Progetti e studi di architettura

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RECUPERO

 

B. Muri in elevazione e pilastri

1. Reintegrazione per parti:

  1. Stilatura profonda dei giunti: se eseguita accuratamente può aumentare sensibilmente le caratteristiche meccaniche della struttura. Ha luogo dove il materiale lapideo sia in buono stato di conservazione e la malta abbia perduto le sue proprietà leganti in superficie. L'efficacia del sistema è maggiore per murature sottili. Nel caso si voglia ottenere un limitato incremento delle caratteristiche meccaniche della muratura, questo intervento può sostituire totalmente quello di rigenerazione tramite iniezioni, consentendo un notevole risparmio di materiali e mezzi. Inoltre, il procedimento, essendo eseguito in superficie, non presenta incognite di eventuali lacune celate all'interno.

 

2. Risarcitura delle lesioni:

  1. Ripresa di piccole lesioni con malta speciale: tale procedimento è posto solitamente a monte di una estesa e complessiva rigenerazione di strutture dissestate. I prodotti da impiegare sono leganti di tipo tradizionale o a base cementizia di consistenza fluida, caricati con inerti di particolare granulometria (nel caso di microfessure si potrà ricorrere a formulati epossidici dotati di un grado maggiore di fluidità ). Nel caso in cui l'assorbimento dell'acqua di lavaggio indichi profondi stati lesionativi della struttura, tale procedimento dovrà essere integrato da puntiformi iniezioni a pressione.

 

3. Miglioramento delle caratteristiche meccaniche:

  1. Impregnazione: Aspersione mediante pennello od airless, allo scopo di far penetrare (3-5 mm) il materiale consolidante sulla superficie da trattare, realizzando così un involucro avente maggiore resistenza meccanica; occorre però evitare che il consolidante formi una barriera impermeabile dall'interno, poiché, altrimenti, si potrebbero verificare fenomeni di distacco dello strato superficiale.
  2. Impregnazione sottovuoto: questa tecnica viene usata per risanare qualsiasi tipo di manufatto o struttura in pietra, mattone o cemento armato; consiste nell'impregnare con una miscela consolidante antigeliva ed idrorepellente, applicata sottovuoto, elementi di natura porosa. la validità del sistema è legata soprattutto all'eliminazione dei gas residui dalle strutture su cui intervenire (in quanto limitano il grado di assorbimento delle microcavità presenti nella struttura). Nel consolidare le malte degradate di edifici in muratura si opera per settori isolati, determinati in modo da creare una struttura reticolare ad effetto locale. Così facendo si possono ottenere valori strutturali pari a circa il doppio di quelli di partenza. Il vantaggio è rappresentato dalla possibilità di utilizzare una micro-armatura zonificata in tutte le direzioni, costituita da un polimero reticolato all'interno delle lesioni.
  3. Rigenerazione con iniezioni di miscele a base cementizia: si eseguono una serie di iniezioni con miscele leganti di prodotti a base cementizia, o di formulati chimici, realizzate a pressione variabile, in funzione delle condizioni della muratura stessa. Il fine è quello di restituire alla struttura la monoliticità iniziale, riempiendo i vuoti e risarcendo le lesioni. Tale tecnica risulta efficace solo se si riscontra il degrado della malta, porosa o addirittura mancante; se l'apparecchio murario è irregolare e sconnesso e se siamo in presenza di lesioni ben evidenti.

 

4. Aumento della resistenza alla rotazione:

  1. Speroni, contrafforti: si amplia adeguatamente le sezioni murarie reagenti mediante costoloni di forma trapezoidale (risulta incrementato il momento d'inerzia). Il metodo risulta raramente applicato in quanto comprometterebbe l'estetica dell'edificio e ne occulterebbe i paramenti, anche se diviene indispensabile nei casi di inapplicabilità dei tiranti. Usati insieme ad essi assumono la funzione di "capochiave": il sistema complessivo risulta altamente affidabile.

