Piero Bianucci "Te lo dico
con parole tue" Edizione Zanichelli
Recensione di
Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
“Mi sembrerebbe un estremo sgarbo
al lettore presentargli una relazione che lui non può capire”, sosteneva
Primo Levi il cui lavoro, chimico di professione, non gli impedì
di lasciarci pagine bellissime, libri importanti, di un’eleganza tesa a
rendere il suo lavoro comprensibile da tutti i suoi lettori.
La comunicazione e la divulgazione
sono forme di arte, che devono essere apprese, affinate, diventare il mezzo
per trasmettere notizie, informazioni ma anche sentimenti, facendosi capire.
Il libro di Piero Bianucci è destinato soprattutto ai giornalisti
che si occupano di temi scientifici perché sono i giornali, le radio,
le televisioni ad avere un numero grandissimo di persone da informare e
perché la scienza deve essere tradotta, senza essere banalizzata,
per coloro che la conoscono poco. Insomma, bisogna imparare a “rendere
accattivante il discorso scientifico”.
Ma, come sottolinea l’autore, sono
molte le materie piene di tecnicismi che “dovrebbero almeno essere spiegate
al lettore”: l’economia, la politica, lo sport hanno termini propri e non
sempre chiari per chi legge o ascolta e una notizia o un messaggio incomprensibili
sono non soltanto inutili ma anche frustranti per chi li riceve. Non è
facile immaginare chi riceverà l’informazione e allora è
necessario “scegliere un livello di comunicazione a largo raggio che possa
raggiungere persone semplici con scarsa istruzione” o persone anche colte
ma che non conoscono a fondo l’argomento.
Il libro è destinato anche
agli “amministratori e politici [...] affetti da un linguaggio opaco e
burocratico”, anche se, e lo sa bene chi vive queste cose ogni giorno,
il linguaggio della pubblica amministrazione e della politica, delle banche
e delle assicurazioni è spesso volutamente “opaco e burocratico”,
per una forma di prepotenza, di pigrizia, per tentare di rendere la vita
difficile e trarre tornaconto a danno dell’utente o del cliente.
Un manuale per tutti, per chi si
trova, per esempio, nella situazione che portò Blaise Pascal a scrivere
: “Scusa se ti ho scritto una lettera lunga, ma non ho avuto il tempo per
scriverne una corta”. Imparare a strutturare i propri pensieri e le informazioni,
non perdersi in frasi lunghe e complesse: chi vuole raggiungere questo
obiettivo non può perdersi questo libro.
Anche perché, come sottolinea
l’autore, “comunicare con chiarezza quando parliamo o quando scriviamo
migliora la qualità della vita nostra e altrui”.
gabriella bona
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