Minnie Luongo – Antonio G.
Malafarina "Intervista col disabile" Franco Angeli Editore
Recensione di
Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Sono una giornalista e comunicatrice
scientifica, Minnie Luongo, e un esperto in disabilità, anche in
quanto disabile, Antonio Giuseppe Malafarina, ad aprirci la strada “fra
cime e crepacci della disabilità”, come recita il sottotitolo del
libro.
Dopo brevi cenni storici, dalla
Bibbia al papiro Ebers, da Sparta ai Maya, arriviamo ai giorni nostri,
in un mondo che, per persone con handicap fisici o mentali, è pieno
di difficoltà, di ogni genere e che spesso sono determinate prima
di tutto dall’ignoranza, dall’incapacità di capire, come scrive
nell’introduzione Candido Cannavò, che “il disabile, se ne rispettiamo
i diritti, può essere una risorsa per la società, non un
peso”. E il primo diritto è quello di essere conosciuto, riconosciuto,
rispettato, considerato una persona e non un difetto o un problema.
La società moderna ha dovuto
superare la logica dell’isolamento dell’handicappato nel momento in cui
il loro numero è aumentato: è stata la guerra del Vietnam
a produrre tali devastazioni, tanti invalidi, che non si è più
potuto far finta che non ci fossero o di non vederli. Sono nate le prime
leggi: il Rehabilitation Act è del 1973 e a esso seguirono norme,
convenzioni, leggi dei singoli stati, dell’Unione europea, delle Nazioni
unite. Ma le leggi da sole servono a poco se non si coinvolge tutta la
società e, soprattutto, se le leggi ci sono ma non vengono, come
spesso succede, applicate.
Eppure, se si continuano a considerare
le persone per quello che non hanno invece che per quello che hanno, se
il mercato del lavoro continua a rifiutare i disabili, se lo sviluppo della
tecnologia non tiene conto del loro parere e della loro esperienza, se
si continua a lasciare sole le persone e le loro famiglie, se – come sottolinea
Valter Passerini, giornalista, docente ed esperto del lavoro – si continuano
a usare “circonvoluzioni ipocrite come ‘diversamente abili’ o ‘portatori
di disabilità’ o ‘non vedenti’” nel tentativo di superare, da parte
di chi si considera “normale”, il problema anziché affrontarlo,
non c’è legge che possa farci progredire.
Gli autori hanno raccolto i pareri
di giornalisti, medici, architetti, artisti e hanno dato largo spazio al
tema sportivo con gli interventi di Linda Casalini, docente di Tecnica
e didattica delle attività motorie adattate, e a Luca Pancalli,
presidente della Federazione italiana sport disabili e del Comitato italiano
paralimpico oltre che vicepresidente del Coni e plurimedagliato nel nuoto
nelle più importanti manifestazioni mondiali. Il mondo dello sport
sta dando visibilità a persone che, pur affette da handicap di varia
natura, superano la visione della sofferenza e della tristezza, rappresentando
forza, gioia nella competizione e nello spettacolo sportivo.
E anche se lentamente, con molte
difficoltà, anche il mondo dell’arte, del cinema, della musica,
della televisione, della narrativa cominciano a occuparsi di questi temi,
a portarli alla ribalta, a obbligarci a vederli e a prenderli in considerazione.
Un vademecum, lo definiscono gli
autori: un libro da tenere a portata di mano, da sfogliare spesso, per
tentare di vivere meglio, tutti insieme.
gabriella bona
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