 

5. Aumento della resistenza al limite di elasticità:

  1. Tiranti metallici: inglobati nell'organismo murario, vengono utilizzati per assicurare un comportamento sufficientemente monolitico del complesso senza provocare alcuna variazione delle linee architettoniche. I tiranti possono essere realizzati con barre o con trefoli di acciaio armonico ed utilizzati per collegamenti orizzontali, verticali o inclinati. Essi svolgono un'importante azione nei confronti di eventuali scosse sismiche: la loro presenza, infatti, conferisce maggiore duttilità alla struttura. Con questa tecnica si altera l'originario schema statico che le strutture non sempre sono in grado di accettare senza conseguenze: in questi casi si rende necessario un consolidamento preliminare eseguito con altre tecniche, ciò fa crescere il costo di tutta l'operazione.
  2. Iniezioni armate: questo intervento si può applicare nel caso in cui si debbano ripristinare le connessioni di angolate, per rendere solidali mutuamente elementi strutturali, costituire cordoli di collegamento quando non sia possibile o consigliabile eseguirli in c.c.a.. Il fine è di aumentare la resistenza a trazione della muratura attraverso le armature inserite nei fori. Tale tecnica è molto indicata anche in caso di schiacciamento in quanto costituisce un impedimento alla libera dilatazione trasversale.

 

6. Aumento della sezione resistente:

  1. Gunite: proiezione a pressione di una miscela secca costituita da sabbia e cemento sulla superficie della muratura da consolidare al fine di creare una fodera protettiva che conferisca alla struttura anche una forte impermeabilità. La gunite, inoltre, unita ad un sistema di barre di armatura, può essere efficacemente impiegata per risagomare e consolidare grotte naturali. Ne è sconsigliato l'uso su edifici storico-artistici poiché cancella le tracce del paramento originario.

 

7. Aumento della resistenza di colonne e pilastri:

  1. Cerchiatura: il metodo più comune e più antico da utilizzarsi qualora si manifesti in un elemento portante ad asse verticale il fenomeno dello schiacciamento è il metodo della cerchiatura con barre d'acciaio messe in opera a caldo. Durante il raffreddamento, queste ultime, si contraggono ed il pilastro, conseguentemente, risulta soggetto a compressione radiale. L'instaurarsi di tale sollecitazione impedisce ulteriori deformazioni ed, in definitiva, aumenta la capacità portante. Questo intervento viene usato oggi solo in presenza di strutture di scarso valore storico-artistico e mediante l'esecuzione a freddo, utilizzando chiavi dinamometriche per la messa in carico.
  2. Frettaggi: per eliminare il fenomeno dello schiacciamento senza utilizzare la tecnica della cerchiatura, oggi è possibile effettuare frettaggi con microbarre d'acciaio inserite all'interno della colonna inclinate a 45° (in modo da poter assorbire variazioni di carichi con il solo mutamento del valore dello sforzo assiale) ed invisibili ad intervento ultimato (grazie alla disponibilità di strumenti in grado di eseguire perfori profondi senza distruggere il nucleo e all'uso di resine epossidiche).
  3. Inserimento di elementi metallici o in cemento armato: quando colonne e pilastri risultano insufficienti a sopportare i carichi sovrastanti, si può procedere all'inserimento di elementi metallici o in c.c.a. al loro interno. L'insieme rinforzo-colonna può lavorare congiuntamente, dove lo si voglia, oppure creare una soluzione di continuità scaricando totalmente la colonna medesima (prevedendo gli effetti termici per evitare che, nel momento di accorciamento dell'elemento metallico, la colonna torni ad essere caricata).
  4. Inserimento di elementi metallici (barre verticali e staffe): con tale intervento si va a migliorare le caratteristiche di resistenza a pressoflessione di un pilastro tramite l'inserimento di armature metalliche nello stesso isolate dall'intonaco con un prodotto idoneo ad evitare che si manifesti in superficie la sua presenza). Questo tipo d'intervento richiede una buona dose di manualità ma incrementa notevolmente le resistenze residue degli elementi lineari.