Andrea Bajani "Se consideri
le colpe" Edizione Einaudi
Recensione di
Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
“Questo è un libro che arriva
da lontano. Per pensarlo, prima, e scriverlo, poi, c’è voluto un
tempo lungo, un tempo fatto di viaggi tra l’Italia e la Romania, di incontri
importanti, di smarrimenti perenni” scrive Bajani nei ringraziamenti che
concludono il suo nuovo libro “Se consideri le colpe”. Un tempo lungo ma
anche il tempo giusto per arrivare in libreria proprio mentre scoppiava
“l’emergenza romeni”, sulla quale molto si è detto, spesso senza
conoscere quello di cui si parla.
La storia di Lorenzo, partito per
Bucarest alla ricerca di una madre lontana, in senso fisico e affettivo,
ormai da tanti anni, una madre a cui pensava ormai “ogni tanto, come una
cosa che fa parte della vita di un altro”, ci porta a conoscere aspetti
della vita di un paese che sono rimasti quasi sconosciuti: non è
bello raccontare di italiani che approfittano di un paese povero - drammaticamente
uscito da un regime feroce come quello di Ceausescu e che cerca di trovare
una strada per rinascere – per fare affari, ottimi affari approfittando
dei prezzi stracciati a cui si possono comprare terreni e mano d’opera
per installare le proprie imprese.
Lorenzo si trova lì, in quella
“campagna interrotta da un’infilata di capannoni di lamiera, tirati su
gli uni accanto agli altri, ognuno col proprio nome in cima come una bandiera,
nomi italiani, francesi, tedeschi, danesi, americani […] per chilometri
come una muraglia di latta e cemento”. Tra gli altri anche il nome di sua
madre, del suo socio d’affari, di amici imprenditori che raccontano, tra
arroganza e paternalismo, che “prima non erano capaci di lavorare […] Gli
abbiamo tolto il Medioevo dalla testa, a questa gente”.
Non soltanto: potenti SUV stranieri
che solcano le strade sterrate alzando nuvole di polvere, bar pieni di
ricchi imprenditori venuti dall’estero e gli unici romeni a fare i camerieri,
vecchi alla ricerca di giovani ragazze che in patria non si possono più
permettere, neanche carichi di soldi.
Attraverso un racconto crudo e appassionato,
una scrittura asciutta e precisa, Bajani ci porta a conoscere quello che
in molti preferiscono dimenticare, non raccontare, non far sapere ma che
crea problemi, nuove contraddizioni, difficili da capire e da gestire.
Un Occidente crudele, appare nel
libro di Bajani, che non ha mai abbandonato la logica coloniale, la violenza,
che continua ad approfittare delle difficoltà e delle miserie altrui,
senza scrupoli, tentando ogni strada per arricchirsi e sentirsi potente.
gabriella bona
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