne il gravitone.
I 12 mattoni fondamentali della materia
... 6 Leptoni
Famiglia |
Sapore |
Massa |
Carica |
Spin |
Prima |
Neutrino elettronico elettrone |
<1*10e-8 0.000511 |
0 -1 |
1/2 1/2 |
Seconda |
Neutrino mu muone |
<0.0002 0.106 |
0 -1 |
1/2 1/2 |
Terza |
Neutrino tau tau |
<0.02 1.7771 |
0 -1 |
1/2 1/2 |
A questo gruppo, suddiviso in tre famiglie, appartengono l'elettrone, due particelle instabili simili all'elettrone (muone e tau)
e 3 neutrini, particelle leggere e velocissime. Il "sapore" e' il comportamento delle particelle.
... 6 Quark
Famiglia |
Sapore |
Massa |
Carica |
Spin |
Prima |
Up Down |
0.003 0.006 |
2/3 -1/3 |
1/2 1/2 |
Seconda |
Charm Strange |
1.3 0.1 |
2/3 -1/3 |
1/2 1/2 |
Terza |
Top Bottom |
175 43 |
2/3 -1/3 |
1/2 1/2 |
Anche i quark sono raggruppati in tre famiglie, ciascuna di due elementi, e ogni tipo di quark puo' avere tre "colori"
(cariche di colore) diversi: rosso, verde o blu. La prima famiglia e' di gran lunga la piu' diffusa nell'universo
I "grumi" di materia piu' piccoli che esistano
... gruppi di tre quark (Barioni)
Simbolo |
Nome |
Quark |
Carica |
Massa |
Spin |
p |
protone |
uud |
1 |
0.938 |
1/2 |
p- |
antiprotone |
u-u-d- |
-1 |
0.938 |
1/2 |
n |
neutrone |
udd |
0 |
0.940 |
1/2 |
Lambda |
Lambda |
uds |
0 |
1.116 |
1/2 |
Omega |
Omega |
sss |
-1 |
1.672 |
3/2 |
... gruppi di due quark (Mesoni)
Simbolo |
Nome |
Quark |
Carica |
Massa |
Spin |
pi+ |
pione |
ud- |
1 |
0.140 |
0 |
k- |
kaone |
su- |
-1 |
0.494 |
0 |
rho+ |
rho |
ud- |
1 |
0.770 |
1 |
B0 |
B-zero |
db- |
0 |
5.279 |
0 |
eta c |
eta-c |
cc- |
0 |
2.980 |
0 |
Si conoscono attualmente circa 200 particelle subatomiche, dette "adroni" formate da gruppi di due o tre quark.
Possono essere di due tipi: barioni e mesoni, composti rispettivamente da tre e da due quark.
Barioni. Al primo gruppo gruppo appartengono protoni e neutroni, che sono particelle stabili dentro i nuclei atomici
(i neutroni isolati, invece, si trasformano in protoni, e altre particelle dette "iperioni", che contengono quark delle
famiglie superiori.
Mesoni. Il secondo gruppo, invece, contiene i mesoni, coppie composte da un quark e un antiquark (cioe' un quark di antimateria)
Dai quark alle stelle: ecco come le forze fondamentali danno forma al mondo
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Gravitazionale |
Nucleare debole |
Elettromagnetica |
Nucleare forte |
Proprieta' sulle quali agisce |
massa |
sapore |
carica elettrica |
carica di colore |
Particelle interessate |
tutte |
quark, leptoni |
particelle cariche |
quark, gluoni |
Particelle mediatrici |
gravitone |
W+ W- Z0 |
fotone |
gluoni (8) e mesoni |
Intensita'* (tra protoni vicini) |
debolissima (10e-36) |
debole (0.000001) |
media (1) |
forte (20) |
* Ponendo uguale a 1 la forza elettromagnetica
Le quattro forze fondamentali danno forma al mondo che conosciamo: se non esistessero, la materia sarebbe un gas informe di particelle.
La complessita' dell'universo e' dovuta al fatto che le varie forze agiscono su particelle e su distanze diverse.
Le forze nucleari, agiscono solo su distanze ridottissime, all'interno dei nuclei degli atomi.
La forza forte e' quella che tiene uniti i nuclei atomici, mentre la forza elettromignetica genera attrazione o repulsione tra gli
atomi ed e' responsabile dei legamichimici. La forza di gravita', infine, e' quella che fa nascere stelle e pianeti.
La forza magica che trasforma i neutroni
Le forze della natura si manifestano spesso come attrazione o repulsione fra particelle. Ma la forza nucleare debole,
scoperta negli anni '30 (soprattutto grazie a Enrico Fermi), č l'unica capace di trasformare la materia: ecco un esempio.
(Tratto da un articolo pubblicato su "Focus" N.145 - Novembre 2004)
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