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    Stefano Scacchi "Gli sciuscià del pallone" Sedizioni 
     
     Recensione di   Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
        
    Si parla tanto di calcio, dicono alcuni. Si parla troppo di calcio, sostengono altri. Ma in realtà non è di calcio che si parla ma soltanto di grandi squadre, di campioni, di serie A e qualche volta di B, di coppe europee e di Mondiali. In tutto qualche centinaio di atleti. 
    Non si parla mai delle migliaia di calciatori che popolano i campionati minori, delle squadre giovanili, dei loro sogni, delle loro delusioni, dei mille motivi che frenano la corsa per arrivare al successo. 
    Stefano Scacchi, nel suo "Gli sciuscià del pallone", parla di loro, soltanto di loro, e ognuno degli sciuscià raccontati è la storia di molto altri, con storie simili, che nessuno conoscerà mai. 
    Ci sono i ragazzini che percorrono l'Italia alla ricerca di una squadra, spesso spinti dai genitori - padri soprattutto - che vedono nei loro figli i segni del grande campione, alimentando sogni che non riusciranno a realizzarsi e quelli, invece, che avrebbero tutto per riuscire nel grande calcio, come Andrea Russotto, stella dell'Under 17 ai Mondiali 2005, che disse no alla Gea e finisce a giocare nel campionato cadetto svizzero. C'è, nel libro, la storia del camerunense Paul Ntep-Ntep che, assieme al suo compagno Daniel Maa Boumsong, durante il torneo di Viareggio 2004 decise di fermarsi in Italia chiedendo asilo politico. Daniel riuscirà ad arrivare all'Inter ma verrà poi ceduto allo Spezia, Paul fa il magazziniere a Novara. 
    Scacchi racconta anche dei giovani arbitri impegnati nelle serie minori e dei rischi che corrono, senza che nessuno ne parli mai (tra il 2001 e il 2006 si sono registrati 2088 casi di violenza contro arbitri) e di Silvio Fontana, argentino con nazionalità boliviana, che arriva a Malpensa per scoprire che il suo procuratore è appena morto in un incidente stradale: la sua carriera è già finita, dimostrando la fragilità di questo mondo di promesse e di procuratori. Mohammed Adama Sarr, senegalese, è richiesto dall'Arsenal, finisca a Treviso, la città in cui i tifosi fischiano i propri giocatori di pelle scura. David Cenci, brasiliano adottato da una famiglia toscana, vede la sua carriera travolta dal fallimento della società in cui gioca e Alessandro Mongiu si vede escluso dal mondo del calcio che conta dopo che il padre avvocato ha denunciato i dirigenti che hanno chiesto una tangente per tesserare il figlio. 
    Ma nel libro di Scacchi troviamo anche attimi di speranza, come la storia di Sergio Vatta che, diventato direttore generale dell'Alessandria, rimette insieme tutti i suoi ex ragazzi del Torino e della Lazio che non hanno avuto fortuna, fino ad arrivare alla promozione. E quella della squadra romana della Città dei Ragazzi, fondata nel 1953 da John Patrick Carroll-Abbing, monsignore irlandese, per accogliere i giovani in difficoltà, oggi soprattutto stranieri. 
    Un libro che parla di un altro calcio, quello sconosciuto, con tutte le difficoltà, gli imbrogli, i faccendieri, ma anche gli entusiasmi, gli idealisti, per conoscere quel mondo così grande e altrettanto sconosciuto, nei suoi lati positivi e negativi. 
      
    gabriella bona 
           
      
 
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