Roberta Defassi "Petali di
sinapsi" Lineadaria Editore
Recensione di
Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Ha soltanto ventisette anni Roberta
Defassi ma ha le idee molto chiare, rispetto alla scrittura. Talmente chiare
che anche una lettrice anziana e di lungo corso casca come una principiante
nei suoi tranelli letterari, ammettendo poi di averlo fatto senza ombra
di fastidio, anzi con il piacere di verificare che l'intuizione di tre
anni prima, quando l'autrice e la scrittrice si sono incontrate per la
prima volta, era esatta: Roberta sa scrivere e le piace scrivere.
Il libro mi è piaciuto perché
è scritto con attenzione e con passione, perché riesce a
passare dal romanzo psicologico al giallo, alla delicata storia d'amore
mantenendo uno stile personale e preciso, perché i personaggi che
popolano il romanzo sono, e si sente, frutto delle sue esperienze ma Roberta
ha saputo renderli letterari, fuori da noiose autobiografie.
Le donne, soprattutto, ci vengono
incontro, pagina dopo pagina, accompagnate da descrizioni che catturano
l'attenzione, che appassionano. E il giovane imprenditore, tanto arrogante
e prepotente quanto ignorante e rozzo, impersona una categoria sempre più
ampia di padroncini "fai da te", improvvisati, senza basi, ma convinti
di poter spaccare il mondo. Nella realtà vanno verso il fallimento
(e ognuno troverà il suo, il più adatto alla vita che ha
condotto), tentando di trascinare con sé le persone che lo circondano,
famigliari e dipendenti, alla ricerca di soluzioni che gli permettano di
rimanere a galla.
La scrittura e il romantico corteggiamento
- da molti considerati rimasugli di una società che non esiste più
- nel libro coesistono piacevolmente con le nuove tecnologie di cui Roberta
Defassi è abile conoscitrice. Fortunatamente computer e telefoni
cellulari non le hanno mai fatto dimenticare il piacere di leggere e scrivere
che coltiva fin da bambina e che non possiamo che augurarci che continui
ad accompagnarla, anche per il nostro piacere di leggerla.
gabriella bona
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